ABBIAMO DECISO DI APRIRE QUESTO SPAZIO PER POTER DISCUTERE DEI PROBLEMI E DELL'ORGANIZZAZIONE DEI TECNICI TELECOM CHE OPERANO IN OPEN ACCESS, QUESTO VUOLE ESSERE UN LUOGO DI DISCUSSIONE E CONDIVISIONE DELLA NOSTRA ATTIVITA'.
"Avere un problema e cercare di risolverlo da soli è avarizia, accorgersi che il mio problema è anche di altri e cercare di risolverlo insieme, questo è politica" DON MILANI
14 settembre, 2006
I consigli del governo
STRAZZULLO TE UN NE SAPEVI NULLA.......VERO?
MILANO - ''Scorporo della rete di Telecom Italia, indirizzo industriale e considerazioni economiche finanziarie''. Così si intitola un documento elaborato da una banca d'affari (forse la Goldman Sachs) e inviato dalla segreteria particolare del presidente del consiglio al numero uno di Telecom, Marco Tronchetti Provera, secondo quanto scrive oggi Il Sole 24 Ore. Il documento sarebbe stato inviato il 5 settembre, alla vigilia dell'incontro tra Tronchetti e il magnate australiano Murdoch, da Angelo Rovati, braccio destro del Premier.
Le 28 pagine del documento offrono due opzioni ''anti-scalata'': internal breakdown (sviluppare una divisione interna per la rete con board partecipato a maggioranza da director esteri) e Spin-Off e quotazione successiva con partecipazione rilevante da parte della Cassa depositi e prestiti. Secondo il documento l'opzione Spin-Off e' quella da preferire.
''L'operazione - scrive Il Sole 24Ore citando il documento - comporterebbe a Telecom di registrare una plusvalenza lorda tra i 16 e i 21 miliardi accompagnato da una riduzione del debito tra 17 e 20 miliardi. Per Cdp i vantaggi sarebbero tre: l'esborso di una quota di equity di circa il 30% in funzione del livello di debito sostenibile da parte della newco, pari a circa 5 miliardi; un flusso di imposte aggiuntivo, per lo Stato, derivante dalla tassazione della plusvalenza di Telecom di circa 5-7 miliardi; un reddito dalla partecipazione di circa 120-170 milioni di euro annui''.
Il rapporto, come prevedibile, sta creando forti polemiche, sia nel mondo politico, che in quello finanziario. Il rischio è che il caso Telecom finisca davanti al Parlamento. Lo chiedono già in molti. A partire da Daniele Capezzone, presidente della Commissione Attività Produttive della Camera, che chiede risposte a tre domande: "Come fa il governo a dire che non sapeva, quando dal governo si 'davano consigli'? e, soprattutto, a che titolo si davano quei 'consigli'? e poi perchè, quando è maturato un altro scenario, sono venuti commenti così negativi, con riflessi potenzialmente molto gravi anche sul piano borsistico?".
Il dossier segreto di 28 pagine faceva il punto e proponeva un piano per risolvere i problemi della Telecom dandole una direzione precisa e gradita al Governo.
Tutto nasce dal pericolo di una scalata su Telecom, redditizia sì, ma troppo indebitata e con i margini in riduzione. Il titolo è colato a picco negli ultimi mesi e quindi un attacco, magari di un gruppo straniero, si fa sempre più conveniente. Basterebbe rilevare il 29% della stessa Telecom, magari con un premio del 25% sulle attuali quotazioni a 2,2 euro, per ottenere il controllo della società: l’operazione costerebbe “solo” 10 miliardi di euro.
Siccome Olimpia controlla Telecom con solo il 18%, una quota del 29% basterebbe a raggiungere il potere senza far scattare una costosissima opa totalitaria obbligatoria sopra il 30%. In ballo ci sono la rete fissa telefonica e l'ultimo gestore di telefonini italiano, nasce così l’emergenza e l’Esecutivo elabora un piano. La Casa Depositi e Prestiti potrebbe comprare la rete fissa garantendo alla Telecom una plusvalenza fra i 16 e i 21 miliardi e un effetto potenziale fiscale da 5-7 miliardi. Il gruppo di Tronchetti Provera ridurrebbe il debito e prenderebbe finalmente respiro. La Cdp, grazie ad una serie di vantaggi fiscali, pagherebbe pochissimo l’operazione che sarebbe teoricamente a costo zero. A questo punto la società della rete telefonica verrebbe quotata, ma la Cdp terrebbe una partecipazione strategica di controllo di circa il 30% ovvero del valore di 5 miliardi di euro. Il modello Terna insomma. Lo Stato prende il controllo della rete (che non rischia più di finire in mani straniere) e il mercato si fa sui servizi e le forniture a monte e a valle.
Peccato che nel giro di otto giorni, dopo l’incontro con Murdoch e la comunicazione a sorpresa di un piano per Telecom che prevede lo scorporo dell’ultimo miglio e uno spin off in odore di cessione per Tim, Marco Tronchetti Provera sembri all’improvviso aver fatto orecchie da mercante e avere elaborato in proprio un piano agli antipodi di quello governativo. Il resto sono dichiarzioni della politica, c’è l’indignazione di Prodi per il rischio di una cessione di Tim di cui non era stato avvertito, da questo i toni di amarezza e sorpresa. Non gli aveva detto così Tronchetti e il nuovo piano sembra promettere la Tim a uno straniero. Per Palazzo Chigi è un’inversione a U dopo le dichiarazioni sul non intervento.
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