28 luglio, 2011

NOTA INCA SULLA CIRCOLARE INPS 97

Vi giro le circolari inps sui temi della conversione onerosa e sui 10000 che hanno diritto all'applicazione delle vecchie regole per il pensionamento (che quindi non si vedranno allungare le firestre di 9/12 mesi come previsto dalla manovra del 2010)

Vi ricordo che la manovra del 2011 prevede dal 2012 al 2014 un aumento della durata delle finestre per chi ha 40 anni di lavoro di 1 mese all'anno (per un massimo di 3 mesi nel 2014): sul tema telecom ancora non ha detto nulla, salvo frasi importanti ma generiche di impegni anche a coprire questi allungamenti (come fatto anche per la precedente riforma).



Fondo Tlc - Nota INCA x Circ Insp 97-2011

RICONGIUNZIONI PENSIONI TELEFONICI, ELETTRICI ultimi aggiornamenti e CIRCOLARE INPS NUMERO 97

Vi inoltro il testo della mozione votata all’unanimità alla Camera ieri sulla ricongiunzione onerosa (su 484 presenti ci sono stati 484 si). Si tratta, a nostro avviso, di un passaggio importante perché viene riconosciuto da tutti il motivo reale della 122 (impedire alle donne del pubblico impiego di trasferire gratuitamente i contributi all’Inps per poter continuare ad andare in pensione di vecchiaia a 60 anni anziché uniformarsi alle nuove fasce previste dal Governo) e si chiede perciò che il Ministro del Lavoro dia una “interpretazione autentica” con la quale si possa sostenere il vero obbiettivo della L.122, superando così tutte le nefaste conseguenze per le altre decine di magliaia di lavoratrici e lavoratori ingiustamente impattati (è inutile ribadire il giudizio ugualmente negativo sull’innalzamento dell’età pensionabile per le donne del pubblico impiego).

A questo punto è ulteriormente palese che la decisione finale è tutta nelle mani del Governo (occorre sottolineare come l’interpretazione autentica nel senso che abbiamo detto non avrebbe bisogno di copertura economica).

Fraterni saluti

Riccardo Saccone


Comunicazione dell'on. Gnecchi:

Oggi 23 luglio 2011 a pagina 29 di sole 24 c'è un articolo che rende nota la circolare Inps 97 del 22.7.2011 che garantisce la possibilità a chi è cessato dal servizio entro il 30.7.2010 di trasferire gratuitamente i propri contributi all'inps per poter avere la pensione, bisogna fare domanda entro il 19 novembre, poichè pone alcune condizioni
vi allego la circolare salvata in 2 modi diversi per essere sicura che tutti riescano ad aprirla.

Anche questa circolare dell'INPS dimostra come si stia cercando di correggere gli errori/orrori della manovra di luglio 2010.

Sicuramente qualcuno si salverà già con questa interpretazione, noi dobbiamo in ogni caso proseguire per riuscire a riportare giustizia per tutti.

Vi allego, anche se molti l'avranno già vista, l'interrogazione del senatore Passoni e la risposta del sottosegretario Bellotti, perchè già in quella risposta si capiva che stavano cercando di trovare vie di uscita.

Siamo assolutamente convinti che la strada più semplice sarebbe abrogare l'articolo 12 della L122/2010 come noi avevamo già chiesto con la nostra proposta di legge 3693 del 4.8.2010, ma questa maggioranza e il governo si rifiutano di seguire la via più semplice e trasparente, mercoledì dovrebbe essere votata la mozione e in commissione dovremmo andare in sede referente con la legge sulla totalizzazione, questa ovviamente
risolverebbe la situazione per tutti e per il futuro, ma cerchiamo di cogliere ogni possibilità, quindi chi rientra in questa circolare si affretti a trovare la soluzione almeno per sè !

cordiali saluti Luisa Gnecchi

ps : nei vari siti nel frattempo impazzano le palate di fango contro la casta, sempre generalizzando, per dimostare che i politici sono tutti uguali, mi sembra ovvio che per tutti quelli che lavorano seriamente è una vera sofferenza, ma soprattutto viene messa in discussione la democrazia, mentre credo che anche tutta l'avventura che state vivendo dimostra che c'è chi governa male e in modo approssimativo e superficiale, ma anche chi vuole lavorare bene per il bene d tutti e non personale, scusate lo sfogo, ma arrivano talmente tante email che farebbero venire voglia di smettere di lavorare

Direzione Centrale Pensioni
Roma, 22/07/2011
Circolare n. 97


Ai Dirigenti centrali e periferici
Ai Direttori delle Agenzie
Ai Coordinatori generali, centrali e
periferici dei Rami professionali
Al Coordinatore generale Medico legale e
Dirigenti Medici

e, per conoscenza,

Al Presidente
Al Presidente e ai Componenti del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza
Al Presidente e ai Componenti del Collegio dei Sindaci
Al Magistrato della Corte dei Conti delegato all'esercizio del controllo
Ai Presidenti dei Comitati amministratori
di fondi, gestioni e casse
Al Presidente della Commissione centrale
per l'accertamento e la riscossione
dei contributi agricoli unificati
Ai Presidenti dei Comitati regionali
Ai Presidenti dei Comitati provinciali

OGGETTO:

legge 30 luglio 2010, n. 122 - abrogazione delle norme in materia di costituzione della posizione assicurativa.

Applicazione della legge 2 aprile 1958, n. 322 ai Fondi speciali Elettrici, Telefonici e Volo.
SOMMARIO:

la legge 2 aprile 1958, n. 322 abrogata con effetto dal 31 luglio 2010 dall’art. 12, comma 12undecies, della legge 30 luglio 2010, n. 122 è applicabile fino alla data di relativa abrogazione nei Fondi speciali Elettrici, telefonici e Volo.

Con la presente circolare, condivisa nel suo impianto generale dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali con nota del 15 luglio 2011, prot, 04/UL/000360606, si forniscono i criteri di applicazione della legge 2 aprile 1958, n. 322, agli iscritti ai soppressi fondi elettrici e telefonici e al fondo volo.

Come noto, con circolare n. 142 del 5 novembre 2010 sono state illustrate le innovazioni in materia di contribuzione, introdotte dalla legge 30 luglio 2010, n. 122.

Detta norma - con l’articolo 12, commi 12octies e 12novies - ha stabilito modalità di trasferimento dei contributi nel FPLD analoghe a quelle previste per la ricongiunzione dei periodi assicurativi di cui alla legge 7 febbraio 1979, n. 29 e contestualmente disposto l’abrogazione dell’articolo 3, comma 14, del D.Lgs. 16 settembre 1996, n.562 e dell’articolo 28 della legge 4 dicembre 1956, n.1450, che disciplinavano la costituzione nell’AGO delle posizioni assicurative, rispettivamente, dai Fondi Elettrici e Telefonici.

Con l’abrogazione delle norme sopra citate e secondo la previsione dei commi 12octies e 12novies, con effetto dal 1° luglio 2010, il trasferimento delle contribuzioni dalle predette Gestioni previdenziali al Fondo pensioni dei lavoratori dipendenti – da effettuarsi con le modalità dell’articolo 12, comma 12septies, della stessa legge n. 122/2010 - comporta il versamento di un onere a carico dei richiedenti, atteso che dalla data sopra richiamata i criteri della ricongiunzione disciplinata dall’articolo 2 della legge n. 29/1979 sono estesi all’articolo 1 della medesima legge.

Sebbene la legge n. 122/2010 non sia espressamente intervenuta sulle disposizioni che regolano la costituzione delle posizioni assicurative dal Fondo Volo, le modifiche apportate all’articolo 1 della legge n. 29/1979 hanno reso oneroso – sempre dal 1° luglio 2010 - anche il trasferimento delle contribuzioni da tale ordinamento speciale, posto che detta operazione, disciplinata dall’articolo 2, comma 6, del D.Lgs. 24 aprile 1997, n. 164, avviene “in applicazione” dell'articolo 1 della legge n.29/1979.

L’articolo 12 della legge in esame ha inoltre abrogato, con il comma 12undecies, tutte le disposizioni che regolavano le operazioni di trasferimento gratuito della contribuzione al FPLD dai vari ordinamenti pensionistici dei dipendenti pubblici.

Tuttavia, a differenza di quanto espressamente previsto dai commi 12octies e 12novies – che, come detto, esplicano effetti a decorrere dal 1° luglio 2010 - l’abrogazione disposta dal comma 12undecies decorre dal 31 luglio 2010, data di entrata in vigore della legge n. 122.

Fra le disposizioni abrogate dal comma 12undecies è compresa anche la legge 2 aprile 1958, n.322, norma che prescriveva agli Ordinamenti previdenziali sostitutivi ed esclusivi dell’Assicurazione generale obbligatoria di costituire la posizione assicurativa nel FPLD in favore dei lavoratori iscritti a dette forme pensionistiche e cessati dal servizio prima di aver raggiunto il diritto a pensione.

Come noto, la legge n. 322/1958 non ha mai trovato applicazione nei Fondi Elettrici e Telefonici, sostitutivi dell’AGO, atteso che alla data della sua entrata in vigore, il trasferimento delle posizioni assicurative da tali Ordinamenti al FPLD era già regolato da disposizioni specifiche, che operavano d’ufficio.

Analogamente, per disciplinare il trasferimento delle posizioni assicurative nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti dell’Assicurazione generale obbligatoria, la legge 13 luglio 1965, n. 859 – istitutiva del Fondo Volo – aveva previsto apposite disposizioni (cfr. art. 38, poi modificato ed integrato dall’art. 13 della legge n. 480/1988 ed in essere fino all’entrata in vigore del D.Lgs. n.164/1997).

Posto che la legge n. 322/1958, così come le altre norme individuate dal comma 12undecies, è abrogata a decorrere dal 31 luglio 2010 e considerato che la stessa consente il trasferimento delle posizioni assicurative nel FPLD in favore dei soggetti iscritti presso Ordinamenti sostitutivi ed esclusivi dell’Assicurazione generale obbligatoria, cessati dal servizio entro la data del 30 luglio 2010, si ritiene che detta norma possa trovare applicazione in favore degli assicurati presso i FondiElettrici, Telefonici e Volo, a condizione che gli stessi siano cessati dal servizio entro la predetta data senza aver perfezionato tutti i requisiti anagrafici e contributivi richiesti per liquidare la pensione a carico di tali Fondi.

Ciò al fine di rendere univoco in tutti gli ordinamenti pensionistici gestiti da questo Istituto il momento a partire dal quale il trasferimento delle posizioni assicurative al FPLD deve essere effettuato a titolo oneroso, nonché di superare gli effetti prodotti dalla legge n.122/2010 nei confronti degli iscritti ai Fondi sopra richiamati rispetto a quelli che si sono determinati relativamente agli assicurati presso il Fondo Ferrovieri, in favore dei quali trovava applicazione l’articolo 124 del DPR n. 1092/1973, abrogato con effetto dal 31 luglio 2010 dal più volte richiamato comma 12undecies.

Si evidenzia che l’applicazione della legge n. 322/1958 comporterà il trasferimento delle posizioni assicurative nel FPLD, a titolo gratuito, limitatamente ai casi in cui l’obbligo del versamento contributivo ai Fondi Elettrici, Telefonici e Volo sia venuto meno in data antecedente al 31 luglio 2010 ed a condizione che l’anzianità contributiva complessivamente maturata dagli interessati alla data dell’ultimo contributo fatto valere nel rispettivo Fondo risulti inferiore a quella prevista per liquidare il trattamento pensionistico a carico dello stesso.

In relazione a quanto precede, coloro che abbiano concluso il rapporto assicurativo con il Fondo entro la data del 30 luglio 2010 senza aver perfezionato tutti i requisiti richiesti per l’accesso al pensionamento a carico del rispettivo Ordinamento speciale e che - per effetto dell’applicazione della legge n. 322/1958 - acquisiscano il titolo alla costituzione della posizione assicurativa nel FPLD, potranno – a domanda, entro 120 giorni dalla data di pubblicazione della presente circolare – trasferire la contribuzione dal Fondo, laddove la stessa abbia già dato luogo al trasferimento oneroso, in base al disposto dell’articolo 12, comma 12septies, della legge n. 122/2010 ed alla liquidazione della pensione a carico del FPLD.

Analogamente, coloro che – non avendo perfezionato il diritto a pensione sulla base della sola contribuzione maturata nel Fondo speciale – si siano invece avvalsi dell’articolo 2 della legge n. 29/1979 per ricongiungere nel Fondo stesso i periodi contributivi fatti valere in altre gestioni pensionistiche, potranno – esclusivamente a domanda ed entro il suddetto termine di 120 giorni – chiedere l’applicazione della legge n. 322/1958, per trasferire la contribuzione dal Fondo all’AGO anche se la contribuzione ricongiunta sia già stata utilizzata per liquidare la pensione a carico del Fondo stesso, sempre che i requisiti di trasferibilità risultino perfezionati entro la medesima data del 30 luglio 2010 ed a condizione che l’operazione di ricongiunzione non si sia perfezionata con il pagamento dell’intero onere.

Con l’occasione si precisa inoltre che, in tutti i casi in cui le condizioni di trasferibilità risultino perfezionate entro il 30 luglio 2010, dovrà farsi luogo alla costituzione della posizione assicurativa nel FPLD in base alla legge n. 322/1958, su segnalazione dei diretti interessati ovvero all’atto di definizione della domanda di pensione.

Il Direttore Generale
Nori





Mozione Cazzola

Verbale di incontro RLS TOSCANA

Verbale Incontro RLS Toscana 25 Lug 2011 Kit Carabelli

24 luglio, 2011

Gandalf da del fascista a D'alema 1977

CGIL rinuncia a tavoli tecnici con Ministero del Tesoro

CGIL - Confederazione Generale Italiana Del Lavoro

23 luglio, 2011

Lavoro: circolare INPS sui 10.000 in mobilità con requisiti pensionistici immutati


05/07/2011

L'INPS ha finalmente varato la circolare n° 90 che illustra la norma della legge 122/10 che salvaguarda 10mila lavoratori collocati in mobilità, in mobilità lunga in base ad accordi sottoscritti entro il 30 aprile 2010 ovvero beneficiari al 31 maggio 2010 delle provvidenze per gli esodi concordate nei settori del credito e delle assicurazioni dall'allungamento dei requisiti per l'accesso alla pensione.

La circolare non aggiunge molto a quanto la legge già prescrive, in particolare conferma che si procederà ad un'unica graduatoria, subordinata, nel caso dei lavoratori in mobilità e in mobilità lunga, alla verifica dei requisiti per l'accesso alla pensione, mentre tale incombenza non trova luogo per i beneficiari degli esodi, perché verificate già al momento del conferimento dell'assegno. Se ne potrebbe dedurre il rischio che nella composizione della lista saranno maggiormente presenti questi ultimi lavoratori, anche se da parte dell'Inps ci si assicura, informalmente, che non dovrebbero verificarsi nell'anno in corso casi di eccesso di domande rispetto al numero definito in legge. Resta naturalmente il problema per gli anni successivi, e quindi continua la nostra iniziativa affinché nessuno di quanti fossero stati collocati in mobilità con la prospettiva di raggiungere così l'età pensionabile rimanga senza reddito.

A tale proposito, si ricorda che in sede dell'intesa sulle 'emergenze sociali' dello scorso ottobre tutte le parti, datoriali e sindacali, avevano convenuto sulla necessità di garantire la copertura a tutti i lavoratori collocati in mobilità per effetto di accordi stipulati entro il 31 ottobre 2010.

Direzione Centrale Pensioni
Roma, 24/06/2011
Circolare n. 90


Ai Dirigenti centrali e periferici
Ai Direttori delle Agenzie
Ai Coordinatori generali, centrali e
periferici dei Rami professionali
Al Coordinatore generale Medico legale e
Dirigenti Medici

e, per conoscenza,

Al Presidente
Al Presidente e ai Componenti del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza
Al Presidente e ai Componenti del Collegio dei Sindaci
Al Magistrato della Corte dei Conti delegato all'esercizio del controllo
Ai Presidenti dei Comitati amministratori
di fondi, gestioni e casse
Al Presidente della Commissione centrale
per l'accertamento e la riscossione
dei contributi agricoli unificati
Ai Presidenti dei Comitati regionali
Ai Presidenti dei Comitati provinciali
Allegati n.2

OGGETTO:

Articolo 12, comma 5, del Decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78 convertito con modificazioni dalla legge 30 luglio 2010, n. 122 e integrato dall’articolo 1, comma 37, della legge 13 dicembre 2010 n. 220. Deroga al nuovo regime delle decorrenze di pensione per alcune tipologie di lavoratori (cd diecimila).


Con circolare n. 126 del 24 settembre 2010 sono state fornite le prime istruzioni per l’applicazione della deroga prevista dall’art. 12, comma 5 della legge n. 122 del 2010 (allegato 1).

L’articolo 1, comma 37, della legge 13 dicembre 2010, n. 220 (allegato 2), che ha integrato il comma 5, della legge in oggetto, ha esteso la deroga anche ai lavoratori collocati in mobilità ordinaria ai sensi dell’articolo 7, comma 1, della legge 23 luglio 1991, n. 223, e successive modificazioni e integrazioni.

La norma in oggetto prevede che le disposizioni in materia di decorrenza dei trattamenti pensionistici vigenti prima della data di entrata in vigore del decreto legge n. 78/2010 continuano ad applicarsi, nel limite di 10.000 soggetti che maturano i requisiti per l'accesso al pensionamento a decorrere dal 1° gennaio 2011, alle seguenti categorie di lavoratori:

a) lavoratori posti in mobilità ordinaria sulla base di accordi stipulati entro il 30 aprile 2010;

b) lavoratori posti in mobilità lunga sulla base di accordi stipulati entro il 30 aprile 2010;

c) titolari di prestazione straordinaria a carico dei fondi di solidarietà al 31 maggio 2010.

La deroga in questione riguarda le sole finestre di accesso al pensionamento e afferisce perciò sia alla pensione di vecchiaia, sia alla pensione di anzianità.

Conseguentemente, una volta perfezionati i requisiti di età anagrafica e di contribuzione richiesti alla generalità degli assicurati, i lavoratori collocati in posizione utile nella graduatoria dei potenziali beneficiari potranno accedere al pensionamento di anzianità o vecchiaia sulla scorta delle disposizioni previgenti in materia di decorrenza della pensione.

Con la presente circolare, che tiene conto del parere espresso in materia dal Ministero del Lavoro con nota del 23 giugno 2011, prot. 04/UL/0009089/L, si forniscono le prime indicazioni per l’individuazione della platea dei potenziali beneficiari della disposizione.

1. Lavoratori in mobilità ordinaria

La deroga è concessa a tutti i lavoratori collocati in mobilità ordinaria.

Il beneficio è applicabile ai lavoratori alle seguenti condizioni:

- che siano collocati in mobilità ordinaria sulla base di accordi stipulati entro il 30 aprile 2010;

- che, entro il periodo di fruizione della mobilità ordinaria, perfezionino i requisiti previsti per la generalità dei lavoratori per l’accesso al pensionamento di vecchiaia o di anzianità.

Riguardo alla modalità di definizione della data fine mobilità ordinaria, si precisa che per tali lavoratori il presupposto della maturazione dei requisiti per il pensionamento, entro il periodo di fruizione dell’indennità di mobilità ordinaria, deve essere verificato al 31 maggio 2010, data di entrata in vigore del decreto legge n. 78/2010. Pertanto, eventuali periodi di sospensione della percezione dell’indennità di mobilità successive al 31 maggio 2010 non possono essere considerate rilevanti ai fini del prolungamento del periodo di fruizione entro il quale devono essere maturati i requisiti per il pensionamento (circolare n. 126 punto 1.3).


2. Lavoratori in mobilità lunga

La deroga è concessa a tutti i lavoratori collocati in mobilità lunga ai sensi delle leggi n. 176/1998, n. 81/2003 e n. 296/2006.
Il beneficio è applicabile ai lavoratori alle seguenti condizioni:

- che siano collocati in mobilità lunga sulla base di accordi stipulati entro il 30 aprile 2010;

- che raggiungano i requisiti per la vecchiaia e per l’anzianità (57/58 anni di età e 35 anni di contribuzione) previsti dalle citate norme successivamente al 31 dicembre 2010.

3. Lavoratori in esodo

La deroga al nuovo regime delle decorrenza è riservata anche ai lavoratori che al 31 maggio 2010, data di entrata in vigore del decreto 78/2010, erano titolari di prestazione straordinaria a carico dei fondi di solidarietà di settore di cui all'art. 2, comma 28, della legge 23 dicembre 1996, n. 662.

Si precisa che i lavoratori in esodo che perfezionano i requisiti di età e contribuzione entro il 31 dicembre 2010, continuano ad usufruire, oltre tale data, dell’assegno straordinario fino all’apertura della finestra e accedono al pensionamento alla scadenza della prestazione straordinaria, previa presentazione della relativa domanda.

4. Formazione della graduatoria dei potenziali beneficiari
Il comma 6 dell’art 12 della legge 122/2010 ha, tra l’altro, previsto che la graduatoria venga redatta sulla base della data di cessazione dell’attività lavorativa.

La cessazione si riferisce ovviamente all’attività di lavoro svolto presso l’azienda che ha provveduto al collocamento in mobilità ovvero in esodo.

Si sottolinea che la graduatoria è unica per tutte e tre le tipologie di lavoratori interessati.

Per i lavoratori di cui al punto 1 e 2, l’inserimento in graduatoria sarà effettuato previo accertamento da parte delle sedi del perfezionamento, all’interno dei periodi di mobilità ordinaria e lunga, dei requisiti di età e contribuzione per il diritto a pensione previsti per le due tipologie di lavoratori.

Per i lavoratori di cui al punto 3, l’inserimento in graduatoria sarà effettuato senza alcun accertamento da parte delle sedi in quanto il diritto alla pensione in uscita dall’esodo è stato verificato all’atto della liquidazione della prestazione straordinaria.

Gli elenchi relativi a tutte e tre le tipologie di lavoratori saranno comunque inviati alle sedi per la determinazione della finestra con e senza la salvaguardia della decorrenza.




5. Domanda di avvalimento della deroga da parte dei soggetti potenzialmente beneficiari

Il comma 6 dell’art. 12 della citata legge 122/2010 stabilisce che l’INPS provvede al monitoraggio delle domande di pensionamento presentate dai lavoratori di cui al comma 5 che intendono avvalersi, a decorrere dal 1° gennaio 2011, del regime delle decorrenze vigente prima della data di entrata in vigore del decreto legge del 31 maggio 2010, n. 78.
Di conseguenza, la volontà di avvalersi della deroga in argomento deve essere manifestata all’atto della presentazione della domanda di pensione.

Al solo scopo di agevolare gli assicurati, ai potenziali beneficiari collocati in posizione utile verrà inviata la comunicazione della possibilità di accedere alla salvaguardia immediatamente prima dell’apertura della finestra di accesso al pensionamento.

Resta inteso che la certificazione non esonera l’interessato dalla presentazione, in tempo utile, della domanda di pensione, corredata dalla richiesta di avvalimento del beneficio in oggetto.

Si sottolinea, nuovamente, che i soggetti che hanno perfezionato il diritto alla pensione entro il 31 dicembre 2010 continuano ad accedere al pensionamento con il previgente regime delle decorrenze.

6. Certificazione del diritto a pensione utile ai fini della salvaguardia della decorrenza
Con successivo messaggio sarà illustrata la modalità di trattazione da parte delle sedi delle liste dei potenziali beneficiari della salvaguardia, che sono in corso di predisposizione.

7. Prolungamento dell’intervento di tutela del reddito
Il comma 5 bis (introdotto dall’articolo 1, comma 37, della legge 13 dicembre 2010 n. 220) prevede "in alternativa a quanto previsto dal comma 5 la concessione del prolungamento dell'intervento di tutela del reddito per il periodo di tempo necessario al raggiungimento della decorrenza del trattamento pensionistico sulla base di quanto stabilito dal presente articolo e in ogni caso per una durata non superiore al periodo di tempo intercorrente tra la data computata con riferimento alle disposizioni in materia di decorrenza dei trattamenti pensionistici vigenti prima della data di entrata in vigore del presente decreto e la data della decorrenza del trattamento pensionistico computata sulla base di quanto stabilito dal presente articolo".

Tale intervento non determina ope legis un diritto al suddetto prolungamento ma deve essere assunto da un apposito decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze.


8. Definizione delle domande di pensione giacenti.
Nelle more della formazione della graduatoria dei potenziali beneficiari l’esame delle domande di pensione presentate con richiesta di avvalimento della deroga di cui all’articolo 12, comma 6 legge n. 122/2010 deve essere sospeso in attesa dell’accertamento del diritto alla deroga in questione.

Le Sedi avranno cura di costituire apposita evidenza delle suddette casistiche e le riesamineranno d’ufficio all’esito del procedimento di cui al precedente punto 4.

Di tali circostanze devono essere resi edotti gli interessati.

Resta fermo che l’esito positivo del procedimento di riesame resta subordinato alla sussistenza degli ulteriori requisiti di legge previsti per l’accesso alla pensione di vecchiaia e di anzianità (es. cessazione del rapporto di lavoro dipendente)

Per la trattazione delle fattispecie di cui sopra sotto il profilo informatico si rinvia al messaggio tecnico operativo di imminente pubblicazione.


Il Direttore Generale
Nori

22 luglio, 2011

lavoratori in mobilità/mobilitanti interessati a clausola salvaguardia exaccordo 4 agosto 2010 .

Telecom Nota SLC Lavor Interess Da Clausola Finestre Acc 4-8-10

20 luglio, 2011

19 luglio, 2011

Se Silvio fosse Murdoch

Ve lo immaginate Silvio Berlusconi al posto di Rupert Murdoch?

Il magnate australiano della News Corporation si è sottoposto a ore di domande senza sconti da parte della Commissione Cultura, media e sport della Camera dei Comuni, insieme al figlio James. I parlamentari britannici lo hanno incalzato sul caso delle intercettazioni illegali organizzate dalla sua testata News of the World, poi chiusa per lo scandalo. E SkyTg24, televisione italiana di proprietà dello stesso Murdoch, ha trasmesso tutto in diretta, con traduzione simultanea, senza filtri.

Pensate ora alla stessa scena in versione italiana. Silvio Berlusconi siede davanti a una commissione d’inchiesta del Parlamento. Sulle domande da rivolgergli non c’è che l’imbarazzo della scelta. Chi furono i suoi primi finanziatori nascosti dietro alcune società fiduciarie? Che cosa faceva esattamente nella sua residenza di Arcore il mafioso Vittorio Mangano? E – per ricalcare esattamente una domanda rivolta a Murdoch a proposito dei suoi giornalisti coinvolti anni fa nello stesso scandalo – chi ha pagato la difesa legale dei manager della Fininvest poi condannati definitivamente per corruzione alla Guardia di Finanza? Come mai ha ritenuto di dover portare in Parlamento ben due di loro, Salvatore Sciascia e Massimo Maria Berruti?

Al Murdoch italiano, l’ipotetica commissione potrebbe chiedere tante altre cose. Davvero dormiva la notte in cui fu recapitata presso la sua abitazione di Arcore l’intercettazione di Piero Fassino sulla scalata Unipol, ottenuta illegalmente? Come mai arrivò sulla sua scrivania il video compromettente che riguardava il governatore del Lazio Piero Marrazzo? Come spiega che i suoi avversari, politici e non, siano oggetto di campagne diffamatorie da parte delle testate che possiede, per esempio il giudice Raimodo Mesiano o il giornalista Dino Boffo? Non ha mai utilizzato nella lotta politica il materiale di “gossip” fornitole da Alfonso Signorini, direttore della rivista Chi, da lei posseduta?

Il tutto trasmesso in diretta tv su Canale 5, o Italia Uno, o Retequattro. E coperto con distaccata professionalità dal Giornale di Sallusti. Ve lo immaginate? Continuate a immaginarlo.

Silvio Berlusconi davanti alle commissioni parlamentari neppure si presenta. Per esempio al Copasir, l’importante organismo che controlla i servizi segreti, negli ultimi tre anni non hanno mai avuto il piacere di vederlo. Né si ricordano dirette o speciali di Mediaset sui qualcuno dei suoi tanti processi, che suscitano grande curiosità in tutto il mondo. Tranne Cologno Monzese.

Manovra, il miracolo dimezzato


Il “miracolo” invocato da Napolitano si è avverato. Una “casta” politica litigiosa, attenta solo a salvaguardare i propri privilegi, ha approvato la manovra economica in tempi rapidissimi. Ma è un “miracolo a metà”, con un risvolto iniquo e vergognoso, che dà la misura della pochezza di questa classe politica. Si chiedono pesanti sacrifici ai cittadini, ma la politica non ci rimette un solo euro. L’amara medicina è solo per il Paese, non per il Palazzo. Lievi i tagli agli abnormi costi della politica. Per lo più simbolici o rinviati al futuro. Chi non assume, in prima persona, lo stesso fardello dei cittadini, non ha nessuna credibilità. È delegittimato.

In più, il miracolo è stato “dimezzato” dalla natura dei tagli, lineari e indistinti, che salva le caste e aumenta le disuguaglianze. Una“macelleria sociale” contro il ceto medio e le famiglie con figli. I “soliti noti”, che già pagano abbastanza. E che esclude, invece, chi può essere chiamato a maggiori sacrifici. Le famiglie si ritrovano, ancora una volta, nell’occhio del ciclone. Non è un bel segnale vedere “tagli indistinti” su tutte le agevolazioni fiscali per la famiglia: dagli asili nido ai mutui. E, al contempo, agevolazioni per le rendite finanziarie, o per specifiche categorie professionali.

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16 luglio, 2011

E il dipendente non paga l’Irpef



Se la banca vaticana Ior comprerà il San Raffaele, parte del conto lo pagheranno I contribuenti italiani? L’ipotesi non sembra del tutto campata in aria. Gli italiani che lavorano per gli Enti Centrali della Chiesa Cattolica, quelli gestiti direttamente dalla Santa Sede e gli organi della Curia romana, infatti, non sono tenuti a versare allo Stato l’Irpef, l’imposta sul reddito da lavoro (dipendente, in questo caso).

Sono italiani, lavorano in Italia, ma evitano l’Irpef grazie ai privilegi concessi dai Patti Lateranensi, confermati dal nuovo Concordato del 1984. Se nascerà il grande polo sanitario cattolico sognato dal cardinale Tarcisio Bertone, si tenterà di estendere ai relativi dipendenti la stessa norma? L’interrogativo circola, alla luce dell’ingresso nella Fondazione del San Raffaele di Giuseppe Profiti, presidente del Bambin Gesù di Roma: proprio uno degli enti che beneficiano dell’esenzione.

Quanti siano gli italiani Irpef-esenti in nome del Vaticano, non lo sanno né l’Agenzia delle Entrate né l’Inps, che paga loro la pensione (i contributi li versano). Eppure il nuovo Concordato aveva previsto l’istituzione di una Commissione paritetica per «meglio disciplinare» le esenzioni fiscali: dopo 27 anni non c’è ancora traccia.

Le agevolazioni riguardano almeno 2 mila lavoratori italiani distribuiti tra Curia (Segreteria di Stato, Congregazioni, Tribunali, Pontifici consigli, Osservatore Romano, Radio Vaticana, Accademie, basiliche) e Governatorato (Uffici centrali, ragioneria, Ville Pontificie, Specola).

Numeri più precisi è però difficile farne, considerando i molti che lavorano nelle zone extra-territoriali, compresi i tanti del Bambin Gesù. Un ospedale che gode anche di ingenti finanziamenti pubblici.
Motivo per cui c’è chi non gradisce il blitz sul San Raffaele. Che potrebbe rivelarsi un boomerang, se portasse l’opinione pubblica a rimettere in discussione vantaggi consolidati.

L’Espresso 21 lugio pag.109

ANALISI RAGIONATA A CURA DELLA CGIL SUL FURTO OPERATO A LAVORATORI DIPENDENTI E PENSIONATI

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Caro-Irpef, chi ha 20mila euro pagherà il doppio dei più ricchi

E dunque, proprio chi fino ad ora contava su detrazioni, deduzioni e bonus fiscali per alleggerire l'Irpef, nel 2013 e nel 2014 vedrà ridotti sensibilmente gli sconti. L'effetto regressivo, calcolato per il sito lavoce. info da Massimo Baldini, economista e docente, si abbatte con particolare iniquità sui nuclei familiari con un reddito medio tra i 16 e i 27 mila euro che a regime, nel 2014, perderanno 620 euro di agevolazioni, su un totale medio di 3 mila euro, quasi il 21%. Un quinto in meno. Al contrario, il 10% più ricco delle famiglie, quelle con un reddito superiore ai 54 mila euro, lasceranno allo Stato solo 364 euro. Perché?

Perché all'aumentare del reddito, le detrazioni Irpef a cui si ha diritto diminuiscono. E dunque i tagli lineari, così come previsti in manovra, per ora indistinti - del 5% nel 2013 e del 20% nel 2014 sulle 483 agevolazioni oggi esistenti che valgono 161 miliardi l'anno e che dovranno assicurare 4 miliardi il primo anno e 20 il secondo - pesano molto di
più su chi ha più sconti. Ovvero le classi intermedie. Anche perché si tratta di spese per medici e farmaci, per la scuola e la palestra dei figli, l'affitto, la previdenza integrativa, le ristrutturazioni, gli assegni al coniuge, gli interessi sui mutui, le detrazioni per il lavoro dipendente. Una previsione talmente dirompente che lo stesso autore dei calcoli considera "molto bassa la probabilità di un'applicazione" di una manovra siffatta. A meno che, entro il 30 settembre 2013, non venga varata la riforma fiscale e assistenziale con tagli "mirati".

vai all'articolo integrale di Repubblica.it

14 luglio, 2011

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13 luglio, 2011

Mentre la speculazione si abbatte sull’economia, il capo del governo sparisce in una delle sue 21 ville: non esattamente una prova da leader

Famiglia Cristiana, 12 luglio 2011

CAUSE DI LAVORO? PAGATEVELE


Da oltre 50 anni le cause di lavoro e previdenziali non erano gravate da nessun balzello economico per i lavoratori. Una norma di civiltà che tutelava il più debole nella causa di lavoro.

Dall’entrata in vigore del decreto per la stabilizzazione finanziaria i lavoratori e le lavoratrici devono pagare una quota che nella maggioranza dei casi (cause per licenziamento, impugnazione dei termini, riconoscimento del rapporto di lavoro, mobbing, ecc. ecc.) comporterà un costo di 225 euro, più 8 euro di bollo, per il totale di 233 euro. Sono cifre importanti, soprattutto se si considerano le condizioni socio economiche di chi si trova costretto a ricorrere alla Giustizia per la tutela di diritti.

Con che coraggio chiedere questo denaro a persone rimaste senza lavoro e/o reddito?

Non è la prima volta, nel collegato lavoro si era già tentato di abolire la gratuità delle cause, sono state approvate norme che tentato di limitare i poteri dei giudici e prevista una automatica condanna alle spese per il lavoratore soccombente nelle cause.

C’è una unica spiegazione, depotenziare ulteriormente il processo del lavoro e dare forzosamente spinta ai meccanismi previsti dal collegato lavoro a partire dall’arbitrato di equità che sono bloccati.

È una scelta molto grave, che colpisce tutti, ma in modo evidente i lavoratori precari che chiedono il riconoscimento del lavoro subordinato.

È anche inconcepibile che tutto questo venga fatto per decreto legge, cambiando le regole senza alcuna discussione e peraltro creando una grande confusione nei Tribunali con evidenti problemi per le persone.

Nei prossimi giorni tutti gli uffici legali della Cgil riceveranno a cura della Consulta Giuridica e del coordinamento vertenze una nota su come cercare di tutelare i lavoratori e le lavoratrici.

La Cgil chiede che questa norma venga soppressa o stralciata e in ogni caso attiverà tutte le iniziative possibili di carattere legale e amministrativo per bloccare o sospendere gli effetti arrivando fino al ricorso in sede costituzionale.

Questo tema sarà inoltre al centro delle iniziative di mobilitazione e sarà consegnato e distribuito in occasione dei presidii contro la manovra che si terranno davanti alle Prefetture.

TRADUZIONE ACCORDO 28 Giugno TRA LE PARTI SOCIALI

Tab Traduz Punti Acc Rappresentanza 280611

12 luglio, 2011

FANTASIA CONTRO INEFFICENZA


Certo la fantasia dei clienti non conosce limiti, questo ha utilizzato la porta della centrale di XXXXXXXXXX come "tazebao" (giornale murale). Visto che non riesce a farsi ascoltare dai call-center o questi non sanno a chi scaricarlo, ha rispolverato questo metodo di comunicazione.
Un GRANDE.

06 luglio, 2011

ANDAMENTO MOBILITA’E BANDI DI RICONVERSIONE PROFESSIONALE

Telecom Com Incontro 1-7-11

05 luglio, 2011

Tabella raffronto accordo 29-06 precedenti accordi e documento sulla rappresentanza della CGIL

Tab Confronto Acc Rappresentanza 280611

03 luglio, 2011

NUN TI REGGAE PIU' RIVISTO E CORRETTO 30 anni dopo

FERMIAMO LA CENSURA SUL WEB FIRMA ANCHE TU


CLICCA QUA PER FIRMARE CONTRO LA DELIBERA AGCOM

Fra pochi giorni l'Autorità per le comunicazioni potrebbe votare un provvedimento che metterebbe il bavaglio alla rete, arrivando perfino a chiudere siti internet stranieri in modo arbitrario e senza controllo giudiziario. Inondiamo i membri dell'Autorità di messaggi per difendere la nostra libertà d'informazione su internet



Il governo di centrodestra ha lanciato un nuovo attacco alla libertà di accesso all'informazione, e fra qualche giorno un organo amministrativo sconosciuto ai più potrebbe ricevere poteri enormi per censurare internet.

L'Autorità per le comunicazioni, un organo di nomina politica, sta per votare un meccanismo che potrebbe perfino portare alla chiusura di qualunque sito internet straniero - da Wikileaks a Youtube ad Avaaz! - in modo arbitrario e senza alcun controllo giudiziario. Gli esperti hanno già denunciato l'incostituzionalità della regolamentazione, ma soltanto una valanga di proteste dell'opinione pubblica può fermare questo nuovo assalto alle nostre libertà democratiche.

Non c'è tempo da perdere. La prossima settimana l'Autorità voterà la delibera, e se insieme costruiremo un appello pubblico enorme contro la censura su internet potremo fare la differenza. Inondiamo i membri dell'Autorità di messaggi per chiedere di respingere la regolamentazione e preservare così il nostro diritto ad accedere all'informazione su internet. Agisci ora e inoltra l'appello a tutti!

Negli anni Berlusconi ha cercato più volte di controllare l'informazione su internet, ma finora i suoi tentativi sono sempre falliti. Ora, lontano dai riflettori, il governo ha la possibilità concreta di espandere i suoi tentacoli sulla rete, a meno che i cittadini non alzeranno la voce per fermarlo.

La nuova regolamentazione permetterebbe all'Autorità per le Comunicazioni di rimuovere contenuti sospetti di violazione del copyright da siti internet italiani senza alcun controllo giudiziario. Ancora peggio, la pubblicazione di una canzone o di un testo sospetto potrebbero perfino portare alla chiusura di interi siti internet stranieri, inclusi siti d'informazione, portali di software libero, piattaforme video come YouTube o d'interesse pubblico come WikiLeaks.

Se approvata, la nuova regolamentazione garantirebbe di fatto poteri legislativi e giudiziari a un organo amministrativo le cui funzioni dovrebbero essere esclusivamente consultive e di controllo, aprendo così la strada a un processo decisionale arbitrario e incontrollato. L'Autorità, nella speranza di passare inosservata, sta velocizzando al massimo la decisione, che è prevista per la prossima settimana.

Ma insieme possiamo costruire un enorme grido pubblico e convincere i membri chiave dell'Autorità che sono ancora indecisi a opporsi alla regolamentazione e rimandare così la questione all'unico organo che ha i poteri costituzionali per legiferare sulla materia: il Parlamento. Manda un messaggio ora e inoltra l'appello il più possibile:

I governi sono sempre più impauriti da internet, che è diventato uno strumento per aprire il dibattito pubblico e per la mobilitazione dei cittadini, e stanno cercando così di imporre regole più strette di censura. Ma i cittadini stanno rispondendo, come in Gran Bretagna, dove l'opposizione dell'opinione pubblica ha costretto il governo a ritirare la legislazione sul copyright che voleva mettere un bavaglio alla rete. In Italia lo scorso anno siamo riusciti a fermare la "legge bavaglio" liberticida. Vinciamo di nuovo!

02 luglio, 2011

COLPO GROSSO ALLA TELECOM



Nel giorno del no a Santoro, scompare dalla manovra
una norma ammazza-Telecom sulla rete telefonica
di Giorgio Meletti
e Carlo Tecce

La metafora di Giovanni Stella, confezionata un mese fa per il Fatto, annunciava la discesa in campo (televisivo) di Telecom: io aspetto paziente sotto il banano-Rai che ne scendano i macachi- conduttori. L’amministratore delegato di Telecom Italia Media rompeva il bipolarismo di Rai e Mediaset: ecco, diceva, La7 è disposta a prendersi il gruppo di giornalisti che il servizio pubblico e il Biscione, per motivi diversi ma di uguale matrice (il Cavaliere), non vogliono e non possono permettersi.

Stava nascendo una televisione all’apparenza poco controllabile per il Silvio Berlusconi imprenditore e politico, ma estremamente influenzabile per la sua versione di capo del governo.
La trattativa con Michele Santoro era chiusa, mancava un tratto di penna: la firma (alle prime voci, il titolo di La7 crebbe in un giorno del 20%; l’altroieri, al niet, ha perso il 4 e ieri il 3).
Martedì scorso, l’ultimo incontro tra l’inventore di Annozero e il dirigente di La7 conosciuto con il soprannome di “canaro ” per i suoi modi spicci ed efficacy fino al sadismo. E che succeed martedì, proprio quel giorno? Il governo scrive e riscrive e infine diffonde la bozza di manovra economica: tagli, pensioni, tasse e finte rivoluzioni liberali e liberiste. In un articolo del provvedimento, a sorpresa, si
materializza il conflitto d’interessi che Santoro ha denunciatoieri nell’intervista al Fatto .

IL GOVERNO, se vuole, può fare male a Telecom, la multinazionale proprietaria di La7. E con una norma, infilata di soppiatto, Palazzo Chigi ha dimostrato come può farle male. La bozza prevedeva un progetto del ministero per lo Sviluppo economico di Paolo Romani: “Un piano di interesse nazionale per il diritto di accesso a Internet”.
E come? “Mediante la razionalizzazione, la modernizzazione e l’ammodernamento delle strutture esistenti”. Parole astruse e verbi incrociati per sottrarre a Telecom l’ultimo bene invidiato da tutti i concorrenti: la rete fisica, quella che porta il cavo telefonico in tutte le case e gli uffici, eredità del monopolio pubblico. Il governo pensava di aprire il mercato e le connessioni veloci imponendo “obblighidi servizio universale”.

Tradotto: Telecom investe per migliorare la sua struttura e poi deve metterla a disposizione dei concorrenti. Il governo di lievi e dure sforbiciate, che spinge all’infinito una correzione nel bilancio statale da 47 miliardi di euro, sentiva l’urgenza di ricorrere ai soldi della Cassa depositi e prestiti per “finanziare il piano nazionale su Internet”. Poche righe nascondevano un possible esproprio del tesoro più sensibile per i vertici di Telecom. L’ipotesi dura due giorni, esattamente 48 ore, fin quando ieri accadono due fatti all’apparenza distanti ma forse strettamente legati: La7 annuncia la fine di qualsiasi negoziato con Santoro, azzoppando così l’ipotesi terzo polo televisivo; e, in contemporanea, il governo cambia la norma, stravolge il suo “piano di interesse nazionale per il diritto di accesso a Internet” e cancella dal testo della manovra quei passaggi

– “la razionalizzazione, l’obbligo di diritto universale” –

che minavano la stabilità patrimoniale di Telecom e preoccupavano i suoi azionisti (anche stranieri). Anche se il numero uno di Telecom Italia Franco Bernabè giura che tra i due fatti non c’è alcun nesso, e ribalta su Santoro l’accusa di aver cercato pretesti per far saltare la trattativa con La7, i casi sono due: o le idee del ministro Romani e del governo sono talmente labili da evaporare nel breve volgere di
48 ore, oppure la rivoluzione telematica di Berlusconi era un atto di forza, un segnale per intimorire La7.


PER CAPIRE DOV’È intrappolata la ragione è utile ricordare che la Rai di centrodestra, in trincea contro i giornalisti sgraditi dal Cavaliere, adesso comincia a riflettere: forse è meglio trattenere Santoro, forse Vieni via con me era davvero importante, forse Repor t è un prezioso settimanale
d’inchiesta, forse Lucia Annunziata è una figura professionale irrinunciabile per il servizio pubblico. Togliendo i forse, resta l’ordine di servizio di Berlusconi, il più recente: è più facile controllare il servizio pubblico, senza indebolirlo troppo, per giocare di sponda con Mediaset, che combattere un terzo polo televisivo. Nella peggiore delle ipotesi, un colossale ricatto. Nella migliore, l’ultima trasfigurazione del conflitto d’interesse.

Il Fatto Quotidiano sabato 2 luglio pag. 2