27 dicembre, 2006

Wi-Max, c'è l'accordo tra ministeri


Prezzi più bassi, e banda larga anche per le zone rurali
L'Italia apre a una tecnologia diffusa in tutta Europa


di ALESSANDRO LONGO

ROMA - Partiranno a giugno le prime licenze Wi-Max italiane, tecnologia senza fili che promette di spargere la banda larga ovunque sul territorio. I Ministri della Difesa (Arturo Parisi) e delle Comunicazioni (Paolo Gentiloni) hanno raggiunto l'accordo a cui stavano lavorando dai primi giorni del nuovo governo. Le frequenze deputate al WiMax (3,4-3,6 GHz), infatti, sono ancora controllate dalla Difesa e devono passare alle Comunicazioni perché la tecnologia possa partire.

La Difesa ha diritto a un rimborso, da parte delle Comunicazioni, per cedere le frequenze. Dovrà infatti riallocare i propri sistemi radar fissi e mobili e gli assetti di telecomunicazione, spostandoli su altre frequenze.

Solo oggi, dopo qualche mese di trattative, Parisi e Gentiloni si sono messi d'accordo sulla cifra e sulle modalità di passaggio. "Gli investimenti necessari deriveranno in parte da appositi capitoli del bilancio dello Stato ed eventualmente anche dal mercato Wi-Max", spiega una nota del Ministero delle Comunicazioni.

Le frequenze disponibili. Si è deciso quindi che entro febbraio il tavolo tecnico istituito dai due Ministeri stilerà un calendario operativo per arrivare al lancio. Si attendono anche i risultati della consultazione WiMax che è in corso presso l'Autorità Garante delle Comunicazioni (Agcom). Spetta ad Agcom, infatti, decidere i criteri delle aste con cui il Ministero delle Comunicazioni assegnerà le licenze agli operatori interessati. Al momento è noto soltanto che i lotti iniziali di frequenze WiMax, resi disponibili, saranno pari a 35+35 MHz, ripartibili anche su diverse macroaree nazionali.

Una tecnologia innovativa. "È una splendida notizia", commenta per Repubblica. it Maurizio Dècina, ordinario di reti e telecomunicazioni presso il Politecnico di Milano. Negli anni scorsi Dècina aveva in più riprese messo il dito nella piaga, denunciando i ritardi del Wi-Max italiano. "Speriamo che il Governo voglia continuare con una politica di riutilizzo dello spettro radio a favore di tecnologie innovative".

Ed innovativo il Wi-Max promette davvero di esserlo. L'Italia, a riguardo, è stata finora la cenerentola d'Europa: il solo Paese dove non ci siano state ancora aste Wi-Max. In Francia, Germania, Spagna e Regno Unito (tra gli altri) già sono arrivate le prime offerte, in alcune regioni. Il governo Berlusconi, infatti, non era riuscito a mettere d'accordo i due Ministeri per il passaggio delle frequenze, mentre altrove in Europa si è fatto in fretta.

Eppure l'Italia è uno dei Paesi che più ha bisogno del Wi-Max. Per due motivi: per coprire i buchi della nostra copertura banda larga e per rendere più vario il mercato. Il Wi-Max di cui si parla oggi, infatti, è quello da postazione fissa (standard Ieee 802.16d), che funziona da casa o dall'ufficio un po' come l'Adsl. Ci si connette con un computer dotato di scheda Wi-Max o tramite un'antenna posta all'esterno dell'abitazione e collegata alla scheda Ethernet del Pc. Grazie alla tecnologia wireless, è possibile trasportare così il segnale veloce di accesso a Internet anche laddove sarebbe troppo costoso per gli operatori cablare la fibra ottica o attivare l'Adsl.

Risposta al digital divide. È insomma una soluzione al digital divide, che affligge molte regioni italiane (a causa soprattutto della nostra orografia). Come denunciato qualche settimana fa dalla Commissione Europea, da noi le zone rurali sono coperte al 44 per cento, contro una media UE del 65 per cento. Il WiMax, contro il digital divide, serve in due modi: o come tecnologia da ultimo miglio (per portare l'accesso direttamente nelle case o negli uffici) oppure come tecnologia di trasporto, per creare le infrastrutture di base (in alternativa alla fibra ottica) sulle quali gli operatori possono poi installare apparecchiature Adsl.

Grazie ai prezzi bassi delle offerte, però, il Wi-Max sta diventando anche un concorrente diretto dell'Adsl, in altri Paesi europei. Per esempio, Altitude in Francia offre WiMax a 4/4 Mbps, a 59 euro al mese. My Qube sta per lanciare in Germania un'offerta Wi-Max 3/3 Mpbs, a 20 euro al mese. Incluse illimitate telefonate verso numeri di rete fissa (via VoIP). Il Wi-Max potrebbe dare quindi una scossa al nostro mercato banda larga, che, rispetto al resto d'Europa, è eccezionalmente fondato sulle infrastrutture di rame di Telecom Italia.

Il Wi-Max potrebbe fare nascere una concorrenza più agguerrita, perché più indipendente dalle infrastrutture Telecom, e incoraggiare la discesa dei prezzi, l'aumento delle velocità reali delle connessioni. Se tutto va bene, significa favorire la diffusione della banda larga nel Paese, a beneficio di utenti, aziende e pubbliche amministrazioni.


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(27 dicembre 2006)

A MEMORIA DI DUE GIUNTISTI VISIONARI CHE NEL NOVEMBRE DEL 2004 FURONO MESSI ALLA GOGNA PER AVER SOLLEVATO QUESTO ARGOMENTO DURANTE LA DISCUSSIONE DELLA BOZZA DEL CCNL

Sicuramente i più coraggiosi sono coloro che hanno la visione più chiara di ciò che li aspetta, così della gioia come del pericolo, e tuttavia l'affrontano (Stendhal)

23 dicembre, 2006

AUGURI DI BUONE FESTE

21 dicembre, 2006

Telecom Italia: nuova struttura divisa in 4 business unit sotto guida Ruggiero


(Teleborsa) - Roma, 21 dic - In merito alle indiscrezioni circolate in questi giorni, relative all'assetto organizzativo del Gruppo, Telecom Italia ribadisce che verrà adottato un modello organizzativo funzionale alla più efficiente realizzazione delle linee strategiche della convergenza tra telecomunicazioni fisse, mobili, internet a banda larga e contenuti media, già comunicate al mercato il 25 ottobre scorso.
Tale modello organizzativo, informa una nota, si basa sulla costituzione di quattro Business Unit (fisso, mobile, rete e Top Client/ICT) alle dirette dipendenze dell'Amministratore Delegato Riccardo Ruggiero, il quale risponde al Vice Presidente Esecutivo Carlo Buora, in piena sintonia e secondo i criteri di trasparenza, flessibilità ed efficienza già delineati.

21/12/2006 - 18:55

19 dicembre, 2006

PRIME CONSIDERAZIONI SULLA CREAZIONE DELLA NUOVA BUSINESS UNIT DI RETE


Dopo otto giorni dall'incontro delle segreterie con Guido Rossi cerchiamo di realizzare alcuni concetti emersi da quello scarno comunicato stampa.E dal passaggio del comunicato Nazionale del 14 u.s.

[• procedere alla realizzazione di una Business Unit in ambito esclusivo Telecom Italia per quanto riguarda la Rete di nuova generazione nella piena tutela occupazionale dei lavoratori.]

[ Ha escluso anche lo scorporo di Tim da Telecom Italia ed ha sottolineato che sono in corso incontri con l'Autority per la definizione del Business Unit (cavi fibra e rame) sulla rete di accesso che non comprende le centrali e la piattaforma tecnologica.(AGI 11 dicembre ore 19,25)]

Allora, come si legge sopra l'indirizzo aziendale è quello di procedere alla creazione di una BUSINESS UNIT di RETE, nella quale confluiscano alcune attivita' di rete. Ci dicono che sono in corso incontri con l'AGCOM per definirne i perimetri, addirittura alcuni ci riferiscono che l'azienda avrebbe chiesto "alcuni consigli"alle OOSS.
Nel merito la B.U. non è un male anzi a prima vista è sicuramente piu' vantaggiosa rispetto all'esperienza Britannica, e non nuova in TI (ricordate DATACOM?).

Prendendo atto di tutto questo, ci risulta ad oggi che in azienda si stia procedendo o meglio continuando sul progetto di cessione della rete rame a CANONE alle aziende appaltatrici (argomento gia' trattato su questo blog con un post del 29 giugno che riprendeva alcuni passaggi di Crocetti alla convetion Toscana).E' evidente che la cosa non puo' che creare dei dubbi, questi derivano dal metodo che verra' attuato della concessione a CANONE, quali saranno i PERIMETRI, quali saranno le ATTIVITA' che rimarranno al personale sociale, i confini chiari tra attivita' MOS-MOI e la cosa più importante i controlli sull'operato del CONCESSIONARIO.
A questo punto si posssono ipotizzare alcune cose:

Primo si decide di dare tutto all'APPALTO in quelle zone scoperte da personale sociale

Secondo si da all'APPALTO l'assurance del RTG e del RAME ed il Delivery OPA, e si mantiene al MOS il DELIVERY e l'assurance di clientela elevata e ADSL.

Terzo si fa come adesso che si fa fare l'assurance all'APPALTO e poi quando il cliente denuncia va il MOS.

UN GRAN PASTICCIO, un gran pasticcio anche la definizione dell'ultimo miglio e di chi gestira' la NGN2, i NS rappresentanti in delegazione ci dicono che "the last mile" sara' considerata la distanza dai Reparti Linea di nuova generazione ai clienti, va bene, ma nella fase transitoria come funzionera'? Chi sara' a gestire il back bone al RL? Chi seguira' i lavori, chi effettuera' i collaudi?

Ci troviamo di fronte ad un gran bel MARASMA,da una parte (la NS) una gran confusione sul ruolo, dall'altra parte una gran confusione sui modi.

Speriamo di non aver a che fare con quelle grandi menti che riuscirono nella scissione dell'atomo (leggi arrosto GIUNTISTI).

14 dicembre, 2006

Telecom Italia: dismessi nuovi immobili. Incassata plusvalenza di circa 11 mln di euro


Telecom Italia comunica che, nell’ambito del programma di dismissione di immobili per un valore totale di oltre 1 miliardo di euro, approvato dal Cda lo scorso 21 dicembre, oggi è stato realizzato l’apporto da parte di Olivetti Multiservices, società controllata al 100%, di un’ultima tranche di 33 immobili al fondo immobiliare di tipo chiuso denominato Raissa.
Il valore dell’apporto è pari a circa 30 milioni di euro, con una plusvalenza lorda consolidata di circa 11 milioni di euro. Il totale dei conferimenti al fondo Raissa ha determinato un impatto positivo sull’indebitamento finanziario del gruppo di circa 570 milioni di euro, al lordo delle imposte.
Le quote del fondo Raissa sono state cedute ad investitori istituzionali facenti capo a The Morgan Stanley Real Estate Funds; Pirelli & C. Real Estate partecipa al fondo in via minoritaria in joint venture con i medesimi fondi.

COMMENTI?

13 dicembre, 2006

Accordo con i sindacati: contratto a tempo indeterminato per 6300 precari

Atesia e non solo. Sono 6300 i lavoratori dei call center che otterranno un contratto a tempo indeterminato e usciranno dalla precarietà grazie all´intesa siglata dal gruppo Almaviva e dai sindacati. L'accordo che «non ha precedenti nella storia italiana negli ultimi dieci anni» prevede l'assunzione entro il 2007 di tutti gli attuali lavoratori a progetto in forza presso le Società Atesia, Cos, Alicos ed InAction. Quattromila i lavoratori impegnati in attività inbound (servizio alla clientela) e 2.500 in outbound, ovvero nelle campagne promozionali e pubblicità di nuovi prodotti e servizi.

«Siamo andati oltre la circolare Damiano sui call center – afferma il segretario della Uilcom Di Cola - speriamo che questo apra la strada alla regolarizzazione anche negli altri call center»

Alla fine del percorso di regolarizzazione il Gruppo Almaviva occuperà nel solo settore dei call center circa 11.000 dipendenti (di cui oltre il 97% a tempo indeterminato), evitando il ricorso alla tipologia contrattuale del lavoro a progetto. «Auspichiamo che questo percorso virtuoso di stabilizzazione, di cui il Gruppo Almaviva è stato precursore - afferma una nota dell´azienda - possa avviare in concreto un processo di normalizzazione all'interno dell'intero settore dei Call Center in outsourcing, e porti a un sostanziale cambiamento del mercato di riferimento basato sempre meno su logiche di massimo ribasso e sempre più su logiche di massima qualità».

Ora, sottolinea Nicoletta Rocchi della Cgil, «la contrattazione deve estendersi agli altri call center dove sono ancora presenti circa 55 mila lavoratori a progetto, raggiungendo parità di diritti, condizioni e costi per tutto il settore, anche con il ruolo determinante che dovranno svolgere le grandi imprese committenti».
Dall'UNITA' ON-LINE

11 dicembre, 2006

TELECOM: SINDACATI, ROSSI HA ESCLUSO CESSIONE TIM BRASILE



Nessuna vendita di Tim Brasil e nessuno scorporo di Tim da Telecom Italia: lo ha annunciato lo stesso presidente delle societa' di tlc, Guido Rossi, nel corso di un incontro con i sindacati. "Il Presidente Guido Rossi ha riconosciuto il ruolo fondamentale dei lavoratori e delle Organizzazioni Sindacali per il raggiungimento dei risultati aziendali", ha detto Bruno Di Cola, Segretario Generale Uilcom, dando un giudizio positivo dell'incontro con il management di Telecom.
Nel corso dell'incontro, si legge nella nota sindacale, Rossi ha smentito che sia in atto la vendita di Tim Brasile "anche se sono pervenute delle offerte". Ha escluso anche lo scorporo di Tim da Telecom Italia ed ha sottolineato che sono in corso incontri con l'Autority per la definizione del Businnes United (cavi fibra e rame) sulla rete di accesso che non comprende le centrali e la piattaforma tecnologica.
"Possiamo definire l'incontro positivo - ha concluso Bruno Di Cola - in quanto ha fugato i dubbi che erano alla base della mobilitazione del 3 ottobre". I sindacati hanno convocato il coordinamento di Telecom per un vertice con i dirigenti aziendali. (AGI)

(11 dicembre 2006 ore 19.25)

09 dicembre, 2006

Bankitalia: per lo sviluppo bisogna puntare sulla qualità del lavoro



È il capitale umano, ancor più che la ricerca o le infratrutture, il fattore che alimenta lo sviluppo economico di un Paese. Lo afferma una ricerca pubblicata in uno degli ultimi "Temi di discussione" di Bankitalia. Tutto sta a guardare le cose nella giusta prospettiva. Una prospettiva di lungo periodo: «I risultati dell'analisi - scrivono gli studiosi della Banca d´Italia - mostrano che esiste una relazione di lungo periodo, statisticamente significativa, tra livelli di produttività, capitale umano, capitale pubblico e attività di ricerca e sviluppo. E il capitale umano - spiegano - sembra avere l'impatto quantitativamente maggiore sulla produttività regionale: in base ai risultati delle stime, infatti, un suo aumento dell'1% accresce la produttività di circa 0,4 punti percentuali, mentre un analogo incremento del capitale pubblico innalza la produttività di circa 0,1 punti».

Ma cosa significa puntare sul capitale umano? Il ministro del lavoro Cesare Damiano non ha dubbi: vuol dire investire sul lavoro. «Formazione e in aggiornamento», certo, ma anche «stabilità di impiego e sicurezza». Tocca alle imprese ora cambiare una politica che in questi anni ha scelto «i bassi costi e quindi la mancata valorizzazione della risorsa umana».

«Ha ragione Bankitalia – concorda Marigia Maulucci della Cgil - Occorre investire per rafforzare la qualità del lavoro, la sua formazione e riqualificazione se davvero il nostro modello di specializzazione produttiva intende recuperare produttività e competitività. Se Confindustria si convincesse di questa priorità, oggi sostenuta da una fonte così autorevole, ragionare di produttività e competitività risulterebbe molto più agevole».

AGGIUNGIAMO SONO ANNI CHE SI VA SOSTENENDO QUESTA TESI.............MA SE LO DICE BANCA D'ITALIA ALLORA.................

08 dicembre, 2006


Italiani al lavoro stressati e meno soddisfatti dei colleghi europei

Italiani meno soddisfatti del lavoro rispetto ai colleghi europei. Lo attesta la quarta indagine europea sulle condizioni di lavoro condotta dalla Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro. Tra i lavoratori italiani il sintomo sanitario più comune associato al lavoro è lo stress, dichiarato dal 27% dei lavoratori, rispetto al 22% descritto dai colleghi europei.
Solo il 51% dei lavoratori italiani gode di sostegno e assistenza da parte dei colleghi, rispetto al 67% che si registra fra gli altri lavoratori europei. Anche l’assistenza di un superiore gerarchico è peggiore (34% contro il 56% segnalato negli altri Paesi dell’Unione europea) e si lavora poco in gruppo (39% contro il 55% degli altri Paesi europei).


Montezemolo: "In Italia? Ci sono troppi fannulloni"

“L’Italia? Una barca in cui una metà rema mentre l’altra è seduta a poppa, ringrazia, non produce e succhia le ruote di chi rema. Ci sono troppi fannulloni. E la sinistra italiana? Una parte frena sulle scelte da fare”. Queste le parole del Presidente della Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, in occasione dell’inaugurazione della Scuola superiore di amministrazione del Ministero dell’Interno.


NON EVADERE IL FISCO STRESSA E RENDE FANNULLONI!!!!!!

05 dicembre, 2006

COMUNICATO STAMPA SULLA BOZZA RINNOVO BIENNIO ECONOMICO CCNL



I sindacati delle telecomunicazioni SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL,
hanno definito insieme ai delegati e alle strutture facenti parte del
coordinamento di settore, la proposta di piattaforma per il rinnovo del
biennio economico che coinvolgerà circa 120 mila lavoratori.

La richiesta salariale è di 111 (centoundici) euro in più medi a regime per il 5° livello (100 per il 4°).

Una richiesta che si fa carico non solo dell'inflazione, ma anche di una crescita economica prevista e un andamento del settore positivo.

In più si è deciso di proporre alla controparti di avviare da subito un percorso, attraverso una commissione paritetica, per estendere a tutti ilavoratori del settore l'assistenza sanitaria integrativa.


Emilio Miceli, Segretario Generale SLC - CGIL, così commenta: - Una scelta quest'ultima che dovrà portare, al termine del quadriennio normativo, a
riconoscere nel CCNL il diritto per tutti i lavoratori del settore, in
particolare quelli delle imprese medie e piccole e quei lavoratori precari
per cui siamo tutti impegnati alla stabilizzazione (anche attraverso le
norme previste in Finanziaria). Un diritto oggi presente solo in pochi grandi gruppi. -

- Infine come SLC-CGIL in particolare - prosegue Miceli - dopo la prima positiva esperienza legata all'ultimo CCNL, segnaliamo che il rinnovo del
biennio economico sarà l'occasione per la definizione di regole e strumenti
certi per favorire la partecipazione di tutti i lavoratori e le lavoratrici
sia nella conferma della proposta di piattaforma, che nella validazione
dell'eventuale ipotesi conclusiva, anche attraverso il diritto riconosciuto
ai lavoratori del voto segreto e del referendum confermativo sull'ipotesi di
chiusura.

UNA VOLTA TANTO TEMPO FA, ANCOR PRIMA CHE MOLTI DI NOI NASCESSERO LE BOZZE RIVENDICATIVE NASCEVANO DALLA BASE, CI SI RIUNIVA, SI DISCUTEVA ANCHE ASPRAMENTE E POI SI FACEVA UNA SINTESI CHE TENESSE CONTO DELLE COSE CHE POTEVANO ESSERE RAGGIUNTE CON UNA LOTTA. OGGI CI ARRIVA PRECONFEZIONATO UNO SCARNO COMUNICATO STAMPA.
SARANNO I TEMPI CHE CAMBIANO (VEDI QUESTIONE 5° LIVELLO).............MA A NOI QUESTA MODERNITA' UN VA NE SU NE GIU'.
ASPETTIAMO CON FIDUCIA L'INTEGRATIVO TELECOM E LE PICCOLEZZE QUALI L'AZIENDA DI RETE............