30 dicembre, 2007

ULTIMO POST DELL'ANNO



Questo post riporta un bell'articolo di Bruno Ugolini su Unita' online, il 2007 sara' ricordato principalmente per i MORTI DI LAVORO, i morti in nome della riduzione dei costi, i morti in nome del profitto finanziario, quel profitto che deve venire non solo dalla produzione, ma anche e sopratutto dalla riduzione dei costi di sicurezza,di formazione e del personale. Tutti noi abbiamo pianto quei ragazzi che sono deceduti in nome di quelle politiche aziendali scellerate, ogni giorno dell'anno che sta finendo abbiamo letto di OMICIDI SUL LAVORO, ci siamo indignati, interrogati perche' questo fenomeno non abbia suscitato un dibattito sociale e politico, è difficile dare un senso a tutto cio' nostro dovere è vigilare e pretendere che tutte queste persone non siano morte invano

LINK ARTICOLO Bruno Ugolini

Il Natale operaio

Per milioni di famiglie di lavoratori sarà un Natale angosciante, mentre per altre si potrà tirare un sospiro di sollievo. Sembrava che sull’onda fatta di lacrime e sangue, con le tante morti quotidiane nei luoghi che dovrebbero servire solo a produrre, si fosse estesa nel Paese una coscienza nuova. Molti riscoprivano la “questione operaia”, la “questione salariale”. Ma ecco che quando si tratta di passare dalle parole ai fatti spesso le sensibilità si fanno arcigne. Ad esempio a proposito di contratti di lavoro da rinnovare e che non si rinnovano. E così milioni di famiglie operaie affronteranno le scadenze festive con i tagli nelle buste paga, per via degli scioperi effettuati. E così l’incubo del rischio economico, per le più alte spese da affrontare a fine anno, si accompagna all’incubo ormai quotidiano dell’infortunio. Mettetevi nei loro panni, mettetevi nei panni dei metalmeccanici, oltre un milione e mezzo di persone, spesso a capo, appunto, di un nucleo familiare. La notizia è di ieri. Il loro contratto non si riesce a stipulare, la trattativa non ha portato ai risultati necessari. Saranno necessari altri scioperi e uno è già stato annunciato per l’undici gennaio.

Non saranno soli i metalmeccanici a vivere in tal modo questa poco luminosa fine d’anno. Avranno accanto, ad esempio, i lavoratori del commercio che sono costretti ad incrociare le braccia proprio tra candeline e Babbi Natale, nei giorni di più intenso shopping, il 21 e 22 dicembre. Sono circa due milioni e mezzo di lavoratori. Qui è la Confcommercio che ha rotto le trattative, come dicono i sindacati. Gli imprenditori del ramo non ne vogliono sapere, tra l’altro, di regolamentare gli orari di lavoro. Vogliono mantenere il diritto unilaterale di decidere oggi dieci ore domani magari quattro. E quindi rifiutano il contratto. Un Natale gonfio d’apprensione sarà anche per la grande categoria del pubblico impiego (tre milioni di addetti). Qui non si hanno ancora vere certezze sulle risorse atte al rinnovo contrattuale, mentre, come denunciava ieri Paolo Nerozzi, segretario Cgil, si destinano “prebende per dirigenti e assunzioni, sempre di dirigenti, dall'esterno senza alcun criterio se non quello clientelare”.

Ma perché queste difficoltà a rispettare le regole normali della contrattazione nazionale, il ruolo esercitato dal sindacato in questi settori? La domanda è collegata anche al fatto che una parte del mondo imprenditoriale ha invece scelto di accettare la strada del dialogo e di giungere ad una conclusione. E per le famiglie di chi lavora in queste imprese il Natale avrà almeno un tocco di serenità. Proprio ieri è giunta in porto l’estenuante vertenza che vedeva protagonisti uomini e donne ignorati dalle cronache ma essenziali per la vita moderna. Sono i 500 mila addetti ai servizi di pulizia. Le loro trattative sono iniziate, pensate un po’, il 21 luglio del 2005. Hanno conquistato un aumento di 115 Euro a regime (cioè nel 2009). Gente che vive spesso nella precarietà, tra un appalto e l’altro.

Ed infine sarà un Natale più tranquillo anche per importanti categorie come i lavoratori dell’industria elettrica (116 Euro d’aumento medio), come i lavoratori dell’industria chimica (103 Euro). Categorie dove, però, la strada di un rapporto costruttivo tra le parti è stata affermata da tempo. Ed è qui, forse, la risposta alla domanda sul perché ci sia chi rinnova facilmente il contratto e chi no, chi fa di tutto per farsi carico di un Natale sereno e chi no. Le resistenze, le caparbietà, nascono in posizioni imprenditoriali miopi, di chi cerca una rivalsa tutta politica ed è convinto che si possano gestire i governi aziendali senza concordare diritti e benefici. Magari sono gli stessi che in queste settimane abbiamo visto mossi a compassione per giovani vite spedite al sacrificio. Come se fossero problemi di un altro mondo.

Mentre veniva pubblicato il post è arrivata l'ansa sotto riportata,

Rogo alla Thyssen, morto il settimo operaio

TORINO - E' morto Giuseppe Demasi, 26 anni, il settimo operaio ustionato nell'incendio del 6 dicembre alla Thyssenkrupp di Torino.

27 dicembre, 2007

Telecom Italia riorganizza le funzioni aziendali



Telecom Italia comunica di aver effettuato un intervento di razionalizzazione organizzativa, con una semplificazione dei riporti diretti all’amministratore delegato. Nel dettaglio:
- con effetto 14 gennaio 2008 viene costituita - alle dirette dipendenze dell’amministratore delegato - la Direzione Business Strategies & International Development, affidata ad Oscar Cicchetti, che entra a far parte del gruppo Telecom Italia.
- con effetto 1° gennaio 2008 nell’ambito della Funzione di Gruppo Finance, Administration & Control viene costituita la funzione Mergers & Acquisitions, affidata a Paolo Ferrari, con il compito di assicurare la gestione delle operazioni di acquisizione e dismissione del gruppo.
- a conclusione del processo di riorganizzazione e di ricambio manageriale positivamente portato a termine dalla Funzione di Gruppo Human Resources, con decorrenza 1° gennaio 2008 la Funzione di Gruppo Security, affidata a Damiano Toselli, passa ad operare alle dirette dipendenze dell’amministratore delegato. La Funzione di Gruppo Human Resources, Organization and Security viene contestualmente ridenominata Human Resources, Organization and Industrial Relations, restando affidata a Gustavo Bracco.
- con decorrenza 1° gennaio 2008 viene costituita – alle dirette dipendenze del responsabile della Direzione Domestic Mobile Services – la funzione Innovation & Business Development, affidata a Luca Tomassini, che entra contestualmente a far parte del gruppo Telecom Italia, con la responsabilità di assicurare il presidio integrato dei trend evolutivi del business mobile e delle relative tecnologie, in raccordo con le competenti strutture della Direzione Technology e con le altre funzioni dedicate al presidio delle attività Ict del gruppo Telecom.
Sia Cicchetti che Tomassini fanno stabilmente parte della squadra di Bernabè, essendo stato il primo a.d. di Netscalibur, controllata dal Franco Bernabé Group, e il secondo azionista con la Tomassini & Partners di Xaltia, altra partecipata del gruppo Fb, posta in vendita da Bernabè dopo la sua nomina al vertice della Telecom.

Non si puo' non notare che manca tutto il pezzo di WIRELINE

18 dicembre, 2007

Più banda larga per tutti

Telecom Italia collaborerà con Infratel per studiare un piano per ridurre le aree non ancora abilitate al servizio

Telecom Italia collaborerà con Infratel, la società incaricata di realizzare le infrastrutture a banda larga, che fa capo all'Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa (ex Sviluppo Italia) per definire un piano per ridurre il numero delle aree ancora non coperte dalla larga banda, sia al Sud (dove già operava Infratel) sia nel Centro Nord, in base agli accordi che il Ministero raggiunti con le Regioni (l'ultimo è quello con la Regione Emilia Romagna dello scorso novembre).

L'accordo, firmato oggi alla presenza del ministro delle comunicazioni Paolo Gentiloni e del nuovo amministratore delegato di Telecom Italia Franco Bernabè, prevede che le due parti scambino informazioni sugli interventi pianificati nelle aree in digital divide (i programmi di infrastrutturazione assunti dal Ministero in accordo con le Regioni e i programmi di investimento di Telecom); che Telecom adegui le proprie centrali alle infrastrutture realizzate e che le acquisisca (fibra ottica e infrastrutture di posa); e che le due parti collaborino per creare un’infrastruttura evoluta e integrata abilitante alla banda larga eventualmente con l’impiego di tecnologie innovative in grado di abbattere i costi e i tempi di realizzazione delle infrastrutture. (WI-MAX ? è risaputo che INFRATEL sta lavorando al progetto gia' da un paio di anni, realizzando in collaborazione con alcuni enti locali una rete in quella tecnologia)

Telecom Italia è la prima impresa di tlc a firmare un accordo del genere con Infratel.

15 dicembre, 2007

Telecom, due opzioni per la rete

LINK ARTICOLO il sole24ore online

Un altro (piccolo) passo verso la separazione della rete Telecom. Il Consiglio dell'Autorità per le comunicazioni ha avviato ieri un procedimento formale: si valuterà «la revisione e l'eventuale integrazione delle misure regolamentari» che devono garantire l'« effettiva concorrenza sui mercati di accesso alla rete fissa».
Al di là dei tecnicismi, di fatto l'Autorità prova a potenziare la propria leva negoziale per accelerare il negoziato con Telecom Italia. L'accordo, magari con l'assunzione di impegni vincolanti da parte dell'azienda, resta la strada maestra, quella preferita da tutti gli ambienti istituzionali, come è stato fatto presente a Galateri e Bernabè nei loro primi incontri romani.
Del resto, l'Autorità spiega che per evitare che il procedimento vada avanti «Telecom Italia ha la facoltà, fin da subito, di presentare eventuali impegni ai sensi della legge Bersani»: impegni che assicurino «una effettiva ed efficace separazione fra le attività della rete di accesso ed il resto delle funzioni dell'azienda», e l'«equivalenza di trattamento – tra gli operatori alternativi e le proprie divisioni commerciali – in relazione alla fornitura dei servizi di accesso all'ingrosso».
Il procedimento annunciato dal garante, nel dettaglio, riguarda il riesame di quattro mercati (1; 2; 11 e 12) tra quelli considerati rilevanti dall'Unione europea. L'Autorità dovrà decidere se riformulare i rimedi regolamentari e, nel caso, se introdurre interventi straordinari «(ai sensi dell'articolo 45 del Codice delle comunicazioni), ivi comprese misure atte a garantire la separazione funzionale».
La novità, rispetto alle settimane scorse, è rappresentata dalle "prove" con cui, nella delibera, l'Autorità guidata da Calabrò denuncia una situazione di emergenza soprattutto nella banda larga. I tecnici di rete di Telecom svolgerebbero anche attività di vendita dei servizi Adsl, in contrasto con l'attuale quadro normativo. Inoltre Telecom avrebbe proceduto in modo irregolare alla disattivazione di clienti dei concorrenti trasferendoli sulla propria rete (anche attraverso una non corretta interpretazione di una norma delle liberalizzazioni Bersani).
Tuttavia, nonostante questi elementi, anche il garante è consapevole che l'iter sarebbe particolarmente tortuoso e che Telecom – se non fosse per l'atteggiamento di distensione scelto da Galateri e Bernabè – potrebbe decidere rapidamente di impugnare la delibera.
Il procedimento istruttorio durerà almeno 180 giorni, ma tra sospensioni varie potrebbe anche protrarsi per tutto il 2008. In particolare, l'Autorità dovrà preparare uno schema di provvedimento, indire una consultazione pubblica aperta per almeno 30 giorni, acquisire il parere non vincolante dell'Antitrust, inviare la bozza alla Commissione europea. E, soprattutto, l'Agcom dovrebbe motivare l'adozione di una misura straordinaria come la separazione e attendere da Bruxelles il via libera.
Per questo, la seconda strada – quella degli "impegni" volontari di Telecom – sembra ancora la più praticabile. «Non solo siamo aperti al dialogo, ma anche attivi per facilitarlo» ha detto ieri a margine di un convegno Stefano Pileri, d.g. Technology del gruppo. A questo punto, diventano decisive le valutazioni dei nuovi soci e di Bernabè su costi e benefici di un'operazione di questo tipo. Dal punto di vista regolamentare; sotto il profilo industriale (in vista degli investimenti sul next generation network) e finanziario (con la possibile societarizzazione) e in relazione alla posizione di Telefonica, partner industriale di Telco contrario alla separazione.
I tempi non sarebbero comunque stretti, considerando anche che il riassetto Telecom prevede un'altra tappa con l'assemblea di bilancio di aprile, quando dovrà essere rinnovato l'attuale consiglio in scadenza.

12 dicembre, 2007

COMUNICATO SLC SULL' ASSILT

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TLC italiane: più imprese, meno dipendenti


Il 2006 è stato un anno positivo per l'industria italiana della telefonia. Le imprese di telecomunicazioni fisse e mobili e le aziende fornitrici di accesso a Internet sono aumentate, in virtù di dinamiche di mercato favorite dagli sviluppi tecnologici e normativi del settore.


Questa, in sintesi, la prima fotografia scattata dall'Istat, che ha registrato un generale incremento dei volumi di mercato, con un fatturato complessivo di 47.952 milioni di euro e di 558.000 euro (+5,65%) per addetto.

I dati sono positivi, quindi, ma a spiccare è l'evidente contrazione del numero di addetti. In pratica, secondo l'indagine censuaria i dati raccolti evidenziano un trend secondo cui aumentano le imprese di Tlc ma diminuiscono i dipendenti. Su 27 imprese di telefonia (rispetto alle 23 del 2005), il numero di impiegati è di 85.903 contro gli 89.381 delle precedenti rilevazioni. Un divario ancora più netto se si considera la nascita di nuove società di tlc.

In aumento anche gli ISP (Internet Service Provider), un segmento al momento dominato da imprese con meno di 100 dipendenti: 146 le aziende al 2006, con 74.737 addetti e un fatturato complessivo di 25.442 milioni di euro.

In generale, per quanto riguarda gli investimenti nel settore, a fronte di un ammontare complessivo di 6.837 milioni di euro e di 80.000 euro per addetto, a registrare la maggiore incidenza in questo senso sono state proprio le PMI, con 144.000 euro di capitale investito.

In crescita anche l'offerta: il numero delle linee attive nell'ambito dei servizi di telefonia fissa era al 31 dicembre 2006 pari a circa 27 milioni (68% di linee domestiche e 32% aziendali), con ricavi provenienti in prevalenza da canoni e attivazione di linee (19,8%), da chiamate nazionali fisso-mobile (12,3%) e da servizi di interconnessione e terminazione (13,8%). Da segnalare anche la crescita di quelli da accesso e connessione Internet xdsl, passati dal 5,6% del 2005 all'8,1% del 2006.

Rispetto all'anno precedente, questo segmento ha registrato un vero e proprio raddoppio, in virtù delle possibilità offerte dall'unbundling del local loop, che ha aperto le porte del mercato anche agli operatori alternativi a telecom Italia. Le linee "non Telecom" sono passate da 1,9 a 3,8 milioni, ma l'ex monopolista serve ancora l'85% degli utenti.

Sono invece 81,6 milioni le linee mobili attive, per un totale di 73,7 milioni di carte prepagate. Principale fonte di ricavi per le imprese, i servizi di interconnessione e terminazione (20,5%), chiamate nazionali verso stesso operatore (15,7%), verso altro gestore (14,3%) e i ricavi da SMS (10,6%).

09 dicembre, 2007

Telecom verso l'intesa sulla rete

LINK ARTICOLO il Sole 24 ore.it

Quasi due ore di colloquio per quella che è stata molto più di una semplice visita di cortesia. Gabriele Galateri e Franco Bernabè, presidente e amministratore delegato di Telecom Italia, hanno lasciato gli uffici dell'Authority per le comunicazioni dopo aver toccato con Corrado Calabrò i principali punti del dossier-rete e, a quanto si apprende, dopo aver fornito rassicurazioni sull'intenzione di investire nel «next generation network» (Ngn).

Nel pomeriggio, poi, c'è stata la visita agli uffici del garante dell'Antitrust Antonio Catricalà, dove si è parlato soprattutto di tutela dei consumatori e si è fatto un passaggio sull'istruttoria aperta con l'ipotesi di abuso di posizione dominante.

Due incontri consecutivi che, in un'altra fase storica di Telecom, sarebbero rientrati nella pura routine istituzionale. Nelle prossime settimane però Bernabè, che seguirà il dossier in prima persona, dovrà dare risposte rapide sul tema della separazione tra gestione della rete e gestione dei servizi commerciali. Tenendo in debito conto che l'Authority per le comunicazioni si appresta a varare un procedimento formale e che l'Antitrust accetterà un impegno vincolante per chiudere l'istruttoria non oltre il mese di gennaio. Per il duo Galateri-Bernabè quella di oggi dovrebbe essere un'altra giornata romana: possibile che chiudano il tour istituzionale incontrando il ministro Paolo Gentiloni.

Lo scenario, dopo mesi di incertezze, si va definendo. Sulla separazione della rete si procederà tramite accordo, anche in considerazione dei rischi di insuccesso cui l'Authority andrebbe incontro cercando di imporre l'operazione. Ci sono ancora diversi punti di divergenza, ma il dialogo si va semplificando. Telecom dovrà garantire un'adeguata apertura dell'infrastruttura ma sarà libera di scegliere tra l'opzione funzionale e quella societaria, su cui cresce il consenso istituzionale e l'interesse degli ambienti finanziari in vista di un eventuale collocamento in Borsa di una quota di minoranza dell'asset.

In cambio l'ex monopolista riceverà una serie di contropartite, ancora da definire. Si va dall'abolizione del price cap alla liberalizzazione delle soluzioni a pacchetto (accesso più servizi); da un alleggerimento dei vincoli per le offerte rivolte ai grandi clienti a una differenziazione geografica degli obblighi regolamentari ( meno stringenti dove c'è maggiore concorrenza e viceversa).

A fronte di tutto questo, Telecom farà la sua parte nel grande progetto nazionale per la rete a banda "ultra-larga" su cui ormai convergono ministero dello Sviluppo economico, ministero delle Comunicazioni e Autorità. Significativa la nota ufficiale diffusa dall'Agcom dopo l'incontro: «I vertici di Telecom Italia hanno dichiarato l'intendimento della società di contribuire ad un'ulteriore fase di sviluppo del settore delle tlc, in coerenza con l'evoluzione tecnologica e con le tendenze della domanda».

Del piano «Ngn», fortemente sollecitato da tutta l'industria di apparecchiature e sistemi di tlc, si possono intravedere le principali linee. Il Governo metterebbe a disposizione fondi pubblici in alcune aree del Paese: Fondi strutturali per la semplice copertura dell'Adsl in funzione anti digital-divide; Fondi aree sottoutilizzate dove si prevede l'implementazione della fibra ottica per collegamenti super- veloci.

In determinate zone del Paese, saranno gli operatori con capacità di investimento a intervenire. Quanto a Telecom, porterebbe avanti, forse con delle modifiche, il piano abbozzato nei mesi scorsi sulla «Ngn» e in parallelo verrebbero introdotti nuovi meccanismi di remunerazione degli investimenti, cioè parametri che apprezzino adeguatamente il maggior rischio prospettico di una rete di nuova generazione.

La base di partenza, al momento, è il piano presentato dalla precedente gestione di Telecom. Cinquecento milioni di euro tra il 2007 e il 2009 per coprire con una nuova rete di accesso il 5% delle linee totali nelle principali città italiane, per poi portare gradualmente l'impegno a 6,5 miliardi di euro entro il 2016. Cifre che saranno passate al microscopio da Bernabè, in questi giorni intento anche a studiare modifiche nelle linee operative.

08 dicembre, 2007

06 dicembre, 2007

UN MORTO E SEI FERITI...................



Uscire una mattina di casa e non farvi piu' ritorno

Uscire per andare a lavorare, lavorare per sopravvivere

lavorare 12 ore per difendere quel reddito

morire alla 13cesima perche' investire in sicurezza è un costo

quel costo viene pagato ogni giorno e si chiama omicidio sul lavoro

ha un senso tutto cio'?

AGGIORNAMENTO DEL 8 / 12 / 2007

THYSSENKRUPP, MORTO UN QUARTO OPERAIO

E' morto un altro degli operai ustionati nell'incidente alla ThyssenKrupp di Torino. E' la quarta vittima. E' l'operaio Bruno Santino, 26 anni, deceduto poco fa all'ospedale torinese Cto. Aveva il 90 per cento di ustioni. Restano gravissimi ancora altri tre lavoratori colpiti dalle fiamme.

08/12/2007 0.11.

01 dicembre, 2007

Gamberale favorevole allo scorporo della rete

LINK ARTICOLO MILANO FINANZA.it

30/11/2007

Rialzo frazionale per Telecom Italia a piazza Affari, mentre Gamberale auspica lo scorporo della rete. L'azione del gruppo tlc segna al momento un +0,25% attestandosi a quota 2,1675 euro. L'amministratore delegato del fondo F2i che è stato anche Ceo di Tim ambisce a investire in infrastrutture e auspica lo scorporo della rete di TI.

Ovviamente come Ceo di F2i la soluzione preferita per Gamberale sarebbe la "societarizzazione", quindi la creazione di una entità legale distinta dal resto di Telecom italia e non di una semplice divisione aziendale come è il caso di British Telecom ad esempio.

In questa nuova società di rete F2i sarebbe pronta a diventare azionista ma TI, secondo Gamberale, dovrebbe mantenere una quota. "Questa soluzione ha il pregio di consentire a Telecom di ridurre il debito vendendo la rete che Ruggiero stimò valere 15-18 miliardi di euro".

Tuttavia "secondo noi ha il difetto di privare gli azionisti di Telecom del controllo diretto di una quota della rete, che si otterrebbe con uno spin off, rendendo cruciale il prezzo di trasferimento della rete ai nuovi azionisti", avvertono gli esperti della sim. "Prevediamo comunque tempi lunghi, almeno 18-24 mesi, prima che tutto ciò diventi un tema concreto".

"In attesa che il nuovo management decida cosa fare sull'eventuale scorporo della rete manteniamo un atteggiamento cauto nei confronti del titolo", concorda l'analista di un'altra sim che ha un giudizio neutrale sull'azione TI con un target price a 2,25 euro.

Separatamente, il consiglio di amministrazione del gruppo, in agenda lunedì 3 dicembre, procederà a cooptare soltanto Gabriele Galateri e Franco Bernabè per nominarli rispettivamente presidente e amministratore delegato, mentre il vicepresidente dimissionario Carlo Buora non verrà sostituito.

E' questo l'orientamento di Generali, uno dei soci forti di Telco, rappresentata in Cda solo da Aldo Minucci, alla quale in teoria spettava l'indicazione del nome del consigliere uscente. Tutto quindi dovrebbe venir rinviato di qualche mese, all'assemblea di bilancio di Telecom, in calendario ad aprile, quando l'intero consiglio, nominato un anno fa e in scadenza proprio con l'assemblea del 2008, dovrà essere rinnovato.


Francesca Gerosa