29 novembre, 2007

Per la rete rispunta la soluzione «newco»

LINK ARTICOLO sole24ore online

Dopo le dichiarazioni di circostanza e le scadenze mancate, per la rete Telecom ora si entra nel vivo. Il dialogo ripartirà a breve – un incontro tra il presidente dell'Agcom Corrado Calabrò e i nuovi vertici potrebbe esserci nel giro di una decina di giorni – e il modello inglese, cioè la separazione funzionale della rete d'accesso, potrebbe essere superato a favore della societarizzazione.
Non è un mistero che negli ambienti dell'Authority in questi giorni si respiri un'aria decisamente più leggera. Dopo le tensioni con Pistorio, la presidenza di Galateri appare di garanzia e la scelta di Bernabè al timone del business sembra destinata ad accelerare il dialogo sullo scorporo, forse anche riportando in auge la soluzione accarezzata durante le ultime settimane della presidenza di Tronchetti Provera.
Gradita all'entourage prodiano, la nomina del nuovo a.d. è arrivata dopo poco più di un anno dal piano del consigliere del premier Angelo Rovati, suggerito anche da Bernabè nel ruolo di vicepresidente di Rothschild Europa. All'epoca la soluzione prevedeva la societarizzazione della rete, con il 70% da collocare in Borsa e il 30% a vari soggetti come Cassa depositi e prestiti o fondazioni. Oggi potrebbe tornare di attualità, pur con le dovute varianti, a cominciare dalla quota di controllo e l'ingresso minoritario di soggetti diversi rispetto alla CdP.
Le condizioni, certo, sono molto diverse. Bernabè non è più un consulente ma opererà da a.d. dell'azienda e la cessione di una parte della rete, pur considerata da diversi soggetti finanziari una buona opportunità per ridurre il debito e trovare risorse per investire nella banda larga di seconda generazione, dovrebbe superare l'opposizione di Telefonica. Cesar Alierta ha sempre sostenuto un no secco all'ipotesi di scorporo, considerandolo un pericoloso precedente nelle mani dell'Authority spagnola.
D'altro canto, una scelta di spessore come Bernabè per affiancare Galateri va letta anche nel gioco di contrappesi da creare in cda al duo spagnolo Alierta-Linares. E, sebbene nessuno si sbilanci dopo le polemiche del caso Rovati, anche negli ambienti istituzionali ci si è fatta un'opinione. L'Authority assicura assoluta neutralità su questo punto (ciò che conta è la separazione; la societarizzazione sarebbe al massimo una scelta della società) ma è anche vero che una newco limiterebbe il rischio di conflitti nella fase di controllo sia verso chi gestisce la rete sia verso i concorrenti.
Non sfugge poi il fatto che la separazione societaria faciliterebbe il progetto di investimento sulla rete di nuova generazione, la cosiddetta «Ngn», allo studio del ministero dello Sviluppo economico (si veda «Il Sole-24 Ore» del 27 settembre) pronto a mettere a disposizione le risorse del Fondo aree sottoutilizzate per almeno 1 miliardo di euro. Nelle ultime riunioni tecniche, cui hanno partecipato anche esponenti del ministero delle Comunicazioni, tra le ipotesi è emersa quella di creare un grande "contenitore" in cui far confluire le infrastrutture fisiche e i cavidotti di diversi gestori e utilities per poi alimentarlo di fibra ottica che supporti collegamenti anche oltre 50 megabit al secondo.
Scenari ancora in evoluzione. Intanto l'Authority, dopo aver chiuso la consultazione pubblica, potrebbe aprire un procedimento formale sulla separazione già nel Consiglio in programma il 4 dicembre. Per ora ha esaminato i contributi pervenuti dall'ormai precedente gestione di Telecom, dai concorrenti e dai costruttori di apparati. Viene confermato quanto già noto: nel suo documento Telecom si dice disponibile a dialogare sulla separazione funzionale o sul rafforzamento dell'attuale separazione contabile solo in cambio di una netta riduzione degli attuali obblighi regolamentari (dal price cap ai test di prezzo) e chiarisce che ogni apertura riguarderebbe esclusivamente la vecchia rete in rame.
Ma le 75 pagine della consultazione sono state raccolte da maggio a luglio e vanno considerate alla luce delle novità degli ultimi mesi. Nel frattempo è arrivato il via libera brasiliano che ha sbloccato Telco; Bersani e Gentiloni lavorano a un grande progetto contro il digital divide e per la banda larghissima; Ruggiero, Pistorio e gli ultimi uomini dell'era pirelliana lasciano la scena e da lunedì al timone ci sarà un vertice designato dopo un lungo negoziato condotto dai nuovi soci e osservato con grande attenzione dalle istituzioni.

27 novembre, 2007

Telecom I.: in calendario giovedi' Cda Telco su nomine (fonte)

MILANO (MF-DJ)--E' stato convocato per giovedi' prossimo il Cda di Telco, holding che controlla il 23,6% di Telecom I., per l'approvazione della candidatura di Gabriele Galateri di Genola a presidente e Franco Bernabe' ad amministratore delegato di Telecom.

E' quanto si apprende da una fonte finanziaria. Il Cda straordinario di Telecom per la cooptazione dei nuovi manager dovrebbe tenersi lunedi' prossimo. glm


(END) Dow Jones Newswires

November 27, 2007 09:50 ET (14:50 GMT)

Copyright (c) 2007 MF-Dow Jones News Srl.

26 novembre, 2007

SCHEDE PERSONALI DI GENOLA E BERNABE'


LINK SCHEDA BERNABE'


LINK SCHEDA GALATERI

LA NOTIZIA: TELECOM, DOMANI OK CDA A BERNABE'-GALATERI(ORE17)

(AGI) - Milano, 26 nov. - I mercati finanziari salutano positivamente la fine del rito "bizantino" andato in scena col rinnovo dei vertici di Telecom Italia. Stamattina il comitato nomine di Mediobanca, in "sintonia" con il cosiglio di gestione, ha indicato "ufficialmente" Franco Bernabe' come amministratore delegato della societa' e Gabriele Galateri di Genola come Presidente. E a Piazza Affari, in una giornata contrastata, iniziata in rialzo per poi attestarsi intorno alla parita', il titolo Telecom, a poco piu' di mezz'ora dalla chiusura della seduta, fa segnare un progresso superiore all'uno per cento ed e' arrivato anche a toccare punte ben al disopra del due per cento.
Adesso tocca al consiglio di amministrazione di Telecom Italia, che secondo fonti coinvolte nell'operazione, "potrebbe essere convocato domani o al massimo dopo domani mattina". Per la sua convocazione, l'attuale presidente Pasquale Pistorio attende solo una "comunicazione formale" dall'azionista Telco e poi dara' il via alle procedure. E sara' il cda a "prendere atto" delle dimissioni, peraltro gia' annunciate, dello stesso Pistorio e dell'ammministrote delegato Riccardo Ruggiero e a cooptare Bernabe' e Galateri. Al momento resta il mistero sulla sorte del vicepresidente Carlo Buora. Al Comitato nomine di Mediobanca non se ne e' discusso. "Abbiamo parlato solo del Presidente e dell'amministratore delegato, le uniche due raccomandazioni previste all'ordine del giorno", ha riferito Vincent Bollore' al termine della riunione. Spettera' dunque al nuovo cda prendere una decisione sul futuro del vicepresidente e soprattutto sulle sue eventuali deleghe. Negli ambienti vicini alla societa' si da per scontata una riconferma del manager, magari con un "ridimensionamento" del ruolo operativo fin qui svolto. La figura di Buora, in alcuni settori "influenti" della societa' viene vissuta come una sorta di "continuita' aziendale" e non a caso - si fa notare - Marco Tronchetti Provera, prima di imbarcarsi sull'aereo per la Cina dove ha in programma una serie di incontri, a cominciare dalla presentazione alla stampa del Calendario Pirelli 2008, ha sentito la necessita' di diffondere un comunicato stampa in cui oltre a dare la "benedizione" ai due nuovi manager, si invita a "valorizzare il lavoro svolto dalla prima linea operativa che ha contribuito al successo economico e tecnologico" dell'azienda(AGI)

19 novembre, 2007

INTERESSANTE INTERVISTA AL CHIEF DI BT Italia


Interessante stralcio di un intervista a Corrado Sciolla del sito key4biz
LINK INTERVISTA key4biz

Un ultima domanda: nuova competizione e reti di nuova generazione, le NGN di cui tutti ormai parlano, forse ideologizzando un po' il termine. Come valuta il dibattito in corso?

Sciolla. Io credo che le NGN siano un “nice to have” per tutti i Paesi.
Ritengo che oggi il livello di diffusione di massa non sia ancora buono, non credo ci sia l’esigenza di avere fibra che collega il 70-80% della popolazione.
Peraltro, anche gli investimenti di cui parla Telecom Italia – di 7-8 miliardi di euro – comunque prevedono, nel giro di 4 o 5 anni, di collegare al massimo in fibra il 10-15% della popolazione, quindi il problema reale dell’utilizzo di larga banda in Italia è legato in questo momento alla qualità della rete di accesso in rame che collega i clienti finali.
E su questa rete di accesso, in cui Telecom Italia, per sua stessa ammissione, ha smesso in questi ultimi anni di fare investimenti, che si sta creando un problema; un problema per noi e per tutti gli altri che la stanno utilizzando.

Intende dire che le connessioni di vecchio rame non devono essere dimesse a favore della fibra?

Sciolla. Vorrei essere più concreto. Le faccio un esempio: oggi, sono sufficienti dei forti acquazzoni perché tratti significativi di cavi in rame perdano la connettività, perché non sono smaltati (isolati?) come lo erano un tempo.
Ecco, questo è un problema enorme, perchè il cavo in rame di qualità è in grado di portare in maniera simmetrica fino a 8-10 megabit, un’ampiezza di banda che permette di generare un segnale televisivo di altissima qualità.
Quindi quando si parla di NGN si rischia per alcuni versi di distogliere l’attenzione da cose molto concrete, cioè un accesso a larga banda garantito per tutti e questo può essere già fatto con una rete in rame di alta qualità.

18 novembre, 2007

Bernabè verso Telecom Mercoledì assemblea Telco

LINK ARTICOLO IL GIORNALE.it

Domani si apre la settimana decisiva per la nomina dei vertici di Telecom e sembra che la svolta possa arrivare mercoledì, quando sono in agenda le assemblee di Telco e di Olimpia, le due holding dalle quali dipende il 23,6% del capitale del gruppo di tlc.
Il toto nomine è fermo a due opzioni: il tandem Gabriele Galateri alla presidenza e Franco Bernabè ad, o la possibilità di una nuova governance che veda affiancare a un presidente esecutivo (per il cui ruolo sarebbe benvisto lo stesso Bernabè) due direttori generali (che secondo le voci potrebbero essere Stefano Pileri, già dg dell’area Technology, e Luca Luciani, responsabile di Tim). Ed è su questo punto che i contatti tra le banche azioniste di Telco (Intesa e Mediobanca) e Cesare Alierta, presidente di Telefonica (socio industriale della holding) sono in corso in queste ore. Ma il nome di Bernabè è di certo quello in pole position.
Anche all’interno del cda si preme per una soluzione rapida. E proprio i consiglieri indipendenti avrebbero preteso che il percorso decisionale che sta portando alla scelta dei vertici non sia svolto completamente al di fuori del consiglio. La volontà degli indipendenti è quella di svolgere il loro ruolo fino in fondo, di far pesare il board nelle scelte societarie, senza che le sue riunioni vengano interpretate come mere formalità. Anche per evitare incidenti di percorso come quello dell’ultimo cda, quando i rappresentanti di Telefonica dovevano essere cooptati, ma senza aver tenuto conto del conflitto d’interesse.
Per questo nei prossimi giorni i soci finanziari di Telco si muoveranno anche nel rispetto del cda Telecom. Che, dopo le assemblee di Telco e Olimpia, dovrebbe essere convocato per la cooptazione dei nuovi vertici e le successive attribuzioni di deleghe.

14 novembre, 2007

COMUNICATO INQUADRAMENTO SLC TOSCANA




SINDACATO LAVORATORI DELLA COMUNICAZIONE

COMUNICATO
LIVELLI 2007: TEORIA E PRATICA


Nell'ultimo comunicato del 6 novembre u.s. abbiamo spiegato le modalità applicative dell'accordo nazionale e le ricadute in Toscana per i passaggi di livello, rimandando ad una verifica più precisa, una volta erogati i livelli 5.
Oggi, a pochi giorni dalla consegna delle lettere dei livelli, possiamo trarre delle conclusioni che dimostrano la distanza esistente tra la teoria e la pratica.
Innanzitutto è confermata la grande differenza tra i livelli del 2006 (206) e quelli del 2007 (159), scelta particolarmente infelice perché ha creato forti disparità, soprattutto alla rete.
Nel merito non sfugge a nessuno che per poter svolgere attività alte sia necessario avere le strumentazioni, la formazione e gli skill professionali idonei, dimostrando che il sindacato ha ragione quando dichiara che le piramidi delle attività sono insufficienti per riconoscere la professionalità; non sfugge neanche che dare il livello a chi non monta sulle scale o a chi non fa mai turni di reperibilità sia una scorretta applicazione dei criteri stabiliti dall'accordo; anche la scelta di dare il livello agli ultimi arrivati, dimostra che talvolta la professionalità sia stata messa in secondo piano; proseguendo la disamina della situazione, abbiamo verificato altre distorsioni laddove sono stati dati livelli a personale già con incarichi di assistentato o nei reparti in cui alcune attività sono state arbitrariamente escluse; se poi il responsabile decide di assegnare il livello a coloro che vendono di più è chiaro che siamo anche contro alle stesse logiche aziendali.
Infine, è necessario che l'azienda modifichi sul TTM la gestione delle collaborazioni, perché ad oggi tutti gli interventi in collaborazione– compresi quelli fatti sulle cosiddette “attività alte” che danno l'accesso al livello 5 - non valgono e non vengono conteggiati: tutto questo risulta penalizzante per quei lavoratori che, magari perché hanno le scale, vanno in collaborazione, fanno le stesse attività dei colleghi e alla fine non prendono il livello (e magari lo prendono quelli che non hanno le scale che hanno richiesto la collaborazione).

Se la rete ha mostrato grosse sofferenze, al customer la situazione è relativamente migliore, anche perché non sono mancati all'appello quei 40 livelli che avrebbero permesso una maggiore rispondenza ai criteri per il personale del CSU e della piattaforma.

Insomma, l'azienda, dalle linee alle Risorse Umane, è riuscita a trasformare una grande opportunità di crescita professionale in una maldestra operazione che ha escluso molti che hanno la professionalità e i requisiti, accontentandone pochi.
Il paradosso è che da alcune parti i vari responsabili hanno incolpato il sindacato per giustificare la non concessione dei livelli, quando è vero che l'impegno del sindacato e della SLC/CGIL ha determinato un ampio riconoscimento dei livelli anche al di fuori dell'accordo, mentre sono proprio le linee ed RU che, pur dovendo applicare i criteri meglio dell'anno scorso, hanno creato delle palesi ingiustizie .... per poi riconoscere sostanziosi premi individuali che dimostrano che l'azienda i soldi li ha....

SLC/CGIL nel ribadire l'importanza dell'accordo fatto per il riconoscimento di 10500 livelli 5 dal 2006 al 2008, rivendica il ruolo svolto dalla delegazione toscana a Roma e in Toscana per il rispetto coerente dei criteri stabiliti nell'accordo e si adopererà per la soluzione delle palesi ingiustizie verificatesi in alcuni territori della regione.

Firenze, 14 novembre 2007 SLC/CGIL e relative RSU Telecom Toscana

10 novembre, 2007

NOTIZIA SULL'INCHIESTA INTERCETTAZIONI


LINK ARTICOLO DE L'ESPRESSO

Nell'inchiesta sulle intercettazioni un'incursione contro i nuovi padroni

Gli spioni informatici di Pirelli-Telecom sono riusciti a violare anche i computer di Telefonica, il colosso spagnolo delle telecomunicazioni, e delle principali società di telefonia e Internet, come Telmex e la brasiliana Embratel, controllate dal magnate messicano Carlos Slim, considerato l'uomo più ricco del mondo. È una scoperta giudiziaria di forte impatto economico.

Proprio Telefonica, infatti, è il primo socio della cordata di azionisti, riuniti nella Telco con Mediobanca, Intesa, Generali e Benetton, che ha appena perfezionato l'acquisto del pacchetto di controllo di Telecom Italia. Marco Tronchetti Provera ha chiuso l'affare con Telefonica, primo azionista di Telco con il 42,3 per cento, dopo una delicatissima trattativa che aveva portato il manager della Pirelli a un passo dall'accordo con il concorrente messicano.

Questa e altre sorprese sono documentate negli atti che accompagnano l'ordinanza d'arresto eseguita lunedì 5 novembre contro tre presunti responsabili degli attacchi informatici che, tra il 2004 e il 2005, consentirono alla divisione sicurezza del gruppo italiano di stravincere la 'guerra di spie' contro la Kroll, la più grande agenzia investigativa del mondo, che lavorava per i soci-rivali di Telecom in Brasile. Ai magistrati interessano i segreti tuttora custoditi dai tre arrestati: Roberto Rangoni Preatoni, figlio del finanziere creatore di Sharm el-Sheik; Alfredo Melloni, cervello tecnico del Tiger team, cioè della squadra di hacker di Telecom; Angelo Jannone, ex tenente colonnello dei carabinieri, diventato capo della security del gruppo italiano in Brasile, l'unico che ha ottenuto i domiciliari.

Le accuse ormai formalizzate riguardano questa prolungata operazione di spionaggio industriale: oltre un anno di intrusioni nei computer e di controllo abusivo delle email di Carla Cico, l'amministratrice italiana di Telecom Brasil, del banchiere Daniel Dantas, gestore del fondo Opportunity, e di una ventina di loro alleati o consulenti, fino a quattro investigatori della Kroll, tra cui l'allora responsabile per l'Italia Charles Carr. Le intercettazioni telematiche illegali, secondo l'accusa iniziate tra il 2003 e il 2004, sono continuate fino alla primavera del 2005, quando la prima perquisizione mise in allarme il numero uno della security del gruppo italiano, l'ex carabiniere Giuliano Tavaroli.



La missione di spionaggio in Brasile è stata documentata solo quando ne sono stati recuperati i risultati, con qualche difficoltà, negli archivi informatici sequestrati agli accusati. I dossier più delicati erano custoditi in una chiavetta (una pen-drive di marca Apacer) sequestrata a Roma, nell'ufficio di Tavaroli, il giorno del suo arresto, il 20 settembre 2006, ma che l'ex responsabile della sicurezza nega di aver mai posseduto.

Tavaroli ha però confermato di aver ordinato l'attacco, così come Fabio Ghioni, il capo del Tiger Team, che era stato arrestato per il raid informatico del 2004 contro una decina di manager della Rcs-Corriere della Sera.

I pm Fabio Napoleone, Stefano Civardi e Nicola Piacente considerano questi attacchi ormai pienamente comprovati, tanto da aver convocato le stesse vittime per riconoscere i loro file ed email.

Ma negli archivi illegali di Pirelli-Telecom c'è molto di più. E l'inchiesta va avanti. Nelle relazioni che analizzano la 'magnitudine' delle intercettazioni telematiche, gli inquirenti scrivono di avere già 'accertato' altri casi di spionaggio. E tra gli 'obiettivi' ancora inediti, i pm inseriscono, appunto, tutti i principali concorrenti di Telecom tra Europa e Sudamerica. Si va dal colosso britannico Vodafone alla Telmex di Carlos Slim, con Embratel (servizi Internet) e Telemar (telefonia fissa), fino a Telefonica e a Vivo, la compagnia di cellulari controllata dal gruppo spagnolo proprio in Brasile.

Il saccheggio dei dati riservati dei colossi stranieri, ora confermato dal ritrovamento dei primi file negli archivi degli spioni, risale allo stesso periodo dello scontro con la Kroll. Alla chiusura dell'affare con Tronchetti, dunque, mancavano più di due anni. Già nel 2005, però, gli spagnoli di Telefonica avevano avviato i primi contatti per possibili acquisizioni o alleanze con il concorrente italiano.

L'interesse di Slim è invece una sorpresa del 2007. I nuovi tronconi d'inchiesta sono ancora agli inizi. Solo quando avranno terminato l'analisi della chiavetta e degli altri serbatoi di email e file rubati, i magistrati convocheranno le vittime e chiederanno a manager e società di costituirsi come parti danneggiate. I precedenti non sono incoraggianti. Nei casi finora chiusi (Rcs e Kroll-Brasile), lo spionaggio informatico è risultato 'massiccio' sia per la durata che per l'estensione a tutti i soggetti ritenuti 'ostili' a Telecom. Compresa la Deminor, la società che assisteva i soci di minoranza, e perfino l'Autorità garante della Concorrenza e del Mercato. Ora resta da capire fino a che punto gli spioni fossero riusciti a carpire i segreti aziendali dei nuovi padroni spagnoli.
(08 novembre 2007)

08 novembre, 2007

Telecom Italia, G. Benetton spera in nomine vertici entro mese

MILANO, 8 novembre (Reuters) - Gilberto Benetton auspica che entro il mese gli azionisti di Telco giungano a un accordo per la nomina dei vertici di Telecom Italia (TLIT.MI: Quotazione, Profilo).

L'esponente della famiglia Benetton, presente nella holding di controllo attraverso Sintonia, lo ha detto uscendo dal cda del gruppo telefonico.

"Non ho detto che sarà entro fine mese, lo spero .. Sarà nelle prossime settimane" ha detto, interpellato su una sua precedente dichiarazione.

Alla domanda di un giornalista su cosa pensasse di Gabriele Galateri alla presidenza "non si possono fare queste domande per strada, non scherzi", ha risposto.



© Reuters 2007. Tutti i diritti assegna a Reuters.

01 novembre, 2007

Telecom I.: banche divise sul vertice (Sole)

MILANO (MF-DJ)--La partita sul nuovo vertice di Telecom I. e' in pieno stallo e sara' difficile che un accordo tra i nuovi soci di riferimento riuniti in Telco, in particolare tra le banche, venga trovato entro l'8 novembre prossimo quando si riunira' il Cda della societa' telefonica per esaminare la trimestrale.

A fronte del consenso sulla presidenza a Gabriele Galateri di Genola, scrive il Sole 24 Ore, non ci sarebbe infatti unanimita' sul ruolo dell'a.d. per il quale corrono Paolo dal Pino e Franco Bernabe', che hanno ricoperto analoga carica rispettivamente in Wind e nella stessa Telecom prima dell'Opa Gnutti-Colaninno.

I contatti tra le due anime bancarie rappresentate da Intesa Sanpaolo e Mediobanca proseguono, ma il gioco dei veti incrociati fa si' che nessuno sia in grado di imporre una squadra o un nome definitivo. red/mur


(END) Dow Jones Newswires

November 01, 2007 03:47 ET (07:47 GMT)

Copyright (c) 2007 MF-Dow Jones News Srl.