ABBIAMO DECISO DI APRIRE QUESTO SPAZIO PER POTER DISCUTERE DEI PROBLEMI E DELL'ORGANIZZAZIONE DEI TECNICI TELECOM CHE OPERANO IN OPEN ACCESS, QUESTO VUOLE ESSERE UN LUOGO DI DISCUSSIONE E CONDIVISIONE DELLA NOSTRA ATTIVITA'.
"Avere un problema e cercare di risolverlo da soli è avarizia, accorgersi che il mio problema è anche di altri e cercare di risolverlo insieme, questo è politica" DON MILANI
13 settembre, 2006
COMUNICATO STAMPA DI NICOLETTA ROCCHI, SEGRETARIA CONFEDERALE CGIL E EMILIO MICELI, SEGRETARIO GENERALE SLC-CGIL
La verità è che, anche nell’incontro odierno, dietro le reticenze, i giri di parole, le sottili interpretazioni delle decisioni del CDA Telecom, hanno deciso di vendere TIM e di mettere sul mercato, anche la rete fissa, nascondendosi dietro le pressioni dell’Authority delle TLC.
Il fatto singolare è che a dirci queste cose è stato un gruppo dirigente fino a qualche giorno fa sprezzante verso chi ipotizzava scenari di gran lunga meno pesanti di quello delineato e formalizzato dal CDA.
C’è anche un problema di credibilità.
Noi abbiamo espresso la nostra radicale contrarietà al progetto di Tronchetti Provera non crediamo alle ragioni addotte per motivarlo. Non sono riferite ad un piano industriale ma ad una operazione finanziaria fatta dalla proprietà a danno dell’azienda.
Andremo avanti con le iniziative, confermiamo lo sciopero, e nella prossima settimana riuniremo i delegati a Roma per stabilire anche nuove iniziative.
Consideriamo molto importante il confronto con il governo, a cui abbiamo già richiesto un incontro urgente.
Telecom è un’infrastruttura strategica per il futuro del paese e, se vuole rimanere un forte operatore delle TLC, deve disporre di tutte le piattaforme per proseguire sul terreno della integrazione e della convergenza, anche e soprattutto se vuole rafforzare la sua identità verso i MEDIA.
Quindi non solo TIM deve rimanere italiana ma deve rimanere parte centrale del gruppo TELECOM.
13 settembre 2006
GIUDIZIO CISL, UIL
Sull’incontro odierno, il giudizio è totalmente negativo anche per la Cisl. Annamaria Furlan – segretario confederale – esprime tutta la delusione della propria organizzazione e conferma le preoccupazioni e le ragioni della contrarietà a questa operazione che i sindacati hanno già manifestato ripetutamente nelle giornate scorse.“È stato un incontro deludente su tutti i fronti – dice la Furlan - l’azienda, rappresentata dal management, nell’incredibile assenza della proprietà, non ha presentato nessun piano industriale né tanto meno ha addotto convincenti motivazioni a sostegno di questo che si configura come un vero e proprio stravolgimento di rotta rispetto a scelte strategiche del passato, la fusione, grazie alle quali l’azienda era riuscita a conseguire significativi risultati sia nel fisso che nel mobile”.
La mobilitazione dei lavoratori della Telecom , dichiara la Uil, e il confronto con il governo su questo tema, sono due momenti essenziali della battaglia sindacale per preservare e rilanciare un patrimonio tecnologico e occupazionale di altissimo livello. La Uil, dice una nota rilasciata oggi,, chiede all’azienda che il piano industriale sia coerente con la dichiarata intenzione di non procedere a dismissioni, mantenendo una sostanziale integrazione tra fisso e mobile.
E il sindacato conferma la necessità di avere anche il Governo come attore e mediatore dell’intera vicenda. C’è bisogno, infatti, dice la Uil, di regole adeguate in un settore a continua evoluzione tecnologica che siano in grado di garantire i consumatori ma, al tempo stesso, di consentire, a chi opera a questi livelli, l’attuazione di innovative soluzioni tecnologiche.
Sciopero, quindi, sempre più vicino. Ma la manifestazione estrema del dissenso sindacale non fa venire meno, così come ricorda la Cisl, la necessità di un tavolo urgente con Palazzo Chigi, il quale da oggi sembra avere una carta in meno da giocarsi, ovvero la golden share.
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