22 agosto, 2010

Le voci di crisi per Endemol


E ’ crisi o non è crisi? La storia del caso Endemol è strana:un giornale on line americano, il Daily Beast, scrive nella notte del 18 agosto che Endemol sarebbe sull’orlo di una crisi di liquidità, prossima al collasso tanto che la
banca d’affari Goldman Sachs (azionista della società) e il fondatore John De Mol starebbero lavorando a un piano di ristrutturazione per salvare il salvabile.
Oltre a Goldman, l’altro grande azionista della casa di produzione olandese famosa per aver inventato il Grande Fratello, è Mediaset. La Borsa italiana reagisce e punisce
Mediaset: -1,6 per cento nel giorno successivo alla notizia.
Eppure, per ora, non sembra esserci molto di fondato:la società ha smentito di essere in difficoltà, nonostante i 3 miliardi di debiti (ma l’azienda ne vale di più,
nel 2007 il consorzio guidato da Mediaset ne ha rilevato il 75 per cento per 2,63 miliardi). La fonte del reporter del Daily Beast, Peter Lauria, è anonima e non ha fornito prove documentali. Lo stesso Lauria lascia intendere che i problemi per la casa olandese non sono tanto quelli di oggi, quanto quelli di prospettiva: i reality show non funzionano più come una volta e Endemol dovrà reinventarsi se vuole mantenere i successi dei primi anni duemila.

La vicenda, comunque, sembra lasciar intravedere un certo nervosismo degli investitori intorno al titolo Mediaset.
Nel primo semestre ha avuto un risultato netto di 240 milioni, superiore ai 180 dello stesso periodo del 2009.
Quindi, nell’immediato, nessun problema. Ma sul suo futuro strategico ci sono alcune incertezze: manterrà la presa sul digitale terrestre (con il pacchetto Premium) o
Sky ne insiderà il primato? La televisione via Web sarà mai una minaccia oppure il governo riuscirà nell’intento di sottrarre la rete in fibra ottica a Telecom Italia (coinvolgendo anche Mediaset nella sua gestione)?. In questo contesto,Endemol non è il primo dei pensieri per il presidente del gruppo Pier Silvio Berlusconi.

il fatto quotidiano 22 08 2010 pag 10

20 agosto, 2010

ECCO DOVE VORREBBERO PORTARCI


Operai sempre più poveri e più precari
Così torna in borsa General Motors

L'azienda fa ancora utili, ma Detroit è peggio di Pomigliano. La GM ha inventato i lavoratori a chiamata, senza la piena copertura sanitaria e senza anzianità
Il complimento forse più importante Barack Obama l’ha ricevuto dal’ Economis che in un editoriale oggi propone di “chiedere scusa” al presidente Usa per le dure critiche al suo piano di salvataggio che ha permesso lo scorso anno a General Motors, Ford e Chrysler di evitare o superare la bancarotta.

L’azienda simbolo della crisi americana, la General Motors, si appresta infatti a tornare in Borsa. Ha chiesto l’ammissione al listino di New York e di Toronto con un’offerta pari a circa 16 miliardi di dollari in modo da permettere di ridurre più velocemente la partecipazione del governo nella società automobilistica, che attualmente è al 61 per cento (il fondo pensione Veba al 17,5 e il governo canadese all’11,7 per cento). General Motors prevedeva di tornare in Borsa nel 2011 – il titolo fu eliminato dal listino proprio causa bancarotta – e l’anticipo sui tempi è una prova di forza che la compagnia di Detroit può permettersi in forza dei risultati ottenuti nella prima metà del 2010. Utili nel primo trimestre pari a 865 milioni di dollari saliti a 1,3 miliardi nel secondo trimestre 2010.

Meno ferie, meno bonus e meno soldi
I complimenti dovrebbero però essere girati anche ai lavoratori del colosso Usa dell’auto. Furono infatti il presidente e il vicepresidente del sindacato Uaw – United Automotive Workers – della General Motors a dover scrivere a tutti i dipendenti del gruppo per spiegare la necessità di arrivare a un nuovo “accordo” che si facesse carico della difficoltà e consentisse all’azienda di provare a recuperare competività e risorse. L’accordo è stato ovviamente firmato e poi approvato dal 74 per cento dei lavoratori anche se circa 30 mila di loro, compresi 6000 “white collar”, cioè gli impiegati, e il 35 per cento dei dirigenti, sono stati messi fuori. Per chi è rimasto si è trattato di rinunciare, almeno fino al 2015, a una parte delle ferie, ai bonus produttività, ad alcune festività e poi di sottoporsi alla riduzione della pause di lavoro (40 minuti su 8 ore), e in particolare ad assistere a un indebolimento della loro forza contrattuale con due passaggi importanti: l’istituzione di una specifica categoria “Flex Employers” cioè gli impiegati flessibili, lavoratori a disposizione part-time per i picchi di produttività ma senza la piena copertura sanitaria e senza poter accedere ai requisiti di anzianità; e poi l’introduzione di un contratto diverso, con minor stipendio e minori garanzie (12-15 dollari contro i 20-30 dollari l’ora garantiti finora) per i nuovi assunti.

Pensionati e azionisti
Ma quello che ha pesato di più nella disponibilità del sindacato è stata la trasformazione del Fondo Veba (Voluntary Employees Beneficiary Association), cioè il fondo per garantire assistenza sanitaria ai pensionati, in un azionista della società stessa. I circa 20 miliardi di dollari che la Gm avrebbe dovuto versare nel Veba si sono così ridotti a 10 miliardi con quest’ultimo che si è invece trovato a possedere il 17,5 per cento di azioni della Gm oltre a detenere un 6,5 per cento di azioni privilegiate con la distribuzione di un dividendo annuo del 9 per cento. Questa revisione ha fatto sì che gran parte delle prestazioni sanitarie agli assistiti siano state ridotte o eliminate, come le cure dentarie, e che il fondo Veba dipenda esclusivamente dalle prospettive economiche dell’azienda per dare una garanzia ai suoi dipendenti.
Quando General Motors ha annunciato il ritorno all’utile, il sindacato Uaw ha espresso orgoglio e soddisfazione: “Siamo lieti di aver contribuito al risanamento della Gm – ha detto il presidente Bob King - gli impegni, i sacrifici e il duro lavoro dei membri della Uaw alla Gm occupa un ruolo enorme in queste notizie positive che giungono dalla compagnia”.

L’ispirazione per Marchionne
Musica per le orecchie di un manager come Sergio Marchionne che con la Uaw ha avuto a che fare nel momento in cui la sua Fiat è entrata nel capitale di Chrysler. E che sta cercando di applicare il “metodo Gm” anche in Italia, a cominciare dallo stabilimento campano di Pomigliano d’Arco. Con l’intervento di Obama, 6 miliardi di dollari, il governo Usa è diventato il primo azionista della terza “casa” americana. Fiat è al 20 per cento ma con l’opzione di arrivare al 35. Marchionne ha potuto contare su un accordo con la Uaw analogo a quello di General Motors: diminuzione delle garanzie sindacali, trasformazione del fondo pensioni in azionista dell’azienda, introduzione di una seconda categoria contrattuale e, addirittura, la garanzia fino al 2015 di non subire scioperi contro gli accordi economici. Insomma, un sindacato di cui fidarsi, del tipo proposto con insistenza dalla Cisl di Raffaele Bonanni.

Per salvare l’industria dell’auto
Basterà tutto questo a salvare l’auto? Lo stesso Economist, nel suo editoriale di oggi, non ci scommette del tutto. Gli analisti statunitensi che ieri hanno commentato il ritorno in Borsa di Gm hanno messo l’accento sul fatto che la crisi è tutt’altro che finita. Il mercato delle auto è fermo, Gm continua a perdere quote di mercato (anche in Cina dove è scesa dal 17,8 al 17,6 per cento in un anno mentre negli Usa sta per essere superata da Ford), il cambio di direzione – l’amministratore delegato Ed Whitacre sarà sostituito da settembre da Dan Akerson – potrebbe produrre scompensi. Come rilevava ieri l’agenzia Bloomberg, i profitti della seconda metà del 2010 non saranno al livello di quelli del primo. Tutti elementi che non creano un buon ambiente per collocare le azioni sul mercato.

Da Il Fatto Quotidiano del 20 agosto 2010

08 agosto, 2010


QUELLO CHE SUI MEDIA NAZIONALI NON PASSA MAI

IL CORAGGIO DI ALCUNI CITTADINI ITALIANI

06 agosto, 2010

Sindacato Lavoratori Comunicazione


Roma, 6 Agosto 2010





COMUNICATO SINDACALE


TELECOM: ACCORDO QUADRO POSITIVO, GESTIONE E IMPLEMENTAZIONE LE SFIDE D’AUTUNNO PER SLC-CGIL



La Segreteria Nazionale di SLC-CGIL giudica positivamente l’accordo raggiunto in sede di Ministero dello Sviluppo Economico, rappresentando una buona mediazione tra le rivendicazioni del Sindacato, contenute nell’Ordine del Giorno del Coordinamento Nazionale delle RSU di Telecom (giugno 2010), e l’esigenza di tenere aperto un confronto sul futuro delle reti (il Tavolo presso il Ministero dello Sviluppo Economico sulla NGN continuerà a Settembre, con la partecipazione del Sindacato di categoria e confederale).

Rimangono aperti ancora punti importanti, a partire dal volume di investimenti sulle nuove reti e sulle strategie di sviluppo a livello internazionale del gruppo, su cui il confronto in sede di Governo deve portare a soluzioni di sistema per dotare il Paese di una grande infrastruttura avanzata, ma il risultato raggiunto in termini di garanzie sul perimetro, sulle reinternalizzazioni, sul principio della ricollocazione e riconversione come strada maestra alternativa agli esuberi, segnano un successo delle mobilitazioni delle lavoratrici e lavoratori di Telecom Italia, cogliendo di fatto la maggioranza dei punti rivendicati nella piattaforma sindacale.

Politicamente è inoltre da evidenziare come l’accordo raggiunto rappresenta un modello di relazioni industriali diverso e alternativo da quello che in diverse realtà, anche grandi imprese, si punta ad affermare come modello generale.

Di fronte all’arroganza di chi (come FIAT per esempio) pensa di poter risolvere le vertenze occupazionali con le deroghe al CCNL e l’abolizioni di diritti e tutele fondamentali, SLC-CGIL insieme FISTEL-CISL e UILCOM-UIL hanno dimostrato che esistono altre strade.

Su questo punto lo stesso Governo dovrebbero riflettere, cogliendo che senza il consenso del sindacato tutto e della CGIL in particolare, non è possibile governare processi complessi e dal forte impatto occupazionale.

Nello specifico l’accordo rappresenta un’intesa quadro che dovrà essere gestita, implementata e tradotta operativamente in autunno, con un confronto costante tra Sindacato e Azienda.

Perimetro e volumi attività: si sancisce che le customer operation interne a Telecom Italia S.p.A. non saranno oggetto ne di societarizzazione ne di esternalizzazione (mettendo così fine al progetto aziendale della “grande Telecontact”), rinviando ad un confronto sindacale successivo il tema del miglioramento produttivo del settore (come del resto indicato anche nel documento della stessa Segreteria nazionale di SLC-CGIL). Analoghe garanzie sulla non vendita/esternalizzazione riguardano SSC e HRS, riconosciute parte integranti delle strategie di sviluppo di Telecom.

A settembre vi sarà inoltre uno specifico confronto durante il quale l’azienda comunicherà i volumi, tempi e criteri per la reinternalizzazione di attività sia in ambito customer, rete che IT. Per la prima volta da diversi anni vi sarà cioè un processo di reinternalizzazione di attività, dopo anni di fuoriuscite anche sensibili.

Esuberi: rispetto al Piano industriale che prevedeva 6822 uscite in Telecom Italia più 645 uscite da SSC (ridotte poi a 450 circa a seguito dei bandi) l’accordo prevede fino ad un massimo di 3900 uscite volontarie in mobilità fino al 31 dicembre 2012, con il criterio della non opposizione (volontarietà). In più l’azienda riconosce la maggiorazione degli importi dal termine della mobilità alla decorrenza dell’eventuale trattamento pensionistico (a seguito dello slittamento delle vecchie finestre, previsto dal decreto 78/2010, si vedano anche i comunicati e le note passate), facendo così salvi i diritti salariali futuri in caso di “buchi” tra il termine della mobilità e il reale riconoscimento dei trattamenti pensionistici.

Ricollocazioni e contratti di solidarietà: viene riconosciuto il principio della riconversione professionale come strumento alternativo agli esuberi.

In particolare 1100 esuberi dichiarati divengono lavoratori da formare nuovamente e da riconvertire verso altre aree aziendali (con particolare attenzione alle riconversioni verso la rete), accompagnati da strumenti di integrazione al reddito durante il periodo di formazione (contratti di solidarietà) garantendo a tutti la ricollocazione dentro l’azienda. Ovviamente si aprirà un vasto e articolato confronto per definire progetti formativi, tempi, scadenze, modalità di attuazione, ecc. facendo dei “tavoli” di Settembre momenti molti importanti per dare efficacia all’accordo quadro (definizione realtà per realtà dei corsi, richiesta risorse, comitati di pilotaggio, ecc.) chiedendo a tutti, a partire dalle RSU e dal Coordinamento, un protagonismo contrattuale molto forte.

Anche perché evidente sarà il nesso tra riconversione, reinternalizzazioni di attività, ricollocazione dei lavoratori, tempi e modi.

Importante è il fatto che dentro questo percorso di riconversione e ricollocazione è riconosciuta priorità ai colleghi di SSC (vedi punto specifico) e soprattutto delle Directory Assistance, su cui l’azienda aveva invece chiuso fino a qualche mese fa (si veda comunicato dopo l’incontro al Ministero del Lavoro nel mese di maggio).

SSC: pur rappresentando un punto di mediazione e consapevoli che la vertenza dovrà continuare anche in relazione ai molti problemi aperti (Premio Annuo, PDR, orari, ecc.) è importante che l’azienda abbia riconosciuto strategica la funzione dell’informatica all’interno delle strategie industriali e la valenza del patrimonio professionale dei lavoratori di SSC. Così come importante sarà agire sulle reinternalizzazioni e sulla riduzione del ricorso a consulenze esterne per mettere ancor di più in garanzia i livelli occupazionali e le prospettive di crescita di SSC.
In relazione agli impatti occupazionali si prevede prima di tutto di procedere a una mobilità volontaria all’interno dell’azienda, quindi ad un processo di riconversione e ricollocazione con sostegno al reddito con l’utilizzo dei Contratti di Solidarietà per i rimanenti (da qui la definizione “fino ad un massimo di 450”). Un confronto permanente tra le parti dovrà accompagnare l’intero processo.

Lavoratrici e lavoratori già in mobilità (prima di giugno 2010) e che il decreto 78/2010 penalizza con lo slittamento delle uscite in pensione: dopo una lunga trattativa si è ottenuto l’impegno scritto da parte di Telecom Italia a farsi garante della copertura economica dei mesi in più (rispetto a quando si è andati in mobilità calcolando la pensione con le “vecchie finestre”) fino al riconoscimento del trattamento pensionistico. L’impegno riguarda i circa 3400 lavoratori già usciti in mobilità e che si sarebbero trovati scoperti per diversi mesi (fino a 9-12 in alcuni casi) a seguito del cambio della norma,
avvenuto dopo la loro uscita.

Mobilità territoriali collettive non potranno esserci se non volontarie (questo a tutela anche dell’eventuale discussione sulle possibili chiusure delle piccole sedi di customer).

Per i lavoratori ex TILS arriva finalmente a positiva conclusione una situazione drammatica che da oltre un anno ha visto i colleghi della formazione impegnati in stretto contatto con il sindacato in una vertenza durissima per la riconquista del lavoro perduto.

Infine l’accordo consegna alle lavoratrici e lavoratori di Telecom un periodo di “tranquillità” rispetto alla continua e costante pratica aziendale di annunciare nuovi esuberi ogni 3-4 mesi.
L’accordo stabilisce infatti che sono “esauriti” gli interventi occupazionali per gli anni di piano 2010-2012. Ovvero sia fino al 31 dicembre 2012 non vi saranno ulteriori interventi di riduzione occupazionale.

Come Segreteria Nazionale riteniamo doveroso informare al massimo i lavoratori di Telecom Italia sull’accordo raggiunto, procedere alla massima diffusione dei suoi punti e soprattutto “attrezzarci” per la gestione operativa e per i confronti che si apriranno a Settembre, anche avanzando proposte specifiche e mirate ai diversi settori.

Anche per questo sarà convocato i primi giorni di Settembre il Coordinamento Nazionale delle RSU di SLC-CGIL, invitando già adesso Fistel-Cisl e Uilcom-Uil a organizzare subito dopo una sessione unitaria del Coordinamento stesso.


La Segreteria Nazionale di SLC-CGIL

04 agosto, 2010

ACCORDO MOBILITA'

CLICCARE SULLE IMMAGINI PER VISUALIZZARE A FORMATO INTERO




scarica qui accordo mobilita formato word
scarica qui lettera formato word

LETTERA MOBILITA TELECOM

CLICCARE SULL'IMMAGINE PER INGRANDIRE


SINTESI ACCORDO MOBILITÀ – 4 AGOSTO 2010

Stamani abbiamo firmato l'accordo. Dal testo si capiscono gli aspetti tecnici che meritano alcuni approfondimenti.

Vediamo da dove siamo partiti.

L'azienda ha dichiarato 4350 FTE in esubero nel dicembre 2008; nel luglio 2009 abbiamo fatto i contratti di solidarietà per 470 lav della directory assistance (ADE e 1254), all'inizio del 2010 l'azienda ha dichiarato 6822 esuberi, fino all'attivazione della procedura di licenziamento per mobilità per 3700 lavoratori fino a giugno 2011 (metà piano industriale).

Tralascio le analisi sindacali sul (finto) piano industriale che si possono trovare nei comunicati nazionali e regionali e vediamo i numeri.

L'azienda è partita dichiarando da subito la volontà di mandare in pensione o mobilità coatta tutti coloro che hanno maturato i requisiti o che li avrebbero maturati nel periodo di mobilità (per l'azienda c'erano 674 che potevano andare in mobilità secondo l'accordo del 2008; 786 lav in mobilità fino al 2011; 546 pensionabili al 12-2009 e 285 pensionabili al 12-2010: tutti numeri ruotati apparentemente senza logica alcuna).

Dopo l'apertura della procedura di licenziamento abbiamo aperto le procedure per lo sciopero che abbiamo fatto in tutta italia, anche se in date diverse, con ottimi risultati di partecipazione (almeno in toscana).

E' intervenuto il governo che è riuscito a far ritirare la procedura all'azienda, anche se solo per 15 giorni.

Ieri è cominciata la trattativa dopo alcuni incontri tutti inutili.

Riporto in estrema sintesi l'andamento della trattativa, conclusa stamani alle 7,00.

Per noi al tema degli esuberi si è da sempre sommato i problema dei lav andati in mobilità con l'accordo del 2008 e che hanno avuto uno slittamento della pensione di 12 mesi grazie alla manovra vergognosa del governo: in tutto più di 3000 lavoratori che si trovano ad oggi a dover aspettare 12 mesi prima di riscuotere la pensione.

Poi c'è da parte nostra la disponibilità a parlare di mobilità, ma solo se volontaria, e a gestire i 1300 lavoratori dichiarati in esubero dall'azienda con strumenti alternativi agli ammortizzatori sociali e abbiamo da subito proposto la mobilità professionale a seguito di percorso di formazione; siamo invece stati sempre indisponibili alla mobilità/pensione coatta per 920 lavoratori e alla mobilità territoriale.

Inoltre ci sono i problemi della solidarietà alla DA (1254, ade, ecc.) e il problema dei 646 esuberi (poi “trasformati” in 407 contratti di solidarietà dall'azienda) di SSC, cioè i colleghi dell'informatica esternalizzati.

A questo punto i licenziamenti dichiarati dall'azienda fino a giugno 2011 sono: 3700, di cui 1300 “senza paracadute”, più 470 del 1254/ade, più 407 di SSC, più 920 coatti, per un totale di circa 5500 licenziamenti.

Rimangono i temi industriali che abbiamo sempre portato avanti con l'azienda e che si ritrovano nell'accordo.

L'accordo prevede i seguenti punti:

1) 3900 in mobilità volontaria, di cui 200 sono lav che sono rimasti esclusi dall'accordo del 2008 per la dichiarazione sbagliata da parte dell'azienda delle aliquote provinciali e 200 “presi” dai 1300 “senza paracadute” che quindi diventano 1100;

2) percorso formativo per 1100 FTE mediante l'utilizzo della solidarietà: tale solidarietà è diversa da quella applicata al 1254/ade, in quanto non prevede una riduzione oraria, ma solamente che parte dell'orario viene dedicato alla formazione e pagato tramite la solidarietà; sul tema è previsto un incontro tecnico dopo le ferie per analizzare dove si applica, per quanti lavoratori e con che modalità;

3) ai circa 3000/3500 lavoratori già in mobilità (ex-accordo 2008) l'azienda riconoscerà la copertura economica per il periodo di scopertura dovuta alla manovra del governo, salvo che non se ne faccia carico il governo (e sarebbe la prima cosa che fa...)... l'azienda ha dichiarato che questo “giochino” costa 55 milioni di euro;

4) nessun pensionamento/mobilità coatta;

5) Per 1254/ade e SSC si prevede lo stesso percorso formativo e solidarietà con l'obbiettivo di reimpiegare i lavoratori formati in altre strutture per quanto riguarda il 1254/ade e di riutilizzare i lav ssc in attività oggi svolte da personale esterno (consulenti);

6) a sostegno di questi numeri c'è la dichiarazione di non esternalizzare, né societarizzare nessun pezzo dell'azienda, comprese le attività dell'informatica che rimangono dentro il gruppo; rimane in sospeso la questione della “grande TCC” (tele contact center, il call center del gruppo telecom) che ad oggi è bloccata, ma ancora non in maniera definitiva;

7) l'accordo vale fino alla fine del 2012.

Importanti sono anche la definizione del perimetro aziendale e dell'internalizzazione delle attività sia alla rete, che al customer che in IT/SSC; per quanto ri guarda le sedi piccole che dal 2008 l'azienda vuole chiudere, l'azienda utilizzerà la mobilità professionale sia verso la rete che verso il telelavoro.

L'accordo esclude la mobilità territoriale/trasferimenti collettivi.

Su alcuni punti dovremo fare delle verifiche previste dall'accordo che serviranno per gestire al meglio tutte le situazioni.

Faremo le assemblee a settembre per spiegare come stanno le cose.

Ciao

samuele

Dichiarazione di Emilio Miceli

Con quest'accordo chiudiamo una vertenza lunga due anni. E' un buon
risultato per i lavoratori di Telecom e per il sindacato tutto. Abbiamo
dimostrato che si possono gestire situazioni difficili con equilibrio e
senza ricorrere ai licenziamenti.

L'accordo e' basato sulla volontarieta' della mobilita' per
i lavoratori e trova nella scelta strategica dello strumento della formazione la soluzione migliore per rispondere a problemi obiettivi di riorganizzazione
dell'impresa. E' un accordo contro la logica spietata del
licenziamento facile, della mobilita' selvaggia in uscita.

Forse quest'accordo varra' la pena di leggerlo per capire che altre
strade, rispettose dei bisogni e dei diritti dei lavoratori, possono essere
percorse.


Dichiarazione di Emilio Miceli
Segretario generale Slc/Cgil

L'accordo con Telecom e' anche un modello possibile di relazioni industriali
e di gestione nuova, moderna, degli esuberi. Mettere al centro la formazione
professionale, significa cominciare anche a cambiare la cultura in azienda,
in fabbrica. Anche Telecom avrebbe potuto delocalizzare, a est, nel sud
magrebino, in Argentina come ha fatto la Fiat con Termini Imerese. L'accordo
di oggi e' anche una sfida dell'impresa italiana che vuole mantenere, in un
quadro competitivo non minore di quello dell'auto, piedi e testa in Italia.
E' una scelta più' difficile, non c'e' dubbio, ma e' una scelta anche
nell'interesse del proprio paese. Bisognerebbe guardare con maggiore
curiosita' ed attenzione a questo accordo. Di mezzo c'e' un pezzo della
cultura e delle relazioni industriali di questo paese.

Roma, 4.8.2010

Accordo sugli esuberi Telecom: «mobilità volontaria» per 3900 dipendenti

È stato firmato l'accordo sugli esuberi Telecom Italia al tavolo governo-azienda-sindacati. L'intesa, raggiunta dopo 20 ore di negoziato ininterrotto, prevede 3.900 uscite in mobilità volontaria nel triennio. Lo ha annunciato il segretario generale della Fistel Cisl, Vito Vitale. Delle 3.900 uscite, 3.700 sono nuove e 200 sono rimanenze del precedente accordo del 2008. L'accordo prevede anche riconversione professionale e contratti di solidarietà per oltre duemila dipendenti.

L'accordo siglato con la Slc-Cgil, la Fistel-Cisl, la Uilcom e l'Ugl - spiegano i sindacati - prevede l'avvio della mobilità volontaria per circa 3.900 lavoratori nel 2010-2012, destinata soprattutto ai dipendenti che potranno raggiungere i requisiti pensionistici. Inizialmente, invece, i piani di Telecom prevedevano circa 6.800 esuberi complessivi nel triennio. Resta inoltre invariato il perimetro aziendale e di gruppo e non ci saranno nuove esternalizzazioni.

La formazione e i contratti di solidarietà coinvolgeranno circa 2.200 persone. In particolare, per i 1.300 lavoratori senza protezioni sociali è previsto un piano che porterà alla riqualificazione e a un reimpiego in altri settori aziendali. Per gli addetti della Ssc si attivano circa 470 contratti di solidarietà associati alla formazione, mentre per il servizio «1254» (call center ndr...) è prevista una proroga dei contratti di solidarietà per altri due anni e un piano formativo di riqualificazione, insieme a un ulteriore utilizzo del telelavoro.

Per i lavoratori ex Tils (Telecom Italia Learning Services), inoltre, grazie anche ai percorsi formativi previsti per i colleghi di altri settori o aziende, c'è l'impegno di riassunzione in Hr Services. Altri circa 3mila dipendenti già in mobilità per una vertenza precedente, che con la manovra economica hanno visto slittare in avanti la data utile per ricevere la pensione, si è ottenuta la copertura del 90% della retribuzione per i periodi eventualmente scoperti.

il sole 24 ore

Telecom Italia, raggiunto l'accordo con i sindacati

Raggiunto l'accordo tra Telecom Italia e i sindacati sulla questione relativa agli esuberi, previsti nel piano industriale della società telefonica. L'intesa, trovata dopo quasi 24 ore di discussione, prevede l'attivazione per 3.900 dipendenti di una mobilità ordinaria su base volontaria nel biennio 2010-2012.

Per altri 2.220 lavoratori verranno adottati invece percorsi di formazione con contratti di solidarietà. La firma dell'accordo sarà ufficializzata alle 12. Grande soddisfazione per l'accordo raggiunto con Telecom è stata espressa dalla Cisl.

L'intesa "in un momento di grave crisi occupazionale salvaguarda posti di lavoro, dà concrete prospettive di sviluppo all'impresa e attraverso i contratti di solidarietà e i corsi di formazione professionale limita di molto gli esuberi dando continuità lavorativa a migliaia di persone", ha commentato a caldo Annamaria Furlan, segretario confederale della Cisl.

Mentre la Uilcom osserva che nell'accordo è stato mantenuto "saldo il principio della volontarieta'" e l'azienda è stata impegnata "ad attuare una vera politica di reinternalizzazione delle attività specificatamente nell'ambito del settore rete".

La Uilcom, ha precisato il segretario generale Bruno Di Cola, ha fortemente spronato l'azienda circa l'utilizzo della formazione quale strumento moderno ed efficace, nonché come ammortizzatore sociale che permette di riqualificare e quindi reintegrare a pieno titolo migliaia di lavoratori nel ciclo produttivo non depauperando l'immenso patrimonio professionale di cui l'azienda dispone.

A piazza Affari il titolo Telecom Italia scende però come il mercato dello 0,97% a 1,02 euro. Ieri, durante la conference call per la presentazione dei dati, il management di Tim Brasil, controllata da TI, ha ribadito gli obiettivi per il 2010, in linea con le attese degli analisti.

Il management ha inoltre confermato che la strategia del gruppo continuerà a essere focalizzata unicamente sulla telefonia mobile, ambito che rappresenta grandi opportunità di business. Intanto fonti di stampa riportano trattative di Telecom Italia per restare nel capitale di Sofora a fianco della famiglia Werthein: oggi potrebbero esserci maggiori dettagli insieme ai risultati trimestrali di Telecom Argentina.

Milano Finanza

SIAMO IN ATTESA DEI TESTI DA PARTE DEL NAZIONALE, SI PRESUME CHE ARRIVINO NEL POMERIGGIO

TELECOM: PARTI PIU' VICINE, VERSO ACCORDO DOMANI SU ESUBERI

22:47 03 AGO 2010

(AGI) - Roma, 3 ago. - Intesa piu' vicina tra Telecom e sindacati sugli esuberi: secondo quanto si apprende la firma dovrebbe arrivare domani in tarda mattinata. La trattativa al ministero dello Sviluppo Economico, dopo quasi 12 ore, e' ancora in corso ma le parti avrebbero superato uno dei punti piu' critici: Telecom, come hanno annunciato i sindacati, ha aperto sulla mobilita' volontaria. Si discute anche sul piano industriale. Alla firma dovrebbero essere presenti anche il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, e il viceministro dello Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni, Paolo Romani.
L'accordo dovrebbe riguardare la mobilita' volontaria per 3.500 dipendenti e percorsi di formazione con il ricorso di contratti di solidarieta' per circa 2.100 persone. .

AGI

03 agosto, 2010

Telecom Italia apre su mobilità volontaria per esuberi

ROMA 3 agosto (Reuters) - Il confronto tra sindacati e Telecom Italia (TLIT.MI: Quotazione) va avanti dopo che l'azienda si è detta d'accordo ad affrontare i problemi di esuberi di personale utilizzando solo la mobilità volontaria.

Lo hanno detto i sindacati uscendo per un breve break prima di riprendere la trattativa con la compagnia telefonica.

"C'è stata una totale apertura dell'azienda rispetto alla nostra richiesta di affrontare le questioni del personale solo con lo strumento della mobilità volontaria", ha detto Emilio Miceli segretario generale del sindacato lavoratori comunicazioni SLC.

Oltre ai 3.000 dipendenti già in mobilità, Telecom ha annunciato per il triennio fino al 2012 la necessità di alleggerirsi di altri 5.720 dipendenti. Per 3.700 di questi l'azienda a metà luglio aveva inviato le lettere di messa in mobilità. La procedura è stata poi congelata per fare spazio alla trattativa sollecitata dal governo.

I sindacati, in un documento presentato la settimana scorsa, hanno chiesto all'azienda che la gestione dei 3.700 esuberi sia affrontata con la mobilità volontaria e un piano straordinario di formazione professionale.

A Telecom Italia è stato anche chiesto di pagare ai 3.000 lavoratori, già in mobilità, un altro anno di indennità perchè, a causa dello slittamento delle finestre previdenziali disposto in manovra, rischiano di rimanere senza stipendio per 12 mesi.

routers ore 16.49

Telecom,Trattativa-fiume su esuberi, tavolo continua a ministero
Azienda ha aperto su mobilità volontaria,si cerca chiudere intesa

Roma, 3 ago - Trattativa-fiume per il tavolo tra Telecom, Governo e sindacati sulla questione esuberi. L'incontro al ministero dello Sviluppo economico va avanti dalla tarda mattinata e, dopo l'apertura aziendale sulla mobilità volontaria nel pomeriggio, si cerca di raggiungere l'accordo. L'attenzione è ora concentrata soprattutto sugli elementi del piano industriale, con la richiesta dei rappresentanti dei lavoratori di garanzie sul perimetro aziendale e sulle societarizzazioni.

In particolare la Slc-Cgil, pur apprezzando i "passi in avanti", ha chiesto di chiarire alcuni punti chiave, come il destino dell'informatica. E sono indispensabili poi, secondo la Cgil, garanzie precise sul perimetro aziendale.

Il tavolo prosegue a oltranza e i tempi del negoziato sembrano prolungarsi ancora, ma se si dovesse arrivare a un accordo nella notte - spiegano fonti ministeriali - per il Governo dovrebbe giungere il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi.

APCOM

Telecom: verso mobilità volontaria, trattativa prosegue

Apertura totale alla mobilità volontaria, la trattativa sugli esuberi alla Telecom va avanti. Lo riferiscono i sindacati in una pausa del confronto che si tiene al ministero dello Sviluppo economico tra rappresentanti dell'azienda, del governo e delle organizzazioni sindacali. A darne notizia è l’agenzia Agi. “C’è l'apertura totale dell’azienda sulla mobilità volontaria”, dice il segretario generale di Slc Cgil Emilio Miceli. “Ci sono i presupposti per andare avanti”, gli fa eco Vito Vitale della Fistel Cisl. Per la Telecom sono presenti il responsabile del personale, Antonio Migliardi e il responsabile relazioni industriali, Onofrio Capogrosso.

rassegna.it