30 dicembre, 2007

ULTIMO POST DELL'ANNO



Questo post riporta un bell'articolo di Bruno Ugolini su Unita' online, il 2007 sara' ricordato principalmente per i MORTI DI LAVORO, i morti in nome della riduzione dei costi, i morti in nome del profitto finanziario, quel profitto che deve venire non solo dalla produzione, ma anche e sopratutto dalla riduzione dei costi di sicurezza,di formazione e del personale. Tutti noi abbiamo pianto quei ragazzi che sono deceduti in nome di quelle politiche aziendali scellerate, ogni giorno dell'anno che sta finendo abbiamo letto di OMICIDI SUL LAVORO, ci siamo indignati, interrogati perche' questo fenomeno non abbia suscitato un dibattito sociale e politico, è difficile dare un senso a tutto cio' nostro dovere è vigilare e pretendere che tutte queste persone non siano morte invano

LINK ARTICOLO Bruno Ugolini

Il Natale operaio

Per milioni di famiglie di lavoratori sarà un Natale angosciante, mentre per altre si potrà tirare un sospiro di sollievo. Sembrava che sull’onda fatta di lacrime e sangue, con le tante morti quotidiane nei luoghi che dovrebbero servire solo a produrre, si fosse estesa nel Paese una coscienza nuova. Molti riscoprivano la “questione operaia”, la “questione salariale”. Ma ecco che quando si tratta di passare dalle parole ai fatti spesso le sensibilità si fanno arcigne. Ad esempio a proposito di contratti di lavoro da rinnovare e che non si rinnovano. E così milioni di famiglie operaie affronteranno le scadenze festive con i tagli nelle buste paga, per via degli scioperi effettuati. E così l’incubo del rischio economico, per le più alte spese da affrontare a fine anno, si accompagna all’incubo ormai quotidiano dell’infortunio. Mettetevi nei loro panni, mettetevi nei panni dei metalmeccanici, oltre un milione e mezzo di persone, spesso a capo, appunto, di un nucleo familiare. La notizia è di ieri. Il loro contratto non si riesce a stipulare, la trattativa non ha portato ai risultati necessari. Saranno necessari altri scioperi e uno è già stato annunciato per l’undici gennaio.

Non saranno soli i metalmeccanici a vivere in tal modo questa poco luminosa fine d’anno. Avranno accanto, ad esempio, i lavoratori del commercio che sono costretti ad incrociare le braccia proprio tra candeline e Babbi Natale, nei giorni di più intenso shopping, il 21 e 22 dicembre. Sono circa due milioni e mezzo di lavoratori. Qui è la Confcommercio che ha rotto le trattative, come dicono i sindacati. Gli imprenditori del ramo non ne vogliono sapere, tra l’altro, di regolamentare gli orari di lavoro. Vogliono mantenere il diritto unilaterale di decidere oggi dieci ore domani magari quattro. E quindi rifiutano il contratto. Un Natale gonfio d’apprensione sarà anche per la grande categoria del pubblico impiego (tre milioni di addetti). Qui non si hanno ancora vere certezze sulle risorse atte al rinnovo contrattuale, mentre, come denunciava ieri Paolo Nerozzi, segretario Cgil, si destinano “prebende per dirigenti e assunzioni, sempre di dirigenti, dall'esterno senza alcun criterio se non quello clientelare”.

Ma perché queste difficoltà a rispettare le regole normali della contrattazione nazionale, il ruolo esercitato dal sindacato in questi settori? La domanda è collegata anche al fatto che una parte del mondo imprenditoriale ha invece scelto di accettare la strada del dialogo e di giungere ad una conclusione. E per le famiglie di chi lavora in queste imprese il Natale avrà almeno un tocco di serenità. Proprio ieri è giunta in porto l’estenuante vertenza che vedeva protagonisti uomini e donne ignorati dalle cronache ma essenziali per la vita moderna. Sono i 500 mila addetti ai servizi di pulizia. Le loro trattative sono iniziate, pensate un po’, il 21 luglio del 2005. Hanno conquistato un aumento di 115 Euro a regime (cioè nel 2009). Gente che vive spesso nella precarietà, tra un appalto e l’altro.

Ed infine sarà un Natale più tranquillo anche per importanti categorie come i lavoratori dell’industria elettrica (116 Euro d’aumento medio), come i lavoratori dell’industria chimica (103 Euro). Categorie dove, però, la strada di un rapporto costruttivo tra le parti è stata affermata da tempo. Ed è qui, forse, la risposta alla domanda sul perché ci sia chi rinnova facilmente il contratto e chi no, chi fa di tutto per farsi carico di un Natale sereno e chi no. Le resistenze, le caparbietà, nascono in posizioni imprenditoriali miopi, di chi cerca una rivalsa tutta politica ed è convinto che si possano gestire i governi aziendali senza concordare diritti e benefici. Magari sono gli stessi che in queste settimane abbiamo visto mossi a compassione per giovani vite spedite al sacrificio. Come se fossero problemi di un altro mondo.

Mentre veniva pubblicato il post è arrivata l'ansa sotto riportata,

Rogo alla Thyssen, morto il settimo operaio

TORINO - E' morto Giuseppe Demasi, 26 anni, il settimo operaio ustionato nell'incendio del 6 dicembre alla Thyssenkrupp di Torino.

27 dicembre, 2007

Telecom Italia riorganizza le funzioni aziendali



Telecom Italia comunica di aver effettuato un intervento di razionalizzazione organizzativa, con una semplificazione dei riporti diretti all’amministratore delegato. Nel dettaglio:
- con effetto 14 gennaio 2008 viene costituita - alle dirette dipendenze dell’amministratore delegato - la Direzione Business Strategies & International Development, affidata ad Oscar Cicchetti, che entra a far parte del gruppo Telecom Italia.
- con effetto 1° gennaio 2008 nell’ambito della Funzione di Gruppo Finance, Administration & Control viene costituita la funzione Mergers & Acquisitions, affidata a Paolo Ferrari, con il compito di assicurare la gestione delle operazioni di acquisizione e dismissione del gruppo.
- a conclusione del processo di riorganizzazione e di ricambio manageriale positivamente portato a termine dalla Funzione di Gruppo Human Resources, con decorrenza 1° gennaio 2008 la Funzione di Gruppo Security, affidata a Damiano Toselli, passa ad operare alle dirette dipendenze dell’amministratore delegato. La Funzione di Gruppo Human Resources, Organization and Security viene contestualmente ridenominata Human Resources, Organization and Industrial Relations, restando affidata a Gustavo Bracco.
- con decorrenza 1° gennaio 2008 viene costituita – alle dirette dipendenze del responsabile della Direzione Domestic Mobile Services – la funzione Innovation & Business Development, affidata a Luca Tomassini, che entra contestualmente a far parte del gruppo Telecom Italia, con la responsabilità di assicurare il presidio integrato dei trend evolutivi del business mobile e delle relative tecnologie, in raccordo con le competenti strutture della Direzione Technology e con le altre funzioni dedicate al presidio delle attività Ict del gruppo Telecom.
Sia Cicchetti che Tomassini fanno stabilmente parte della squadra di Bernabè, essendo stato il primo a.d. di Netscalibur, controllata dal Franco Bernabé Group, e il secondo azionista con la Tomassini & Partners di Xaltia, altra partecipata del gruppo Fb, posta in vendita da Bernabè dopo la sua nomina al vertice della Telecom.

Non si puo' non notare che manca tutto il pezzo di WIRELINE

18 dicembre, 2007

Più banda larga per tutti

Telecom Italia collaborerà con Infratel per studiare un piano per ridurre le aree non ancora abilitate al servizio

Telecom Italia collaborerà con Infratel, la società incaricata di realizzare le infrastrutture a banda larga, che fa capo all'Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa (ex Sviluppo Italia) per definire un piano per ridurre il numero delle aree ancora non coperte dalla larga banda, sia al Sud (dove già operava Infratel) sia nel Centro Nord, in base agli accordi che il Ministero raggiunti con le Regioni (l'ultimo è quello con la Regione Emilia Romagna dello scorso novembre).

L'accordo, firmato oggi alla presenza del ministro delle comunicazioni Paolo Gentiloni e del nuovo amministratore delegato di Telecom Italia Franco Bernabè, prevede che le due parti scambino informazioni sugli interventi pianificati nelle aree in digital divide (i programmi di infrastrutturazione assunti dal Ministero in accordo con le Regioni e i programmi di investimento di Telecom); che Telecom adegui le proprie centrali alle infrastrutture realizzate e che le acquisisca (fibra ottica e infrastrutture di posa); e che le due parti collaborino per creare un’infrastruttura evoluta e integrata abilitante alla banda larga eventualmente con l’impiego di tecnologie innovative in grado di abbattere i costi e i tempi di realizzazione delle infrastrutture. (WI-MAX ? è risaputo che INFRATEL sta lavorando al progetto gia' da un paio di anni, realizzando in collaborazione con alcuni enti locali una rete in quella tecnologia)

Telecom Italia è la prima impresa di tlc a firmare un accordo del genere con Infratel.

15 dicembre, 2007

Telecom, due opzioni per la rete

LINK ARTICOLO il sole24ore online

Un altro (piccolo) passo verso la separazione della rete Telecom. Il Consiglio dell'Autorità per le comunicazioni ha avviato ieri un procedimento formale: si valuterà «la revisione e l'eventuale integrazione delle misure regolamentari» che devono garantire l'« effettiva concorrenza sui mercati di accesso alla rete fissa».
Al di là dei tecnicismi, di fatto l'Autorità prova a potenziare la propria leva negoziale per accelerare il negoziato con Telecom Italia. L'accordo, magari con l'assunzione di impegni vincolanti da parte dell'azienda, resta la strada maestra, quella preferita da tutti gli ambienti istituzionali, come è stato fatto presente a Galateri e Bernabè nei loro primi incontri romani.
Del resto, l'Autorità spiega che per evitare che il procedimento vada avanti «Telecom Italia ha la facoltà, fin da subito, di presentare eventuali impegni ai sensi della legge Bersani»: impegni che assicurino «una effettiva ed efficace separazione fra le attività della rete di accesso ed il resto delle funzioni dell'azienda», e l'«equivalenza di trattamento – tra gli operatori alternativi e le proprie divisioni commerciali – in relazione alla fornitura dei servizi di accesso all'ingrosso».
Il procedimento annunciato dal garante, nel dettaglio, riguarda il riesame di quattro mercati (1; 2; 11 e 12) tra quelli considerati rilevanti dall'Unione europea. L'Autorità dovrà decidere se riformulare i rimedi regolamentari e, nel caso, se introdurre interventi straordinari «(ai sensi dell'articolo 45 del Codice delle comunicazioni), ivi comprese misure atte a garantire la separazione funzionale».
La novità, rispetto alle settimane scorse, è rappresentata dalle "prove" con cui, nella delibera, l'Autorità guidata da Calabrò denuncia una situazione di emergenza soprattutto nella banda larga. I tecnici di rete di Telecom svolgerebbero anche attività di vendita dei servizi Adsl, in contrasto con l'attuale quadro normativo. Inoltre Telecom avrebbe proceduto in modo irregolare alla disattivazione di clienti dei concorrenti trasferendoli sulla propria rete (anche attraverso una non corretta interpretazione di una norma delle liberalizzazioni Bersani).
Tuttavia, nonostante questi elementi, anche il garante è consapevole che l'iter sarebbe particolarmente tortuoso e che Telecom – se non fosse per l'atteggiamento di distensione scelto da Galateri e Bernabè – potrebbe decidere rapidamente di impugnare la delibera.
Il procedimento istruttorio durerà almeno 180 giorni, ma tra sospensioni varie potrebbe anche protrarsi per tutto il 2008. In particolare, l'Autorità dovrà preparare uno schema di provvedimento, indire una consultazione pubblica aperta per almeno 30 giorni, acquisire il parere non vincolante dell'Antitrust, inviare la bozza alla Commissione europea. E, soprattutto, l'Agcom dovrebbe motivare l'adozione di una misura straordinaria come la separazione e attendere da Bruxelles il via libera.
Per questo, la seconda strada – quella degli "impegni" volontari di Telecom – sembra ancora la più praticabile. «Non solo siamo aperti al dialogo, ma anche attivi per facilitarlo» ha detto ieri a margine di un convegno Stefano Pileri, d.g. Technology del gruppo. A questo punto, diventano decisive le valutazioni dei nuovi soci e di Bernabè su costi e benefici di un'operazione di questo tipo. Dal punto di vista regolamentare; sotto il profilo industriale (in vista degli investimenti sul next generation network) e finanziario (con la possibile societarizzazione) e in relazione alla posizione di Telefonica, partner industriale di Telco contrario alla separazione.
I tempi non sarebbero comunque stretti, considerando anche che il riassetto Telecom prevede un'altra tappa con l'assemblea di bilancio di aprile, quando dovrà essere rinnovato l'attuale consiglio in scadenza.

12 dicembre, 2007

COMUNICATO SLC SULL' ASSILT

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TLC italiane: più imprese, meno dipendenti


Il 2006 è stato un anno positivo per l'industria italiana della telefonia. Le imprese di telecomunicazioni fisse e mobili e le aziende fornitrici di accesso a Internet sono aumentate, in virtù di dinamiche di mercato favorite dagli sviluppi tecnologici e normativi del settore.


Questa, in sintesi, la prima fotografia scattata dall'Istat, che ha registrato un generale incremento dei volumi di mercato, con un fatturato complessivo di 47.952 milioni di euro e di 558.000 euro (+5,65%) per addetto.

I dati sono positivi, quindi, ma a spiccare è l'evidente contrazione del numero di addetti. In pratica, secondo l'indagine censuaria i dati raccolti evidenziano un trend secondo cui aumentano le imprese di Tlc ma diminuiscono i dipendenti. Su 27 imprese di telefonia (rispetto alle 23 del 2005), il numero di impiegati è di 85.903 contro gli 89.381 delle precedenti rilevazioni. Un divario ancora più netto se si considera la nascita di nuove società di tlc.

In aumento anche gli ISP (Internet Service Provider), un segmento al momento dominato da imprese con meno di 100 dipendenti: 146 le aziende al 2006, con 74.737 addetti e un fatturato complessivo di 25.442 milioni di euro.

In generale, per quanto riguarda gli investimenti nel settore, a fronte di un ammontare complessivo di 6.837 milioni di euro e di 80.000 euro per addetto, a registrare la maggiore incidenza in questo senso sono state proprio le PMI, con 144.000 euro di capitale investito.

In crescita anche l'offerta: il numero delle linee attive nell'ambito dei servizi di telefonia fissa era al 31 dicembre 2006 pari a circa 27 milioni (68% di linee domestiche e 32% aziendali), con ricavi provenienti in prevalenza da canoni e attivazione di linee (19,8%), da chiamate nazionali fisso-mobile (12,3%) e da servizi di interconnessione e terminazione (13,8%). Da segnalare anche la crescita di quelli da accesso e connessione Internet xdsl, passati dal 5,6% del 2005 all'8,1% del 2006.

Rispetto all'anno precedente, questo segmento ha registrato un vero e proprio raddoppio, in virtù delle possibilità offerte dall'unbundling del local loop, che ha aperto le porte del mercato anche agli operatori alternativi a telecom Italia. Le linee "non Telecom" sono passate da 1,9 a 3,8 milioni, ma l'ex monopolista serve ancora l'85% degli utenti.

Sono invece 81,6 milioni le linee mobili attive, per un totale di 73,7 milioni di carte prepagate. Principale fonte di ricavi per le imprese, i servizi di interconnessione e terminazione (20,5%), chiamate nazionali verso stesso operatore (15,7%), verso altro gestore (14,3%) e i ricavi da SMS (10,6%).

09 dicembre, 2007

Telecom verso l'intesa sulla rete

LINK ARTICOLO il Sole 24 ore.it

Quasi due ore di colloquio per quella che è stata molto più di una semplice visita di cortesia. Gabriele Galateri e Franco Bernabè, presidente e amministratore delegato di Telecom Italia, hanno lasciato gli uffici dell'Authority per le comunicazioni dopo aver toccato con Corrado Calabrò i principali punti del dossier-rete e, a quanto si apprende, dopo aver fornito rassicurazioni sull'intenzione di investire nel «next generation network» (Ngn).

Nel pomeriggio, poi, c'è stata la visita agli uffici del garante dell'Antitrust Antonio Catricalà, dove si è parlato soprattutto di tutela dei consumatori e si è fatto un passaggio sull'istruttoria aperta con l'ipotesi di abuso di posizione dominante.

Due incontri consecutivi che, in un'altra fase storica di Telecom, sarebbero rientrati nella pura routine istituzionale. Nelle prossime settimane però Bernabè, che seguirà il dossier in prima persona, dovrà dare risposte rapide sul tema della separazione tra gestione della rete e gestione dei servizi commerciali. Tenendo in debito conto che l'Authority per le comunicazioni si appresta a varare un procedimento formale e che l'Antitrust accetterà un impegno vincolante per chiudere l'istruttoria non oltre il mese di gennaio. Per il duo Galateri-Bernabè quella di oggi dovrebbe essere un'altra giornata romana: possibile che chiudano il tour istituzionale incontrando il ministro Paolo Gentiloni.

Lo scenario, dopo mesi di incertezze, si va definendo. Sulla separazione della rete si procederà tramite accordo, anche in considerazione dei rischi di insuccesso cui l'Authority andrebbe incontro cercando di imporre l'operazione. Ci sono ancora diversi punti di divergenza, ma il dialogo si va semplificando. Telecom dovrà garantire un'adeguata apertura dell'infrastruttura ma sarà libera di scegliere tra l'opzione funzionale e quella societaria, su cui cresce il consenso istituzionale e l'interesse degli ambienti finanziari in vista di un eventuale collocamento in Borsa di una quota di minoranza dell'asset.

In cambio l'ex monopolista riceverà una serie di contropartite, ancora da definire. Si va dall'abolizione del price cap alla liberalizzazione delle soluzioni a pacchetto (accesso più servizi); da un alleggerimento dei vincoli per le offerte rivolte ai grandi clienti a una differenziazione geografica degli obblighi regolamentari ( meno stringenti dove c'è maggiore concorrenza e viceversa).

A fronte di tutto questo, Telecom farà la sua parte nel grande progetto nazionale per la rete a banda "ultra-larga" su cui ormai convergono ministero dello Sviluppo economico, ministero delle Comunicazioni e Autorità. Significativa la nota ufficiale diffusa dall'Agcom dopo l'incontro: «I vertici di Telecom Italia hanno dichiarato l'intendimento della società di contribuire ad un'ulteriore fase di sviluppo del settore delle tlc, in coerenza con l'evoluzione tecnologica e con le tendenze della domanda».

Del piano «Ngn», fortemente sollecitato da tutta l'industria di apparecchiature e sistemi di tlc, si possono intravedere le principali linee. Il Governo metterebbe a disposizione fondi pubblici in alcune aree del Paese: Fondi strutturali per la semplice copertura dell'Adsl in funzione anti digital-divide; Fondi aree sottoutilizzate dove si prevede l'implementazione della fibra ottica per collegamenti super- veloci.

In determinate zone del Paese, saranno gli operatori con capacità di investimento a intervenire. Quanto a Telecom, porterebbe avanti, forse con delle modifiche, il piano abbozzato nei mesi scorsi sulla «Ngn» e in parallelo verrebbero introdotti nuovi meccanismi di remunerazione degli investimenti, cioè parametri che apprezzino adeguatamente il maggior rischio prospettico di una rete di nuova generazione.

La base di partenza, al momento, è il piano presentato dalla precedente gestione di Telecom. Cinquecento milioni di euro tra il 2007 e il 2009 per coprire con una nuova rete di accesso il 5% delle linee totali nelle principali città italiane, per poi portare gradualmente l'impegno a 6,5 miliardi di euro entro il 2016. Cifre che saranno passate al microscopio da Bernabè, in questi giorni intento anche a studiare modifiche nelle linee operative.

08 dicembre, 2007

06 dicembre, 2007

UN MORTO E SEI FERITI...................



Uscire una mattina di casa e non farvi piu' ritorno

Uscire per andare a lavorare, lavorare per sopravvivere

lavorare 12 ore per difendere quel reddito

morire alla 13cesima perche' investire in sicurezza è un costo

quel costo viene pagato ogni giorno e si chiama omicidio sul lavoro

ha un senso tutto cio'?

AGGIORNAMENTO DEL 8 / 12 / 2007

THYSSENKRUPP, MORTO UN QUARTO OPERAIO

E' morto un altro degli operai ustionati nell'incidente alla ThyssenKrupp di Torino. E' la quarta vittima. E' l'operaio Bruno Santino, 26 anni, deceduto poco fa all'ospedale torinese Cto. Aveva il 90 per cento di ustioni. Restano gravissimi ancora altri tre lavoratori colpiti dalle fiamme.

08/12/2007 0.11.

01 dicembre, 2007

Gamberale favorevole allo scorporo della rete

LINK ARTICOLO MILANO FINANZA.it

30/11/2007

Rialzo frazionale per Telecom Italia a piazza Affari, mentre Gamberale auspica lo scorporo della rete. L'azione del gruppo tlc segna al momento un +0,25% attestandosi a quota 2,1675 euro. L'amministratore delegato del fondo F2i che è stato anche Ceo di Tim ambisce a investire in infrastrutture e auspica lo scorporo della rete di TI.

Ovviamente come Ceo di F2i la soluzione preferita per Gamberale sarebbe la "societarizzazione", quindi la creazione di una entità legale distinta dal resto di Telecom italia e non di una semplice divisione aziendale come è il caso di British Telecom ad esempio.

In questa nuova società di rete F2i sarebbe pronta a diventare azionista ma TI, secondo Gamberale, dovrebbe mantenere una quota. "Questa soluzione ha il pregio di consentire a Telecom di ridurre il debito vendendo la rete che Ruggiero stimò valere 15-18 miliardi di euro".

Tuttavia "secondo noi ha il difetto di privare gli azionisti di Telecom del controllo diretto di una quota della rete, che si otterrebbe con uno spin off, rendendo cruciale il prezzo di trasferimento della rete ai nuovi azionisti", avvertono gli esperti della sim. "Prevediamo comunque tempi lunghi, almeno 18-24 mesi, prima che tutto ciò diventi un tema concreto".

"In attesa che il nuovo management decida cosa fare sull'eventuale scorporo della rete manteniamo un atteggiamento cauto nei confronti del titolo", concorda l'analista di un'altra sim che ha un giudizio neutrale sull'azione TI con un target price a 2,25 euro.

Separatamente, il consiglio di amministrazione del gruppo, in agenda lunedì 3 dicembre, procederà a cooptare soltanto Gabriele Galateri e Franco Bernabè per nominarli rispettivamente presidente e amministratore delegato, mentre il vicepresidente dimissionario Carlo Buora non verrà sostituito.

E' questo l'orientamento di Generali, uno dei soci forti di Telco, rappresentata in Cda solo da Aldo Minucci, alla quale in teoria spettava l'indicazione del nome del consigliere uscente. Tutto quindi dovrebbe venir rinviato di qualche mese, all'assemblea di bilancio di Telecom, in calendario ad aprile, quando l'intero consiglio, nominato un anno fa e in scadenza proprio con l'assemblea del 2008, dovrà essere rinnovato.


Francesca Gerosa

29 novembre, 2007

Per la rete rispunta la soluzione «newco»

LINK ARTICOLO sole24ore online

Dopo le dichiarazioni di circostanza e le scadenze mancate, per la rete Telecom ora si entra nel vivo. Il dialogo ripartirà a breve – un incontro tra il presidente dell'Agcom Corrado Calabrò e i nuovi vertici potrebbe esserci nel giro di una decina di giorni – e il modello inglese, cioè la separazione funzionale della rete d'accesso, potrebbe essere superato a favore della societarizzazione.
Non è un mistero che negli ambienti dell'Authority in questi giorni si respiri un'aria decisamente più leggera. Dopo le tensioni con Pistorio, la presidenza di Galateri appare di garanzia e la scelta di Bernabè al timone del business sembra destinata ad accelerare il dialogo sullo scorporo, forse anche riportando in auge la soluzione accarezzata durante le ultime settimane della presidenza di Tronchetti Provera.
Gradita all'entourage prodiano, la nomina del nuovo a.d. è arrivata dopo poco più di un anno dal piano del consigliere del premier Angelo Rovati, suggerito anche da Bernabè nel ruolo di vicepresidente di Rothschild Europa. All'epoca la soluzione prevedeva la societarizzazione della rete, con il 70% da collocare in Borsa e il 30% a vari soggetti come Cassa depositi e prestiti o fondazioni. Oggi potrebbe tornare di attualità, pur con le dovute varianti, a cominciare dalla quota di controllo e l'ingresso minoritario di soggetti diversi rispetto alla CdP.
Le condizioni, certo, sono molto diverse. Bernabè non è più un consulente ma opererà da a.d. dell'azienda e la cessione di una parte della rete, pur considerata da diversi soggetti finanziari una buona opportunità per ridurre il debito e trovare risorse per investire nella banda larga di seconda generazione, dovrebbe superare l'opposizione di Telefonica. Cesar Alierta ha sempre sostenuto un no secco all'ipotesi di scorporo, considerandolo un pericoloso precedente nelle mani dell'Authority spagnola.
D'altro canto, una scelta di spessore come Bernabè per affiancare Galateri va letta anche nel gioco di contrappesi da creare in cda al duo spagnolo Alierta-Linares. E, sebbene nessuno si sbilanci dopo le polemiche del caso Rovati, anche negli ambienti istituzionali ci si è fatta un'opinione. L'Authority assicura assoluta neutralità su questo punto (ciò che conta è la separazione; la societarizzazione sarebbe al massimo una scelta della società) ma è anche vero che una newco limiterebbe il rischio di conflitti nella fase di controllo sia verso chi gestisce la rete sia verso i concorrenti.
Non sfugge poi il fatto che la separazione societaria faciliterebbe il progetto di investimento sulla rete di nuova generazione, la cosiddetta «Ngn», allo studio del ministero dello Sviluppo economico (si veda «Il Sole-24 Ore» del 27 settembre) pronto a mettere a disposizione le risorse del Fondo aree sottoutilizzate per almeno 1 miliardo di euro. Nelle ultime riunioni tecniche, cui hanno partecipato anche esponenti del ministero delle Comunicazioni, tra le ipotesi è emersa quella di creare un grande "contenitore" in cui far confluire le infrastrutture fisiche e i cavidotti di diversi gestori e utilities per poi alimentarlo di fibra ottica che supporti collegamenti anche oltre 50 megabit al secondo.
Scenari ancora in evoluzione. Intanto l'Authority, dopo aver chiuso la consultazione pubblica, potrebbe aprire un procedimento formale sulla separazione già nel Consiglio in programma il 4 dicembre. Per ora ha esaminato i contributi pervenuti dall'ormai precedente gestione di Telecom, dai concorrenti e dai costruttori di apparati. Viene confermato quanto già noto: nel suo documento Telecom si dice disponibile a dialogare sulla separazione funzionale o sul rafforzamento dell'attuale separazione contabile solo in cambio di una netta riduzione degli attuali obblighi regolamentari (dal price cap ai test di prezzo) e chiarisce che ogni apertura riguarderebbe esclusivamente la vecchia rete in rame.
Ma le 75 pagine della consultazione sono state raccolte da maggio a luglio e vanno considerate alla luce delle novità degli ultimi mesi. Nel frattempo è arrivato il via libera brasiliano che ha sbloccato Telco; Bersani e Gentiloni lavorano a un grande progetto contro il digital divide e per la banda larghissima; Ruggiero, Pistorio e gli ultimi uomini dell'era pirelliana lasciano la scena e da lunedì al timone ci sarà un vertice designato dopo un lungo negoziato condotto dai nuovi soci e osservato con grande attenzione dalle istituzioni.

27 novembre, 2007

Telecom I.: in calendario giovedi' Cda Telco su nomine (fonte)

MILANO (MF-DJ)--E' stato convocato per giovedi' prossimo il Cda di Telco, holding che controlla il 23,6% di Telecom I., per l'approvazione della candidatura di Gabriele Galateri di Genola a presidente e Franco Bernabe' ad amministratore delegato di Telecom.

E' quanto si apprende da una fonte finanziaria. Il Cda straordinario di Telecom per la cooptazione dei nuovi manager dovrebbe tenersi lunedi' prossimo. glm


(END) Dow Jones Newswires

November 27, 2007 09:50 ET (14:50 GMT)

Copyright (c) 2007 MF-Dow Jones News Srl.

26 novembre, 2007

SCHEDE PERSONALI DI GENOLA E BERNABE'


LINK SCHEDA BERNABE'


LINK SCHEDA GALATERI

LA NOTIZIA: TELECOM, DOMANI OK CDA A BERNABE'-GALATERI(ORE17)

(AGI) - Milano, 26 nov. - I mercati finanziari salutano positivamente la fine del rito "bizantino" andato in scena col rinnovo dei vertici di Telecom Italia. Stamattina il comitato nomine di Mediobanca, in "sintonia" con il cosiglio di gestione, ha indicato "ufficialmente" Franco Bernabe' come amministratore delegato della societa' e Gabriele Galateri di Genola come Presidente. E a Piazza Affari, in una giornata contrastata, iniziata in rialzo per poi attestarsi intorno alla parita', il titolo Telecom, a poco piu' di mezz'ora dalla chiusura della seduta, fa segnare un progresso superiore all'uno per cento ed e' arrivato anche a toccare punte ben al disopra del due per cento.
Adesso tocca al consiglio di amministrazione di Telecom Italia, che secondo fonti coinvolte nell'operazione, "potrebbe essere convocato domani o al massimo dopo domani mattina". Per la sua convocazione, l'attuale presidente Pasquale Pistorio attende solo una "comunicazione formale" dall'azionista Telco e poi dara' il via alle procedure. E sara' il cda a "prendere atto" delle dimissioni, peraltro gia' annunciate, dello stesso Pistorio e dell'ammministrote delegato Riccardo Ruggiero e a cooptare Bernabe' e Galateri. Al momento resta il mistero sulla sorte del vicepresidente Carlo Buora. Al Comitato nomine di Mediobanca non se ne e' discusso. "Abbiamo parlato solo del Presidente e dell'amministratore delegato, le uniche due raccomandazioni previste all'ordine del giorno", ha riferito Vincent Bollore' al termine della riunione. Spettera' dunque al nuovo cda prendere una decisione sul futuro del vicepresidente e soprattutto sulle sue eventuali deleghe. Negli ambienti vicini alla societa' si da per scontata una riconferma del manager, magari con un "ridimensionamento" del ruolo operativo fin qui svolto. La figura di Buora, in alcuni settori "influenti" della societa' viene vissuta come una sorta di "continuita' aziendale" e non a caso - si fa notare - Marco Tronchetti Provera, prima di imbarcarsi sull'aereo per la Cina dove ha in programma una serie di incontri, a cominciare dalla presentazione alla stampa del Calendario Pirelli 2008, ha sentito la necessita' di diffondere un comunicato stampa in cui oltre a dare la "benedizione" ai due nuovi manager, si invita a "valorizzare il lavoro svolto dalla prima linea operativa che ha contribuito al successo economico e tecnologico" dell'azienda(AGI)

19 novembre, 2007

INTERESSANTE INTERVISTA AL CHIEF DI BT Italia


Interessante stralcio di un intervista a Corrado Sciolla del sito key4biz
LINK INTERVISTA key4biz

Un ultima domanda: nuova competizione e reti di nuova generazione, le NGN di cui tutti ormai parlano, forse ideologizzando un po' il termine. Come valuta il dibattito in corso?

Sciolla. Io credo che le NGN siano un “nice to have” per tutti i Paesi.
Ritengo che oggi il livello di diffusione di massa non sia ancora buono, non credo ci sia l’esigenza di avere fibra che collega il 70-80% della popolazione.
Peraltro, anche gli investimenti di cui parla Telecom Italia – di 7-8 miliardi di euro – comunque prevedono, nel giro di 4 o 5 anni, di collegare al massimo in fibra il 10-15% della popolazione, quindi il problema reale dell’utilizzo di larga banda in Italia è legato in questo momento alla qualità della rete di accesso in rame che collega i clienti finali.
E su questa rete di accesso, in cui Telecom Italia, per sua stessa ammissione, ha smesso in questi ultimi anni di fare investimenti, che si sta creando un problema; un problema per noi e per tutti gli altri che la stanno utilizzando.

Intende dire che le connessioni di vecchio rame non devono essere dimesse a favore della fibra?

Sciolla. Vorrei essere più concreto. Le faccio un esempio: oggi, sono sufficienti dei forti acquazzoni perché tratti significativi di cavi in rame perdano la connettività, perché non sono smaltati (isolati?) come lo erano un tempo.
Ecco, questo è un problema enorme, perchè il cavo in rame di qualità è in grado di portare in maniera simmetrica fino a 8-10 megabit, un’ampiezza di banda che permette di generare un segnale televisivo di altissima qualità.
Quindi quando si parla di NGN si rischia per alcuni versi di distogliere l’attenzione da cose molto concrete, cioè un accesso a larga banda garantito per tutti e questo può essere già fatto con una rete in rame di alta qualità.

18 novembre, 2007

Bernabè verso Telecom Mercoledì assemblea Telco

LINK ARTICOLO IL GIORNALE.it

Domani si apre la settimana decisiva per la nomina dei vertici di Telecom e sembra che la svolta possa arrivare mercoledì, quando sono in agenda le assemblee di Telco e di Olimpia, le due holding dalle quali dipende il 23,6% del capitale del gruppo di tlc.
Il toto nomine è fermo a due opzioni: il tandem Gabriele Galateri alla presidenza e Franco Bernabè ad, o la possibilità di una nuova governance che veda affiancare a un presidente esecutivo (per il cui ruolo sarebbe benvisto lo stesso Bernabè) due direttori generali (che secondo le voci potrebbero essere Stefano Pileri, già dg dell’area Technology, e Luca Luciani, responsabile di Tim). Ed è su questo punto che i contatti tra le banche azioniste di Telco (Intesa e Mediobanca) e Cesare Alierta, presidente di Telefonica (socio industriale della holding) sono in corso in queste ore. Ma il nome di Bernabè è di certo quello in pole position.
Anche all’interno del cda si preme per una soluzione rapida. E proprio i consiglieri indipendenti avrebbero preteso che il percorso decisionale che sta portando alla scelta dei vertici non sia svolto completamente al di fuori del consiglio. La volontà degli indipendenti è quella di svolgere il loro ruolo fino in fondo, di far pesare il board nelle scelte societarie, senza che le sue riunioni vengano interpretate come mere formalità. Anche per evitare incidenti di percorso come quello dell’ultimo cda, quando i rappresentanti di Telefonica dovevano essere cooptati, ma senza aver tenuto conto del conflitto d’interesse.
Per questo nei prossimi giorni i soci finanziari di Telco si muoveranno anche nel rispetto del cda Telecom. Che, dopo le assemblee di Telco e Olimpia, dovrebbe essere convocato per la cooptazione dei nuovi vertici e le successive attribuzioni di deleghe.

14 novembre, 2007

COMUNICATO INQUADRAMENTO SLC TOSCANA




SINDACATO LAVORATORI DELLA COMUNICAZIONE

COMUNICATO
LIVELLI 2007: TEORIA E PRATICA


Nell'ultimo comunicato del 6 novembre u.s. abbiamo spiegato le modalità applicative dell'accordo nazionale e le ricadute in Toscana per i passaggi di livello, rimandando ad una verifica più precisa, una volta erogati i livelli 5.
Oggi, a pochi giorni dalla consegna delle lettere dei livelli, possiamo trarre delle conclusioni che dimostrano la distanza esistente tra la teoria e la pratica.
Innanzitutto è confermata la grande differenza tra i livelli del 2006 (206) e quelli del 2007 (159), scelta particolarmente infelice perché ha creato forti disparità, soprattutto alla rete.
Nel merito non sfugge a nessuno che per poter svolgere attività alte sia necessario avere le strumentazioni, la formazione e gli skill professionali idonei, dimostrando che il sindacato ha ragione quando dichiara che le piramidi delle attività sono insufficienti per riconoscere la professionalità; non sfugge neanche che dare il livello a chi non monta sulle scale o a chi non fa mai turni di reperibilità sia una scorretta applicazione dei criteri stabiliti dall'accordo; anche la scelta di dare il livello agli ultimi arrivati, dimostra che talvolta la professionalità sia stata messa in secondo piano; proseguendo la disamina della situazione, abbiamo verificato altre distorsioni laddove sono stati dati livelli a personale già con incarichi di assistentato o nei reparti in cui alcune attività sono state arbitrariamente escluse; se poi il responsabile decide di assegnare il livello a coloro che vendono di più è chiaro che siamo anche contro alle stesse logiche aziendali.
Infine, è necessario che l'azienda modifichi sul TTM la gestione delle collaborazioni, perché ad oggi tutti gli interventi in collaborazione– compresi quelli fatti sulle cosiddette “attività alte” che danno l'accesso al livello 5 - non valgono e non vengono conteggiati: tutto questo risulta penalizzante per quei lavoratori che, magari perché hanno le scale, vanno in collaborazione, fanno le stesse attività dei colleghi e alla fine non prendono il livello (e magari lo prendono quelli che non hanno le scale che hanno richiesto la collaborazione).

Se la rete ha mostrato grosse sofferenze, al customer la situazione è relativamente migliore, anche perché non sono mancati all'appello quei 40 livelli che avrebbero permesso una maggiore rispondenza ai criteri per il personale del CSU e della piattaforma.

Insomma, l'azienda, dalle linee alle Risorse Umane, è riuscita a trasformare una grande opportunità di crescita professionale in una maldestra operazione che ha escluso molti che hanno la professionalità e i requisiti, accontentandone pochi.
Il paradosso è che da alcune parti i vari responsabili hanno incolpato il sindacato per giustificare la non concessione dei livelli, quando è vero che l'impegno del sindacato e della SLC/CGIL ha determinato un ampio riconoscimento dei livelli anche al di fuori dell'accordo, mentre sono proprio le linee ed RU che, pur dovendo applicare i criteri meglio dell'anno scorso, hanno creato delle palesi ingiustizie .... per poi riconoscere sostanziosi premi individuali che dimostrano che l'azienda i soldi li ha....

SLC/CGIL nel ribadire l'importanza dell'accordo fatto per il riconoscimento di 10500 livelli 5 dal 2006 al 2008, rivendica il ruolo svolto dalla delegazione toscana a Roma e in Toscana per il rispetto coerente dei criteri stabiliti nell'accordo e si adopererà per la soluzione delle palesi ingiustizie verificatesi in alcuni territori della regione.

Firenze, 14 novembre 2007 SLC/CGIL e relative RSU Telecom Toscana

10 novembre, 2007

NOTIZIA SULL'INCHIESTA INTERCETTAZIONI


LINK ARTICOLO DE L'ESPRESSO

Nell'inchiesta sulle intercettazioni un'incursione contro i nuovi padroni

Gli spioni informatici di Pirelli-Telecom sono riusciti a violare anche i computer di Telefonica, il colosso spagnolo delle telecomunicazioni, e delle principali società di telefonia e Internet, come Telmex e la brasiliana Embratel, controllate dal magnate messicano Carlos Slim, considerato l'uomo più ricco del mondo. È una scoperta giudiziaria di forte impatto economico.

Proprio Telefonica, infatti, è il primo socio della cordata di azionisti, riuniti nella Telco con Mediobanca, Intesa, Generali e Benetton, che ha appena perfezionato l'acquisto del pacchetto di controllo di Telecom Italia. Marco Tronchetti Provera ha chiuso l'affare con Telefonica, primo azionista di Telco con il 42,3 per cento, dopo una delicatissima trattativa che aveva portato il manager della Pirelli a un passo dall'accordo con il concorrente messicano.

Questa e altre sorprese sono documentate negli atti che accompagnano l'ordinanza d'arresto eseguita lunedì 5 novembre contro tre presunti responsabili degli attacchi informatici che, tra il 2004 e il 2005, consentirono alla divisione sicurezza del gruppo italiano di stravincere la 'guerra di spie' contro la Kroll, la più grande agenzia investigativa del mondo, che lavorava per i soci-rivali di Telecom in Brasile. Ai magistrati interessano i segreti tuttora custoditi dai tre arrestati: Roberto Rangoni Preatoni, figlio del finanziere creatore di Sharm el-Sheik; Alfredo Melloni, cervello tecnico del Tiger team, cioè della squadra di hacker di Telecom; Angelo Jannone, ex tenente colonnello dei carabinieri, diventato capo della security del gruppo italiano in Brasile, l'unico che ha ottenuto i domiciliari.

Le accuse ormai formalizzate riguardano questa prolungata operazione di spionaggio industriale: oltre un anno di intrusioni nei computer e di controllo abusivo delle email di Carla Cico, l'amministratrice italiana di Telecom Brasil, del banchiere Daniel Dantas, gestore del fondo Opportunity, e di una ventina di loro alleati o consulenti, fino a quattro investigatori della Kroll, tra cui l'allora responsabile per l'Italia Charles Carr. Le intercettazioni telematiche illegali, secondo l'accusa iniziate tra il 2003 e il 2004, sono continuate fino alla primavera del 2005, quando la prima perquisizione mise in allarme il numero uno della security del gruppo italiano, l'ex carabiniere Giuliano Tavaroli.



La missione di spionaggio in Brasile è stata documentata solo quando ne sono stati recuperati i risultati, con qualche difficoltà, negli archivi informatici sequestrati agli accusati. I dossier più delicati erano custoditi in una chiavetta (una pen-drive di marca Apacer) sequestrata a Roma, nell'ufficio di Tavaroli, il giorno del suo arresto, il 20 settembre 2006, ma che l'ex responsabile della sicurezza nega di aver mai posseduto.

Tavaroli ha però confermato di aver ordinato l'attacco, così come Fabio Ghioni, il capo del Tiger Team, che era stato arrestato per il raid informatico del 2004 contro una decina di manager della Rcs-Corriere della Sera.

I pm Fabio Napoleone, Stefano Civardi e Nicola Piacente considerano questi attacchi ormai pienamente comprovati, tanto da aver convocato le stesse vittime per riconoscere i loro file ed email.

Ma negli archivi illegali di Pirelli-Telecom c'è molto di più. E l'inchiesta va avanti. Nelle relazioni che analizzano la 'magnitudine' delle intercettazioni telematiche, gli inquirenti scrivono di avere già 'accertato' altri casi di spionaggio. E tra gli 'obiettivi' ancora inediti, i pm inseriscono, appunto, tutti i principali concorrenti di Telecom tra Europa e Sudamerica. Si va dal colosso britannico Vodafone alla Telmex di Carlos Slim, con Embratel (servizi Internet) e Telemar (telefonia fissa), fino a Telefonica e a Vivo, la compagnia di cellulari controllata dal gruppo spagnolo proprio in Brasile.

Il saccheggio dei dati riservati dei colossi stranieri, ora confermato dal ritrovamento dei primi file negli archivi degli spioni, risale allo stesso periodo dello scontro con la Kroll. Alla chiusura dell'affare con Tronchetti, dunque, mancavano più di due anni. Già nel 2005, però, gli spagnoli di Telefonica avevano avviato i primi contatti per possibili acquisizioni o alleanze con il concorrente italiano.

L'interesse di Slim è invece una sorpresa del 2007. I nuovi tronconi d'inchiesta sono ancora agli inizi. Solo quando avranno terminato l'analisi della chiavetta e degli altri serbatoi di email e file rubati, i magistrati convocheranno le vittime e chiederanno a manager e società di costituirsi come parti danneggiate. I precedenti non sono incoraggianti. Nei casi finora chiusi (Rcs e Kroll-Brasile), lo spionaggio informatico è risultato 'massiccio' sia per la durata che per l'estensione a tutti i soggetti ritenuti 'ostili' a Telecom. Compresa la Deminor, la società che assisteva i soci di minoranza, e perfino l'Autorità garante della Concorrenza e del Mercato. Ora resta da capire fino a che punto gli spioni fossero riusciti a carpire i segreti aziendali dei nuovi padroni spagnoli.
(08 novembre 2007)

08 novembre, 2007

Telecom Italia, G. Benetton spera in nomine vertici entro mese

MILANO, 8 novembre (Reuters) - Gilberto Benetton auspica che entro il mese gli azionisti di Telco giungano a un accordo per la nomina dei vertici di Telecom Italia (TLIT.MI: Quotazione, Profilo).

L'esponente della famiglia Benetton, presente nella holding di controllo attraverso Sintonia, lo ha detto uscendo dal cda del gruppo telefonico.

"Non ho detto che sarà entro fine mese, lo spero .. Sarà nelle prossime settimane" ha detto, interpellato su una sua precedente dichiarazione.

Alla domanda di un giornalista su cosa pensasse di Gabriele Galateri alla presidenza "non si possono fare queste domande per strada, non scherzi", ha risposto.



© Reuters 2007. Tutti i diritti assegna a Reuters.

01 novembre, 2007

Telecom I.: banche divise sul vertice (Sole)

MILANO (MF-DJ)--La partita sul nuovo vertice di Telecom I. e' in pieno stallo e sara' difficile che un accordo tra i nuovi soci di riferimento riuniti in Telco, in particolare tra le banche, venga trovato entro l'8 novembre prossimo quando si riunira' il Cda della societa' telefonica per esaminare la trimestrale.

A fronte del consenso sulla presidenza a Gabriele Galateri di Genola, scrive il Sole 24 Ore, non ci sarebbe infatti unanimita' sul ruolo dell'a.d. per il quale corrono Paolo dal Pino e Franco Bernabe', che hanno ricoperto analoga carica rispettivamente in Wind e nella stessa Telecom prima dell'Opa Gnutti-Colaninno.

I contatti tra le due anime bancarie rappresentate da Intesa Sanpaolo e Mediobanca proseguono, ma il gioco dei veti incrociati fa si' che nessuno sia in grado di imporre una squadra o un nome definitivo. red/mur


(END) Dow Jones Newswires

November 01, 2007 03:47 ET (07:47 GMT)

Copyright (c) 2007 MF-Dow Jones News Srl.

29 ottobre, 2007

Telecom Italia, l’ultimatum di Telefonica

LINK ARTICOLO PANORAMA.it

di Marco Cobianchi
E’ un vero e proprio ultimatum quello che Cesar Alierta, numero uno di Telefonica, ha posto ai suoi partner italiani sui nuovi vertici di Telecom Italia. Irritato dal balletto di nomi, di veti e di controveti che Banca Intesa e Mediobanca si scambiano sui nuovi nomi, Telefonica, che per Telecom Italia ha già speso 2,3 miliardi di euro, ha deciso di andare giù pesante e porre agli italiani un limite di tempo per decidere. Possibilmente entro oggi.
Intanto, però, dopo un fine settimana inconcludente, Madrid ha deciso di prendere l’iniziativa e ha fatto sapere ai vertici dei due istituti di credito soci di Telco (la finanziaria che controlla Telecom) la sua proposta. Secondo quanto appreso da Panorama.it, questo schema vedrebbe, alla presidenza, Gabriele Galateri di Genola nelle cui mani potrebbero essere concentrate deleghe più “pesanti” di quelle di una semplice rappresentanza legale. Sotto di lui una serie di direttori generali concentrati sui diversi business del gruppo telefonico. Uno dei nomi che circolano è quello di Mauro Sentinelli, ex top manager del gruppo, che potrebbe avere la responsabilità della rete mobile. Forti anche le indiscrezioni sul coinvolgimento di Flavio Cattaneo, ex direttore generale della Rai e attuale amministratore delegato di Terna. Sempre da fuori potrebbe arrivare il terzo manager, di totale fiducia del presidente Galateri. In corsa ci sarebbero anche Giuseppe Sala, attuale capo del business della telefonia fissa, e Stefano Pileri, capo dell’Information Technology del gruppo. Questa,a quanto si è appreso, la proposta di Telefonica che, però, sembra abbia avvertito i partner italiani che si tratta di una soluzione di transizione in attesa che tutti i soci della “nuova” Telecom si mettano d’accordo sul nome dell’amministratore delegato dopo che per tutto il fine settimana le discussioni si sono trascinate senza giungere a nulla di concreto. A quanto si sa, sia Banca Intesa che Mediobanca hanno posto un veto insormontabile sul nome proposto dall’altro. Piazzetta Cuccia sembra voler puntare su Paolo Dal Pino, ex amministratore delegato di Wind, mentre Banca Intesa vedrebbe in Franco Bernabé il manager giusto per succedere a Riccardo Ruggiero.
Insomma: nel caso in cui passasse la proposta di Telefonica (un presidente e tre-quattro direttori generali) bisognerà attendere ancora qualche tempo per avere l’assetto definitivo del gruppo.

DA PRENDERE CON LE MOLLE L'ARTICOLO, VISTO CHE LA FONTE E' SCHIERATA.

28 ottobre, 2007

Separazione rete: l'Agcom attendera' i nuovi vertici Telecom



LINK ARTICOLO ULTIMO MIGLIO NEWS

Per procedere nel confronto sulla separazione della rete di Telecom Italia, l'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni aspetta che il nuovo assetto azionario decida a quali vertici affidare la gestione della compagnia telefonica. E' quanto si apprende da fonti dell'organismo di controllo, secondo cui tutto il dossier, in sospeso da parecchie settimane, verra' rimesso sul tavolo 'dopo la meta' di novembre'. Da un punto di vista tecnico, infatti, il lavoro puo' dirsi sostanzialmente concluso e la separazione funzionale sarebbe quindi 'quasi predisposta', visto che sono stati ascoltati anche gli operatori alternativi in un'audizione effettuata nella sede di Napoli lo scorso 25 settembre. Il problema rimasto per il momento insoluto, e sul quale dovrebbe dunque avvenire il confronto con i nuovi vertici di Telecom, e' quello delle garanzie a favore dell'ex monopolista: in particolare, si tratta degli obblighi attualmente in capo a Telecom sull'offerta alla clientela, con i prezzi che, secondo la normativa vigente, devono essere autorizzati dalla stessa Autorita'. Secondo Telecom, questi obblighi dovrebbero essere allentati, anche se gli operatori alternativi sostengono che dovrebbero essere mantenuti almeno finche' l'incumbent detiene una posizione dominante sul mercato della telefonia fissa.
All'interno dell'azienda, spiega la fonte, esistono due scuole di pensiero: quella tenacemente contraria a ogni imposizione sulla rete e pronta a ricorrere contro provvedimenti giudicati troppo punitivi, e quella invece piu' disponibile ad aperture. Alla luce dell'indagine Antitrust avviata ieri per un possibile abuso di posizione dominante nella telefonia vocale e nei servizi Internet a banda larga, pero', questo secondo fronte potrebbe rafforzarsi e spianare la strada al dialogo, facilitando la trattativa. Il presidente dell'Autorita' Corrado Calabro', in ogni caso, ha recentemente affermato che l'organismo continuera' 'fino all'ultimo a puntare sulla scadenza del 31 dicembre', cercando in tutti i modi 'la via dell'accordo prima di esercitare i poteri dell'Autorita''. Poteri rafforzati assicurati dall'emendamento Gentiloni al ddl Bersani sulle liberalizzazioni che, tuttavia, e' ancora fermo al Senato.

25 ottobre, 2007

E' fatta, il controllo di Telecom Italia passa a Telco


18:32:20

Assicurazioni Generali, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Sintonia S.A. hanno stasera comunicato che in data odierna sono state completate le operazioni che hanno portato Telco Spa - società dalle stesse partecipata insieme a Telefonica S.A. - a ricevere per conferimento da Mediobanca Spa e da società del gruppo Generali complessive 749.827.264 azioni ordinarie di Telecom Italia Spa, pari al 5,6% del capitale ed all’esecuzione, per un prezzo di 4.161 milioni di euro, della compravendita del 100% del capitale sociale di Olimpia Spa a sua volta titolare di 2.407.345.359 azioni ordinarie di Telecom Italia Spa, pari al 18% del capitale ordinario di quest’ultima.
L’acquisizione di Olimpia è stata finanziata quanto a 3.248 milioni di euro tramite un aumento di capitale di Telco e quanto al residuo importo attraverso l’assunzione da parte di Telco di un finanziamento messo a disposizione da Intesa Sanpaolo e Mediobanca per un importo massimo di 1.100 milioni di euro, erogato in data odierna per un importo di circa 925 milioni. L’assemblea di Telco Spa ha inoltre deliberato un ulteriore aumento di capitale sociale fino a 900 milioni, destinato al rimborso del citato finanziamento e volto a consentire l’ingresso nella compagine sociale di Telco di ulteriori qualificati investitori Italiani.
Sempre in data odierna, sono stati nominati consiglieri di Telco i signori: Aldo Minacci (Presidente), Filippo Maria Bruno, Enrico Giliberti, Clemente Rebecchini, Gustave Stoffel, Maurizio Verbich, Ángel Vilá Boix, Ramiro Sánchez de Lérin García-Ovies, Miguel Escrig Melia e Sohail Qadri.

TELECOM: BUORA HA LASCIATO LA SEDE DI MEDIOBANCA

(AGI) - Milano, 25 ott. - Il vice presidente di Telecom Italia, Carlo Buora, dopo una visita durata un'ora e mezzo ha lasciato la sede di Mediobanca. Secondo diverse indiscrezioni, Buora sarebbe stato disponibile a lasciare la propria carica detenuta in Telecom dopo il perfezionamento del passaggio della quota della compagnia telefonica detenuta da Olimpia ai nuovi soci di Telco. (AGI)

23 ottobre, 2007

TELECOM, ANATEL: 28 VINCOLI, SEPARAZIONE NETTA VIVO E TIM BRASIL

Milano, 23 ott. (Apcom) - Sono 28 le condizioni che Anatel ha imposto a Telefonica per l'ingresso nel capitale di Telecom Italia. La principale richiesta è la separazione completa tra Vivo e Tim Brasil. Non è stata chiesta alcuna vendita di asset di Vivo o di Tim. Le altre richieste riguardano prevalentemente vincoli comportamentali a tutela della autonomia gestionale dei due operatori.

Per adeguarsi alle 28 richieste l'authority brasiliana per le tlc ha dato a Telefonica sei mesi di tempo. Vivo è il primo operatore mobile brasiliano ed è controllato al 50% dal gruppo spagnolo, Tim Brasil è il secondo player del Paese, controllato dalla società italiano.

Telecom I.: in corso a Mediobanca riunione azionisti Telco

MILANO (MF-DJ)--Nella sede di Mediobanca e' in corso una riunione degli azionisti di Telco, la holding destinata ad assumere il controllo di telecom Italia, una volta ricevuto il pronunciamento dell'Anatel, la cui riunione e' iniziata ormai dal alcune ore. E' quanto si apprende da una fonte finanziaria. All'ordine del giorno della riunione vi dovrebbero essere i passi successivi al via libera da parte dell'Authority.

Il meeting dell'Authority delle tlc brasiliana ha all'ordine del giorno, tra l'altro, anche il dossier sul passaggio del controllo relativo di Telecom Italia da Olimpia a Telco.

Una volta ottenuto il pronunciamento non vi saranno piu' ostacoli al perfezionamento della cessione che potrebbe essere perfezionata nei prossimi giorni. Dc


(END) Dow Jones Newswires

October 23, 2007 11:09 ET (15:09 GMT)

Copyright (c) 2007 MF-Dow Jones News Srl.

Telecom I.: Anatel, si' condizionato ad accordo con Telefonica

SAN PAOLO (MF-DJ)--L'Autorita' per le telecomunicazioni brasiliana (Anatel) ha dato il via libera al consorzio Telco, di cui fa parte anche la spagnola Telefonica, per l'acquisto di una quota di controllo in Telecom Italia. E' quanto riferito dal ministro delle Comunicazioni brasiliano, Helio Costa.

Si tratta di un via libera condizionato, dal momento che Telefonica dovra' rispettare una serie di condizioni, fra cui la cessione di alcuni asset. Il ministro non ha precisato di quali attivita' si tratti. red/ren


(END) Dow Jones Newswires

18 ottobre, 2007

Telecom Italia, Anatel inserisce dossier Telco in riunione 23/10


MILANO (Reuters) - L'Anatel, l'Autorithy per le tlc brasiliana ha inserito nell'ordine del giorno della riunione del prossimo 23 ottobre la discussione sull'ingresso di Telefonica tra gli azionisti di Telco, la holding che acquisterà la quota Pirelli in Telecom Italia.

E' quanto risulta dal sito internet dell'autorità brasiliana nella parte riguardante gli argomenti che saranno discussi dal consiglio.

L'operazione è al vaglio dell'autorità brasiliana in quanto Telecom e Telefonica in Brasile sono presenti rispettivamente con Tim Brasil e Vivo, joint venture tra la compagnia spagnola e Portugal Telecom.


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CHE SIA LA VOLTA BUONA?

15 ottobre, 2007

Ben Ammar: in Telecom i vertici non si toccano


LINK ARTICOLO SOLE24ORE online

E I PODEROSI STOCK OPTIONS PERCEPITI CON LA DISTRUZIONE DELL'AZIENDA VERRANO RESTITUITI?

Levata di scudi intorno al management di Telecom Italia. Davanti alla prospettiva di un cambiamento dei manager del gruppo telefonico, con l'arrivo dei nuovi soci raccolti in Telco, Tarak Ben Ammar scende in campo. E lancia un appello forte a difesa dell'attuale management di Telecom Italia: «Una squadra che vince non si cambia» dichiara al "Sole-24Ore". Ma a nome di chi parla Tarak? A nome di Mediobanca, socio di Telecom, a nome dei soci francesi di Piazzetta Cuccia o, ancora, a titolo personale? «Parlo in qualità di membro del comitato di governance di Mediobanca e come rappresentante del gruppo C degli azionisti esteri di Piazzetta Cuccia».
In questa veste, presentata da lui stesso (Tarak non ha citato l'incarico che ricopre nel consiglio di sorveglianza di Mediobanca), il finanziere franco-tunisino passa in rassegna numeri e risultati finora conseguiti dalla squadra operativa formata dal vice-presidente e amministratore delegato Carlo Buora e dal l'ad Riccardo Ruggiero, affiancati dal presidente Pasquale Pistorio. E mette in chiaro: «Il management di Telecom Italia non deve essere cambiato, ma deve essere lasciato libero di lavorare in tranquillità». Per Ben Ammar le motivazioni non mancano: «I risultati sono buoni», precisa, «e l'azienda è in grado di avere un margine di ebitda del 47% sul mercato domestico». C'è ne è abbastanza, a suo avviso, per sostenere che «Non c'è ragione di turbare l'equilibrio del gruppo e del suo management».
Una dichiarazione forte, quella lanciata ieri da uno dei rappresentati di spicco di Mediobanca, socio di riferimento di Telco con il 10,6%, che riporta alla luce la questione irrisolta del futuro assetto al vertice dell'ex monopolista tlc. Un tema su cui non si era più parlato dopo il botta e risposta tra il consigliere delegato di Mediobanca, Alberto Nagel e l'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera.
Solo venti giorni fa nell'ambito della presentazione dei risultati annuali di piazzetta Cuccia, Nagel ha dichiarato che l'obiettivo dei prossimi mesi è «rendere Telecom una public company realizzando un tipo di governance che porti a un Cda pienamente indipendente e privo di vincoli strategici o finanziari da parte di soci grandi o piccoli». Una presa di posizione a cui, a stretto giro di posta, è arrivata la risposta di Intesa Sanpaolo, azionista di Telco con il 10,6%. «L'auspicio di tutti gli azionisti è che la Telecom abbia un management forte e un cda forte. E con una governance chiara. Se vogliamo, possiamo chiamarla pure public company», ha detto Passera.
Le dichiarazioni dei due consiglieri delegati, che sono rimaste più generiche (non entrando nel merito del lavoro degli attuali manager del gruppo tlc), sono state interpretate dal mercato come l'inizio del confronto sugli assetti futuri del management del gruppo di telecomunicazioni. Da allora, però, è calato il silenzio, probabilmente anche perché l'attenzione è concentrata sul Brasile da cui dipende l'intera impalcatura dell'operazione Telco, appesa al via libera dell'Anatel, l'Authority per le tlc brasiliana. Ora Tarak Ben Ammar, in veste «di membro del comitato di governance di Mediobanca e come portavoce dei soci francesi di piazzetta Cuccia», ritorna improvvisamente sul tema, dando questa volta una posizione molto più chiara e diretta: Ruggiero e Buora, a cui si è aggiunto lo scorso aprile Pasquale Pistorio, restano dove sono. Bisognerà vedere, a questo punto, se altri soci (della stessa Mediobanca e di Telecom Italia) sosterranno pubblicamente la tesi di Tarak.
Di certo, in un momento tanto delicato per gli equilibri della finanza italiana, i soci francesi stanno dimostrando un maggior attivismo sui grandi temi di potere. E non solo in casa Mediobanca, ma anche nella galassia, dalle Generali a Telecom Italia.

12 ottobre, 2007

NUOVO AD ?

Secondo il Financial Times LINK FT.COM dovrebbe essere "Luca Majocchi, chief executive of Seat PG"

WikipediA Luca Majocchi (Monza, 24 maggio 1959) è Amministratore Delegato di Seat Pagine Gialle.

Laureato in Fisica, Master in ingegneria gestionale al Politecnico di Milano e in Business Administration presso la McKinsey and Co.

Dal 1982 al 1986 è ricercatore presso il CNR. Nel 1987 entra a lavorare alla Pirelli Informatica come Responsabile dei sistemi informativi avanzati. Passa poi al settore cavi fino al 1990. In qualità di associato prima e Senior Engagement Manager poi, lavora dal 1991 al 1996 per la società di consulenza aziendale McKinsey.

Dal 1996 entra a far parte di Credito Italiano con incarichi crescenti (Direttore Private Banking, Condirettore Centrale, Direttore Centrale), fino ad assumere il ruolo di Direttore Generale a soli 40 anni. È lui il promotore del primo conto corrente package per i privati in Italia "Genius" e "Imprendo" (dedicato alle aziende) ancora oggi motivo di orgoglio della banca. Dal 2000 passa alla Capogruppo Unicredito Italiano con il ruolo di Vicedirettore Generale e nel 2003 dopo aver portato a termine il progetto di riorganizzazione "S3" che prevedeva la nascita delle tre attuali Divisioni del Gruppo (UniCredit Private Banking, UniCredit Banca d'Impresa e UniCredit Banca) diviene Amministratore Delegato di Unicredit Banca, la Banca retail con oltre 2.750 sportelli in Italia.

Dall'agosto 2003 guida la società Seat Pagine Gialle in qualità di Amministratore Delegato.
E' inoltre, Chairman in Thomson Directories e in TDL Infomedia Ltd., membro del Supervisory Board di Telegate AG e consigliere di Eniro.

Un Altro AD che capisce di TELECOMUNICAZIONI; ma forse questo serve per la parte finanziaria, anche se oggettivamente per come sono messe le cose forse era meglio qualcuno dei pirenei, vicino a Lourdes confine spagnolo..........

11 ottobre, 2007

Gara WiMax: i dettagli rilasciati dal Ministero

LINK A MINIS.TELECOMUNICAZIONI

Si è conclusa la conferenza stampa del Ministro Gentiloni sul bando di gara per le frequenze WiMax. Elenchiamo i punti salienti della conferenza e qualche lettura “tra le righe”:

1. La durata delle licenze è fissata in 15 anni, rinnovabili, e le licenze non sono cedibili.

2. I diritti d’uso sono suddivisi, per due licenze, su sette macroregioni (Lombardia e Pr. Autonome di Trento e Bolzano; Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria e Toscana; Friuli, Veneto, Emilia Romagna e Marche; Umbria, Lazio, Abruzzi e Molise; Campania, Puglia, Basilicata e Calabria; Sicilia; Sardegna), mentre la terza licenza riservata ad operatori non detentori di licenza UMTS è suddivisa su base regionale.

3. Gli archi di frequenza sono di 2x21MHz, e non si fa menzione delle frequenze residuali.

4. Non è chiaro se sarà possibile adottare la versione 802.16e “mobile”, a domanda hanno risposto che non è chiaro.

5. Non è stato ancora chiarito se si potrà usare le frequenze per fare backhauling tra le antenne stesse, bisognerà leggere la deliberà quando uscirà in Gazzetta Ufficiale nei prossimi giorni.

6. A partire da dopo 30 mesi dall’assegnazione, gli operatori che non avessero completamente utilizzato le frequenze saanno tenuti a soddisfare richieste di impiego delle stesse da parte di terzi.


7. Non c’è alcun obbligo di wholesale, ma a domanda il Ministro ha risposto che il Ministero si “impegnerà” a far sì che si concludano accordi tra operatori.

8. Il valore della base d’asta è abbastanza contenuto, ciò non esclude che il meccanismo dei rilanci multipli non faccia arrivare a cifre ben diverse. In ogni caso si parla di un monte licenze complessivo di 45 milioni di Euro e, per fare degli esempi, la macrro-regione Lombardia parte da 3 milioni di Euro; quella di Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise ne vale 2,27 milioni, mentre il solo Lazio per i “new comers” parte da 1,6 milioni.

La conferenza stampa è stata “nei modi” e non nei fatti quasi a porte chiuse. Erano presenti sei o sette giornalisti, e solo ad un certo punto è comparsa una telecamera.

Nella sostanza non è giunto quasi nulla di più rispetto a quello che si era intuito, probabilmente nei prossimi giorni si potrà capire di più e cogliere i primi commenti – se ve ne saranno prima della lettura del bando – da parte degli operatori del settore.

10 ottobre, 2007

Telecom, Agcom chiede più poteri per separazione rete - Economy

MILANO, 10 ottobre (Reuters) - Il presidente dell'Autorità per le tlc Corrado Calabrò chiede maggiori poteri per arrivare più velocememnte alla separazione della rete di Telecom Italia .

In un'intervista al settimanale Economy che sarà in edicola domani, il presidente dell'Agcom sottolinea che con Telecom l'Authority vuole "negoziare da una posizione di forza".

"Intendiamoci, nessuno vuole espropriare Telecom, ma certo bisogna avere strumenti adeguati a convincere i propri interlocutori. Per carità, il potere fondamentale ce l'abbiamo e si basa sulla direttiva comunitaria sull'accesso. E' però vero che senza un'ulteriore precisazione normativa il percorso per arrivare alla separazione della rete rischia di essere lungo, farraginoso e con profili complicati".

Il tavolo tecnico, spiega ancora Calabrò, "non ha esaurito i lavori che sono andati abbastanza bene. Certo però, l'incertezza sull'assetto proprietario (di Telecom) non può non riflettersi sull'andamento dei colloqui".

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NAKED di TI

Linea Alice Business arriverà il 29 ottobre ed è la prima Adsl nuda di Telecom Italia. Si rivolge al solo pubblico aziendale e permette di avere una Adsl e servizi voce, in VoIP, senza pagare il canone base e senza avere quindi una linea telefonica Pstn.

In cambio bisogna pero` pagare i canoni sia Adsl sia VoIP di Telecom Italia, un canone addizionale di 12 euro al mese specifico per Linea Alice Business, più un contributo di attivazione pari a 80 euro, che è simile a quello fatto pagare dagli altri operatori per le Adsl nude. Tutti i prezzi sono Iva esclusa. I canoni Adsl e VoIP dipendono dalle scelte degli utenti, in termini di velocita` o di minuti o numeri di telefono inclusi nell'offerta.


In sostanza Telecom propone alle aziende allergiche alla linea base Pstn, il cui canone tende costantemente ad aumentare, di sostituirla con il VoIP.

C`è un netto risparmio: quei 12 euro al mese sono circa la metà del canone della linea base per le aziende. Lo svantaggio è che tutte le chiamate sono fatte in VoIP e risentono quindi di eventuali alti e bassi dell'Adsl e della mancanza della corrente elettrica.

E` comunque una mossa notevole da parte di Telecom Italia, perché segna il definitivo sdoganamento del VoIP, per la prima volta proposto come alternativa alla linea fissa tradizionale.
E` probabilmente un`offerta per ora destinata solo a utenti business evoluti, disposti a rinunciare alla tradizionale rete fissa e che si sarebbero già comunque orientati verso una soluzione solo VoIP, ma di altri operatori.

Telecom così comincia a presidiare anche questo segmento di mercato, finora lasciato alla concorrenza, proprio in un momento in cui le Adsl nude sono diventate più care.

09 ottobre, 2007

Articolo del 10 Aprile scorso


LINK Articolo Caravita da Quinta's Blog

L'Aquila, marzo 1996. Nella sala di conferenze della Scuola di telecomunicazioni Reiss-Romoli è in corso una delle tante sue conferenze tecniche. Una platea di ingegneri, rigorosamente in giacca e cravatta, ascolta in silenzio le relazioni, coordinate dall'allora responsabile tecnologico della Sip, Umberto de Julio. I vertici tecnici dell'intero gruppo Stet, e dei loro fornitori, sono al gran completo. Al di là del carattere dimesso del convegno, l'occasione è notevole. Per la prima volta in Italia verranno messe a confronto tra loro due tecnologie emergenti. I primi supermodem Adsl, presentati dall'Italtel, contro le Pon, le reti in fibra ottica passiva, asso della Sirti.
Internet, in Italia, era allora ai primi passi. Quasi tutta sulla rete telefonica, a banda stretta. Eppure, a l'Aquila, si analizzava già il dopo: la larga banda già possibile. E nei corridoi del seminario si intrecciavano discussioni sulle sue conseguenze. Costruire una rete ottica nazionale (che da lì a poco sarebbe divenuta per la Stet un progetto operativo, il Socrate) avrebbe di fatto determinato una sorta di nuovo monopolio naturale, in collisione diretta con le prime normative europee di liberalizzazione delle telecomunicazioni (in primis l'Open Network Provision, il principio, statuito nel 1994, che imponeva ai gestori dominanti di dare accesso sulle proprie reti, a condizioni eque, ai concorrenti nei servizi).
Come risolvere questa apparente contraddizione tra grande infrastruttura unica a larga banda e pluralismo e competizione? E alcuni, nei corridoi della ReissRomoli, cominciarono a discutere di una tesi già apparsa in alcuni studi dell'Oftel e dell'Fcc (i regolatori inglese e Usa): l'idea di una rete scorporata, autonoma, capace di vendere a tutti gli operatori in concorrenza accessi e servizi di rete, e in modo imparziale.
«In realtà - ricorda De Julio - questa era solo una delle due scuole di pensiero nate in quei tempi. A chi scommetteva su un futuro di rete unica multimediale, e di concorrenza sui servizi si contrapponeva chi, invece, prevedeva un futuro di tante reti in competizione. A dieci anni di distanza chi ha avuto ragione? Forse il caso Fastweb dovrebbe farci riflettere. Un'azienda di prim'ordine, ma che ha dovuto investire risorse ingentissime per la sua rete a larga banda, senza però riuscire a ricavarne, in dieci anni, un ritorno netto sufficiente a proseguire negli investimenti strutturali. Non a caso oggi è parte di un grande gestore europeo, la Swisscom. Quel dibattito di allora, forse, oggi è giunto a una sua conclusione».
Il progetto Socrate della Stet abortì. Nacque Telecom Italia. Dal 1998 in piena competizione con altri operatori integrati, reti e servizi assieme. Soltanto una voce, in quegli anni, avanzò un'ipotesi diversa. Francesco Chirichigno, examministratore delegato della Sip, vecchia guardia degli ingegneri tlc, che propose la rete separata dai servizi, in due aziende. E la prima aperta a un pluralità di operatori "immateriali". Fu presto bollato come "spezzatino telematico", e l'idea eretica di Chirichigno messa in dimenticatoio.
Eppure la grande infrastruttura nazionale, la rete fissa capillare (di fatto impossibile da replicare in tempi brevi) restava un problema. Sia per l'Agcom, il regolatore, che già nel 1998 impose a Telecom italia la separazione contabile dei suoi servizi internet dopo l'acquisto di Video On line di Grauso. Sia per gli operatori alternativi, che facevano fatica a crescere. L'Adsl, si sostenne sarebbe stata la soluzione. Un supermodem semplice, che dava larga banda sul vecchio doppino telefonico. Bastava che gli incumbent affittassero le linee ai concorrenti a prezzi e condizioni regolate, secondo la formula dell'unbundling.
In realtà non fu affatto semplice. Gli incumbent manifestarono naturalmente, in tutta Europa, notevoli riluttanze a applicare rigorosamente l'accesso aperto Adsl a tutti. Al punto che la più potente autorità regolatoria Tlc europea, l'Ofcom inglese, minacciò seriamente di spaccare in due British Telecom. E nel 2005 fu trovato un compromesso: Bt avrebbe formato Open Reach, una divisione indipendente sotto controllo di un board nominato da Ofcom, per fornire accessi uguali a tutti. Fu la prima separazione funzionale nella storia delle tlc europee. Un modello che oggi la Commissaria Ue alla società dell'Informazione Viviane Reding vorrebbe estendere all'intera Europa.
Eppure molti oggi vogliono andare anche oltre la separazione funzionale. Per una ragione tecnologica, non molto lontana da quel primo dibattitto del 96. La rete di nuova generazione (Ngn), che dovrà sostituire gli Adsl (ormai a saturazione) si annuncia infrastruttura decisamente non replicabile, costosa per decine di miliardi di euro, ma anche estremamente versatile, capace di gestire il web, televisione e video in media e alta definizione, telefonia fissa e persino mobile (tramite Wi-Max connesso), automazione diffusa, videocomunicazione di ogni tipo. Una Ngn nazionale potrebbe vendere servizi di rete a migliaia di operatori differenziati. Oggi lo slogan di moda si chiama "One Network", una sola rete pubblica aperta, basata su fibre ottiche E-Pon, partecipata negli investimenti da più gestori di servizi. Persino conveniente, se fatta imprenditorialmente, per Telecom Italia, sostengono alcuni.
E, in parallelo, aleggia un certo scetticismo sulla separazione funzionale. «I muri regolatori possono anche funzionare in Gran Bretagna - osserva per esempio De Julio - ma l'Italia è diversa. Subito dopo la separazione funzionale riprenderebbe, e alla grande, l'interminabile sequela di ricorsi al Tar, proteste di operatori, cause». Un dibattito complesso, come si vede (e non solo italiano), che ha più di dieci anni. Che è ripreso a piena voce, in questi giorni, a Bruxelles. Un dibattito, però, che è sempre più urgente risolvere.

08 ottobre, 2007

TELECOM, RUGGIERO: BOOM BANDA LARGA IN ITALIA, 10 MLN CONNESSIONI



Napoli, 8 ott. (Apcom) - In Italia è boom della banda larga e del traffico dati negli ultimi cinque anni. Uno sviluppo che l'amministratore delegato di Telecom Italia, Riccardo Ruggiero, definisce "impressionante". Un aumento di volume di traffico che, dal 2001 fino a oggi, ha del tutto capovolto le abitudini degli italiani. Il manager di Telecom, durante un incontro a Napoli con le istituzioni locali alla presenza del ministro della Funzione pubblica e dell'Innovazione, Luigi Nicolais, ha sottolineato come, cinque anni fa, "i minuti del traffico voce fossero 120 miliardi l'anno, mentre i dati non superavano i 20 miliardi, rappresentando il 20% dei volumi di traffico". Alla fine del 2006, invece, "la cosa si è totalmente rovesciata". I minuti di traffico voce, che transitano su tutti i gestori di telefonia fissa sono "circa 95-98 miliardi". Circa 20 miliardi sono "migrati verso il traffico mobile" mentre i "minuti dati sono diventati 500 miliardi". Secondo Ruggiero, ogni anno, si è verificato un "incremento di circa 100-150 miliardi di minuti Ip o trasmissioni dati. Il 2007 - ha proseguito il manager - non ha visto assolutamente nessun segno di regresso dal punto di vista dello sviluppo. Oggi su 600-650 miliardi di minuti, l'80% non è voce". Nel 2001, invece, "l'80% era rappresentato" proprio dal "traffico voce e il 20% da quello dati". Il traffico dati di 500 miliardi di minuti, per Ruggiero "vuol dire tre volte tutti i miliardi di traffico mobile di tutti i gestori" che, oggi, occupa "circa 140 miliardi di minuti". Uno sviluppo, dunque, quello del traffico dati che si è verificato nel passato, ma che ci sarà sempre più nel futuro "tenendo anche conto delle applicazioni che ci sono oggi nel mondo del broandband". In Italia, così come ha riferito Ruggiero, "circa il 25% delle comunicazioni non avviene attraverso la voce" e si stanno raggiungendo le percentuali francesi dove circa il 37% delle comunicazioni avviene on line; il 32% grazie alla telefonia mobile e il 34% attraverso la rete fissa. Attualmente, nel nostro Paese, si è superato i 10 milioni di connessioni Adsl e "circa il 50% delle linee fisse oggi è abilitato alla banda larga". "Il mercato italiano - ha concluso Ruggiero - è fatto di 20 milioni di linee e, se consideriamo il fatto che a una linea corrispondono circa 3 persone, stiamo affermando che circa 30 milioni di italiani hanno utilizzato una connessione a banda larga negli ultimi sei mesi".

ALLA LUCE DI QUANTO SOSTIENE MR 300Kh, SEMPLICISTICAMENTE SI PUO' SUPPORRE CHE GLI
OBBIETTIVI DI REALIZZAZIONE E ALLACCIAMENTO DELLE LINEE DATI IN ATTO IN QUESTO PERIODO NON SIA AFFATTO CASUALE

04 ottobre, 2007

Tlc al bivio


Il settore di fronte all’alternativa se rilanciarsi con nuovi investimenti
o scaricare la minor crescita sui lavoratori. Verso la mobilitazione generale

di Alessandro Genovesi
Segretario nazionale Slc Cgil

Il 5 ottobre scioperano i lavoratori di Vodafone. Scioperano contro un progetto di esternalizzazione di circa mille giovani colleghi, impiegati nei “customer care”. La vertenza Vodafone assume però oggi un’importanza straordinaria, perché – con la proposta del secondo grande operatore di Tlc di esternalizzare attività “core” come il servizio clienti – è forse iniziata una nuova fase di riorganizzazione del settore, con possibili effetti dirompenti sull’intera filiera (dalle imprese che operano in appalto sulla rete fino ai tanti call center in outsourcing). Se nel merito della vertenza in sé non sfugge come Vodafone stia scommettendo su una nuova strategia d’impresa basata sulla riduzione del proprio perimetro aziendale, la riflessione che abbiamo di fronte deve, per gli scenari entro cui si inserisce, allargarsi all’intero settore delle Tlc e dovrà vedere coinvolte le confederazioni e il governo.

Il settore è oggi attraversato, infatti, da più processi tutti potenzialmente dirompenti se non governati: pesano la struttura dei debiti per alcuni (Telecom e Wind) e le difficoltà di remunerare gli investimenti per altri (H3G); si va verso una saturazione dei profitti legati esclusivamente alla voce (fissa e mobile); si assiste (anche per effetto delle stesse stabilizzazioni) al tentativo di diverse imprese di outsourcing di specializzarsi sull’intera filiera del customer care, mentre grandi nomi legati agli apparati (da Dmt a Ericsson) si propongono come gestori integrati delle piattaforme e delle infrastrutture di rete (quelle di Wind e H3G per prime); diverse sono le incognite legate al futuro della rete Telecom (oltre che degli assetti proprietari). Ci sono cioè tutti gli ingredienti per una profonda riorganizzazione del comparto e le imprese del settore (e i suoi lavoratori) si trovano di fronte a un bivio: rilanciarsi riattivando un percorso virtuoso fatto di investimenti legati alla convergenza (triple o quadruple play), ai servizi a valore aggiunto e alla banda larga (fissa e mobile attraverso l’Umts), con una forte personalizzazione dell’offerta, oppure scaricare la minore crescita (ed è la strada scelta oggi da principali operatori, a partire da Vodafone, la società economicamente meglio strutturata e con più redditività) esclusivamente sul costo del lavoro e su un modello di partnership orizzontali dove, all’interno delle “case madri”, potrebbe rimanere il marchio e poco più.

Uno scenario rischioso per i lavoratori del settore (una buona metà con meno di 40 anni), ma anche per lo stesso paese. Perché con un quadro fatto da aziende concentrate solo sulla valorizzazione del marchio, con forti alleanze commerciali con i produttori di contenuti, in un mercato saturo, non assisteremo alla lunga solo all’impoverimento di asset strategici come rete, It e customer, ma a una parcellizzazione della filiera, a maggiori difficoltà per adattare tecnologie e procedure verso il cliente e verso le specifiche caratteristiche del mercato italiano; a una riduzione degli investimenti sulle infrastrutture fisse (e già la rete in Italia ha perso in qualità trasmissiva rispetto agli ultimi anni) e su quelle mobili.

Oggi la sfida potrebbe essere quindi tra due modelli di impresa per le Tlc: un modello che riesce a sviluppare competenze, tecnologie e prodotti a forte personalizzazione, mantenendo un’integrazione verticale omogenea e comunque con una filiera produttiva compatta, ben perimetrata e dove non sia il costo del lavoro o la riduzione delle tutele la discriminante nelle scelte industriali; e un altro dove le imprese sono virtuali e – fidelizzato il mercato – concertano in un’ottica oligopolista i nuovi servizi e il rapporto con il cliente. Per tutte queste ragioni dovremmo già nelle prossime settimane iniziare un percorso che non potrà che sfociare in una generale mobilitazione del settore. Una mobilitazione che chiami tutti, a partire dalle imprese e dal governo, a un intervento diverso e più a lungo respiro. Lo stesso contratto nazionale di lavoro dovrà essere probabilmente ripensato, facendosi sempre più garante di una ricomposizione della filiera produttiva che spinga verso l’alto diritti, tutele e salario – anche attraverso nuove clausole sociale e nuovi modelli relazionali – affinché di fronte alle nuove sfide del settore, non sia la compressione dei diritti e delle tutele l’unica strada praticabile.


(www.rassegna.it, 4 ottobre 2007)

30 settembre, 2007

COMUNICATO TRATTATIVA SECONDO LIVELLO TELECOM

SLC - CGIL Sindacato Lavoratori Comunicazione
FISTel - CISL Federazione Informazione Spettacolo e Telecomunicazioni
UILCOM - UIL Unione Italiana Lavoratori della Comunicazione

Roma, 27 settembre 2007

COMUNICATO: COORDINAMENTO NAZIONALE RSU TELECOM DEL 24 SETTEMBRE 2007

Si è riunito a Roma il giorno 24 settembre, insieme alle Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, il Coordinamento Nazionale delle RSU di Telecom Italia al fine di valutare lo stato di avanzamento del confronto sul contratto di secondo livello.
Le relazioni dei componenti di parte sindacale delle tre commissioni insediate (commissione su PDR; commissione su normative; commissione su orario/reperibilità e indennità logistiche) hanno evidenziato alcuni parziali avanzamenti su materie specifiche: welfare, riconoscimento patologie invalidanti, permessi esame, riduzione dei tempi per i passaggi di livello, formazione mirata.
Mentre si deve registrare una chiusura aziendale su materie importanti come il PDR. Numerosi sono poi i punti della piattaforma su cui l’azienda sta cercando di imporre un proprio modello organizzativo e relazionale.
In particolare il Coordinamento ha evidenziato:
• in relazione al PDR la totale contrarietà alla proposta aziendale di costituire un Premio dove il MOL pesi meno del 60% e sia On/off (cioè valido al fine dell’erogazione dell’intero premio) e dove la misurazione della produttività possa avvenire con gli indicatori proposti da parte aziendale. L’azienda infatti propone uno stravolgimento completo del Premio di Risultato proponendo come obiettivi di produttività obiettivi che sono, prima di tutto, più di redditività e di qualità e che non misurano l’impegno dei lavoratori (come invece dovrebbe essere un indicatore di produttività) oltre ad essere esclusivamente aziendali. Il Premio di Risultato deve invece – come recita il CCNL e il Protocollo del 23 di Luglio del 1993 – essere legato ad obiettivi condivisi tra le parti. Il Coordinamento nazionale per tanto ha ritenuto inaccettabile l’impostazione dell’azienda ed irricevibili per quantità (27 indicatori proposti dall’azienda) e per qualità gli indicatori proposti, in quanto l’azienda sta cercando di trasformare il PDR in qualcosa di identico alle Canvas. Il Coordinamento ha quindi ribadito che la richiesta di inserire la produttività come elemento del nuovo PDR è perché è interesse dei lavoratori vedersi riconosciuti gli sforzi fatti e deve permettere di incidere sull’organizzazione del lavoro, indicando pochi, visibili e trasparenti indicatori che non frantumino il corpo aziendale ma permettano di superare le tante inefficienze organizzative che non possono essere pagate dai lavoratori;
• in relazione alle parti normative occorre registrare una disponibilità solo parziale da parte dell’azienda. In particolare per quanto riguarda capacità e accessibilità alla bacheca elettronica ed al riconoscimento di una rivalutazione degli importi e alla definizione di tempi certi di rientro dal Telelavoro. Maggiori disponibilità sono state registrate per quanto riguarda la gestione della malattia, i permessi 104, la normativa sui permessi esame, il riconoscimento del biglietto ferroviario di 1° classe e la formazione mirata;
• in relazione alle richieste su reperibilità e trasferte e sulla possibilità di meglio regolamentare la flessibilità tempestiva l’azienda ha presentato una serie di prime e generiche controproposte su cui il Coordinamento si è riservato una valutazione più completa solo dopo che l’azienda preciserà meglio le proprie posizioni.
Quindi le Segreterie Nazionali e il Coordinamento Nazionale delle RSU hanno valutato utile un ultimo confronto in sede di commissioni paritetiche al fine di registrare i punti di dissenso, e procedere quindi ad una convocazione del tavolo politico e della delegazione trattante per accelerare il confronto con l’azienda sulla totalità dei temi contenuti sulla piattaforma che comprende anche richieste relative a materie non oggetto dei confronti tecnici delle commissioni (v. Ticket).
Il Coordinamento Nazionale, su proposta delle Segreterie, ha inoltre deciso di istituire un gruppo di lavoro interno al Coordinamento per fare un monitoraggio sull’attuale situazione della rete, in particolare per verificare le condizioni di lavoro e di sicurezza dei colleghi, le inefficienze ed i problemi (già denunciati mesi fa) in relazione al nuovo rapporto con le aziende in appalto, ecc.
Alla fine degli approfondimenti, il coordinamento nazionale valuterà le iniziative sindacali più opportune per sollecitare l’Azienda a trovare soluzioni alle problematiche individuate.

LE SEGRETERIE NAZIONALI SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL

27 settembre, 2007

Trattativa per il rinnovo CCBT in UK

Per chi conosce un po' di Inglese
LINK Comunicato del sindacato Connect UK ai Lavoratori di BT

Banda larga: la Cgil dire la sua sugli investimenti previsti dal Governo


Il piano del ministro dello Sviluppo economico Pierluigi Bersani sulla rete di telefonia fissa deve essere oggetto di confronto con i sindacati. A sollecitare il coinvolgimento delle organizzazioni dei lavoratori e' il segretario nazionale della Slc-Cgil, Alessandro Genovesi. "Se il Governo sta per varare un piano per incentivare una nuova politica per le reti di tlc e' allora opportuno il coinvolgimento dei diretti interessati, che non sono solo le imprese ma anche i lavoratori del settore". Il governo sembra intenzionato a mettere in campo un primo investimento di circa 3 miliardi di euro sulla banda larga.
"Se la politica torna a discutere di sviluppo industriale e di infrastrutture avanzate non possiamo che esserne contenti, quindi, soprattutto se si parte dalla comune condivisione di combattere realmente il divario tecnologico nel Paese. Poiche' pero' si sta discutendo di interventi che coinvolgeranno il futuro della rete di Telecom e che potranno tradursi anche in possibili convergenze tecnologiche ed infrastrutturali tra piu' operatori, con evidenti ricadute sulla vita di decine di migliaia di lavoratori, e' necessario un confronto ed coinvolgimento costante, non episodico, dei sindacati di settore e degli stessi sindacati confederali. Il futuro delle tlc non e', infatti, solo una questione di business per le aziende, ma e' prima di tutto una questione di democrazia e di sviluppo per l'intero paese".