Dopo le dichiarazioni di circostanza e le scadenze mancate, per la rete Telecom ora si entra nel vivo. Il dialogo ripartirà a breve – un incontro tra il presidente dell'Agcom Corrado Calabrò e i nuovi vertici potrebbe esserci nel giro di una decina di giorni – e il modello inglese, cioè la separazione funzionale della rete d'accesso, potrebbe essere superato a favore della societarizzazione.
Non è un mistero che negli ambienti dell'Authority in questi giorni si respiri un'aria decisamente più leggera. Dopo le tensioni con Pistorio, la presidenza di Galateri appare di garanzia e la scelta di Bernabè al timone del business sembra destinata ad accelerare il dialogo sullo scorporo, forse anche riportando in auge la soluzione accarezzata durante le ultime settimane della presidenza di Tronchetti Provera.
Gradita all'entourage prodiano, la nomina del nuovo a.d. è arrivata dopo poco più di un anno dal piano del consigliere del premier Angelo Rovati, suggerito anche da Bernabè nel ruolo di vicepresidente di Rothschild Europa. All'epoca la soluzione prevedeva la societarizzazione della rete, con il 70% da collocare in Borsa e il 30% a vari soggetti come Cassa depositi e prestiti o fondazioni. Oggi potrebbe tornare di attualità, pur con le dovute varianti, a cominciare dalla quota di controllo e l'ingresso minoritario di soggetti diversi rispetto alla CdP.
Le condizioni, certo, sono molto diverse. Bernabè non è più un consulente ma opererà da a.d. dell'azienda e la cessione di una parte della rete, pur considerata da diversi soggetti finanziari una buona opportunità per ridurre il debito e trovare risorse per investire nella banda larga di seconda generazione, dovrebbe superare l'opposizione di Telefonica. Cesar Alierta ha sempre sostenuto un no secco all'ipotesi di scorporo, considerandolo un pericoloso precedente nelle mani dell'Authority spagnola.
D'altro canto, una scelta di spessore come Bernabè per affiancare Galateri va letta anche nel gioco di contrappesi da creare in cda al duo spagnolo Alierta-Linares. E, sebbene nessuno si sbilanci dopo le polemiche del caso Rovati, anche negli ambienti istituzionali ci si è fatta un'opinione. L'Authority assicura assoluta neutralità su questo punto (ciò che conta è la separazione; la societarizzazione sarebbe al massimo una scelta della società) ma è anche vero che una newco limiterebbe il rischio di conflitti nella fase di controllo sia verso chi gestisce la rete sia verso i concorrenti.
Non sfugge poi il fatto che la separazione societaria faciliterebbe il progetto di investimento sulla rete di nuova generazione, la cosiddetta «Ngn», allo studio del ministero dello Sviluppo economico (si veda «Il Sole-24 Ore» del 27 settembre) pronto a mettere a disposizione le risorse del Fondo aree sottoutilizzate per almeno 1 miliardo di euro. Nelle ultime riunioni tecniche, cui hanno partecipato anche esponenti del ministero delle Comunicazioni, tra le ipotesi è emersa quella di creare un grande "contenitore" in cui far confluire le infrastrutture fisiche e i cavidotti di diversi gestori e utilities per poi alimentarlo di fibra ottica che supporti collegamenti anche oltre 50 megabit al secondo.
Scenari ancora in evoluzione. Intanto l'Authority, dopo aver chiuso la consultazione pubblica, potrebbe aprire un procedimento formale sulla separazione già nel Consiglio in programma il 4 dicembre. Per ora ha esaminato i contributi pervenuti dall'ormai precedente gestione di Telecom, dai concorrenti e dai costruttori di apparati. Viene confermato quanto già noto: nel suo documento Telecom si dice disponibile a dialogare sulla separazione funzionale o sul rafforzamento dell'attuale separazione contabile solo in cambio di una netta riduzione degli attuali obblighi regolamentari (dal price cap ai test di prezzo) e chiarisce che ogni apertura riguarderebbe esclusivamente la vecchia rete in rame.
Ma le 75 pagine della consultazione sono state raccolte da maggio a luglio e vanno considerate alla luce delle novità degli ultimi mesi. Nel frattempo è arrivato il via libera brasiliano che ha sbloccato Telco; Bersani e Gentiloni lavorano a un grande progetto contro il digital divide e per la banda larghissima; Ruggiero, Pistorio e gli ultimi uomini dell'era pirelliana lasciano la scena e da lunedì al timone ci sarà un vertice designato dopo un lungo negoziato condotto dai nuovi soci e osservato con grande attenzione dalle istituzioni.
ABBIAMO DECISO DI APRIRE QUESTO SPAZIO PER POTER DISCUTERE DEI PROBLEMI E DELL'ORGANIZZAZIONE DEI TECNICI TELECOM CHE OPERANO IN OPEN ACCESS, QUESTO VUOLE ESSERE UN LUOGO DI DISCUSSIONE E CONDIVISIONE DELLA NOSTRA ATTIVITA'.
"Avere un problema e cercare di risolverlo da soli è avarizia, accorgersi che il mio problema è anche di altri e cercare di risolverlo insieme, questo è politica" DON MILANI
29 novembre, 2007
Per la rete rispunta la soluzione «newco»
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