30 luglio, 2008

COMUNICATO STAMPA

SLC CGIL SU ESUBERI TELECOM


Alla luce di alcuni documenti e dichiarazioni che in questi giorni prendono posizione intorno alla vicenda degli esuberi Telecom, SLC intende ribadire la posizione unitaria espressa nei comunicati congiunti con FISTEL e UIlCOM e nelle decisioni assunte dal Coordinamento Nazionale RSU di Telecom Italia,sostenute anche nelle assemblee dei lavoratori.

In particolare, come da comunicato unitario, alla luce dell’ultimo incontro effettuato in azienda ed in vista di possibili nuove evoluzioni legate al prossimo Consiglio di Amministrazione, ritiene che in questo quadro non vi siano le condizioni per un’intesa.

SLC-CGIL ribadisce la necessità di un Piano Industriale che contenga le necessarie prospettive di sviluppo industriale a salvaguardia del futuro occupazionale di tutti i 56.000 lavoratori Telecom (rete, customer, TILAB, IT, staff, ecc) ed invita tutte le strutture ed i delegati alla massima unitarietà al fine di mantenere alta l’attenzione dei lavoratori in questo momento estremamente delicato per la vita dell’azienda.


Roma, 29 luglio 2008


Segreteria Nazionale SLC-CGIL

SE LA SEGR. NAZIONALE E' COSTRETTA AD USCIRE CON UN COMUNICATO STAMPA DI QUESTO TENORE, CI SONO GIA' DEI SIGNORI CON IL CAPPELLO IN MANO PRONTI PER LA QUESTUA !!!
COMUNQUE LI ASPETTIAMO NEL LUOGO DEPUTATO ALLA DISCUSSIONE, LE ASSEMBLEE.

28 luglio, 2008

COMUNICATO

TELECOM: CONFRONTO SU RIORGANIZZAZIONE





I giorni 24 e 25 luglio si sono incontrate a Roma presso la sede di Telecom Italia, le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, il Coordinamento Nazionale delle RSU e i rappresentanti dell’azienda, al fine di proseguire il confronto sui futuri scenari di sviluppo dell’azienda e sulla salvaguardia dei livelli occupazionali a seguito dell’apertura unilaterale delle procedure di mobilità da parte di Telecom.

In particolare il primo giorno il confronto si è sviluppato sulla situazione inerente le attività di customer care e della rete.

Customer

In relazione al customer fisso l’azienda ha dichiarato una perdita di circa 2 milioni di clienti e la diminuzione dei volumi delle chiamate in bound, che, per il 75%, sono gestite in house e per il 25% in outsourcing (in particolare per attività svolte la sera, il sabato e la domenica e festivi).
Per le attività out bound (sales, ecc.) che sono svolte al 100% da soggetti esterni l’azienda ha inoltre dichiarato che il 58% della forza lavoro impiegata dalle imprese è composta da lavoratori a progetto, mentre per quelle in bound vengono utilizzati solo lavoratori subordinati.
In generale vi è una diminuzione delle chiamate, ma un miglioramento della qualità, con un aumento del tempo medio di conversazione e una riduzione sia dei tempi di attesa che dei tempi per lo svolgimento di attività di back office.
In prospettiva la riorganizzazione legata al passaggio da un modello basato sul binomio telefonia fissa e telefonia mobile ad uno tarato sulle diverse tipologie di clienti, comporterà una profonda riorganizzazione che coinvolgerà tutte le attività, con esclusione della parte customer legata ad interventi sulla rete (riparazione guasti, ecc.).

Sul customer mobile l’azienda ha confermato la propria politica di gestione diretta dei clienti esclusivamente alto spendenti, politica che ha portato oggi ad avere l’89% delle attività date in esterno (contro il 60% di qualche anno fa).
I customer Telecom curano esclusivamente (per il 100 e 90%) i due milioni di clienti top, mentre il restante è gestito completamente dagli outsourcer (circa 28 milioni di clienti). Una scelta che come Sindacato riteniamo sbagliata in termini strategici, visto che la competizione si svolge e si svolgerà sempre di più con gli altri operatori proprio nella fidelizzazione di questa fascia maggioritaria di clienti, verso cui – semmai – occorre intervenire per favorire la domanda di nuovi servizi (banda larga, Vas, soluzioni integrate, ecc.).

Rispetto alla proposta di riorganizzazione più complessiva dei customer inoltre l’azienda ha comunicato che nel 2009 saranno predisposte le modalità organizzative per passare da un sistema di customer basato su numeri legati al tipo di telefonia a un sistema in grado di assistere completamente la diversa tipologia di clienti. Nuova organizzazione che si prevede diventi operativa nel 2010.

Su questi ultimi punti come OO.SS. registriamo le scadenze temporali comunicate e abbiamo evidenziato la contraddizione di una riorganizzazione che basata (a detta aziendale) su una maggiore attenzione al cliente (si vedano anche i comunicati precedenti) prevede già quote consistenti di attività date in outsourcing. Il rischio per i lavoratori Telecom è quindi evidente, svolgendo attività similari con un costo del lavoro superiore anche del 30% rispetto a quello delle imprese esterne.

In relazione al mantenimento del perimetro, al modello di integrazione e alle politiche di sviluppo dei servizi di assistenza ai clienti, anche rispetto al nuovo scenario industriale (diffusione della banda larga, penetrazione nei mercati delle piccole e medie imprese, offerta di nuovi servizi legati alla convergenza, ecc.) l’azienda ha dichiarato di non avere un posizionamento definito, anche in relazione alla possibile evoluzione del mercato, ma ha assicurato che per Telecom la relazione con il cliente è strategica.
Su questo permane quindi un elemento generale di incertezza che continuiamo a denunciare.


Rete

Il Direttore della Rete ha illustrato gli scenari di mercato che prevedono un rallentamento della redditività nel 2008 – 2010 per la naturale diminuzione dei prezzi (fonia – dati) e ha individuato nello sviluppo della banda larga fisso e mobile, IPTV (tra cui possibili entrate da pubblicità on-line), piattaforme informatiche e Wholsale gli assets sui quali puntare per generare nuovi ricavi e - nella articolazione strutturale della Rete - la fabbrica per realizzare questi obiettivi.
In relazione alle politiche industriali per la rete, ha confermato l’attuazione del piano presentato due anni fa per lo sviluppo della rete di nuova generazione (NGN2) e relativi investimenti (800 milioni circa fino al 2012), illustrando lo stato di esecuzione e ribadendo che il piano prevede una buona copertura delle principali città entro il 2012 (e comunque che gli investimenti necessari per l’intera nuova rete si aggirano intorno ai 10-12 miliardi di euro).
Ovviamente nella costruzione della nuove rete pesano numerose variabili connesse al sistema regolatorio (che influenzerà anche la remunerazione degli eventuali investimenti ed eventualmente l’accelerazione o meno del progetto), ai comportamenti degli altri operatori, alla domanda potenziale di nuovi servizi che si verrà a creare.
In relazione alle piattaforme è comunque evidente che si convergerà su un unico sistema di protocolli IP, con una rete ad accesso ottico (e quindi più rigida e non permutabile) e con un numero di centrali e nodi assai ridotto rispetto all’attuale. Le nuove disposizioni legislative inoltre – già concordate con il passato Governo e attuate dal nuovo – aiuteranno a superare problemi di carattere burocratico e amministrativo (posa cavi, ingresso nei palazzi, ecc.) favorendo una rete in fibra fin nei palazzi (FTTB) e nei singoli appartamenti (FTTH).
In questo scenario anche i data center diminuiranno dagli attuali 12 a 3 poli (l’idea è di costituire dei “super campus”), liberando così spazi e risorse (il peso degli affitti per quanto riguarda l’intero segmento rete e IT è pari a 300 milioni di euro l’anno, quanto il risparmio preventivato dai 5000 tagli!).
Per l’azienda è evidente che serviranno nuove figure professionali, anche con competenze informatiche, sempre più concentrate nell’interazione con il cliente finale (risoluzione problemi, configurazione dei diversi dispositivi, ecc.), riunendo in prospettiva tutte le attività di assurance e delivery in ambito cliente finale, oltre che fornendo supporto sui diversi servizi e contenuti disponibili.
Maggiori elementi saranno comunque noti – prevedibilmente entro Ottobre – quando saranno disponibili maggiori informazioni di scenario e quando inoltre saranno certe le risorse pubbliche destinate proprio allo sviluppo della NGN2 (circa 800 milioni di risorse nazionali e 1600 di derivazione comunitaria).

Su questi punti come OO.SS. abbiamo evidenziato alcune positività come la strategicità della Rete nelle politiche di sviluppo di Telecom, ma anche evidenti discrasie e contraddizioni sia in relazione agli investimenti - che sono totalmente insufficienti a sostenere tali ipotetici scenari di sviluppo - che soprattutto in relazione al rapporto tra i tempi di realizzazione della nuova rete (ed eventuale adeguamento di forza lavoro con le nuove tecnologie) e gli attuali esuberi denunciati e presentati sulla stampa, anche come conseguenza dei nuovi scenari tecnologici.
Inoltre evidente è la contraddizione tra un’impostazione aziendale che vede parte degli attuali tecnici “obsoleti” e una possibile mobilità professionale che coinvolga dipendenti oggi non impiegati su aree direttamente operative o di supporto a queste.

A fronte di queste obiezioni l’azienda ha quindi dichiarato che gli attuali esuberi sulla rete non sono – in effetti – legati alla nuova rete visto che i tempi di sostituzione saranno comunque lunghi.

Come OO.SS. infine abbiamo denunciato come, rispetto alla politica aziendale dichiarata di miglioramento delle condizioni delle rete esistente (senza la quale non potrà avvenire un passaggio alla nuova rete, essendo questa una lenta sostituzione della prima), l’attuale livello degli investimenti per mantenere la qualità del rame è insoddisfacente e che la politica degli appalti sta producendo distorsioni e diseconomie evidenti.

Numerose attività di qualità sono oggi assegnate alla manodopera di impresa senza saturare prima la manodopera interna; inoltre spesso a casa del cliente (oltre che nelle centrali) si registra la presenza di lavoratori delle ditte in appalto o in subappalto, certo non favorendo un miglioramento dell’immagine stessa di Telecom.

Per tanto, come OO.SS., abbiamo proposto all’azienda di rivedere gli attuali contratti di appalto (la maggior parte scadranno nel 2009), reinternalizzando le attività (a partire da quelle più pregiate) e favorendo uno sviluppo inquadramentale dei dipendenti rete legato alla gestione completa di intere lavorazioni a maggior valore (coerentemente del resto con lo sviluppo della convergenza così come descritto dall’azienda stessa).
Il processo produrrebbe un miglioramento della qualità e una diminuzione di sprechi che, spesso nella catena del sub appalto, si generano.

Sul punto degli appalti l’azienda ha preso atto delle dichiarazioni sindacali, confermando sostanzialmente però la bontà dell’attuale modello in quanto, in prospettiva, sulla rete di nuova generazione gli interventi manutentivi si ridurranno pesantemente, mentre si svilupperanno le attività qualitative del delivery a casa dell’utente.

Rispetto a Open Acces, come OO.SS. abbiamo chiesto di approfondire alcuni specifici aspetti, compatibilmente con quanto Telecom può oggi dire rispetto al confronto con l’AGCOM e ai dossier a questa consegnati e che saranno oggetto di un’apposita consultazione pubblica. In particolare come OO.SS. abbiamo chiesto quale modello di integrazione manterrà Open Access rispetto al resto dell’azienda, anche a salvaguardia dei perimetri attuali e della sostenibilità dei servizi connessi alla parte di rete sotto Open Access.
Inoltre è stato chiesto – data l’attuale configurazione della rete in rame e date le prospettive sulla nuova rete – se Open Access gestirà in futuro anche le tecnologie attive (elettronica, ecc.) e relativi servizi di assistenza e implementazione.

A queste domande l’azienda ha risposto che Open Access ha la funzione di garantire parità di accesso e trasparenza verso tutti gli altri operatori, ma non per questo non deve contenere anche altre attività e servizi aggiuntivi in grado di mantenere una forte integrazione verticale con ciò che è a supporto dello sviluppo aziendale.
Open Acess comprenderà inoltre anche la parte delle tecnologie attive della nuova rete (ed eventuali integrazioni anche con l’eventuale rete mobile, soprattutto in relazione alla larga banda in mobilità) e quindi tutte le funzioni a queste connesse.

L’azienda ha quindi illustrato i propri progetti in relazione alla rete mobile e a IT.
Rispetto alla rete mobile l’azienda conferma la centralità della propria rete, prevedendo una crescita della banda larga in mobilità anche in funzione di riduzione del digital divide in quelle aree dove la rete di nuova generazione in fibra, nel medio periodo, potrebbe non arrivare. E’ stato inoltre ribadito che, rispetto ad altri operatori (WIND e H3G con il progetto Eiffel) il rapporto con Vodafone sulla condivisione dei siti è esclusivamente mirato alla maggiore efficienza, che permarranno patrimonio aziendale e quindi all’interno dell’attuale perimetro.

Rispetto a IT l’azienda ha confermato il piano di valorizzazione dell’informatica interna a Telecom, da cui la scelta di ricomposizione delle diverse aree (OSS e BSS) e la volontà di reinternalizzare specifiche attività riguardanti la parte alta dei processi (oggi soprattutto affidate a Mainpower). La nuova filosofia aziendale è del resto quella di tenere per sé sempre più tutto ciò che può produrre valore aggiunto in termini di servizi e processi a maggiore complessità. Sul punto specifico come OO.SS. abbiamo comunicato all’azienda la necessità di rivedere il rapporto con il mondo delle consulenze che impiegano circa 4500 risorse nonché di individuare uno specifico momento di confronto per approfondire le modalità e gli effetti delle reinternalizzazioni (anche rispetto alla collocazione e rientro di SSC).


Scenari futuri del settore TLC

La seconda giornata di confronto si è sviluppata partendo dalla presentazione aziendale degli scenari futuri del settore TLC previsti a livello internazionale e nazionale.
L’azienda ha sostanzialmente ripetuto quanto già esposto nel passato incontro, sottolineando come il mercato attraversi notevoli difficoltà in particolare con un calo dei ricavi su accesso e traffico fisso (per cui Telecom è passata da 4,7 miliardi di ricavi a circa 4 rispettivamente per la prima e seconda voce), nonché una sempre minore crescita sul mobile. Le prospettive di crescita saranno quindi concentrate principalmente sulla diffusione della banda larga, sul traffico dati, su nuovi servizi sia informatici che soprattutto ad alto valore.
Telecom al riguardo si è dichiarata comunque ottimista proprio per la scarsa diffusione della banda larga e degli apparati informatici (PC) rispetto agli altri paesi, in quanto maggiori sono i possibili tassi di crescita.
In relazione agli incumbent degli altri paesi, però, l’azienda ha sottolineato un problema di percezione da parte del cliente. Mentre cioè in tutti i paesi europei, l’azienda incumbent è percepita come l’azienda a maggiore qualità, tanto da giustificare tariffe leggermente superiori, in Italia la percezione da parte del cliente è peggiorata, soprattutto in relazione alla capacità di “risoluzione dei problemi” e a specifiche e sfortunate campagne legate a prodotti non di particolare qualità.
Su questo come OO.SS. abbiamo ribadito che nulla di nuovo ci viene detto in relazione a come poter aggredire tali contraddizioni in termini di maggiore qualità del servizio e anzi che le politiche di estenalizzazione per le attività di customer care e la spesso bassa qualità delle ditte in appalto non possono che essere legate proprio a quel calo di fiducia che l’azienda stessa registra.
Inoltre è stato sottolineato che le politiche di internazionalizzazioni di Telecom sono irrilevanti rispetto alla necessità di generare ricavi fuori dal mercato domestico.


Aziende esternalizzate

Per quanto riguarda il capitolo riguardante le aziende esternalizzate, Telecom ha rappresentato in modo sintetico la storia, l’attuale assetto proprietario, il dato occupazionale e le eventuali scadenze contrattuali con: IMSER/Telemaco Immobiliare, PRINTEL, Targa Fleet, Ceva Logistics, Pirelli RE, HP-DCS, AHRS (ex TESS), OMS Facility, Telepost, SSC, MP Facility, Tecnosys e ITS.

La delegazione sindacale ha in primo luogo evidenziato la mancanza di notizie riguardanti TILS, che va considerata alla stregua delle aziende precedenti, anche se in questo caso siamo in presenza di una vendita di attività, ed il fatto che i dati rappresentati riguardati l’occupazione (in totale circa 3500 lavoratori) fossero in realtà una fotografia relativa al momento dell’esternalizzazione mentre, ad oggi, il sindacato è costretto a registrare l’uscita di centinaia di questi lavoratori dal ciclo produttivo.

Sempre da parte sindacale è stato quindi illustrato un quadro generale nel quale, ferme restando le criticità relative alla definizione dei “perimetri” delle attività e dei lavoratori interessati da parte di Telecom, gli obiettivi industriali dichiarati dagli acquirenti nel corso delle fasi di confronto previsti dalla legge, nella stragrande maggioranza dei casi non si sono realizzati determinando, tranne poche eccezioni, un quadro di aziende sostanzialmente monocommessa. Tali aziende non sono state in grado di acquisire nuovi clienti e sono chiaramente soggette a ristrutturazioni speculari a quelle dell’unico committente; in questo quadro, stante le dinamiche dei rinnovi contrattuali improntate da Telecom Italia a rigidi criteri di contenimento dei costi, risultano sempre più frequenti il ricorso a procedure di mobilità e le difficoltà di garantire ai lavoratori interessati dignitosi livelli normativi e salariali nell’ambito delle contrattazioni aziendali di II° livello.
Visto quindi il panorama non certo roseo dell’arcipelago delle aziende esternalizzate, SLC FISTEL e UILCOM, unitamente al Coordinamento Nazionale delle RSU di Telecom Italia, hanno ricordato a Telecom l’esistenza di una sua responsabilità etica, oltre che industriale, su questo versante; pertanto hanno ribadito l’esigenza di garantire un adeguato livello economico nelle fasi di rinnovo delle commesse e rinnovato la richiesta di procedere ad una valutazione congiunta dell’attuale rapporto costi/benefici/qualità del servizio, senza escludere operazioni di re-internalizzazione di attività e di lavoratori, così come avvenuto per Tecnosys.

Di fronte a queste richieste Telecom Italia, dopo aver sostenuto le opportunità di sviluppo della dignità professionale dei lavoratori in questione, determinate dall’impiego in aziende “specializzate”, ed aver rappresentato le dinamiche di mercato relative alla diminuzione dei prezzi di molti servizi, ha espresso la disponibilità ad approfondire il tema del rapporto costi/benefici nei rapporti industriali con tali aziende sulla base di una puntuale e rigorosa valutazione delle convenienze economiche e del miglioramento delle performances di Telecom Italia. Slc Fistel e UIlcom registrano, sul punto specifico, la disponibilità di Telecom ad approfondire le relative problematiche e si riservano di chiedere la convocazione di un tavolo specifico, anche al fine di mantenere efficiente il ciclo produttivo di Telecom e alta la qualità dei servizi interni, per cui nei fatti è necessario – a differenza di altre aree e settori – garantire livelli adeguati di attività.


Valutazioni sindacali conclusive

Al termine del confronto come Segreterie Nazionali e Coordinamento Nazionale delle Rsu abbiamo sottolineato l’insoddisfazione sull’informativa delle strategie aziendali ancora troppo generiche. Permangono notevoli le distanze tra le posizioni sindacali e quelle aziendali, e sugli interventi da adottare per il risanamento dell’azienda. Telecom, infatti, non vuole affrontare e risolvere specifiche problematiche evidenziate dal Sindacato (e che invece garantirebbero quei risparmi e quelle efficienze che si dice di voler ricercare), ma soprattutto perché anche da questa “due giorni” emerge la contraddizione di un’azienda che allo stato attuale non è in grado di dare garanzie sugli attuali perimetri e sulla tenuta occupazionale di tutti e 56 mila i dipendenti (compresi quelle delle aree di ricerca (TILAB), di staff , amministrazione e informazione al cliente.

Come OO.SS. invitiamo per tanto il management di Telecom a riflettere sulle osservazioni e controproposte da noi avanzate, al fine di ripensare il modello di riorganizzazione annunciato ed i relativi tagli occupazionali, esplicitando con maggiore chiarezza i propri piani di sviluppo e intervenendo sulle contraddizioni (nuovi investimenti, nuova occupazione, riconoscimenti professionali, ecc.) che non aiutano l’azienda a mantenersi competitiva sul mercato.

Alla luce di tutto ciò e in vista anche di possibili nuove evoluzioni legate al prossimo Consiglio di Amministrazione, come OO.SS. dichiariamo che in questo quadro non vi sono le condizioni per un’intesa. Dichiariamo per tanto conclusa negativamente la fase per un tentativo di accordo in sede aziendale.

A fine agosto il Coordinamento Nazionale delle RSU sarà convocato per valutare e decidere come proseguire la vertenza.

Per intanto invitiamo le lavoratrici e i lavoratori di Telecom e tutte le RSU a mantenere alta l’attenzione e l’impegno, confermando il blocco delle relazioni sindacali a livello territoriale, nonché le specifiche mobilitazioni programmate in relazione alle singole vertenze aperte (mass market, ecc.).

Roma 28 luglio 2008

Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL

25 luglio, 2008

OPPOSIZIONE ? DALL'IRLANDA !!!!!


DOPO ESSERE FINITI DIETRO LA SPAGNA RIUSCIAMO ANCHE A FARCI PRENDERE PER LE MELE DAGLI IRLANDESI..............

22 luglio, 2008

TAVAROLI, BAFFINO IL NANO E MORTE SECCA


LINK ARTICOLO LA REPUBBLICA.IT

NEL FRATTEMPO IL TITOLO CROLLA, GLI ESUBERI RIMANGONO E DI INFRASTRUTTURE DI TELECOMUNICAZIONI NON NE PARLA NESSUNO.

DICEVANO I NONNI "HA DA VENI' BAFFONE!!!!!"


L'assurdo di tutto cio' è che lo avevamo ipotizzato in una chicchierata con una persona......nei momenti in cui accadeva ;-))))

21 luglio, 2008

SIAMO UN PAESE NORMALE?


LINK post integrale QUINTARELLI'S BLOG

Parallelamente Marco Fossati, numero uno della Findim esposta in Telecom per un miliardo di euro, sta cercando di sensibilizzare Cesar Alierta, il grande capo di Telefonica, affinché sferri un attacco in piena regola sulla società italiana approfittando della bassa valutazione del titolo. La convinzione della famiglia milanese è che nel caso di Opa su Telecom il prezzo non potrà essere inferiore a quello pagato circa un anno fa dalle banche e dalla stessa Telefonica, cioè 2,6 euro per azione. E la Findim potrebbe così realizzare una plusvalenza avendo in carico il suo pacchetto di azioni (4,5%) a 1,7-1,8 euro. Ma difficilmente il governo italiano in questa fase potrà dare il via libera a un´operazione del genere. Per convincere Silvio Berlusconi, Fossati ha addirittura portato Alierta ad Arcore appoggiandosi al lavoro diplomatico di Alejandro Agag, genero dell´ex premier spagnolo Aznar ed ex segretario del Ppe, e di Flavio Briatore, entrambi amici del Cavaliere. Gli stessi uomini che tre anni fa fiancheggiavano la scalata di Stefano Ricucci al Corriere della Sera. Ma per il momento non sembra che il governo sia pronto a lasciare la Telecom nelle mani degli spagnoli, soprattutto dopo la campagna "nazionalistica" per Alitalia che, tra l´altro, vedrà sia la famiglia Fossati che la Pirelli nella cordata per il salvataggio della compagnia di bandiera. In ogni caso, per capire le reali intenzioni degli spagnoli, Bernabè in settimana volerà a Madrid per incontrare il numero due di Telefonica Julio Linares.

Di OGGI UNA DICHIARAZIONE DELLA FAMIGLIA FOSSATI CHE ANNUNCIA LA PRESENTAZIONE DEL SUO PIANO INDUSTRIALE QUALORA NON VENGA PRESENTATO DA FRANCO BERNABE LINK PRIMAONLINE.IT
QUINDI, ABIAMO UN MANAGEMENT CHE HA ANNUNCIATO 5000 ESUBERI, UN PIANO INDUSTRIALE CHE POTREBBE CONTENERNE ALTRI 15000 E GLI AZIONISTI DI MINORANZA CHE A CAUSA DELLE PESANTI PERDITE RIMEDIATE SONO IN PELLEGRINAGGIO DAI POTENTATI POLITICO ECONOMICI PER RIENTRARE.MA ALLE POLITICHE INDUSTRIALI, ALL'INFRASTUTTURA, AL PARCO BUOI CHI CI PENSA?
CANTAVA BATTIATO "POVERA PATRIA", ED INTANTO TAVAROLI DICE LA SUA VERITA' SULLE INTERCETTAZIONI LINK LA REPUBBLICA ONLINE ED ALCUNI GIORNALI PADRONALI CONSOLANO TRONCHETTI...........LINK IL GIORNALE ONLINE

POVERA PATRIA...........


A PROPOSITO, IL PARERE DELL'OPPOSIZIONE PARLAMENTARE? NON PERVENUTO.
DI QUELLA EXTRAPARLAMENTARE? TROPPO IMPEGNATA A LITIGARE SULLA SCISSIONE DELL'ATOMO

Simoncini: «Presto un incontro con i vertici aziendali in Regione»

COMUNICATO UFFICIO STAMPA REGIONE TOSCANA

C’è preoccupazione in Regione per le cattive notizie che arrivano dal fronte Telecom. L’assessore regionale al lavoro, Gianfranco Simoncini, ha ricevuto le rappresentanze sindacali CGIL-CISL e UIL dei lavoratori del gruppo telefonico. «I sindacati – riferisce Simoncini – ci hanno informato che l’azienda ha annunciato un piano di esuberi, a livello nazionale, di ben 5000 unità. Per la Toscana gli esuberi ammonterebbero a 247 dipendenti. Si tratta di numeri – commenta l’assessore - che non possono non far preoccupare, sia per l’aspetto riguardante l’occupazione, sia per quello che riguarda il livello e la qualità dei servizi offerti all’utenza. La questione è di rilievo nazionale, ma per quanto ci riguarda abbiamo deciso comunque di convocare, al più presto, i vertici dell’azienda in Toscana, per capire meglio la situazione e quali possono essere gli interventi che possiamo intraprendere a livello regionale. Naturalmente – conclude Simoncini – la Regione è pronta a fare tutto quanto in suo potere a fianco dei sindacati e nei confronti del governo, sia per garantire l’occupazione sia per salvaguardare il livello e la qualità dei servizi agli utenti toscani».

20 luglio, 2008

18 luglio, 2008

CONVOCAZIONE INCONTRI TAVOLI NAZIONALI

Spett.li
Segreterie Nazionali
SLC-CGIL

FISTEL-CISL

UILCOM-UIL


Loro sedi

Oggetto: Convocazione


Come da intese intercorse e con riferimento al comunicato del giorno 11 luglio 2008, con la presente le SS.LL. sono convocate per il giorno 24 luglio p.v. alle ore 10.00 e, in prosecuzione, il giorno 25 luglio p.v. , presso la sede Telecom Italia di Roma via di Val Cannuta 182, sala sindacale.


Cordiali saluti


Onofrio Capogrosso

16 luglio, 2008

MAIL AZIENDALI

In questi giorni in posta elettronica aziendale dei colleghi delle AOU sta giungendo una mail redatta da alcuni dirigenti dell’Area Centro, come oggetto ha “codici di chiusura intervento che compongono il tasso di guasto”. Fin qua nulla di strano, anzi ben vengano i chiarimenti per agevolare la comprensione di quelle stringhe con numeri e lettere, ai piu’ incomprensibili ( non è mai stata fatta una formazione approfondita in merito).
La cosa che pero’ salta all’occhio è la formulazione di tre tipi di chiusura che stando alla mail contribuiscono al tasso di guasto che Telecom comunica ad AGCOM!!!!!
Nella mail si chiede di effettuare correttamente questa chiusura e si allega un file excel con degli esempi, riportanti nomi e cognomi di 127 colleghi che avrebbero sbagliato la chiusura.
Quindi secondo l’azienda queste chiusure inciderebbero negativamente sugli obiettivi interni, e falserebbe gli indicatori che TI comunica ad AGCOM.
Evidente per esperienza che su 100 WR di assurance 99 vengono chiuse R perche’ non essendoci manutenzione, la rete rame è ai livelli di Beirut del ’84.
Altra cosa importante ma sottovalutata è quella degli indicatori interni, leggasi CANVASS forse i dirigenti sono preoccupati che questo tipo di chiusure non concorrano al raggiungimento di cio’ che è prefissato e che a fine anno non percepiscano le loro favolose gratifiche?
Da quando l’ azienda applica questo tipo politica lo stato della rete è degradato in modo esponenziale, perche il cliente non è piu’ al centro della filiera .
Ultima ma non l’ultima considerazione, la richiesta di diminuire le chiusure R, si potrebbe anche leggere come una giustificazione dei 1050 esuberi in open acces, infatti negli ultimi tempi si assiste ad un sempre minor dispacciamento di WR sia di Manutenzione Correttiva che di Esercizio, tra i lavoratori si commenta come una mossa strategica per poter dimostrare un effettiva riduzione dei lavori.

15 luglio, 2008

PER CONOSCERE TUTTE LE COSE

Normalmente noi crediamo di conoscere tutte le attivita' dell'azienda in cui lavoriamo, nelle trattative ci vengono illustrate le organizzazioni aziendali e vengono trattati i turni e le reperibilita'. Bene non conosciamo esattamente tutto, chi scrive era completamente all'oscuro di quello publicato al LINK seguente
MOLTO MA MOLTO INTERESSANTE !!! cliccare qua

14 luglio, 2008

Esuberi Telecom, Toscana preoccupata

LINK ARTICOLO PUNTO INFORMATICO

Roma - Sono 5000 gli esuberi che Telecom Italia ha annunciato di prevedere in Italia e sono quasi 250 le persone che l'azienda intende licenziare nella Regione Toscana. Mano a mano che l'incumbent dettaglia i propri progetti, sindacati e istituzioni prendono atto. E la Regione Toscana si preoccupa.

Gianfranco Simoncini, assessore al lavoro a Firenze, ha ricevuto oggi i sindacati confederali e dopo l'incontro ha confermato che si parla di 247 esuberi in Toscana, "numeri che non possono non far preoccupare, sia sotto l'aspetto occupazionale che per quanto riguarda livello e qualità dei servizi offerti all'utenza".

Simoncini sottolinea che si tratta di una questione nazionale che va affrontata in modo ampio, e che comunque la Regione intende incontrare a breve i vertici dell'azienda.


Brasilia: inchiesta su mazzette Telecom a parlamentari
Brasilia. Il governo brasiliano ha dato il via a un'inchiesta su mazzette che la Telecom Italia avrebbe pagato a parlamentari, lobbisti e funzionari della polizia tra il 2003 e il 2006. Le accuse di corruzione contro Telecom Italia sono emerse con le deposizioni alla Procura di Milano dei due ex alti dirigenti della TI, Giuliano Tavaroli (ex capo della sicurezza di Telecom Italia) e Angelo Jannone (ex maresciallo del Ros dei Carabinieri ed ex responsabile della sicurezza di Telecom Brasile) e dell'interprete brasiliana Luciane Araujo. Secondo le rivelazioni dei tre al gip Giuseppe Gennari, per esempio, un emissario della TI sarebbe sbarcato a Brasilia nell'aprile del 2003 con 300 mila dollari da distribuire a membri della commissione parlamentare delle
14/07/2008 19:51
Comunicazioni della Camera dei deputati.

Arrivano 20 mila esuberi. 10 mila nell'industria, altrettanti nei servizi

DA www.larinascita.org


Tagli all’occupazione, questa la formula proposta dalla classe dirigente del nostro capitalismo “straccione” di fronte alla crisi economica internazionale

A fronte di una produzione industriale in calo del 6,6% le aziende italiane rispondono con un piano di investimenti all’estero e con la riduzione di 10 mila posti di lavoro. Una cifra che sale fino ad oltre 20 mila se si considerano Alitalia, Telcom e Poste.

Ad essere investite dalla crisi è sia il settore pubblico che privato, da Nord a Sud, sia nella grande che nella media e piccola industria. E non ne sono esclusi neanche i servizi. Non si tratta di caro petrolio e calo dei consumi, o almeno non solo. Le cause principali sono da addebitarsi ad una classe padronale che non ha saputo - e voluto - investire i profitti nello sviluppo economico del Paese. Nessuna innovazione tecnologica nei processi produttivi e nei prodotti, nessun adeguamento ai nuovi mercati internazionali, né tanto meno ristrutturazioni aziendali capaci di rilanciare e ricollocare le produzioni e tener testa alla concorrenza mondiale. Anzi, in aggiunta, in alcuni casi ci si trova di fronte a squilibri finanziari e costi strutturali eccessivi.

Si pensi solo al caso Fiat, che mentre ricorre alla cassa integrazione nazionale - quella che lo Stato non gli ha mai negato chiedendogli conto dei profitti incassati in tanti anni - apre impianti nell’Est europeo dove la manodopera si sfrutta meglio e si paga meno. Da ultimo, ha siglato un accordo con il nemico numero uno degli Usa, l’Iran, per avviare un impianto di assemblaggio che arriverà a produrre, a pieno regime, circa 100 mila vetture.

L’elenco degli esuberi è lungo e drammatico. Nel settore degli elettrodomestici si va dalla Iar Siltal (950), alla Electrolux di Scandicci (750), alla Antonio Merloni di Fabriano (600), alla Riello di Lecco (148). E ancora, nell’elettronica sono interessate STM (1.500) e Videocon (1.000), nella comunicazione Eutelia (772), ed infine nell’arredamento, in Basilicata, la Natuzzi (1.200) e la Nicoletti (450). Per arrivare fino alle tre grandi società, a metà tra pubblico e privato: Alitalia (6.000), Telecom (5.000) e Poste (2.000).

E mentre migliaia di lavoratori rischiano il proprio posto di lavoro, c’è chi suggerisce come soluzione alla crisi occupazionale il ricorso ad «un ammortizzatore sociale che accompagni le persone a nuovi lavori, finanziato privatamente da aziende e lavoratori». A proporlo al ministro Sacconi e ai sindacati è Innocenzo Cipolletta, il presidente delle ferrovie dello Stato, che parla di «un sistema di cassa integrazione diverso e senza lo Stato, gestito dalle imprese e dai lavoratori».

Commento del blogger
Un sistema di cassa integrazione diverso dallo stato? dopo aver pagato da sempre la gescal, la cassa integrazione e fino all'ultimo centesimo di TASSE i lavoratori "dovrebbero"pagarsi gli ammortizzatori sociali. Nemmeno MAGGIE nel suo splendore era riuscita ad immaginare una cosa simile, visti i sussidi di disoccupazione ed i corsi di ricollocamento che ancor oggi vengono pagati nel Regno Unito.

Secondo Giorgio Cremaschi, della Segreteria nazionale della Fiom «il taglio occupazionale dimostra che l’Italia è, tra i Paesi industriali, uno di quelli che sta peggio avendo i salari più bassi, le condizioni di lavoro peggiori, gli orari di lavoro più alti». E ancora testimonia che la politica di bassi salari di questi anni non è servita «a creare una tenuta industriale del Paese». Di fronte a questa situazione, continua Cremaschi, «bisogna rispondere, bisogna sapere che c’è un bivio secco. Una è la linea del si salvi chi può e arrangiamoci liquidando qualsiasi elemento di solidarietà sociale. Ed è quella che propongono Governo e Confindustria e su cui temo ci sia il consenso, nei fatti, di Cisl e Uil. L’altra è quella di aprire una fase in cui, accanto alla tenuta dell’occupazione, c’è la difesa del salario e delle condizioni di lavoro. Il rischio più grave della situazione attuale è che provochi un ulteriore sprofondamento dei salari e delle condizioni di lavoro».

13 luglio, 2008

Pucci (E-Media): ''Tra 4 anni tv a pagamento nella metà delle famiglie'

LINK ARTICOLO DIGITAL-SAT


Entro il 2012 quasi la metà delle famiglie italiane sarà abbonata a un servizio di tv digitale a pagamento. Ad annunciare il cambiamento epocale è Emilio Pucci, direttore dell'istituto di ricerca e-Media, nel corso della giornata d'incontri 'TV REVOLUTION 2008' a palazzo Rospigliosi a Roma.

Gli abbonati alla Pay tv aumenteranno in parallelo con l'avvento del digitale che si imporrà nei prossimi quattro anni. "Una crescita quella delle tv a pagamento che -spiega Pucci- ha avuto un'accelerazione negli ultimi anni: dal 2002 quando gli abbonati erano pari all'11%, al 30% del 2007, fino al vero e proprio boom del 2012, quando la pay tv digitale entrerà nelle case di quasi la metà degli italiani (48%-49%)".

"Da qui al 2012 - spiega Pucci- l'analogico verrà 'spento', si passerà al digitale terrestre e aumenterà il numero di canali disponibili".

"Entro le prime due settimane di settembre -dice Tonio Di Stefano, responsabile Offerta Digitale Rai, a IGN- i tempi di questo passaggio al digitale verranno calendarizzati dal governo. L'esempio della Sardegna, la prima regione ad abbandonare l'analogico, è stato positivo. Noi appoggeremo al massimo l'accelerazione di questo processo".

Gli fa eco David Bogi, responsabile Nuovi Progetti del Digitale Terrestre del gruppo Mediaset: "Bisogna delineare nuove strategie -dice a IGN- per un futuro che sarà chiaramente multipiattaforma". Cambierà quindi anche il mercato che vedrà un aumento dei ricavi derivanti dall'acquisto dei pacchetti di tv a pagamento a sfavore delle inserzioni commerciali.

Diverso il discorso relativo alla televisione sul web. Secondo Pucci "per ora siamo ancora in una fase creativa. Ci sono tanti piccoli laboratori di idee, ma il mercato audiovisivo nella rete sta acquistando terreno". La televisione sul web ha infatti una marcia in piu'. "La carta vincente -dice Pucci- è il poter vedere tutto anche, per esempio, quella scena censurata al cinema, e poterlo archiviare nella propria libreria on line".

Il mondo della tv sul web e quella sul piccolo schermo sono destinati a restare separati? "Assolutamente no -dice a IGN Andrea Fabiano, direttore marketing strategico RAI- ci sarà un progressivo avvicinamento tramite internet fino ad arrivare a un'unica piattaforma multimediale". "Non solo, ma secondo me presto la pubblicità invaderà anche la pay tv digitale".

Pubblicità che, con la nuova direttiva europea a breve anche in Italia, cambierà volto. "I minuti delle inserzioni pubblicitarie -dice a IGN l'avvocato Francesco Portolano- saranno gli stessi. Non ci sarà solo la pubblicità tra un film e l'altro, ma compariranno ogni tanto delle piccole scritte nella parte bassa dello schermo, mentre il film o il programma sono in corso".

Anche per Piero De Chiara, dirigente di Telecom Italia Media, "ci saranno nuovi spazi per le inserzioni pubblicitarie con l'aumento dei canali in seguito al passaggio al digitale". E De Chiara conclude: "Sarà un cambiamento epocale come per l'avvento del Vhs".

CHI STA INVESTENDO MASSICCIAMENTE SUL DIGITALE TERRESTRE, AL QUALE LA PIATTAFORMA WEB POTREBBE DARE FASTIDIO? COME MAI NELL'AGENDA POLITICA NON FIGURA LO STATO DELLE TLC E DELLE INFRASTRUTTURE DI NUOVA GENERAZIONE?

RIPRESO DAL BLOG DI QUINTARELLI

LINK ARTICOLO IL SOLE 24 ORE.COM

Telecom, il faro dei Fossati sui conti della semestrale

Il titolo Telecom forse aveva già dato, così finora aveva retto meglio ai colpi dell'Orso. Ma il mercato è nervoso: è bastata una breve nota di Deutsche Bank per rispedire le quotazioni a 1,287 euro, con un calo del 4,24% superiore al 3,02% dell'indice Stoxx delle tlc europee.
In realtà gli analisti di Deutsche Bank si sono limitati a qualche considerazione sull'andamento del secondo trimestre, che è atteso in linea con il primo, cioè ancora debole e ancora segnato dal rallentamento del Brasile, non foss'altro che per gli strascichi di una promozione commerciale infelice (e valida per sei mesi) che ha pesato sui conti. Ciononostante Deutsche Bank ha confermato il giudizio "buy" (comprare), non tanto per il semestre, ma per le implicazioni positive del taglio dei costi che, secondo gli analisti della casa tedesca, sono possibili non solo sul personale, ma anche su altri versanti come ad esempio le spese commerciali.
Alle voci di Opa da parte di Telefonica la Borsa invece non sembra dar credito, dato che il titolo non ne ha tratto beneficio. Tuttavia è possibile che ci sia stato un mese fa un incontro tra il presidente del gruppo spagnolo, Cesar Alierta, e il Presidente del consiglio Silvio Berlusconi, che secondo indiscrezioni riportate dalla stampa sarebbe stato favorito dalla famiglia Fossati, azionista al 4,5% di Telecom. Gli spagnoli non commentano, mentre dalla famiglia brianzola non arrivano nè conferme nè smentite. Ma che i Fossati non abbiano rinunciato a dire la loro è un fatto. Per ora i due consiglieri espressione della minoranza "attivista" hanno mostrato un atteggiamento collaborativo in consiglio, ma i Fossati nel frattempo hanno messo a punto un loro progetto di "valorizzazione" per Telecom che si riservano di presentare dopo la semestrale. Tanto più se il consuntivo confermerà l'andamento in calo, e soprattutto se non arriveranno dal management indicazioni su cosa fare per raddrizzare la rotta di business e titolo. I contenuti del piano-ombra non sono noti, ma l'analisi sarebbe focalizzata sull'esigenza di improntare la gestione del gruppo sul consumatore, con un maggior orientamento al marketing, nella consapevolezza che il problema del debito, che soffoca alla radice progetti di ampio respiro, debba prima o poi essere affrontato. L'esordio dell'iPhone, con oltre 16mila telefonini venduti il primo giorno, è stato un successo, ma secondo Fossati è indispensabile accompagnare il nuovo prodotto con servizi a valore aggiunto e per questo occorrono investimenti. Se ne riparlerà comunque in autunno.
Intanto però sono anche i sindacati a sollecitare un nuovo piano industriale. In un comunicato congiunto le sigle sindacali hanno nuovamente avanzato la richiesta di «anticipare il confronto sul nuovo piano industriale, sugli investimenti, sulle strategie di sviluppo e di potenziamento degli asset strategici», ribadendo in merito ai 5mila esuberi ipotizzati «le proprie contrarietà nel metodo e soprattutto nel merito delle scelte annunciate, ritenendo elusive e non convincenti le dichiarazioni aziendali».

DA QUESTO SI CAPISCE MEGLIO IL MOTIVO PER CUI LE OOSS NEI COMUNICATI RIBADIVANO IL PERICOLO DELL'ABBANDONO DEI MERCATI INTERNAZIONALI ED IL RITIRARSI SUL MERCATO DOMESTICO

11 luglio, 2008

DAL NAZIONALE

Roma, 11 Luglio 2008




COMUNICATO

ESUBERI TELECOM



Si è svolto a Roma il 9 luglio u.s. l’incontro previsto dalla legge 223/91 tra le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL, le RSU di Telecom Italia e i rappresentanti dell’azienda, in relazione ai 5000 tagli all’occupazione dichiarati formalmente da T.I. il 30 giugno 2008, con l’apertura delle procedure per la messa in mobilità.

Durante l’incontro l’azienda ha confermato gli esuberi di personale annunciati, ribadendo che tali tagli all’organico servono nel tentativo di ridurre o impedire ulteriori interventi sull’occupazione, interventi che però non si possono escludere in quanto il settore è in rapida trasformazione e il contenimento dei costi rappresenta – in attesa di un quadro economico e regolamentare più certo – la strada obbligata.

Le OO.SS. hanno ribadito le proprie contrarietà nel metodo e soprattutto nel merito delle scelte annunciate, ritenendo elusive e non convincenti le dichiarazioni aziendali. Non convincenti sono le tesi, soprattutto, secondo cui durante l’incontro di marzo tra CGIL, CISL e UIL e l’Amministratore Delegato, il management di Telecom – a detta dei rappresentanti aziendali – non avesse chiaro il contesto regolatorio e incerte e sbagliate si sarebbero rilevate le previsioni compiute dai massimi livelli aziendali. Da qui – a detta dei rappresentanti aziendali – il non mantenimento degli impegni dichiarati su “interventi senza impatti sull’occupazione”.

Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL hanno poi esplicitato nuovamente l’indisponibilità a discutere di modelli organizzativi prima di un confronto sul futuro industriale dell’azienda e prima di avere garanzie sul futuro di tutti i 56 mila dipendenti di Telecom Italia.

Per SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL occorre anticipare il confronto sul nuovo piano industriale, sugli investimenti, sulle strategie di sviluppo e di potenziamento degli asset strategici.

Per tanto è stato chiesto dalle OO.SS. di poter affrontare in specifici appuntamenti i temi di strategia industriale più importanti, con 4 distinti tavoli di confronto:
- un tavolo su investimenti e strategie industriali;
- un tavolo sulle attuali imprese esternalizzate, sia in un’ottica di eventuale reinternalizzazione di lavoratori e attività (lì dove le operazioni si sono dimostrate diseconomiche) che di garanzie delle commesse future vista l’importanza dei servizi garantiti a Telecom Italia;
- un tavolo sul sistema degli appalti, in ambito customer, rete ed Information Technology, al fine di reinternalizzare volumi ed attività a maggior valore e qualità, anche al fine di difendere l’occupazione interna, nonché per ridurre eventuali sprechi che, nelle catene dell’appalto e del subappalto, si generano (e che da tempo le OO.SS. denunciano);
- un tavolo sulla valorizzazione degli asset strategici dell’azienda, in relazione all’introduzione di nuove tecnologie, salvaguardia dei perimetri di attività, valorizzazione delle professionalità e nuove esigenze occupazionali. Il confronto dovrà partire dalle specificità delle diverse aree aziendali (rete, customer, It, staff e ricerca).

L’azienda ha dato disponibilità ai diversi tavoli che per le OO.SS. hanno lo scopo di chiarire le strategie future dell’azienda.
Rimane la contrarietà ai tagli e all’impoverimento occupazionale e professionale che questi genereranno, in un’azienda già profondamente colpita nell’occupazione e nella qualità dei servizi che offre alla clientela.

In attesa di eventuali evoluzioni del confronto e in relazione anche a come andranno i prossimi momenti di verifica sul futuro piano industriale SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL mantengono lo stato di agitazione in tutte le sedi di Telecom Italia e riconfermano lo sciopero delle prestazioni straordinarie per tutto il mese di luglio.

A livello relazione, rimane inoltre confermata la sospensione delle relazioni industriali a livello territoriale, mentre a livello nazionale le Segreterie Nazionali valuteranno di volta in volta sull’opportunità di eventuali confronti con l’azienda a scopo informativo e per questioni urgenti, esclusivamente per evitare strumentalizzazioni e ulteriori azioni unilaterali da parte di Telecom Italia.



LE SEGRETERIE NAZIONALI
SLC-CGIL FISTel-CISL UILCOM-UIL

09 luglio, 2008

INCONTRO 09 07 08 ROMA HOTEL QUIRINALE



COMUNICATO STAMPA

TELECOM: BUONA ADESIONE A SCIOPERO E MANIFESTAZIONI

La giornata di mobilitazione del 4 luglio indetta da SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL è stata un successo, con una media nazionale del 60% di adesione allo sciopero e punte tra il 70% e l’80% in diverse realtà territoriali.

La stessa partecipazione ai diversi presidi e cortei è la dimostrazione di quanto i lavoratori siano consapevoli della delicata fase che attraversa l’azienda.

Nel ringraziare le lavoratrici ed i lavoratori di Telecom, ribadiamo la nostra contrarietà ad un progetto di mera riduzione dei costi attraverso tagli indiscriminati all’organico. Una scelta per noi sbagliata e che non risponde alle reali esigenze dell’impresa.

Occorrono maggiori certezze sul futuro di Telecom Italia e di tutti i suoi dipendenti, sull’unitarietà dell’azienda e sul livello degli investimenti.

Occorre, cioè, che si indichino chiaramente quali strategie e quali modelli si intendono perseguire per valorizzare la vocazione industriale di Telecom, i suoi asset strategici a partire dalla rete, dai customer, dalla ricerca e dall’IT.

Il management di Telecom dimostri ora maggior senso di responsabilità, per un confronto vero e a tutto campo sul futuro del principale operatore di TLC del nostro Paese.


LE SEGRETERIE NAZIONALI
SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL

FOTO SCIOPERO E PRESIDIO FIRENZE

CLICCA QUA PER LE FOTO DELLO SCIOPERO DEL 04 07 08 A FIRENZE

THE FUTURE IS UNWRITTEN

08 luglio, 2008

LO SCIOPERO VISTO DAL MANIFESTO

LINK ARTICOLO IL MANIFESTO .IT

LA PROTESTA Presidi in tutta Italia: «Risposte sul piano». E per settembre si pensa alla manifestazione nazionale
Stop della Telecom, i lavoratori dicono no ai 5 mila tagli
Mauro Ravarino

La sensazione è che i 5 mila esuberi siano solo un assaggio di un triste pasto. Ecco perché la lotta in Telecom continua. Ieri i lavoratori del gruppo telefonico si sono fermati per 8 ore, l'adesione allo sciopero è stata buona: una media nazionale del 50% con punte dell'80%. L'idea comune, tra i diretti interessati, è che non si possa andare avanti così: giorno per giorno senza uno straccio di piano industriale.
I licenziamenti, annunciati un mese fa, riguardano tutti i settori e colpiranno le varie sedi sparse per la penisola. A vederlo, pare un taglio indiscriminato senza una vera logica industriale, se non quella della riduzione dei costi. Ecco perché, al presidio di Roma (in corso d'Italia sotto la direzione generale), Doriano Locatelli, Rsu Slc Cgil, ci tiene a precisare che lo sciopero è «a difesa non solo dei 5 mila ma di tutti i 58 mila dipendenti Telecom, oltre che dei lavoratori dell'indotto e di quelli esternalizzati». In un quadro di stagnazione aziendale, con il rischio che i mercati chiedano segnali chiari di intervento sui costi di gestione, la paura è che la stretta si scarichi di nuovo sul costo dei lavoratori, con una riduzione in tre anni di altri 10 mila posti. «È sempre la solita storia - sbotta Marina Biggiero dei Cobas, presenti in forze al presidio romano - a rimetterci sono sempre gli stessi, invece di tagliare l'alto numero di dirigenti che pesano come un macigno sui bilanci di un'azienda, che dovrebbe rilanciare il ruolo di servizio pubblico».
Per ora, sulla crisi il governo Berlusconi tace. «Proprio dall'esecutivo - sottolinea Maurizio Francese, Rsu Slc Cgil - ci aspettiamo un impegno finanziario per la rete di nuova generazione, perché un'azienda che era dello stato non può essere abbandonata alle logiche dei predatori economici». I sindacati, incassando i buoni risultati dello sciopero, ora accelerano i tempi per un incontro con Telecom. «L'adesione è stata positiva - commenta il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani - ma bisogna anticipare il confronto sui contenuti del piano industriale e del piano strategico». Una strategia - sostengono unitariamente i sindacati - che non guardi solo al perimetro nazionale ma si muova in un'ottica di rapporti internazionali. Quali sono le richieste? «Prima di tutto - spiega Emilio Miceli, segretario generale Slc - è necessario sgomberare il campo dalla riduzione di personale, poi difendere gli assetti principali, in particolare la rete (la più colpita in termini di esuberi), e iniziare una lotta agli sprechi». Miceli parla anche di «mantenimento degli obiettivi occupazionali a cominciare dall'assunzione dei somministrati fino alla soluzione definitiva della vertenza Telecontact».
Per Armando Giacomassi (Fistel Cisl) il confronto dovrà essere «su strategia e organizzazione interna: si potrebbero internalizzare alcune attività ora affidate all'esterno». Bruno Di Cola (Uilcom) fissa il prossimo appuntamento: «Il 9 luglio all'Unione industriale del Lazio presenteremo le nostre richieste, se non ci sarà disponibilità non si andrà all'accordo». La lotta allora continua; ieri tra i lavoratori si vociferava l'ipotesi di una manifestazione nazionale a settembre.

DALLE MANIFESTAZIONI DI VENERDI SCORSO

intersessantissimo questo primo filmato




VAI ALLE FOTO DELLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DI BOLOGNA

VAI ALLE FOTO DELLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DI BOLOGNA

07 luglio, 2008

Diventerà inevitabile l’incontro tra Telecom e Mediaset

LINK ARTICOLO il velino

Il problema per Telecom Italia è di essere competitiva nei servizi che offre e nello stesso tempo di risalire la china da un handicap originario: quello di essere stata oggetto di un’opa a debito. Forse solo oggi si comincia ad apprezzare il lungo lavoro dell’amministratore delegato Franco Bernabé che, nell’approntare le reti di nuova generazione, ha cercato e trovato accordi con il Governo, con Fastweb, con le Authority. E’ un notevole passo avanti rispetto al clima di critiche e ostilità in cui si trovava Telecom Italia fino a un anno fa, quando era passata dal “piano Rovati”, alle dimissioni di Marco Tronchetti Provera, alla presidenza Guido Rossi, fino alla lunga trattativa e all’ingresso nel capitale sociale della spagnola Telefonica con la costituzione di Telco. Il vero problema di Telecom è oggi la realizzazione di queste reti di nuova generazione per cui occorrono investimenti di grande portata. Si dice dai quindici ai venti miliardi di euro. E Telecom deve centrare il suo obiettivo in tempi giusti, non può restare in ritardo con altri concorrenti internazionali sul mercato globale. C’è oggi il problema della necessità della fibra ottica, ma anche sui possibili risparmi che si possono fare sull’ultimo miglio usando le frequenze delle stazioni radiomobili, che in gran parte appartengono a Mediaset oltre, in minor numero, alla Rai. Evitando discorsi di ingegneria elettronica, si pensi che nel passaggio dall’analogico al digitale molte di queste frequenze si libereranno e Telecom Italia potrebbe averle a disposizione. Sarebbe tuttavia riduttivo pensare a un discorso comune tra Telecom e Mediaset solo in relazione a un risparmio sul cosiddetto ultimo miglio. La gamma delle sinergie, l’integrazione sempre più forte nel mondo della comunicazione, sotto tutti gli aspetti, se non può portare a una fusione non può evitare quanto meno un necessario collegamento. Telecom e Mediaset sono due mondi che si incontrano inevitabilmente.

VIDEO DA FIRENZE

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perchè non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me.

Berthold Brecht

Tremonti dà via libera ai tagli di Bernabè

LINK ARTICOLO ZEUS NEWS

Prima di partire con la prima ondata di licenziamenti, Bernabè si è assicurato il nullaosta del governo Berlusconi.

Franco Bernabè, amministratore delegato di Telecom Italia, è stato uno dei Reviglio Boys: un ragazzo cresciuto come Giulio Tremonti, Renato Brunetta, Maurizio Sacconi, tutti i ministri economici dell'attuale governo Berlusconi, all'ombra del socialismo craxiano.

E' ovvio che quando, dopo aver rassicurato solo un mese prima i sindacati sul fatto di non voler procedere a tagli dell'occupazione, ha deciso di chiudere il 2008 con 5.000 licenziamenti, si sia preoccupato di interpellare i suoi vecchi amici e compagni, appena insediatisi nelle nuove prestigiose cariche, per assicurarsi il via libera: un nullaosta completo sui tagli occupazionali per cui il governo Berlusconi non interferirà né ora, come sta facendo, né dopo.

Si tratta di un "patto tra gentiluomini craxiani" che dovrebbe tenere il punto anche rispetto alla controffensiva sindacale che vede impegnati Epifani e Bonanni, leader nazionali di Cgil e Cisl in prima persona.

A completare la copertura ci ha pensato lo spagnolo Eduardo Zaplana, ex ministro di Aznar, in ottimi rapporti con Berlusconi stesso, che è stato arruolato da qualche settimana come responsabile dei rapporti internazionali di Telefonica e che ha incontrato i principali esponenti governativi italiani come primo atto del suo incarico, che prevede un compenso annuale di due milioni di euro. Al centro dei colloqui, il via libera alla ristrutturazione selvaggia di Telecom.

06 luglio, 2008

RADIO ARTICOLO 1

NEL LINK DI SEGUITO LE INTERVISTE REALIZZATE DA RADIO ARTICOLO 1 DURANTE LE MANIFESTAZIONI DI GENOVA, BOLOGNA, TORINO, MILANO, FIRENZE, ROMA E NAPOLI
SCARICA LE INTERVISTE DI RADIO ARTICOLO 1 DURANTE LO SCIOPERO DEL 4 07 08

05 luglio, 2008

DA la Repubblica Torino.it

«Da quando non è più Sip, la Telecom ha dimezzato il personale, ma lo ha sempre fatto in maniera più morbida, attraverso i prepensionamenti - ha detto Loredana Mazzuia, della Fistel-Cisl - Un atteggiamento così aggressivo dell´azienda non si era mai visto e non ci fa ben sperare per il futuro».

Nei primi giorni della prossima settimana ci sarà un incontro tra le organizzazioni sindacali e i vertici di Telecom per discutere un accordo. Nel caso non si arrivasse a un risultato inizierebbe una procedura lunga 75 giorni: dopo i primi 45 è previsto un nuovo incontro con i sindacati e nei successivi 30 si coinvolge il ministero del Lavoro. In mancanza di un´intesa, a quel punto partirebbero le lettere di licenziamento. Data prevista: metà settembre.

Gli elenchi sono già pronti, ma l´azienda non li renderà noti fino alla fine delle trattative
: si tratta di 483 dipendenti da tagliare in tutto il Piemonte, di cui 366 a Torino. «A quel punto, se non si sarà raggiunta un´intesa, si dovrà anche parlare di come riorganizzare l´azienda - ha detto Athos Boscolo, segretario della Uilcom - La cosa che preoccupa è che non si era mai visto un annuncio di esuberi prima della presentazione di un piano di ristrutturazione. Questo ci fa temere ad altri e più pesanti tagli in seguito».

Cosa di cui peraltro l´azienda non ha fatto mistero, visto che il manager Antonio Migliardi ha annunciato che entro il 2010 ci saranno riduzioni del personale in tutta Italia dai 54mila attuali a circa 34mila.

«Devo dire che sono molto preoccupato di fronte a queste novità - dice l´assessore regionale alle attività produttive Andrea Bairati - Noi avevamo già completato una serie di passaggi con Telecom nei mesi scorsi, avevamo incontrato il presidente Gabriele Galateri che ci aveva parlato sì di un primo piano di tagli occupazionali ma ci aveva dato anche ampie assicurazioni in particolare per ciò che riguarda Olivetti. Alla luce delle novità delle ultime ore è chiaro che non possiamo non guardare alla situazione con estrema attenzione. Perché se è vero che tutti i tagli sono uguali, e che la perdita del posto di lavoro è grave per tutti, ci preoccupa in maniera particolare che la ristrutturazione in corso riguarda anche il T.lab: perché tagliare sulla ricerca vuol dire togliersi possibilità di sviluppo futuro. E ciò è particolarmente grave. Per questo nei prossimi giorni come Regione chiederemo di avere un nuovo incontro con i vertici di Telecom per discutere la situazione e avere un quadro più definito».

04 luglio, 2008

MANIFESTAZIONE FIRENZE

LINK ARTICOLO LA NAZIONE.IT

In 500 manifestano contro gli esuberi Telecom

I lavoratori della Telecom hanno manifestato davanti alla sede dell'azienda in viale Guidoni, per protestare contro i 5000 esuberi previsti dall'azienda in tutta Italia e che in Toscana riguardano 247 persone di cui 158 solo a Firenze

Firenze, 4 luglio 2008 - Erano circa 500 i lavoratori della Telecom che hanno manifestato oggi a Firenze, davanti alla sede dell'azienda in viale Guidoni, per protestare contro i 5000 esuberi previsti dall'azienda in tutta Italia e che in Toscana riguardano 247 persone di cui 158 solo a Firenze. La manifestazione si è svolta in occasione di uno sciopero di 8 ore indetto a livello nazionale.

La manifestazione, è stato spiegato, ha creato alcuni rallentamenti al traffico di viale Guidoni, successivamente i lavoratori hanno deciso di organizzare un corteo nell'area intorno alla sede della Telecom.

Solidarietà ai lavoratori è stata espressa, in una nota, dalla segretaria regionale dell'associazione Adiconsum Grazia Simone secondo cui ''un'ulteriore riduzione di personale da parte della Telecom creerà ancor più disagi agli utenti che si trovano quotidianamente a dover subire l'inefficienza di un'azienda che, invece di preoccuparsi di offrire un buon servizio ai propri clienti, ogni giorno di più approfitta della propria posizione dominante di mercato: così i cittadini devono pagare per servizi sempre più scarsi''.

COMUNICATO REGIONALE SCIOPERO


cliccare sull'immagine per ingrandire

DICHIARAZIONE DI EMILIO MICELI, SEGRETARIO GENERALE DELL’SLC/CGIL

Lo sciopero in Telecom sta andando bene. I lavoratori dimostrano di avere colto le preoccupazioni espresse unitariamente dalle Organizzazioni sindacali confederali ed hanno risposto in modo forte e compatto, con punte che arrivano, in alcune città, attorno all’80% di astensione dal lavoro . Del resto, la riuscita delle iniziative promosse, delle manifestazioni e dei presìdi ne è ulteriore conferma.”

“Il nostro obiettivo rimane, dunque, sempre lo stesso: sgomberare il campo dalla riduzione di personale annunciata ; difesa degli asset principali quali la rete, particolarmente colpita in termini di esuberi annunciati; chiarezza degli obiettivi industriali ed organizzativi; lotta agli sprechi ; revisione delle esternalizzazioni già fatte che fanno perdere soldi; mantenimento degli obiettivi occupazionali a cominciare dall’assunzione dei somministrati fino alla soluzione definitiva della vertenza Telecontact per la quale è già prevista una convocazione. Nei prossimi giorni valuteremo il da farsi, e cioè come continuare l’iniziativa.”

“E’ evidente che, se non vedremo disponibilità vere sull’occupazione oltreché impegni sul futuro dell’azienda, sarà difficile ricomporre un tavolo di trattativa che abbia qualche possibilità di successo.”



Roma, 4 luglio 2008

SCIOPERO TELECOM, OLTRE 2.000 IN CORTEO A BOLOGNA

«È una manifestazione molto partecipata, ci sono almeno 2.000 lavoratori. Le adesioni allo sciopero nazionale sono buone, anche se è ancora presto per tirare somme». A dirlo è il segretario nazionale della Slc Cgil, Alessandro Genovesi, intervenendo ai microfoni di Radio Articolo 1 da Bologna, dove è in corso il corteo dei lavoratori Telecom contro i 5.000 esuberi decisi dal gruppo. «Come sindacato – ha detto Genovesi - non ci sottraiamo alla discussione sui modelli organizzativi e sulle trasformazioni. Ciò che non accettiamo sono i tagli e gli esuberi senza un piano industriale, cioè senza sapere dove si va. Telecom così fa solo la “politica del carciofo”, taglia il costo del lavoro senza garanzie su futuro». Il timore, ha aggiunto, è che queste decisioni di Telecom siano «l’inizio di una lenta emorragia per tutti i dipendenti (che sono 50 mila) e più in generale per l’intero settore delle telecomunicazioni in Italia».

04/07/2008 11.22

SCIOPERO TELECOM TOSCANA

LO SCIOPERO DEI DIPENDENTI DEL GRUPPO TELECOM IN TOSCANA E' PERFETTAMENTE RIUSCITO
LA PERCENTUALE SI ATTESTA INTORNO AL 90%, LA MANIFESTAZIONE TENUTASI A FIRENZE PRESSO LA SEDE DI VIALE GUIDONI HA VISTO LA PARTECIPAZIONE DI CIRCA 500 PERSONE CHE HANNO CAUSATO IL BLOCCO DEL CONTROVIALE.

03 luglio, 2008

DA LIVORNO (grazie Nicola)

CLICCARE SULL'IMMAGINE PER INGRANDIRE

SCIOPERO TELECOM, DOMANI CORTEO A FIRENZE

Una manifestazione si tiene domani a Firenze, nell’ambito dello sciopero nazionale dei lavoratori Telecom contro i 5.000 esuberi annunciati dall’azienda. L'appuntamento è per le ore 9 in viale Guidoni, davanti alla sede regionale del gruppo. «Solo in Toscana – sottolineano Slc, Fistel e Uilcem in una nota unitaria – si perderebbero circa 250 posti di lavoro. Si rischia un forte ridimensionamento di una grande e sana azienda per lasciare spazio a Telefonica e per soddisfare gli appetiti finanziari delle banche diventate, anche in questo caso, padrone dell'azienda. A rischio ci sono non solo i posti di lavoro, ma anche la tutela dei consumatori, la loro libertà e possibilità di comunicare».

03/07/2008 16.21

Ecco chi dovrebbe a livello politico intervenire sui problemi del settore

IL SOTTOSEGRETARIO CON DELEGA ALLE TELECOMUNICAZIONI

Paolo Romani (Milano, 18 settembre 1947) è un politico italiano. Ha rivestito il ruolo di Presidente della Commissione Trasporti e Telecomunicazioni e successivamente di Sottosegretario alle comunicazioni del Governo Berlusconi III.

Già deputato nella XII e XIII legislatura per Forza Italia, in quella attuale è stato rieletto alla Camera dei Deputati. Dal giugno 2007 è anche assessore al territorio di Monza. Alle elezioni politiche del 2008 viene eletto deputato nelle liste del Popolo della Libertà ed entra a far parte del Governo Berlusconi IV come sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle comunicazioni.

Prima di occuparsi di politica aveva svolto il ruolo di editore di televisioni locali:
Nel 1974 installa TVL Radiotelevisione Libera.
Dal 1976 al 1985 è stato Direttore generale dell’emittente televisiva “Rete A”.
Dal 1986 al 1990 ha ricoperto l’incarico di Amministratore delegato di “Telelombardia”.

E’ stato editore di riviste specializzate di elettronica, informatica e comunicazione.

IL presidente della commissione Trasporti e Telecomunicazioni della Camera

Mario Valducci, (Milano, 23 marzo 1959), è un uomo politico italiano.

Laureato in economia aziendale e marketing.

Di professione dottore commercialista, è protagonista, assieme a Silvio Berlusconi, Antonio Martino, Antonio Tajani e Luigi Caligaris, della fondazione di Forza Italia il 18 gennaio 1994, otto giorni prima dell'annuncio di Silvio Berlusconi della propria discesa in campo come leader del movimento appena fondato.
Nelle liste di Forza Italia entra in parlamento nella dodicesima legislatura e in quelle successive. Attualmente è deputato appartenente al gruppo di Forza Italia alla Camera, eletto nella circoscrizione III - Lombardia 1, e membro della Commissione Attività produttive, Commercio e Turismo della Camera.

È stato anche sottosegretario alle attività produttive durante il secondo ed il terzo governo Berlusconi.

Questi signori hanno le competenze in materia di telecomunicazioni,

TELECOM: MICELI (SLC/CGIL), SILENZIO DEL GOVERNO SU RIDUZIONE PERSONALE

Domani, venerdì 4 luglio, i lavoratori dell’intero gruppo Telecom sciopereranno per 8 ore, per il futuro dei 56 mila dipendenti e contro i primi cinquemila tagli annunciati che possono essere l’inizio di una ristrutturazione che coinvolgerà l’intera Telecom, con il rischio di ulteriori tagli ed esuberi in tutte le aree operative della rete, del customer, commerciali e di staff.

Le iniziative, come preannunciato, sono organizzate territorialmente. I lavoratori piemontesi presidieranno la sede Telecom di Corso Bramante a Torino ; a Milano ci sarà un presidio di fronte alla sede Telecom in Piazza Affari e a Roma un presidio di fronte la sede Telecom in Corso Italia. A Napoli sarà presidiata la direzione del personale Campania, Basilicata, Puglia di Telecom. A Bologna corteo delle delegazioni di Marche Umbria Veneto Trentino e Friuli Venezia Giulia.

“Quello che colpisce, oltre alla gravità delle misure aziendali, è il silenzio assoluto del governo che mostra di non aver capito l’importanza e la gravità della riduzione del 10% del personale in una grande azienda strategica come Telecom.” Così dichiara Emilio Miceli

“Infatti, a parte le procedure burocratiche legate sostanzialmente all’applicazione della legge n.223/per la gestione degli esuberi definiti dall’azienda, è il buio più assoluto”.


Roma, 3 luglio 2008

dal blog di QUINTARELLI si apprende che

Continua il ricambio in Telecom

Finanza e Mecati di oggi:

da indiscrezioni raccolte da F&M risulta che si starebbe preparando l’uscita di un altro top manager di estrazione pirelliana: si tratta di Germanio Spreafico, responsabile purchasing. Ambienti vicini a Telecom riferiscono di rapporti molto tesi tra Spreafico e il manager storico Stefano Pileri, responsabile della direzione technology & operations (a capo della rete). Quest’ultimo non avrebbe infatti condiviso alcune scelte del responsabile acquisti, in particolare quella di avere ingaggiato lo scorso anno la cinese Huawei come terzo fornitore di apparati per la rete mobile di Telecom Italia. Apparati ritenuti da Pileri non adeguati agli standard di qualità di Telecom

non solo TIM, pare anche per la nuova rete di accesso, per problemi di interoperabilita' siano fermi da mesi. per non parlare di set-top box di Alice che vengono ancora acquistati da Pirelli.

ARTICOLI SULLO SCIOPERO DI DOMANI

LINK ARTICOLO sciopero telecom italia 4 LUGLIO


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