ABBIAMO DECISO DI APRIRE QUESTO SPAZIO PER POTER DISCUTERE DEI PROBLEMI E DELL'ORGANIZZAZIONE DEI TECNICI TELECOM CHE OPERANO IN OPEN ACCESS, QUESTO VUOLE ESSERE UN LUOGO DI DISCUSSIONE E CONDIVISIONE DELLA NOSTRA ATTIVITA'.
"Avere un problema e cercare di risolverlo da soli è avarizia, accorgersi che il mio problema è anche di altri e cercare di risolverlo insieme, questo è politica" DON MILANI
14 settembre, 2006
COSA NON SI FAREBBE PER 3,5MLD
Telecom / Ecco il piano originario
per trovare 3,5 miliardi
MILANO - Ormai le polemiche intorno alla vicenda Telecom hanno raggiunto una temperatura tale che è persino difficile capire di che cosa si sta parlando. In realtà i termini del problema sono molto semplici. Proviamo a spiegarci. Per farlo bisogna ricostruire quale era, all’origine, prima dell’attuale bufera mediatica, il piano Olimpia-Telecom.
Nel gruppo Tronchetti c’è un problema, e sta annidato in Olimpia, la società non quotata che ha il 18 per cento di Telecom. Poiché Olimpia ha comprato a suo tempo le azioni Telecom a un prezzo molto più alto di quello attuale, segnato quotidianamente dalla Borsa, in Olimpia c’è uno sbilancio valutabile in circa 3,5 miliardi di euro.
Olimpia, essendo una finanziaria creata per comprare Telecom e che non ha altre risorse e/o proventi se non le azioni Telecom, non ha i mezzi per far fronte a questo sbilancio molto fastidioso. In teoria dovrebbero intervenire la Pirelli, che sta sopra Olimpia, e i Benetton (che sono gli altri azionisti).
Ma è evidente che tanto la Pirelli quanto i Benetton non hanno voglia di tirare fuori 3,5 miliardi di euro. Allora la soluzione studiata è molto semplice: Telecom deve distribuire un maxi-dividendo, in modo da fornire a Olimpia i soldi per sanare il suo sbilancio. Poiché Olimpia ha bisogno di 3,5 miliardi, il maxi-dividendo deve essere di 20 miliardi di euro.
Ma dove si procura Telecom questi soldi? In un modo molto semplice. Basta vendere il 50 per cento di Tim e il 50 per cento della rete Telecom (tutta, non solo quella dell’accesso). Questo, si dice negli ambienti finanziari milanesi.
E infatti il consiglio di Telecom ha autorizzato lo scorporo delle due attività (rete e Tim), ha autorizzato cioè la prima parte della complessa operazione. Una volta rese società autonome Tim e la rete bisognerà andare a vedere se si trovano i partner.
In questo modo Telecom continuerebbe a avere il controllo sia di Tim che della rete, ma non ci sarebbe più il fastidioso problema dello sbilancio finanziario in Olimpia. Una storia tutta a parte, poi, è quella della Telecom Media Company, che in origine avrebbe dovuto nascere con il conferimento a una nuova società (appunto Telecom Media Company) delle attività di Sky Italia e di quelle multimediali di Telecom.
Ma, per ora, tutto questo è un po’ per aria a causa della bufera che si è scatenata intorno all’intera vicenda.
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