27 settembre, 2006

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO

PER LA MANIFESTAZIONE DI MILANO DEL 3 OTTOBRE SONO STATI PREDISPOSTI DEGLI AUTOBUS CON PARTENZA DA DIVERSI CAPOLUOGHI TOSCANI.I DELEGATI E LE RSU, STANNO RACCOGLIENDO I FONDI PER OTTEMPERARE AGLI IMPEGNI TRAMITE UNA SOTTOSCRIZIONE ALLA QUALE TUTTI I LAVORATORI, SONO PREGATI DI PARTECIPARE LASCIANDO UN CONTRIBUTO.
AL MOMENTO SAPPIAMO SOLO L'ORARIO DELLA PARTENZA DA FIRENZE, QUESTA AVVERRA' DA VIALE ALESSANDRO GUIDONI ALLE ORE 05,30 DEL 3 OTTOBRE. IN SEGUITO PUBBLICHEREMO GLI ORARI CHE CI GIUNGERANNO DAGLI ALTRI TERRITORI.

TRE PUNTI FONDAMENTALI

I seguenti punti li ha definiti il compagno Giacalone (non ci chiamavamo così con i giovani Repubblicani negli anni 80?

1. Nell’inchiesta milanese sugli spioni, dice Tronchetti Provera, noi siamo la parte lesa. Un momento, “noi” chi? Telecom Italia e Pirelli sono due società quotate in Borsa, e sono certamente lese da questa losca faccenda. Tronchetti Provera no, non è parte lesa, come non lo è Buora. E qui le cose sono due: o l’attività di dossieraggio era conosciuta da Tavaroli, che è uomo di fiducia di Tronchetti Provera e dice di avere informato Buora, ed allora i tre sono corresponsabili nell’avere leso le società; oppure non ne sapeva niente Tronchetti Provera, e non lo sapeva nemmeno Buora perché lo stesso Tavaroli riteneva che fosse tutto regolare, ed allora sarà stato lo spione fiorentino a prenderli tutti per il naso. Fossi in loro, riterrei la seconda ipotesi leggermente offensiva.
Si dice e ripete che nell’ordinanza di custodia cautelare non si fa cenno alle intercettazioni telefoniche, e dicendolo si sbaglia. L’ordinanza non è una sentenza, non racconta l’intera trama di una storia, ma mette in risalto quelle che il pm ritiene siano le evidenze emerse dall’indagine. Secondo quel testo ci sarebbero gravi indizi relativi ad attività di spionaggio, svolte utilizzando informazioni acquistate presso pubblici ufficiali dei servizi segreti o del fisco. Roba pesante. In quanto ai tabulati telefonici, fu lo stesso Tavaroli a denunciarne il commercio. Allora, forse, prima di prendere lucciole per lanterne, sarà il caso di leggere con attenzione il codice circa l’esatta definizione delle cose e la procedibilità d’ufficio, in modo da evitare di credere che della gente al servizio di Telecom corrompesse degli estranei per sapere dove possiedo casa, ma mai sarebbero andati a vedere cosa faccio con il telefono. Suvvia!
Infine, c’è il problema degli spioni al servizio di privati che
s’incrociano con i servizi segreti al servizio del Paese. Non solo è possibile che sia capitato, ma credo sia anche assai probabile. Penso si debba metterla così: se i nostri servizi si sono serviti di spioni che perseguivano propri interessi privati, hanno fatto bene, sperando che sia stato anche utile; se a questi si sono asserviti, magari traendone anche un guadagno privato, conto che la giustizia proceda celermente contro di loro.

2. Dice Tronchetti Provera che Telecom è un’azienda sana, con un debito non insopportabile. E’ vero. Pima che se ne occupassero loro era anche una multinazionale. Dice che l’intera catena proprietaria è sana, non ha bisogno di ristrutturazione e Pirelli, bella frase ad effetto, non ha mai preso una lira da Telecom. E questo non è vero.
La catena proprietaria è gravemente malata, perché se Pirelli consolidasse Olimpia e Telecom, come dovrebbe, se, cioè, fosse contabilmente riportato quel che tutti credono di sapere già, ovvero che Pirelli possiede Telecom per il tramite di Olimpia, e se questo lo si facesse, come dovrebbe, riportando alla realtà valori attualmente pari alla metà di quel che è iscritto allo stato patrimoniale, la catena si sbriciolerebbe e le sane società salterebbero per aria. Per dirla in modo più semplice: il patrimonio dei proprietari di Telecom è inferiore ai loro debiti, e la cosa non emerge solo per un artifizio contabile. Alla faccia della salute.
Se non fosse così, di grazia, c’è qualcuno in grado di spiegare perché mai la proprietà cambia idea una volta all’anno, giungendo ora a scorporare quel che ha incorporato, e predisponendosi a vendere? L’urgenza, oggi, è riuscire a prenderli, quei soldi, ed a farlo prima che qualche autorità s’accorga di quel che, per il vero, è evidente da anni.
L’alternativa è lasciare tutto così com’è, sostituire i soci in uscita da Olimpia e tirare a campare. Per farlo, però, è necessario trovare chi sia disposto a mettere un sacco di soldi per contare poco e sperare che solo gli americani sappiano cos’è il consolidamento.

3. Tronchetti Provera ribadisce di essersi dimesso per evitare un “conflitto istituzionale”. Ma Telecom non è mica un’istituzione. La frase andrebbe riformulata nel senso di “evitare un conflitto con il governo”. Se su Tronchetti Provera sono state fatte pressioni, se il governo ha tentato di farsi gli affari suoi, se pensavano d’imporgli un piano che lui non gradiva, merita tutta la più sincera solidarietà. E dato che credo questo sia avvenuto, gliela manifesto.
Ma, non essendo Telecom un pilastro della Repubblica, bensì un’azienda privata, se subisce dei torti dai governanti non è che dimette il suo presidente, piuttosto denuncia chi vuole forzarne la volontà. Non sarebbe, questa, una condotta avversa alle istituzioni, ma, all’opposto, la più istituzionalmente corretta. Il fatto è che Tronchetti Provera ben conosceva le cose che si trovano nei due precedenti punti, e non aveva dubbi che a Palazzo Chigi se ne sarebbero serviti. Si è trovato in una situazione insostenibile, e sapendo di essere attaccabile, sul piano giudiziario come su quello finanziario, ha capito di non potere reggere la pressione, quindi ha passato la mano a Guido Rossi. In questo modo ha guadagnato il tempo utile perché i pontieri si mettano al lavoro, ricordando che se lui affonda anche la banca tanto amica di Prodi prende una botta alla chiglia.
Ora attendiamo il dibattito parlamentare, seguiamo l’evolversi della partita finanziaria e di quella giudiziaria. Saremo sommersi da notizie le più diverse, da schiamazzi politici e presunte rivelazioni. Ma il quadro resterà quello descritto. Tenendolo a mente ciascuno sarà in grado di stabilire quanto la lotta di potere si stia svolgendo e si svolgerà sul terreno del diritto e quanto sulla fanghiglia che lo circonda.


Davide Giacalone (24 maggio 1959, Livorno)

Pubblicista. Dirige i periodici "La Ragione" e "Smoking", e collabora con L'Opinione .Dal 1980 al 1986 è stato segretario nazionale della Federazione Giovanile Repubblicana.
Dal luglio 1981 al novembre 1982 è stato Capo della Segreteria del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Dal 1987 all'aprile 1991 è stato consigliere del Ministro delle Poste e delle Telecomunicazioni, che ha assistito nell'elaborazione dei disegni di legge per la regolamentazione del sistema radio-televisivo ( MAMMI'), per il riassetto delle telecomunicazioni e per la riforma del ministero PT, oltre che nei rapporti internazionali e nel corso delle riunioni del Consiglio dei Ministri della CEE.
E' stato consigliere d'amministrazione e membro del comitato esecutivo delle società Sip, Italcable e Telespazio.

26 settembre, 2006

A LUI LA ZONA GRIGIA A NOI QUELLA ROSSA DEI NS CONTI CORRENTI



MA IERI SERA INVECE DI CONVOCARE UNA CONFERENZA STAMPA, ALLA QUALE HA FATTO PARTECIPARE LE PERSONE PIU' VICINE A LUI AFFETTIVAMENTE.................E HA REALIZZATO UNO SHOW PER LA CARTA STAMPATA.

TRONCHETTI PROVERA NON POTEVA CHIEDERE UN BEL COLLOQUIO CON I MAGISTRATI CHE SI OCCUPANO DEI VARI CASI, E RIFERIRE A LORO QUELLO CHE SA' DELLA ZONA GRIGIA?COSI' NON HA DETTO NULLA, DIMOSTRATO NULLA O CONVINTO NESSUNO, A COSA E' SERVITA LA COSA? VOLEVA AVVERTIRE QUALCUNO? SE SI QUESTO NON E' DEFINITO COMUNEMENTE UN ATTEGGIAMENTO MAFIOSO?


GRAZIE PER QUESTE VIGNETTE SERGIO

SLC - CGIL Sindacato Lavoratori Comunicazione
FISTel - CISL Federazione Informazione Spettacolo e Telecomunicazioni
UILCOM - UIL Unione Italiana Lavoratori della Comunicazione

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Roma, 26 Settembre 2006


MARTEDI’ 3 OTTOBRE 2006 SCIOPERO
DEL GRUPPO TELECOM


Nessuna vendita di asset allo studio, piena sostenibilità dell’indebitamento, conferma della riorganizzazione societaria tra attività fisse e mobili per cogliere nuove opportunità di mercato. Così ha esposto la situazione alla Consob il gruppo dirigente della Telecom nella giornata di lunedì 25 settembre.
Verso l’Autorità di Regolamentazione è stato ribadito da parte di Telecom che “verrà verificato costantemente il processo di riorganizzazione con uno spirito di piena collaborazione”.
Le Segreterie nazionali davanti a queste affermazioni ribadiscono il giudizio negativo sulle decisioni dei C.d.A. dell’11 e 15 settembre.
La conferma della riorganizzazione societaria lascia una porta aperta a modifiche di perimetro e quindi alla vendita di settori strategici per l’azienda e non secondari per tutto il paese. Si abbandona la strategia di integrazione fisso-mobile in nome di una non meglio definita convergenza TLC-Media sulla quale in diverse sedi si sono espresse riserve e dubbi mentre altri importanti operatori sembrano muoversi nella direzione che oggi Telecom abbandona. La stessa gradualità che sembra prevalere nei rapporti con l’Autorità di settore conferma la validità della richiesta sindacale di fermare le decisioni dei C.d.A. dall’11 e 15 settembre e cambiare metodo di rapporto con tutti i soggetti interessati all’azienda (azionisti, mercati, istituzioni, lavoratori e sindacati).
Del resto che ci sia qualcosa da cambiare viene dimostrato anche dalla conferenza stampa di Tronchetti Provera del 25 settembre. Tronchetti si è lamentato che la comunicazione aziendale sul reale stato della situazione non trova ascolto ed attenzione nei mezzi di stampa. Ma forse è il caso di adombrare la possibilità che Tronchetti non sia più creduto e credibile e che le cose che dice su Pirelli ed Olimpia, sulle intercettazioni non convincono nessuno a partire dai mercati.
L’altra richiesta del sindacato è che si separi il destino dell’azienda dal suo azionista di riferimento: quanto avviene dimostra la giustezza di tale posizione.
Telecom è una azienda sana. I problemi sono altrove. Ed è sana anche grazie al lavoro del sindacato e dei lavoratori di questi anni. Capiamo l’esigenza, dopo settimane turbolenti, di segnali di stabilità che provengono dal nuovo Presidente i cui poteri non appaiono larghissimi a differenza di quelli del vice presidente esecutivo. Per quanto ci riguarda le ragioni dello sciopero del 3 ottobre rimangano intatte e rafforzate anche dalle ultime iniziative del vertice aziendale.

MANIFESTAZIONE A MILANO

CONCENTRAMENTO ORE 9,00 BASTIONI DI PORTA VENEZIA

COMIZIO ORE 11,00 PIAZZA LUIGI EINAUDI
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Firenze, 23 settembre 2006

SLC/CGIL – FISTEL/ CISL – UILCOM/UIL

COMUNICATO

SITUAZIONE DISPERATA
(INTERCETTAZIONI E DINTORNI)


Apprendiamo dalla stampa e da internet della presenza di colleghi della nostra regione tra le persone poste sotto intercettazione da parte della struttura capitanata da Tavaroli oramai sotto osservazione della magistratura e delle forze dell’ordine.

Si tratta di un atto di una gravità inaudita che la magistratura, nella sua totale autonomia, dovrà chiarire, ricercando colpevoli e ponendo la parola fine a questa pericolosa deriva che pare aver assunto la dirigenza aziendale.

Oltre alla denuncia alle autorità competenti e all’attivazione delle procedure per costituirsi parte civile da parte delle Segreterie Nazionali, le OO.SS. della Toscana dichiarano di essere totalmente a disposizione delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti loro malgrado in questa scabrosa vicenda per la difesa della loro dignità di lavoratori e della loro libertà di cittadini.

Le continue cadute di stile, gli scontri nella dirigenza, il palese disinteresse per il rispetto delle regole e, per ultimo, questa inchiesta, preoccupano per il futuro della nostra azienda che si sta avvitando su sé stessa.

SLC/CGIL, FISTel/CISL e UILCOM/UIL della Toscana ritengono molto preoccupante la fase che Telecom sta passando e non solo per le scelte finanziarie, per la perdita di migliaia di posti di lavoro e per le ricadute nell’intero settore delle telecomunicazioni: tutte cose che non condividiamo e che contrasteremo con ogni mezzo, a cominciare dall’importante sciopero di 8 ore del 3 ottobre.

Firenze, 23 settembre 2006

25 settembre, 2006

Telecom Italia: le risultanze dell'audizione in Consob

(Teleborsa) - Roma, 25 set - I vertici della società, nel ribadire altresì che allo stato non è prevista alcuna modifica del perimetro di attività di Telecom Italia e che, pertanto, non è stato conferito alcun mandato ad advisor finanziari, o in genere a consulenti, per la cessione di asset, hanno rappresentato che la situazione economico-finanziaria del Gruppo non presenta scostamenti rispetto a quanto comunicato al mercato, fornendo così ampia assicurazione alla Commissione sullo stato di salute economico-finanziario del Gruppo Telecom Italia. In particolare, è stata evidenziata la piena sostenibilità dell'indebitamento del Gruppo, alla luce della generazione di cassa delle attività caratteristiche.
Il processo di riorganizzazione, è stato ancora sottolineato, sarà verificato costantemente con l'Autorità di settore (Agcom), secondo un percorso che si andrà svolgendo in continuo contatto, e in uno spirito di piena collaborazione, tra l'Autorità stessa e la società. I vertici della società hanno assicurato l'impegno a fornire la più ampia informazione alla Consob e al mercato di ogni sviluppo rilevante del processo di riorganizzazione.

25/09/2006 - 18:51


CI DICONO GLI ASSET NON LI CEDIAMO, MA IL PROCESSO DI RIORGANIZZAZIONE (COSI' COME ILLUSTRATO DAL'EX PRESIDENTE NDR)ANDRA AVANTI E VERIFICATO DALL'AUTORITY DI SETTORE.

ALMENO CI DICANO LE LORO INTENZIONI SU QUANTO PERSONALE CONFLUIRA' NELLE NUOVE DIVISIONI, QUANTO DEBITO DEL GRUPPO VERRA' RIVERSATO VS LE NUOVE STRUTTURE, E CI COMUNICHINO SE IL PIANO INDUSTRIALE IN ATTO E' RITENUTO SEMPRE VALIDO OPPURE ALLA SCADENZA DI QUESTO, LORO NON CI PRESENTERANNO UN NUOVO PIANO DI ESUBERI SULLE DIVISIONI COSTITUENDE.
N.B: DA RICORDARE SEMPRE CHE UN EVENTUALE NUOVO RICORSO ALLA MOBILITA' NON SAREBBE PIU' FINALIZZATO AL PENSIONAMENTO E LA LEGGE STABILISCE CHE L'APPLICAZIONE AVVIENE PARTENDO DAI LAVORATORI PIU' GIOVANI...................

24 settembre, 2006

CONVOCAZIONE RSU

OGGI 25 SETTEMBRE 2006 LE RSU TELECOM DELLA TOSCANA SONO CONVOCATE IN ASSEMBLEA A FIRENZE IN VIALE GUIDONI PIANO AMMEZZATO

23 settembre, 2006

Clandestino e «invisibile» Ucciso dal lavoro nero

«Perché l'imprenditore non ha detto subito che mancavano all'appello degli operai? Perché si è dovuto aspettare la denuncia della moglie dell'operaio? E perché dopo la denuncia prima che scattassero i soccorsi sono passate 24 ore?». Italo Tripi, segretario generale della Cgil siciliana, ed Enzo Campo, segretario del sindacato edili, non ci stanno a parlare di incidente nel caso dell´operaio morto in ospedale dopo essere stato estratto vivo dalle macerie della palazzina crollata mercoledì a Torre di Gaffe a Licata. E puntano il dito contro il «comportamento colpevole di chi ha pensato a se stesso anziché alla vita degli operai, e questo solo perché clandestini quindi "invisibili"». La storia di Spiridon Mircea, romeno di 32 anni, sposato con 3 figli, senza permesso di soggiorno e quindi lavoratore al nero nell´edilizia, sembrava infatti una storia a lieto fine e invece si è rivelata l´ennesima tragedia sul lavoro. Lavoro nero e di "invisibili", appunto. Dopo una durissima giornata culminata con il salvataggio da sotto le macerie della palazzina crollata a, è morto in ospedale. Sotto i resti di quell´edifico di 5 piani e 17 appartamenti l´uomo era rimasto per ben due giorni. Le ricerche non erano però scattate subito. La palazzina infatti era disabitata e, inizialmente, il titolare dell´impresa edile che stava ristrutturando l´edificio aveva dichiarato che nessuno stava lavorando quel giorno.

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22 settembre, 2006

INTERCETTAZIONI;SLC-CGIL SI COSTITUIRA' PARTE CIVILE

(ANSA) - ROMA, 21 set - "La Slc-Cgil ritiene che i lavoratori Telecom siano in questa vicenda parte lesa e darà mandato ai propri legali per costituirsi parte civile nel processo che si celebrerà". Questa la decisione assunta dalla categoria della Cgil che associa i lavoratori delle telecomunicazioni in relazione alla vicenda Telecom.
"L'esito delle indagini dei magistrati di Milano, a proposito delle intercettazioni Telecom, che si sono concluse con 21 arresti, vede emergere con chiarezza come Telecom fosse infeudata da apparati legali e illegali, al servizio di potentati economici e forse istituzionali di svariata natura, con un giro vorticoso di milioni di euro difficilmente riferibili a prestazioni lavorative delle società coinvolte", afferma una nota della Segreteria della Slc.
"Attraverso Telecom spiega il segretario generale, Emilio Miceli - si intercettavano personalità e, come riferiscono i magistrati, anche lavoratori. Era in campo un nucleo affaristico-criminale che ha reso Telecom un'azienda a rischio per la sicurezza del paese e per le libertà dei cittadini". Per Miceli, dunque, "é interesse del Paese e dei lavoratori di Telecom che si vada fino in fondo per liberare l azienda da chi l'ha usata al servizio di interessi al momento non chiari, ma intuibili". (ANSA).


SCALFARI SULLA VICENDA TELECOM

SCHEMA USATO DA TAVAROLI & C.


CLICCARE SULL'IMMAGINE PER VISUALIZZARE A GRANDEZZA REALE

21 settembre, 2006

CONSIGLIERI CDA INDIPENDENTI, DA CHI?

Telecom, da indipendenti possibile nomina adviser per piano
giovedì, 21 settembre 2006


MILANO, 21 settembre (Reuters) - I consiglieri indipendenti di Telecom Italia (TLIT.MI: Quotazione, Profilo) si riuniscono domani per decidere se nominare un adviser finanziario che dia un parere sul piano di riorganizzazione del gruppo.

"I consiglieri hanno riunioni periodiche, a maggior ragione se ci sono in vista operazioni straordinarie", dice una fonte vicino alla vicenda. "Mi aspetto che domani si decida di nominare uno o più adviser".

La fonte aggiunge che la nomina dell'adviser era stata fatta dagli amministratori indipendenti anche in occasione della fusione tra Telecom Italia e Tim.

"Allo stato siamo in una fase preliminare, la decisione del cda sulla divisione dell'azienda non ha effetti concreti sul gruppo. Si tratta di analizzare i passi successivi", aggiunge.

Il cda Telecom Italia è composto, oltre che dal presidente, Guido Rossi, dal vicepresidente, Gilberto Benetton e dai due ad, Carlo Buora e Riccardo Ruggiero, da 17 consiglieri di cui 13 indipendenti.



© Reuters 2006. Tutti i diritti assegna a Reuters.

MA IL NOME DELL'ADVISER CHI LO DECIDE? CHI STABILISCE CHE QUESTO NON HA INTERESSI O CONFLITTI CON LA SOCIETA' ANALIZZATA?

CONSIDERAZIONI SULLE INTERCETTAZIONI


DAL BLOG DI GIORDANI


Poter disporre delle informazioni giuste, da sempre, è la chiave del successo di qualsiasi attività. Le informazioni precedono sempre le decisioni quindi le probabilità di successo, nell’intraprendere qualsiasi azione, aumenteranno in rapporto alla quantità di informazioni che si hanno a disposizione.

Il concetto è semplice e ci spiega la drammaticità nello scoprire che avere il controllo delle telecomunicazioni, oggi più che mai dove la rapidità nel decidere significa tutto, significa avere in mano il potere. Se un informazione giusta và in mano della persona sbagliata (si pensi ad un azienda concorrente) io perdo soldi e chiudo i battenti quindi rimango sorpreso nel leggere nella lista degli spiati nomi come Benetton, Della Valle, De Benedetti ed altri personaggi che rappresentano l’imprenditoria italiana ai livelli più alti.

Ma anche i dipendenti di Telecom pare venissero spiati dai loro colleghi dei piani alti per capire se davvero fossero “degni” di lavorare in questa allegra società di debiti e intrallazzi che sta andando verso l’inevitabile dissolvimento pressata da una concorrenza che non dà tregua e dalle lamentele degli utenti che denunciano una qualità del servizio sempre più scadente.

20 settembre, 2006

QUESTA IPOTESI CHIUDE UN CERCHIO?

IN RICORDO DI Adamo Bove
UNA PERSONA PER BENE

Ecco perché Tronchetti si è dimesso

Alla base delle dimissioni di Tronchetti Provera non c'era il contrasto con il governo, ma la vicenda delle intercettazioni con l'imminente arresto dei suoi uomini più fidati.

[ZEUS News - www.zeusnews.it - 20-09-2006]

Tronchetti Provera ha detto che lasciava perché non voleva che l'azienda fosse fatta a pezzettini, perché avrebbero tagliato le unghie a Telecom Italia, in pratica per colpa di Prodi, di Rovati e del governo, accusato di dirigismo e di voler espropriare la Telecom.


La realtà è sotto gli occhi di tutti: due uomini tra i più fidati dell'entourage tronchettiano, due collaboratori tra i più stretti e intimi, che fino all'ultimo Tronchetti ha difeso e tenuto al loro posto, i capi della security di Telecom Italia e Pirelli, Tavaroli e Iezzi, arrestati dai Carabinieri per ordine della magistratura con l'accusa di violazione della privacy, corruzione di pubblici ufficiali, complicità in sequestro di persona, appopriazione indebita.

Tronchetti sapeva ciò che facevano i suoi body guard? Secondo la tesi del senatore Storace, coinvolto nello scandalo delle intercettazioni telefoniche a danno di Alessandra Mussolini e Piero Marrazzo, Prodi non poteva non sapere ciò che faceva Rovati, suo consigliere; così è difficile che Tronchetti non sapesse niente. Ma se non sapeva niente, le sue qualità manageriali e di leadership verrebbero oscurate in modo grave.

Tronchetti potrebbe essere convocato dai magistrati come "persona informata dei fatti, per non dire peggio; se fosse rimasto in sella, quali conseguenze ci sarebbero state per il titolo dell'azienda di cui è il maggiore azionista? Da Storace a Gianni Letta, responsabile politico dei servizi segreti all'epoca dei fatti su cui si indaga, tutto il centrodestra è dentro fino al collo nel Telecomgate e quindi deve difendere per forza Tronchetti e cercare di mettere sotto Prodi, perché non ha scelta.

ARIBORDA CON LE INTERCETTAZIONI.

FORSE SE LE PROCURE CONTINUANO DI QUESTO PASSO NON SARA' PIU' NECESSARIO IL PIANO DI ROSSI-BUORA SUI 25.000 ESUBERI DA ENNESIMA RISTRUTTURAZIONE


Milano 20/09/2006 15:09

INTERCETTAZIONI, GIP MILANO ORDINA 20 ARRESTI E SEQUESTRO 15 MLN

Milano, 20 set. (Apcom) - Nuova ondata di arresti nell'ambito dell'inchiesta sulle intercettazioni abusive. La procura di Milano ha chiesto e ottenuto dal Gip che venissero arrestate una ventina di persone in tutta Italia. Tra queste Giuliano Tavaroli, ex numero uno della security di Telecom Pirelli, e l'investigatore privato Emanuele Cipriani, fermato a Firenze. Dice l'avvocato di Cipriani, Vinicio Nardo: "So solo che è stato arrestato. Non ho ancora potuto vedere l'ordinanza". Tra gli arrestati vi sarebbe almeno un manager Telecom. "E' la cronaca di un arresto annunciato, era da mesi che si parlava. Lo stanno arrestando, lo stanno arrestando, ma non sappiamo perché" è il commento di Massimo Di Noia, legale di Tavaroli. Gli ordini di custodia cautelare sono stati emessi dal Gip di Milano, Paola Belsito, su richiesta dei Pm Nicola Piacente, Fabio Napoleone e Stefano Civardi. Oggetto del provvedimento restrittivo "l'acquisizione illecita di dati sensibili" forniti da pubblici ufficiali in merito a precedenti penali, conti correnti bancari. Sono venti le ordinanze di custodia cautelare scattate in sette città italiane. Le operazioni, partite alle prime ore dell'alba, sono eseguite dai carabinieri di Milano che stanno procedendo con l'esecuzione di tre arresti domiciliari e 17 arresti in carcere. Tra le persone raggiunte dal provvedimento l'attuale responsabile della sicurezza di Pirelli, Pier Guido Iezzi. Colpiti dai provvedimenti restrittivi diversi pubblici ufficiali tra cui un carabiniere, membri della Guardia di Finanza e della Polizia e funzionari dell'agenzia delle entrate. Le operazioni sono in corso oltre che a Milano e Firenze anche a Bologna, Prato, Torino, Novara e Como. Oltre ai provvedimenti di custodia cautelare sono state predisposte perquisizioni. La nuova ondata di arresti fa seguito ai provvedimenti eseguiti a marzo che avevano portato all'arresto di 16 persone, sempre nel filone dell'inchiesta sulle intercettazioni illecite. Anche riciclaggio di denaro sporco nell'inchiesta sulle intercettazioni. A quanto afferma Giuseppe Grassi, comandante del Nucleo operativo della Guardia di finanza di Firenze, sono stati compiuti sequestri per 15 milioni di euro. Di questi 11 erano in Lussemburgo e due in Svizzera su conti cifrati, ai quali si è potuto avere accesso solo in seguito a rogatorie internazionali; è stata inoltre sequestrata la villa fiorentina di uno degli indagati.

DA APRILE ON LINE DI Emilio Miceli* 20 / 09 / 2006

Il prossimo 3 ottobre i lavoratori del gruppo Telecom sciopereranno per il ritiro della decisione di procedere allo scorporo e alla vendita di TIM ed allo scorporo (e alla vendita) della rete fissa. Con questa decisione il maggiore azionista di Telecom decide di rompere l’integrità del gruppo spaccandone il cuore e di mettere la parola fine alla stagione dell’integrazione e convergenza tra le piattaforme tecnologiche.
E’ bene ricordare che Telecom, con il suo attuale piano industriale, ha lanciato per prima la necessità di una integrazione tecnologica e costretto tutte le altre aziende del Settore a rincorrerla. Dopo 2 anni Vodafone, con grande ritardo, ha annunciato l’accordo con Fastweb (che gestisce la telefonia fissa), mentre Wind continua a tenere intatta la possibilità di far convergere le piattaforme. Ma qual’è il segreto che si cela dietro la ormai famosa integrazione delle piattaforme? E’ la possibilità di utilizzare tutti i vettori disponibili: TV, rete fissa e mobile veicoleranno gli stessi contenuti e questo consentirà di offrire pacchetti interessanti ai clienti, riducendo ancora i già bassi costi.
Tutto questo viene cancellato con un colpo di spugna e si tornerà alla divisione delle piattaforme.
Il salto indietro è, dunque, impressionante, e per questo ci siamo opposti e ci opporremo.
L’opposizione, dunque, è intanto al carattere industriale della decisione.
Detto questo, è interessante guardare gli effetti politici.
Il primo riguarda il mercato: bocciatura netta.
Tronchetti sperava di sedurre il mercato con la suggestione della Media Company, si è trovato di fronte ad una diffidenza forte.
Ciò significa che il mercato valuta negativamente la scissione di Telecom da TIM, lo scorporo della rete, la suggestione della Media Company. Basta leggere i commenti del Financial Times e di altri giornali finanziari che esortano Guido Rossi ad abbandonare la linea di Tronchetti Provera.
Ce n’è abbastanza per giustificare le dimissioni di Tronchetti e la separazione delle sue responsabilità di azionista da quelle della gestione manageriale.
Il passo è giusto, è dovuto e la nomina di Guido Rossi è un segnale importante. Adesso è necessario avere il coraggio di gestire un cambiamento di linea.

L’altro tema riguarda il Governo. Il pasticcio è evidente, ma insieme a questo è evidente una gestione superficiale di questa vicenda. Lo dico subito: provo grande delusione per i comportamenti del Governo. Mi sarei aspettato un dibattito sulle reti di TLC cui partecipassero analisti, competenti, l’Authority, lo stesso Sindacato. Mi sarei aspettato, in una parola, una grande iniziativa politico-culturale di respiro, viste anche le difficoltà e le insidie del tema: come rendere la rete terza a tutti gli operatori senza azzerare un asset fondamentale di Telecom. Operazione complessa ma necessaria perché in gioco è il futuro di una grande azienda che vuole competere nel mercato europeo e mondiale. Il Governo, invece, interviene “sottobanco”, con veline e simulazioni. E’ il caso di dire: che tristezza!
Oggi, al Sindacato spetta di fare una battaglia per archiviare questo “Settembre nero”, dell’azienda e del Governo, che sta creando ansie e preoccupazioni.
Abbiamo chiesto di incontrare il Governo e speriamo che, fatto lo sciopero, arrivi la convocazione.
Il passaggio è stretto e la situazione è difficile, per questo è necessario un grande impegno e buona volontà. Proveremo comunque a percorrerlo.


* Segretario generale SLC (Cgil comunicazione)

19 settembre, 2006

DOCUMENTO CONCLUSIVI COORD. NAZIONALE DELLE RSU DEL 19/09



SLC - CGIL Sindacato Lavoratori Comunicazione
FISTel - CISL Federazione Informazione Spettacolo e Telecomunicazioni
UILCOM - UIL Unione Italiana Lavoratori della Comunicazione
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DOCUMENTO CONCLUSIVO

(Roma, 19 Settembre 2006)


La riunione di martedì 19 settembre 2006 delle Segreterie Confederali CGIL-CISL-UIL, Segreterie Nazionali e Territoriali SLC-FISTel-UILCOM, dei Coordinamenti Nazionali RSU dei Coordinamenti del gruppo Telecom, ha compiuto una severa analisi della situazione di Telecom dopo le decisioni dei Consigli di Amministrazione dell’11 e del 15 settembre 2006.
In entrambe le riunioni sono state confermate le scelte di riorganizzazione del gruppo attraverso la societarizzazione della telefonia mobile e della rete fissa di accesso.
Per le Organizzazioni Sindacali tali scelte contraddicono e smentiscono il piano industriale 2005-2007; esse sono motivate da ragioni finanziarie riconducibili alla svalutazione dell’investimento Pirelli-Benetton del 2001 e al debito formatosi nel 1999 ed acquisito ed accettato da Pirelli-Benetton nel 2001.
In assenza di un piano industriale ed in presenza di logiche meramente finanziarie, le Organizzazioni Sindacali esprimono una forte denuncia e allarme per il futuro dei settori oggetto di scorporo, per gli investimenti necessari e da garantire, per l’occupazione del gruppo e dell’indotto.
Si separi quindi il futuro dell’azienda e dei lavoratori da quello di azionisti senza capitali propri, dagli imprenditori a debito, dal valzer di gruppi, come Pirelli-Benetton, che periodicamente decidono di fare finanza alle spalle della produzione, dei lavoratori, degli interessi del Paese.
Il Governo faccia compiutamente la propria parte dopo gli errori pesanti compiuti dall’esecutivo nella gestione dei rapporti con l’Azienda.

Le Organizzazioni Sindacali chiedono a tutto il Paese che si fermino le decisioni di scorporo già prese dal Consiglio di Amministrazione.
Le Organizzazioni Sindacali rivendicano l’apertura di un confronto tra tutti i soggetti, come chiesto dagli esecutivi unitari di CGIL-CISL-UIL nazionali:
- per riconfermare l’integrità del gruppo (fisso, mobile, internet,media, ricerca, informatica);
- per rafforzare le regole che presiedono al funzionamento del settore ed alla loro evoluzione verso la convergenza digitale TLC – Media;
- per il consolidamento e lo sviluppo di tutte le imprese del Settore;
- per gli investimenti e l’innovazione necessari nei servizi e nelle infrastrutture.
Su questi obiettivi la riunione ha deciso lo sciopero per l’intera giornata di martedì 3 ottobre 2006 dei lavoratori di tutte le aziende del gruppo e una manifestazione a Milano.
La riunione ha deciso inoltre la sospensione, sino a nuova e diversa decisione, di tutti gli incontri sindacali a valere per tutte le aziende del gruppo.


* * * * * * *


Affiliazione ad SLC - Tel. 06-42048212 Fax 06-4824325

UNI FISTel - Tel. 06-492171 Fax 06-4457330

Union Network International UILCOM - Tel. 06-8622421 Fax 06-86326875

STALINGRADO IN OGNI POSTO DI LAVORO

» 19-09-2006 14:29

TELECOM: ROSSI E BUORA A DIPENDENTI,CI ATTENDE COMPITO ARDUO(2)

UN ANSA DELLE 14,29..............CHE MERITA UN UNICA RISPOSTA

STALINGRADO IN OGNI POSTO DI LAVORO

18 settembre, 2006

FINALMENTE LE INDAGINI, UNA NUOVA PARMALAT IN ARRIVO?


Telecom: aperta un'inchiesta sullo scorporo da Tim

L'affare Telecom finisce in Tribunale. La procura di Roma ha aperto un fascicolo sulla vicenda dello scorporo di Tim da Telecom. Al momento non ci sono indagati e non è ancora stato ipotizzato il reato. Tra le ipotesi anche quella di ostacolo all'Autorità di vigilanza. L'apertura dell'inchiesta è stata preceduta dalle dimissioni di Angelo Rovati, consigliere economico di Romano Prodi. Dalla Cina dove si trova al seguito del presidente del consiglio, Rovati fornisce la propria versione.

"Le due motivazioni che mi hanno ulteriormente convinto che questa sia la cosa giusta sono state: le dimissioni del dottor Tronchetti Provera, che ha ritenuto di fare un passo indietro per svelenire l'atmosfera e il comunicato del governo che annuncia, giustamente secondo me, che va in parlamento a riferire sulla situazione delle telecomunicazioni in Italia".

Rovati è stato costretto alle dimissioni dopo che il piano segreto al quale stava lavorando per la nazionalizzazione della rete fissa di Telecom è finito sulle pagine di tutti i quotidiani italiani. Per Rovati è stato Tronchetti Provera a fornire la velina ai giornali. "C'é stato un eccesso di fiducia nei confronti di una persona che non ha mantenuto l'impegno di fiducia e di riservatezza" - ha detto l'ex consigliere di Prodi.

Telecom Italia è il quinto gruppo di telecomunicazioni in Europa con un giro d'affari di 30 miliardi di euro, garantiti, in particolare dalla rete fissa, ma a cui contribuiscono anche l'attività mobile e Internet. Ma sul futuro della società grava un debito di 42 miliardi di euro. Con le dimissioni di Tronchetti Provera, che resta, comunque, primo azionista del gruppo, toccherà a Guido Rossi realizzare il piano di riassetto della società. Dopo il calcio, un'altra missione impossibile per l'uomo che 10 anni fa ha privatizzato Telecom.

» 18-09-2006 19:11
TELECOM: SI MUOVE PROCURA ROMA, INCHIESTA SUL RIASSETTO/ANSA

17 settembre, 2006

DA APRILE ONLINE DI Rosario Strazzullo*

Le ultime decisioni del Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia di lunedì 11 settembre rappresentano un improvviso e deciso cambiamento di strategia le cui implicazioni riguardano il futuro dei lavoratori dell’azienda e dell’intero settore delle telecomunicazioni nel nostro Paese. Se l’azienda perseguirà ad insistere sulla linea di societarizzazione di TIM e della rete fissa in un solo colpo, si renderà effettivamente possibile la cessione ad un operatore terzo della telefonia mobile e di una infrastruttura decisiva per lo sviluppo del Paese.

L’azienda sta motivando queste decisioni con le condizioni regolatorie e di mercato sempre più stringenti, quali l’impossibilità di offrire servizi congiunti fisso/mobile, la difficoltà di integrare le reti commerciali e di marketing, le condizioni tariffarie fisso/mobile e anche le chiamate da telefono fisso a telefono fisso tra operatori concorrenti, più in generale le condizioni monopolistiche nel mercato degli accessi. Queste motivazioni non appaiono credibili.

La ragione più plausibile di questo immediato e repentino cambio di strategia, ribaltando le decisioni di solo pochi mesi fa, è da ricercare nella situazione finanziaria dell’azienda caratterizzata da un debito di oltre 40 miliardi e da una situazione di capitalizzazione che la rende oggettivamente scalabile con risorse finanziarie cinque volte inferiori a quelle della scalata di Colaninno del 2000. Per fronteggiare questa situazione la società sta perseguendo una strategia di rinuncia alle parti migliori e più redditive dell’azienda diversamente da quanto è stato fino al Consiglio di Amministrazione dell’11 settembre. Più realisticamente occorrerebbe prendere atto che l’attuale proprietà non è più in grado di gestire la società e di garantirne il futuro. Questo è il tema che devono affrontare tutti i soggetti economici, politici, sociali ed istituzionali. Si perseguano e si ricerchino quindi altre strade ed altre soluzioni, senza escludere l’entrata in campo di nuovi imprenditori in grado di gestire l’azienda. Anche la politica e le istituzioni facciano la loro parte.

Questa vicenda può e deve essere l’occasione per una verifica delle condizioni di mercato delle telecomunicazioni oggi caratterizzato comunque da un ruolo crescente degli operatori di telefonia fissa e dalla conferma di più operatori nella telefonia mobile e questo è stato possibile pur in presenza di un operatore ex monopolista proprietario della rete di accesso e contemporaneamente in concorrenza con i servizi con altri operatori. Del resto le soluzioni più “avanzate” sui mercati europei non hanno messo in discussione la proprietà della rete di accesso dell’operatore ex monopolista, garantendone al contempo la neutralità verso tutti gli operatori. Come si vede quindi ritornano le sole ragioni di carattere finanziario. Questo improvviso cambio di strategia trova la sua unica spiegazione nella gestione del debito e nella possibile scalabilità dell’azienda.

Per il Sindacato un’altra strada è possibile. Si ritorni alla strategia dell’integrazione fisso/mobile, allo sviluppo dei nuovi servizi convergenti (fisso, mobile, internet, TV); si migliori ulteriormente la situazione di regole di mercato e di concorrenza. Il Sindacato sciopererà perché si riaffermi un progetto industriale, si continui su un sentiero stretto ma virtuoso come quello seguito fino ad ora, per difendere l’occupazione nella Telecom ed in tutte le aziende del settore, ivi comprese quelle in appalto ed in outsourcing. E’ una sfida nuova e difficile ma il sindacato confederale unitario insieme ad i lavoratori saprà spiegarla a tutto il Paese e garantire un futuro all’azienda.

*Segreteria Nazionale SLC-CGIL

PENSIERI IN LIBERTA' DI UNA DOMENICA DI PIOGGIA



La vicenda di quest’ultima settimana, è significativa su come e cosa s’intenda il capitale ed il capitalismo in questo paese. Da lavoratore le ultime vicende passate sulla mia testa mi schifano e mi fanno incaxxare. E’ dal 20 ottobre 1997 che nell’azienda dove lavoro non c’è pace, intesa questa come tranquillità produttiva, certezza del ruolo e della mansione, certezza dell’uscita in pensione dei colleghi, degli investimenti produttivi e di manutenzione, input univoci e stabili alle divisioni.

Viviamo in un’azienda afflitta dalla sindrome di skizzofrenia organizzativa, dove almeno ogni tre mesi qualcuno cambia qualche imput. Ci assicurano che la colpa è del debito accumulato per l’acquisto della società, non sappiamo cosa dire come questo sia salito negli ultimi due lustri, ma abbiamo visto uscire migliaia di colleghi accompagnati alla pensione in almeno due mobilita incentivate ( pagate dall’INPS e quindi da tutti noi lavoratori dipendenti), abbiamo visto vendere gli immobili di quest’azienda ad un'altra azienda del gruppo, senza vedere miglioramenti al bilancio della cedente, abbiamo visto vendere innumerevoli partecipazioni in attività nel mondo, abbiamo visto riacquistare un azienda che era nata all’interno della NS, ed il conseguente acquisto aumentare nuovamente il debito.

Oggi ci dicono: signori ci eravamo sbagliati, dobbiamo spezzettare l’azienda per diluire il debito, ci rivendiamo la gallina dalle uova d’oro (il mobile), facciamo lo spin off della rete (la gallina dalle uova di Piombo) creiamo l’azienda Media (la gallina Delle uova alla “moda”).

In tutto questo chi ci guadagna e ci ha guadagnato in questi anni? Vorremmo conoscere gli importi delle notule pagate agli “STUDI LEGALI ASSOCIATI” alla” MODA” per le consulenze legali internazionali, le parcelle delle società di consulenza, certificazione e rating, le commissioni erogate alle Merchant bank di mezzo mondo per i servizi resi. Ultimo ma non ultimo il valore degli stock options erogati ai cosiddetti MANAGER del gruppo.

Queste cose dovrebbero ricordarsele i signori che oggi danno degli statalisti ad altri e si ergono a paladini del libero mercato……….ma dove erano fino al 11 settembre 2006?

La proposta di Prodi o di Rovati vedete voi, riguardante la rete, è una proposta intelligente, una proposta che se messa in pratica porterebbe realmente concorrenza nel settore, e tra le altre cose neanche nuova, un ragionamento del genere era stato fatto da Chirichigno ed una grossa fetta di ALLEANZA NAZIONALE l’indomani delle elezioni del 2001. Leggiamo oggi che Gasparri sarebbe contrario ad un ipotesi del genere, eppure era uno dei più grandi sponsor del dott. Chirichigno (lui ad INFRATEL, e Giordano Bruno Guerri al BORDONI). Per quanto riguarda la levata di scudi da parte di FI, questi danno dello “statalista “a chiunque può entrare o è in conflitto con gli interessi del loro PADRONE (vedi DIGITALE TERRESTRE) quindi non fanno testo.

Appurato che il “COMPAGNO ROSSI” si atterrà al mandato del PARUN, magari mitigando lo scontro in atto, e che alla fine TIM finirà sotto il controllo dei cinesi di H3G ( in proposito, negli ultimi periodi abbiamo visto molte loro centrali all’interno di quelle telecom).
Che la rete in qualche maniera sotto il controllo di telecom sopravvivera’ magari con l’ultimo miglio in gestione all’appaltatore unico (leggi SIRTI). L’occupazione nel settore vedrà nuovi esodi magari verso società o divisioni del gruppo (il CCNL lo consente).

A questo punto se la POLITICA non ci metterà veramente un impegno reale, avremo le TLC di questo paese in mano a persone che a livello industriale non ne capiscono nulla. Faremo la fine avrebbe che dovuto fare FIAT prima che si ricordassero la MISSION AZIENDALE.

A PROPOSITO QUALCUNO PUO’ INDICARE AL MANAGEMENT DI TELECOM ITALIA LA MISSION ORIGINARIA?

16 settembre, 2006

SE LO DICONO ANCHE LORO.............

TELECOM: POLVERINI,PIU'CHE MANAGER CI INTERESSANO LAVORATORI

ANSA) - ROMA, 16 set - Le dimissioni a sorpresa di
Tronchetti Provera dalla presidenza Telecom "non risolvono i
gravi problemi industriali e finanziari del Gruppo e,
soprattutto, non assicurano un asset strategico italiano che,
dopo aver subito uno dei peggiori processi di privatizzazione,
rischia ora di finire in mani straniere". E' quanto afferma il
segretario generale dell'Ugl, Renata Polverini, sottolineando
come, "oltre dalle mutevoli ed inadeguate scelte del management
che hanno già avuto ricadute negative che stanno sotto gli
occhi di tutti", il sindacato sia "fortemente preoccupato per
il futuro di migliaia di lavoratori e per le sorti di un'azienda
che ha un ruolo strategico per le infrastrutture telefoniche
fisse e mobili del Paese".

"Pertanto - conclude Polverini - ribadiamo il nostro invito
al governo di convocare con urgenza a Palazzo Chigi le
organizzazioni sindacali per discutere di iniziative e strategie
concrete che si vogliono mettere in atto per assicurare il
mantenimento degli attuali livelli occupazionali". (ANSA).



© Copyright ANSA Tutti i diritti riservati 2006-09-16 16:27

SLC/CGIL – FISTel/CISL – UILCOM/UIL

RSU TOSCANA

COMUNICATO

INTEGRAZIONE ED ACCORDI

Alla fine di agosto le RSU Telecom, SLC/CGIL, FISTel/CISL e UILCOM/UIL della Toscana hanno fatto un incontro sulla riorganizzazione della rete (NOA) e del customer (191 Operation Aziende) siglando i relativi accordi.

La validità di tali accordi stava nell'integrazione fisso/mobile che, come denunciato nel comunicato regionale del 30 agosto u.s., era ben lontana dal concretizzarsi.

Le ultime novità aziendali, con la separazione della telefonia mobile da quella fissa, stravolge il senso di tali accordi regionali rendendoli superflui e inutili.

Le OO.SS. e le RSU dichiarano che quanto stabilito da tali accordi è da ritenersi sospeso nei suoi contenuti a causa della gravissima decisione aziendale di ribaltare tutto quanto fatto in questi mesi sull’integrazione, decisione che dimostra la totale inaffidabilità e il disinteresse aziendale per le sorti dell’azienda e di chi ci lavora: pertanto sono annullate le assemblee già calendarizzate.

Le OO.SS. e le RSU Telecom seguono con attenzione gli sviluppi politici e sindacali che si stanno svolgendo a livello nazionale e si attiveranno al più presto per un giro assembleare in tutta la regione.

Firenze, 13 settembre 2006

SLC/CGIL – FISTel/CISL – UILCOM/UIL e RSU Telecom Toscana

CONDIVISIBILE IN TUTTI I PUNTI il contributo dei compagni liguri

RSU LIGURIA
SLC-CGIL Sindacato Lavoratori Comunicazione
FISTel-CISL Federazione Informazione Spettacolo e Telecomunicazioni
UILCOM-UIL Unione Italiana Lavoratori della Comunicazione


Segreterie Regionali


COMUNICATO


Le Segreterie Regionali SLC FISTel UILCOM e le RSU della Liguria ritengono che la gravità della situazione derivante dalle scelte del Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia, su indicazione del dottor Tronchetti Provera, e la totale inconsistenza delle tesi presentate alle Segreterie Nazionali di categoria e a CGIL CISL UIL necessitino di una immediata reazione dei Lavoratori e dei loro rappresentanti.

Il Coordinamento Nazionale delle RSU di Telecom si riunirà martedì a Roma per decidere come organizzare la giornata di sciopero e tutte le ulteriori iniziative da attivare nel rispetto delle norme di legge che regolano il settore e ci vincolano nei tempi.

Per parte nostra riteniamo che vadano sospese tutte le relazioni sindacali con l’azienda interrompendo qualsiasi tipo di trattativa e di incontro previsto a qualunque livello prima di questo cambio di scenario.
Non ha nessun senso discutere di integrazione di professionalità, di piani formativi o di inquadramento quando non sappiamo di che azienda stiamo parlando e di quali e quanti Lavoratori.

Riteniamo che vada rimesso in discussione il nostro consenso alle mobilità in quanto conseguente ad un Piano Industriale smentito dal CdA di lunedì e ci dichiariamo indisponibili a firmare ogni tipo di transazione con questa azienda fino a nuove evoluzioni.

Chiediamo a tutte le Lavoratrici e a tutti i Lavoratori della Liguria di aderire allo stato di agitazione ritirando la loro disponibilità da ogni tipo di attività che non rientri negli espliciti doveri contrattuali, di livello inquadramentale e formativo con particolare riguardo alle attività di vendita per quelli che oggi sono i tecnici di Rete.
Invitiamo tutti i Lavoratori che, aderendo volontariamente al progetto aziendale della vendita per i tecnici, hanno ritirato il materiale di campionario a restituire tutto ciò che riguarda la vendita ai propri preposti e a interrompere da subito tale attività.

Auspichiamo che la gravità della situazione e il peso delle preoccupazioni dei Lavoratori per il loro futuro siano compresi dai responsabili ad ogni livello e che non si verifichino casi di pressioni indebite sui quali siamo determinati ad intervenire con la massima fermezza.

Nei prossimi giorni si svolgeranno le Assemblee in tutti i posti di lavoro e avvieremo il coinvolgimento degli enti locali, dei gruppi politici, della società civile per far comprendere a tutti i lavoratori e cittadini l’importanza della nostra battaglia contro lo smembramento e la vendita a pezzi dell’infrastruttura strategica del Paese quale è oggi Telecom.

Genova 14 settembre 2006

RSU Liguria SLC – FISTel - UILCOM Liguria

15 settembre, 2006

TELECOM: DI PIETRO, DIMISSIONI DOVEROSE, ORA FARE CHIAREZZA

(ANSA) - ROMA, 15 set - "Quello di Tronchetti Provera è un
atto doveroso, sono dimissioni che per lo meno permetteranno di
fare chiarezza". Lo afferma il ministro delle Infrastrutture
Antonio Di Pietro rilevando che "quando avevamo invocato le sue
dimissioni, non era stato per il gusto di chiedere la testa di
qualcuno, ma perché evidentemente c'erano e ci sono delle
responsabilità oggettive su vicende poco limpide".
Tutta l'operazione, osserva il Ministro,"é risultata da
subito poco chiara, inquinata anche da vicende che con Telecom
non avevano nulla a che fare". Le dimissioni, aggiunge Di
Pietro,"parlano chiaro sulle responsabilità e sulla bontà dei
fatti degli ultimi giorni e ora si rimedi al più presto e si
faccia un po' di luce su questa debacle del capitalismo
italiano".
"A noi - conclude Di Pietro - interessa di più garantire le
persone della fabbrica e non quelle della barca".(
ANSA).

+++TELECOM:TRONCHETTI SI E'DIMESSO,GUIDO ROSSI PRESIDENTE+++



DOPO IL LANCIO DI OGGI CHE LA PROCURA DI ROMA AVREBBE APERTO UN FASCICOLO IN MERITO ALLE VICENDE DI TELECOM STASERA QUESTA NOVITA', SIAMO DIFRONTE AD UN NUOVO CASO PARMALAT? CHE CI ENTRINO ANCHE GLI IMMOBILI VENDUTI A PIRELLI REAL ESTATE E SOTTOVALUTATI COME AFFERMA GRILLO? VOGLIAMO CHIAREZZA E NESSUN PRIGIONIERO QUALSIASI CASACCA INDOSSI
MILANO - Il presidente di Telecom, Marco Tronchetti Provera, si è dimesso. Al suo posto arriva Guido Rossi. Quella di Rossi viene letta come una "presidenza di garanzia", alla luce degli ultimi eventi che hanno riguardato la società.

(15 settembre 2006)

+++TELECOM:TRONCHETTI SI E'DIMESSO,GUIDO ROSSI PRESIDENTE+++
(ANSA) - MILANO, 15 SET - Il presidente di Telecom, Marco
Tronchetti Provera, si è dimesso. Al suo posto arriva Guido
Rossi. Lo si apprende da fonti finanziare mentre è in corso il
cda del gruppo.(ANSA).



© Copyright ANSA Tutti i diritti riservati 2006-09-15 20:21

14 settembre, 2006

COSA NON SI FAREBBE PER 3,5MLD





Telecom / Ecco il piano originario
per trovare 3,5 miliardi

MILANO - Ormai le polemiche intorno alla vicenda Telecom hanno raggiunto una temperatura tale che è persino difficile capire di che cosa si sta parlando. In realtà i termini del problema sono molto semplici. Proviamo a spiegarci. Per farlo bisogna ricostruire quale era, all’origine, prima dell’attuale bufera mediatica, il piano Olimpia-Telecom.

Nel gruppo Tronchetti c’è un problema, e sta annidato in Olimpia, la società non quotata che ha il 18 per cento di Telecom. Poiché Olimpia ha comprato a suo tempo le azioni Telecom a un prezzo molto più alto di quello attuale, segnato quotidianamente dalla Borsa, in Olimpia c’è uno sbilancio valutabile in circa 3,5 miliardi di euro.

Olimpia, essendo una finanziaria creata per comprare Telecom e che non ha altre risorse e/o proventi se non le azioni Telecom, non ha i mezzi per far fronte a questo sbilancio molto fastidioso. In teoria dovrebbero intervenire la Pirelli, che sta sopra Olimpia, e i Benetton (che sono gli altri azionisti).

Ma è evidente che tanto la Pirelli quanto i Benetton non hanno voglia di tirare fuori 3,5 miliardi di euro. Allora la soluzione studiata è molto semplice: Telecom deve distribuire un maxi-dividendo, in modo da fornire a Olimpia i soldi per sanare il suo sbilancio. Poiché Olimpia ha bisogno di 3,5 miliardi, il maxi-dividendo deve essere di 20 miliardi di euro.

Ma dove si procura Telecom questi soldi? In un modo molto semplice. Basta vendere il 50 per cento di Tim e il 50 per cento della rete Telecom (tutta, non solo quella dell’accesso). Questo, si dice negli ambienti finanziari milanesi.

E infatti il consiglio di Telecom ha autorizzato lo scorporo delle due attività (rete e Tim), ha autorizzato cioè la prima parte della complessa operazione. Una volta rese società autonome Tim e la rete bisognerà andare a vedere se si trovano i partner.

In questo modo Telecom continuerebbe a avere il controllo sia di Tim che della rete, ma non ci sarebbe più il fastidioso problema dello sbilancio finanziario in Olimpia. Una storia tutta a parte, poi, è quella della Telecom Media Company, che in origine avrebbe dovuto nascere con il conferimento a una nuova società (appunto Telecom Media Company) delle attività di Sky Italia e di quelle multimediali di Telecom.

Ma, per ora, tutto questo è un po’ per aria a causa della bufera che si è scatenata intorno all’intera vicenda.

I consigli del governo


STRAZZULLO TE UN NE SAPEVI NULLA.......VERO?
MILANO - ''Scorporo della rete di Telecom Italia, indirizzo industriale e considerazioni economiche finanziarie''. Così si intitola un documento elaborato da una banca d'affari (forse la Goldman Sachs) e inviato dalla segreteria particolare del presidente del consiglio al numero uno di Telecom, Marco Tronchetti Provera, secondo quanto scrive oggi Il Sole 24 Ore. Il documento sarebbe stato inviato il 5 settembre, alla vigilia dell'incontro tra Tronchetti e il magnate australiano Murdoch, da Angelo Rovati, braccio destro del Premier.

Le 28 pagine del documento offrono due opzioni ''anti-scalata'': internal breakdown (sviluppare una divisione interna per la rete con board partecipato a maggioranza da director esteri) e Spin-Off e quotazione successiva con partecipazione rilevante da parte della Cassa depositi e prestiti. Secondo il documento l'opzione Spin-Off e' quella da preferire.

''L'operazione - scrive Il Sole 24Ore citando il documento - comporterebbe a Telecom di registrare una plusvalenza lorda tra i 16 e i 21 miliardi accompagnato da una riduzione del debito tra 17 e 20 miliardi. Per Cdp i vantaggi sarebbero tre: l'esborso di una quota di equity di circa il 30% in funzione del livello di debito sostenibile da parte della newco, pari a circa 5 miliardi; un flusso di imposte aggiuntivo, per lo Stato, derivante dalla tassazione della plusvalenza di Telecom di circa 5-7 miliardi; un reddito dalla partecipazione di circa 120-170 milioni di euro annui''.

Il rapporto, come prevedibile, sta creando forti polemiche, sia nel mondo politico, che in quello finanziario. Il rischio è che il caso Telecom finisca davanti al Parlamento. Lo chiedono già in molti. A partire da Daniele Capezzone, presidente della Commissione Attività Produttive della Camera, che chiede risposte a tre domande: "Come fa il governo a dire che non sapeva, quando dal governo si 'davano consigli'? e, soprattutto, a che titolo si davano quei 'consigli'? e poi perchè, quando è maturato un altro scenario, sono venuti commenti così negativi, con riflessi potenzialmente molto gravi anche sul piano borsistico?".

Il dossier segreto di 28 pagine faceva il punto e proponeva un piano per risolvere i problemi della Telecom dandole una direzione precisa e gradita al Governo.

Tutto nasce dal pericolo di una scalata su Telecom, redditizia sì, ma troppo indebitata e con i margini in riduzione. Il titolo è colato a picco negli ultimi mesi e quindi un attacco, magari di un gruppo straniero, si fa sempre più conveniente. Basterebbe rilevare il 29% della stessa Telecom, magari con un premio del 25% sulle attuali quotazioni a 2,2 euro, per ottenere il controllo della società: l’operazione costerebbe “solo” 10 miliardi di euro.

Siccome Olimpia controlla Telecom con solo il 18%, una quota del 29% basterebbe a raggiungere il potere senza far scattare una costosissima opa totalitaria obbligatoria sopra il 30%. In ballo ci sono la rete fissa telefonica e l'ultimo gestore di telefonini italiano, nasce così l’emergenza e l’Esecutivo elabora un piano. La Casa Depositi e Prestiti potrebbe comprare la rete fissa garantendo alla Telecom una plusvalenza fra i 16 e i 21 miliardi e un effetto potenziale fiscale da 5-7 miliardi. Il gruppo di Tronchetti Provera ridurrebbe il debito e prenderebbe finalmente respiro. La Cdp, grazie ad una serie di vantaggi fiscali, pagherebbe pochissimo l’operazione che sarebbe teoricamente a costo zero. A questo punto la società della rete telefonica verrebbe quotata, ma la Cdp terrebbe una partecipazione strategica di controllo di circa il 30% ovvero del valore di 5 miliardi di euro. Il modello Terna insomma. Lo Stato prende il controllo della rete (che non rischia più di finire in mani straniere) e il mercato si fa sui servizi e le forniture a monte e a valle.


Peccato che nel giro di otto giorni, dopo l’incontro con Murdoch e la comunicazione a sorpresa di un piano per Telecom che prevede lo scorporo dell’ultimo miglio e uno spin off in odore di cessione per Tim, Marco Tronchetti Provera sembri all’improvviso aver fatto orecchie da mercante e avere elaborato in proprio un piano agli antipodi di quello governativo. Il resto sono dichiarzioni della politica, c’è l’indignazione di Prodi per il rischio di una cessione di Tim di cui non era stato avvertito, da questo i toni di amarezza e sorpresa. Non gli aveva detto così Tronchetti e il nuovo piano sembra promettere la Tim a uno straniero. Per Palazzo Chigi è un’inversione a U dopo le dichiarazioni sul non intervento.

13 settembre, 2006

A BUSSARE CASSA AL MIN. DELL'ECONOMIA

Business News
TELECOM: TRONCHETTI PROVERA DA PADOA-SCHIOPPA
(ANSA) - ROMA, 13 set - Il presidente di Telecom, Marco
Tronchetti Provera, si è recato questa sera al ministero dell'
Economia per incontrare il ministro Tommaso Padoa-Schioppa, ed
esporgli il piano di ristrutturazione del gruppo approvato dal
cda lunedì scorso. (ANSA).



© Copyright ANSA Tutti i diritti riservati 2006-09-13 21:22

Telecom It, Cgil, Cisl e Uil chiedono incontro urgente a governo

ROMA, 13 settembre (Reuters) - I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto un incontro urgente con il governo per discutere le decisioni assunte dal gruppo Telecom Italia (TLIT.MI: Quotazione, Profilo).

Lo si legge in un comunicato delle tre organizzazioni.

Secondo il sindacalisti "non si ravvede alcuna motivazione industriale all'origine di tale scelte [il riassetto] mentre appare chiara la natura finanziaria riconducibile al rientro dal debito".

Peril sindacato "la richiesta di un coinvolgimento del governo è motivata dalle ripercussioni di sistema (in termini di sviluppo delle infrastrutture e dell'occupazione aziendale e di settore) che queste decisioni comportano e per le scriventi organizzazioni tutte di segno negativo".

COMUNICATO STAMPA DI NICOLETTA ROCCHI, SEGRETARIA CONFEDERALE CGIL E EMILIO MICELI, SEGRETARIO GENERALE SLC-CGIL



La verità è che, anche nell’incontro odierno, dietro le reticenze, i giri di parole, le sottili interpretazioni delle decisioni del CDA Telecom, hanno deciso di vendere TIM e di mettere sul mercato, anche la rete fissa, nascondendosi dietro le pressioni dell’Authority delle TLC.
Il fatto singolare è che a dirci queste cose è stato un gruppo dirigente fino a qualche giorno fa sprezzante verso chi ipotizzava scenari di gran lunga meno pesanti di quello delineato e formalizzato dal CDA.
C’è anche un problema di credibilità.
Noi abbiamo espresso la nostra radicale contrarietà al progetto di Tronchetti Provera non crediamo alle ragioni addotte per motivarlo. Non sono riferite ad un piano industriale ma ad una operazione finanziaria fatta dalla proprietà a danno dell’azienda.
Andremo avanti con le iniziative, confermiamo lo sciopero, e nella prossima settimana riuniremo i delegati a Roma per stabilire anche nuove iniziative.
Consideriamo molto importante il confronto con il governo, a cui abbiamo già richiesto un incontro urgente.
Telecom è un’infrastruttura strategica per il futuro del paese e, se vuole rimanere un forte operatore delle TLC, deve disporre di tutte le piattaforme per proseguire sul terreno della integrazione e della convergenza, anche e soprattutto se vuole rafforzare la sua identità verso i MEDIA.
Quindi non solo TIM deve rimanere italiana ma deve rimanere parte centrale del gruppo TELECOM.

13 settembre 2006

GIUDIZIO CISL, UIL

Sull’incontro odierno, il giudizio è totalmente negativo anche per la Cisl. Annamaria Furlan – segretario confederale – esprime tutta la delusione della propria organizzazione e conferma le preoccupazioni e le ragioni della contrarietà a questa operazione che i sindacati hanno già manifestato ripetutamente nelle giornate scorse.“È stato un incontro deludente su tutti i fronti – dice la Furlan - l’azienda, rappresentata dal management, nell’incredibile assenza della proprietà, non ha presentato nessun piano industriale né tanto meno ha addotto convincenti motivazioni a sostegno di questo che si configura come un vero e proprio stravolgimento di rotta rispetto a scelte strategiche del passato, la fusione, grazie alle quali l’azienda era riuscita a conseguire significativi risultati sia nel fisso che nel mobile”.

La mobilitazione dei lavoratori della Telecom , dichiara la Uil, e il confronto con il governo su questo tema, sono due momenti essenziali della battaglia sindacale per preservare e rilanciare un patrimonio tecnologico e occupazionale di altissimo livello. La Uil, dice una nota rilasciata oggi,, chiede all’azienda che il piano industriale sia coerente con la dichiarata intenzione di non procedere a dismissioni, mantenendo una sostanziale integrazione tra fisso e mobile.
E il sindacato conferma la necessità di avere anche il Governo come attore e mediatore dell’intera vicenda. C’è bisogno, infatti, dice la Uil, di regole adeguate in un settore a continua evoluzione tecnologica che siano in grado di garantire i consumatori ma, al tempo stesso, di consentire, a chi opera a questi livelli, l’attuazione di innovative soluzioni tecnologiche.

Sciopero, quindi, sempre più vicino. Ma la manifestazione estrema del dissenso sindacale non fa venire meno, così come ricorda la Cisl, la necessità di un tavolo urgente con Palazzo Chigi, il quale da oggi sembra avere una carta in meno da giocarsi, ovvero la golden share.

12 settembre, 2006

CONVERSAZIONE TRA DUE COLLEGHI , UNO RSU, ELETTO ANCHE DAL SUO INTERLOCUTORE



< O ciao come si va? Hai visto………..adesso co questa nuova ristrutturazione cosa succede? Ma io che fine faccio vado nella rete? Oppure vado nel mobile? Oppure nella banda larga? E i colleghi del 187 dove li mettono in che struttura? E i giuntisti? Adesso come si fa per il 5°livello ? >

“ che caxxo li rispondo a questo………….gli devo fare la storia degli ultimi sette anni? Gli dico che tutti quelli che sono passati sono andati via a panza piena con la benedizione di TUTTO il mondo politico? Gli dico che un anno e mezzo fa la panacea era l’acquisizione di TIM ed oggi è lo spezzatino delle Attivita’, che gli dico che quelli che hanno deciso quella cosa ieri oggi hanno detto “contrordine compagni s’era sbagliato”, azz ma che Ruggero s’è preso quasi 5 milioni di EURI di stock optinon glie lo dico.
Che ho passato gli ultimi 3 anni della mia vita in trattative inutili, nelle quali si discuteva della relativita’ di un turno in + od in meno, che ho assistito a rotture di relazioni sindacali solo perche’ in alcune organizzazioni (la mia ) c’erano problemi di rapporti di forza………………………
Che avrei voluto parlare con il mio NAZIONALE dei problemi quali le vendite di asset esteri, l’esternalizzazione degli immobili ed un depauperamento all’azienda di 15 MLD di EURI tramite Pirelli real estate , del blocco degli investimenti nella rete rame, nel lento percorso di digitalizzazione del paese, negli scarsi investimenti in sicurezza e manutenzione. Dove ero? Come tutti i giorni a lavorare ad assorbire le lamentele dei “clienti” e le giuste rimostranze dei COLLEGHI. Quando tentavi di porre questi problemi passavi per eretico, ricordo un passaggio del mio intervento al congresso provinciale, parlavo del contratto, l’unica persona a rizzare le orecchie e poi a chiedere alcune cose in merito fu la Cantone, probabilmente perchè con quella firma avevamo fatto un lavorino di nulla ai meccanici.
Cosa gli dico…..che ho il sospetto che con le vendite che spingono a fare questi ci pagano gli stipendi? . E dei ricchi premi ai capi a fine anno se raggiungono gli obbiettivi ( di chi ?) cosa gli dico?”

UN PO' DI STORIA, PER NON DIMENTICARE




TELECOM: I MILLE RIBALTONI DELL'EX COLOSSO PUBBLICO
(ANSA) - ROMA, 11 set - Telecom Italia cambia ancora volto.
Negli ultimi dieci anni i terremoti all'interno del gruppo sono
stati continui, dalla privatizzazione dell'autunno 1997 alla
scalata di Olivetti, fino all'era Tronchetti e all'accorciamento
della catena di controllo che ha fatto sparire lo storico
marchio piemontese, al matrimonio fisso-mobile, durato circa un
anno e mezzo, prima del dietro-front di questa sera.
Ecco una cronistoria degli ultimi 10 anni di Telecom Italia.

- 20 OTTOBRE 1997 - Si apre l'offerta pubblica di vendita di
Telecom. Il prezzo per gli investitori privati è di 10.908 lire
per azione. Il collocamento, chiuso il 24 ottobre, frutta alle
casse dello Stato 26.000 miliardi di lire.

- 19 NOVEMBRE 1998 - Dopo un rapido susseguirsi di presidenti e
ad ai vertici arriva Franco Bernabé.
- 20 FEBBRAIO 1999 - la Olivetti e la Tecnost di Roberto
Colaninno, già nel settore delle telecomunicazioni con Omnitel
e Infostrada (queste ultime due cedute in seguito alla tedesca
Mannesmann), lanciano una offerta pubblica d'acquisto e scambio
riuscendo ad ottenere, dopo un braccio di ferro con Bernabé, il
controllo della società, con una quota del 52%.
- 28 GIUGNO 1999 - Roberto Colaninno è il nuovo presidente e
amministratore delegato di Telecom Italia.
- 28 LUGLIO 2001 - Pirelli ed Edizione Holding, attraverso
Olimpia, rilevano il 100% della partecipazione della finanziaria
lussemburghese Bell in Olivetti, pari a circa il 23% della
società che controlla Telecom Italia: finisce così l'era
Colaninno. Il giorno dopo sul ponte di comando vengono chiamati
Enrico Bondi e Carlo Buora.
- 28 SETTEMBRE 2001 - In Olimpia, come annunciato dallo stesso
Tronchetti all'indomani dell'acquisto, entrano anche Unicredit e
Banca Intesa.
- 14 FEBBRAIO 2002 - Tronchetti detta le sue parole d'ordine:
"fare di Telecom l' azienda leader tra le società di tlc in
Europa"
e ridurre la catena di controllo del gruppo
Olivetti-Telecom.
- 30 AGOSTO 2002 - Bondi lascia Telecom per la Premafin.
- 5 SETTEMBRE 2002 - Riccardo Ruggiero entra in cda al posto di
Bondi e viene nominato amministratore delegato per la telefonia
fissa
.
- 9 DICEMBRE 2002 - Lo Stato, dopo 70 anni, esce dai telefoni.
Il Tesoro annuncia di aver ceduto la quota residua ancora
detenuta in Telecom Italia, pari al 3,5% delle azioni
ordinarie e allo 0,7% di quelle risparmio.
- 19 DICEMBRE 2002 - Emilio Gnutti, socio di Colaninno ai tempi
della scalata a Olivetti, ritorna nel colosso telefonico. Hopa
entra in Olimpia con una quota del 16%.
- 12 MARZO 2003 - Tronchetti squarcia il velo sui piani di
accorciamento della catena di controllo. Si profila la fusione
di Telecom Italia nella controllante Olivetti e la nascita di
una nuova società che si chiamerà Telecom Italia: sparirà
così il marchio storico Olivetti.
- 11 GIUGNO 2003 - Telecom cede la sua quota del 61,5% di Seat
Pagine Gialle.
- 4 AGOSTO 2003 - Si chiude la fusione di Telecom Italia
in Olivetti. In Borsa cominciano le negoziazioni delle azioni di
Telecom Italia, la società nata dalla fusione.
- 3 GENNAIO 2005 - Telecom Italia lancia un'opa da 14,5 miliardi
di euro sulla controllata Tim
. L'offerta si chiude il 21 gennaio
con l'ulteriore accorciamento della catena di controllo voluto
da Tronchetti. L'obiettivo della fusione è quello di contenere
con i profitti di Tim il debito della capogruppo.
- 10 AGOSTO 2005 - Telecom cede la controllata Tim Perù. E' una
delle numerose dismissioni estere concluse dalla società per
ridurre l'indebitamento.

- 4 GENNAIO 2006 - Per motivi di salute Emilio Gnutti lascia
Olimpia ed esce definitivamente dal gruppo. Il finanziere
bresciano è travolto dallo scandalo Antonveneta. Ora bisognerà
decidere il destino dei rapporti tra Hopa, orfana di Gnutti, e
Olimpia, di cui la finanziaria detiene il 16%.
- 6 FEBBRAIO 2006 - I soci di Olimpia inviano una disdetta dei
patti che li legano a Hopa. La società sarà liquidata in
denaro.
- 27-28 MARZO 2006 - Banca Intesa prima e Unicredito poi escono
dai patti di Olimpia.
- 7 SETTEMBRE 2006 - A largo dell'isola di Zante, sul megayacht
del magnate australiano Rupert Murduch, Tronchetti Provera
incontra il patron di Sky. Sul tavolo il possibile accordo sui
contenuti.
- 11 SETTEMBRE 2006 - A un anno e mezzo dalla fusione,
Tronchetti annuncia in cda lo scorporo e la societarizzazione di
Tim. Ancora una volta, l'obiettivo dell'operazione è quello di
ridurre il debito di Telecom Italia salito nel primo semestre
2006 a 41,3 miliardi
.(ANSA).

PURTROPPO LA DATA DEGLI ULTIMI EVENTI E' IN COINCIDENZA CON LA RICORRENZA DI UN ALTRO GRANDE FATTO AVVENUTO 5 ANNI ORSONO

DOMANI PRESIDIO UN CENTINAIO RSU A PIAZZA AFFARI

TELECOM: DOMANI PRESIDIO UN CENTINAIO RSU A PIAZZA AFFARI
(ANSA) - MILANO, 12 SET - Domani, mentre i segretari generali
di categoria confederali incontreranno i vertici Telecom, fuori
dalla sede di Piazza Affari le rappresentanze sindacali
organizzeranno un presidio. E' atteso, si apprende da fonti
qualificate, l'arrivo di un centinaio di RSU da tutto il nord
Italia, oltre che dalla Lombardia, dalla Liguria, dal Piemonte e
dall'Emilia Romagna.(ANSA).

SLC-CGIL,SCONCERTANTE PRODI NON SIA STATO INFORMATO

TELECOM: SLC-CGIL,SCONCERTANTE PRODI NON SIA STATO INFORMATO
(ANSA) - ROMA, 12 set - "E' sconcertante venire a conoscenza
che il Presidente del Consiglio non sia stato informato dell'
operazione di riassetto decisa dal cda Telecom". Lo afferma in
una nota il segretario generale Slc-Cgil, Emilio Miceli, secondo
cui, "il riassetto del gruppo Telecom non è solo un affare
dall' attuale proprietà, ma riguarda funzioni pubbliche
rilevanti, a cominciare dall'infrastrutturazione del Paese.
In questo senso - prosegue - la proprietà sta agendo contro gli
interessi del Paese oltre che quelli dell'azienda. Per questo
chiederemo nell'incontro di domani un passo indietro rispetto
alle decisioni assunte. Del resto, se l'obiettivo era il
mercato, non mi pare che dopo la prima euforia ci sia stata una
forte risposta positiva".
"In ogni caso - conclude Miceli - metteremo in campo tutte
le iniziative, oltre la già decisa proclamazione dello
sciopero, utili per costringere la proprietà ad un
ripensamento". .
(ANSA).

Gli strani giochi su Telecom Italia e TIM

Gli azionisti di riferimento del gruppo Telecom, guidati da Tronchetti Provera, hanno deciso nei giorni scorsi di concentrare le attività del gruppo sui servizi di media e larga banda non solo in Italia, ma anche in Europa, scorporando, di conseguenza la vecchia Tim da poco fusa in Telecom Italia, e la rete fissa, ovvero il complesso di cavi e centrali su cui corrono voce e dati. Meno di due anni fa il piano industriale del gruppo sventolava ai quattro venti i vantaggi della sinergia tra telefonia fissa e mobile, mentre oggi viene sostenuto l'esatto contrario.

La realtà è che, entrambe le operazioni, camuffate da scelte industriali, hanno seguito una logica puramente finanziaria: nel primo caso per agevolare l'afflusso nelle società controllanti del cash flow generato da TIM ed ora per affrontare l'emergenza del debito del gruppo, preparando un pacchetto appettibile da porre sul mercato, in sostituzione di Pirelli Tyre i cui tentativi di vendita sono sfumati. Perfetta è la lettura di Orazio Carabini su Il Sole 24 Ore di oggi, quando sostiene che "lo 'spezzatino' deciso ieri non è il migliore epilogo che si potesse immaginare per la storia della privatizzazione di Telecom Italia. È però un episodio emblematico dello stato di salute del capitalismo italiano, troppo schiavo dei debiti per vincere le partite che contano".

Se ci si allontana, per un istante dagli affari da rigattiere, come è stato definito nei giorni scorsi da Beppe Grillo, di Tronchetti Provera e si segue il filo sottile della strategia industriale, quello dichiarato, che non prevede la cessione, è il tentativo di un modello British Telecom, come evidenziato da Finanzablog, che "scorporò il settore mobile da quello fisso nella O2. Con i soldi dell'operazione adattò la rete fissa a internet. La separazione societaria gli permise di aggirare l'Antitrust. L'effetto oggi è che Bt è la migliore telecom d'Europa per andamento in Borsa. Ma funzionerà in Italia? E se, come sembra, nessuno si facesse vivo, la separazione societaria (che in Uk ha convinto l'Authority) persuaderà la nostra Antitrust?".

Dall'Inghilterra, The Indipendent si sofferma proprio su queste analogie per metter in discussione un modello di business che sembrava ormai consolidato; nell'articolo intitolato "I giganti della telefonia non si trovano in accordo sulla convergenza" si osserva come "per alcuni anni vi sia stata una forte tendenza nel settore verso la convergenza. Aziende di telefonia fissa, operatori mobili, aziende dei media, e operatori via cavo hanno investito per espandere le loro operazioni e offrire un pacchetto integrato di servizi di telecomunicazione. La decisione di Telecom Italia, un inversione di marcia che ha scosso il mercato, potrebbe suggerire che integrare linea fissa e telefonia mobile non sia così prioritario come il settore dava per assunto". Risulta più perplesso il giudizio di The Times che evidenzia come "la mossa di separare il fisso dal mobile sia in completo contrasto con le strategie seguite dai suoi rivali come Vodafone o France Telecom. Al crescere della concorrenza in Europa, questi stanno giocando tutto sull'offerta di servizi convergenti."

Ci riporta sulla terra lo spagnolo El Pais ("Telecom Italia prepara la vendita della diviosione mobile e si allea con Newscorp") ricordando come "il debito del gruppo obbligava a vendere delle immobilizzazioni, e l'unica vendita in grado di sanare i conti è quella di TIM, leader della telefonia mobile in Italia e principale responsabile dei profitti di Telecom. La necessità di disfarsi di TIM ha obbligato Marco Tronchetti Provera a inventare una nuova strategia, e così sono comparse la media company e Rupert Murdoch". La parola fine su ogni valutazione di strategia industriale arriva dal New York Times ("La compagnia telefonica italiana sta pianificando di dividersi in due") e dalle parole di Lars Godell, senior analyst al Forrester Research, riportate nell'articolo: "La fusione è costata 100 milioni di euro. Ora Telecom dovrà spendere altrettanto per la scissione. La ragione è la situazione finanziaria di Telecom Italia e non ha nulla a che fare con le tendenze del settore". Una situazione finanziaria che come ricorda Business Week Online ("Telecom Italia perde un arto") lasciava aperte due possibilità: "o vendere una quota di minoranza o di controllo nel gruppo, con una perdita, o vendere una componente profittevole come la telefonia mobile, dal valore superiore ai 30 miliardi di Euro".

11 settembre, 2006

Si vede che hanno letto il patto per l'Italia

Telecom Italia si riorganizza verso media e banda larga
lunedì, 11 settembre 2006 8.51
Versione per stampa







MILANO (Reuters) - Telecom Italia ha segnato una tappa fondamentale della strategia di focalizzazione su media e banda larga - che potrebbe portare alla vendita di Tim, un asset valutato 35 miliardi - e ha fatto il primo passo di un accordo nei contenuti con News Corp.

Una nota ha annunciato la riorganizzazione del gruppo che prevede la creazione di società separate per la rete d'accesso fissa e per il business mobile, mentre il cda si riserva future iniziative per la loro valorizzazione.

Telecom ha anche annunciato un accordo sui contenuti con 20th Century Fox del gruppo News Corp, che gli consentirà di offrire i film della Fox su Alice Home Tv.

Le decisioni prese oggi dal cda non contraddicono le attese dei giorni scorsi.

POSSIBILISTA SU CESSIONE

A una domanda sull'ipotesi di vendita degli asset, compresi quelli in Brasile, il numero uno del gruppo Marco Tronchetti Provera si è detto possibilista. "Siamo flessibili, spetta al mercato prendere una decisione. Se ci sarà un'offerta la valuteremo e se sarà interessante la porteremo al cda".

Anche se ad oggi sul tavolo non c'è ancora nulla. "Le sole offerte che ho visto sono sui giornali", ha detto il numero uno Marco Tronchetti Provera. "Gli asset sono di valore, ma non ci sono state manifestazioni di interesse".

La telefonia mobile è valutata a circa 35 miliardi di euro. Più difficile la cessione della rete fissa, che alcuni esponenti del governo hanno definito strategica per il Paese.

Nei mesi scorsi si sono infatti rincorse voci che in questo gruppo ci fosse un interesse della mano pubblica attraverso la Cassa Depositi e prestiti.

Sabato scorso una fonte ha detto a Reuters che "per Tim è probabile che si vada verso la societarizzazione finalizzata a una futura valorizzazione dell'asset". Secondo un'altra fonte, il gruppo puntava alla vendita dell'asset.

La stessa fonte diceva che sarebbe passata in secondo piano l'ipotesi della vendita della rete fissa.

La possibilità di vendita di Tim, che ha una quota di mercato del 40% in Italia, ha fatto pensare a banchieri e analisti che molti pesi massimi in Europa competeranno per un boccone considerato interessante.

Banchieri e analisti dicono che l'operazione potrebbe interessare sia i soliti noti del mondo delle telecomunicazioni da Telefonica a Deutsche Telekom ma anche diversi fondi di privati equity come Apax e Permira.

Diversi analisti tuttavia non si dicono convinti che i politici possano accettare di veder passare in mani straniere il principale operatore di telefonia mobile.

Finora solo Carlyle group, dove lavora l'ex Ad di Tim Marco de Benedetti, ha detto che potrebbe essere interessato secondo una fonte.

A fine 2004 Telecom ha lanciato un'opa sul flottante di Tim a 5,6 euro per azione per una valorizzazione di oltre 40 miliardi di euro.

SINDACATI SUL PIEDE DI GUERRA, ANALISTI IN ATTESA

I sindacati sono pronti a scendere in sciopero contro lo scorporo di Tim, gli analisti si dicono sorpresi dal riassetto oggetto del cda di oggi ma restano positivi sul titolo.

"L'orientamento è dare una risposta immediata all'azienda. Decideremo (su uno sciopero) subito dopo l'incontro di mercoledì mattina" ha detto il segretario generale della Fistel-Cisl Armando Giacomassi.

"Secondo noi Telecom rappresenta il campione della convergenza in Europa e gli investitori si sorprenderanno dell'annuncio", spiega ad esempio Merrill Lynch in una nota in cui ribadisce il giudizio buy in attesa di dettagli.

Più decisa la reazione di Standard & Poor's che ha messo il rating "BBB+" a lungo e "A-2" a breve del debito Telecom in Creditwatch con implicazioni negative. Motivo della mossa, "le indiscrezioni .. di una possibile drastica riorganizzazione delle attività di telefonia fissa e mobile del gruppo".

Tronchetti ha detto agli analisti che non si è ancora deciso come si ripartirà il debito tra i nuovi gruppi, ma ha anche aggiunto di ritenere che le agenzie non cambieranno i loro giudizi.

Telecom Italia oggi ha anche annunciato l'utile netto del semestre che si è attestato a 1.496 milioni, in calo del 15,7%.


© Reuters 2006. Tutti i diritti assegna a Reuters.

A CHI GIOVA?

MF Online
Telecom verso lo split mobile-fisso, accordo con Murdoch per film su Alice

11/09/2006 19.30


Il tanto atteso Cda di Telecom Italia ha deliberato all'unanimità sulla riorganizzazione del gruppo attraverso la creazione di due società distinte, una per la Rete e una per il Mobile. Sulla vendita di alcuni asset, invece, non è stata presa alcuna decisione. Ma il management si è riservato di esaminare le opportunità di valorizzazione delle attività di rete e del business di comunicazione mobile che si presenteranno.

Telecom Italia si focalizzerà così sui servizi a banda larga e sul settore media in Italia e Europa. Il Cda ha, in pratica, "condiviso e fatta propria" l'opzione strategica di accentuare la focalizazione su questo business. In particolare, la riorganizzazione passerà attraverso "la separazione da Telecom Italia del business di comunicazione mobile nazionale, mediante conferimento del corrispondente complesso aziendale in una società controllata, anche di nuova costituzione".

Inoltre, allo stesso modo, ci sarà "la separazione da Telecom Italia della rete d'accesso locale wired mediante conferimento del corrispondente complesso aziendale in una società controllata, anche di nuova costituzione, con mandato al presidente di individuare le eventuali ulteriori attività idonee a integrare il suddetto complesso aziendale". Quindi, la nuova Telecom si articolerà in tre società, oltre alle attività che già sono in capo a TI Media. Il business dei cellulari in una società, la rete locale d'accesso in un'altra e tutto il resto in Telecom Italia.

Scelta che, a detta del presidente del gruppo, Marco Tronchetti Provera, "serve a essere più flessibili" e presa "al fine di ottenere piena trasparenza", rispondendo così alle richieste delle autorità europee e "per aumentare e rafforzare la nostra presenza a livello internazionale". E circa all'ipotesi di cessione di Tim, il numero uno di TI ha assicurato che per ora verranno create "una newco per il mobile e un'altra per il local loop", società "controllate al 100% da Telecom". E Tronchetti Provera ha smentito pure di avere ricevuto offerte per Tim e Tim Brasile, dicendo che le uniche che conosce sono quelle lette sui giornali.

Ma le novità non finiscono qui: è stato infatti siglato un accordo con la 20th Century Fox, della News Corporation di Rupert Murdoch, per offrire i film della Fox su "Alice Home Tv", il servizio di tv via Internet (Iptv) di Telecom. L'accordo si inserisce nell'obiettivo di "rendere sempre più ricca l'offerta di contenuti disponibile attraverso Internet".

Le perplessità della comunità finanziaria

Approvata, quindi, la "societarizzazione" dei business mobile e della rete d'accesso fissa. Questa mossa, però, sarebbe solo propedeutica per concludere accordi separati per singolo ramo: nel campo media, ad esempio, è già arrivata una partnership con Murdoch, mentre la controllata nella rete fissa potrebbe approdare in Borsa. Il nodo è quello della telefonia mobile: che fare dopo lo scorporo?

Il mercato attribuisce a Tronchetti Provera, a dispetto della smentita arrivata quest'oggi dallo stesso presidente, l'intenzione di vendere, sicuramente Tim Brasil e probabilmente la stessa Tim. Di certo per Telecom c'è la necessità di fare cassa per ridurre l'indebitamento, da tempo ancorato sopra i 40 miliardi di euro, e questa sarebbe la strada più semplice.

Intanto oggi Standard & Poor's ha messo i rating di Telecom Italia BBB+ a lungo termine e A-2 a breve in Creditwatch ora con implicazioni negative. La decisione ha fatto seguito proprio alle indiscrezioni sulla drastica riorganizzazione delle attività di telefonia fissa e mobile del gruppo.
"Probabilmente non riusciremo a chiudere la fase di CreditWatch nel brevissimo termine, finchè non otterremo precise informazioni sul prossimo profilo operativo e finanziario di Telecom Italia e sulla sua struttura azionaria a lungo termine", ha spiegato S&P, precisando di non poter anticipare l'entità di nessun ulteriore intervento sui rating.

"In questo momento non può essere escluso nessun esito", ha concluso l'agenzia. Posizione di attesa, invece, da parte dell'agenzia di rating internazionale Fitch. "Al momento", hanno osservato dalla sede londinese, "l'outlook della società è stabile". Gli stessi giudizi dei broker internazionali sul titolo Telecom Italia questa mattina erano quasi tutti improntati all'ottimismo.

Merrill Lynch ha ribadito il rating di buy sull'azione, come Dresdner Kleinwort (target a 2,80 euro), Intermonte (target a 2,80 euro) ed Euromobiliare sim (target a 2,6 euro), mentre il Credit Suisse ha un rating di outperform con un target a 2,5 euro. Pure Exane, anche se si è detta convinta che la seperazione tra mobile, con la vendita anche di Tim Brasil, e fisso vada contro l'attuale tendenza dell'industria delle tlc e contro la recente strategia adottata dalla stessa Telecom, che consiste nell'integrazione tra fisso e mobile, ha confermato outperform (farà meglio del mercato) sull'azione.

Inoltre, lo split delle attività invalida le sinergie legate all'integrazione avviata con l'opa di circa un anno fa lanciata su Tim. Questa banca d'affari ha ipotizzato per Telecom un valore tra 2,7 e 3 euro per azione (il titolo, oggi sospeso, venerdì ha chiuso la seduta a 2,2580 euro), basandosi sui numeri legati al progetto di riorganizzazione ipotizzati dalla stampa in questi giorni.

Più caute Goldman Sachs: Telecom Italia resta nella Pan Europe sell (vendere) list e Morgan Stanley (equal-weight con target a 2,4 euro), secondo cui continua il peggioramento tendenziale dell'attività fissa e la trasformazione della società telefonica italiana in una "media company" non può compensare affatto il calo del business del fisso. Il settore media è infatti troppo piccolo.

A rischio è poi la reputazione del management che fino a un anno fa vantava la convergenza acquistando le minoranze di Tim e pagando un prezzo ormai non più riscontrabile. Infine, secondo Morgan Stanley, l'acquisizione di Tim da parte di un operatore straniero sarebbe problematica per motivi politici. Il broker prevede quindi un aumento della volatilità su Telecom, precisando che non è affatto garantita la creazione di valore da operazioni di ingegneria finanziaria.

Tuttavia, ha osservato Merrill Lynch, "se Telecom vendesse Tim Italia e Tim Brasile per 47 miliardi di euro, la cifra sarebbe superiore di circa 10 miliardi di euro rispetto al fair value da noi calcolato". In questo caso Merrill Lynch alzerebbe il target price su Telecom da 2,40 a 2,90 euro. In caso, inoltre, di scorporo di Tim con successiva cessione per un EV invece pari a 35 miliardi di euro, Olimpia beneficerebbe di un cash per circa 2,9 miliadi di euro, secondo le stime di Intermonte, azzerando il debito.

"Anche se l'impatto sulla somma delle parti sarebbe praticamente nullo", hanno calcolato a una primaria sim milanese, "riteniamo che il titolo TI tratterebbe a un valore più vicino all'attuale target price a 2,8 euro portando pertando la sommma delle parti di Pirelli a un valore di circa 0,91 euro. Non escludiamo tra l'altro l'ipotesi di un dividendo straordinario di Olimpia in Pirelli che permetterebbe la riduzione dell'attuale debito di quest'ultima pari a 2,3 miliardi di euro".

Sui candidati che potrebbero rilevare Tim, la merchant bank ha indicato i fondi di private equity. Mentre Standard & Poors vede più probabile una "compagnia assicurativa", in base all'idea che "gli asset che generano flussi di cassa prevedibili siano di interesse dei gruppi assicurativi". I fondi di private equity, invece, non sarebbero "degli acquirenti naturali, in quanto non interessati ad attività che hanno già esaurito la crescita e che sono già altamente indabitate".

In ogni caso è difficile l'acquisizione di Tim da parte di un fondo private equity in quanto eccessivamente oneroso l'esborso, a detta del Csfb. In base a un rapporto debito-equity, pari a 5, è stato stimato un ricorso al debito per 25 miliardi di euro, che corrisponderebbe a un'operazione di un'entità finora mai realizzata. Più facile, invece, data la dimensione dell'operazione e la strategicità dell'asset, l'interesse di un grosso operatore tlc.

In questo senso si è parlato dell'interesse della spagnola Telefonica, che questa mattina non ha fatto commenti circa queste voci, ricordando solo che nei mesi scorsi ha limitato i suoi investimenti per acquisti a 1.500 milioni di euro lordi fino a dicembre 2007. Non si esclude quindi un bid da parte di France Telecom o Deutsche Telekom.

IPOTESI FANTASIOSA MA.........................

DA FINANZE.NET
Telecom Italia, domani le carte
(11 settembre 2006)

Come è noto, Telecom Italia sta studiando, con l'aiuto dei consulenti di Mc Kinsey che avevano convinto Tronchetti a incorporare Tim in Telecom due anni fa, esattamente l'operazione opposta.
L'idea è che è potenziali compratori, tra cui vengono citati nomi come Deutsche Telekom ed altri licenziatari della tecnologia Umts carichi di debiti, sarebbero disposti a sborsare 35 MIliardi per la parte di telefonia mobile dell'azienda, consentendo a Telecom Italia di azzerare i debiti ed effettuare un accordo forte sui contenuti con Murdoch.
La bizzaria dell'idea sta nel fatto che qualche anno fa si strappavano tutti di mano le licenze Umts a prezzi improbabili ed ora Tronchetti sarebbe pronto a sbarazzarsi del prezioso "gioiello", visto che con la convergenza fisso mobile non è probabilmente più necessario essere in entrambe i mercati.
Ma se lo sviluppo sui contenuti passa grazie alla banda larga anche dalla telefonia fissa chi sarebbe cosi' pazzo da pagare tutti quei soldi per Tim? A nostro parere un potenziale candidato potrebbe essere Hutchinson Wampoa che non essendo riuscito a quotare 3 sul mercato italiano ( si vedano con il motore di ricerca gli articoli a proposito) potrebbe incorporare 3 in Tim e rivendere in borsa l'operazione.
Si tratta di operazioni di ingegneria finanziaria, montate sul fumo agitato dai consulenti, ma se l'operazione passa, Teelecom Italia presumibilmente volerà in borsa.

PROCLAMAZIONE SCIOPERO DI GRUPPO E SOSPENSIONE RAPPORTI INDUSTRIALI CON GRUPPO TELECOM ITALIA

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SLC - CGIL Sindacato Lavoratori Comunicazione
FISTel - CISL Federazione Informazione Spettacolo e Telecomunicazioni
UILCOM - UIL Unione Italiana Lavoratori della Comunicazione

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Roma, 11 Settembre 2006



COMUNICATO

Le ultime annunciate decisioni del gruppo Telecom sulla riorganizzazione delle attività di rete fissa, mobile e media del Gruppo, sono fortemente contrastate dalle Segreterie Nazionali di SLC FISTel UILCOM perché determinerebbero uno stravolgimento della più importante impresa del Paese con pericolose ricadute di carattere occupazionale sia in ambito aziendale che di settore.
La possibile vendita di TIM rappresenterebbe una scelta indifendibile, in quanto, la Società di Telefonia mobile, è rimasta l’unica azienda ad avere un controllo nazionale e si è sempre distinta per la capacità di generare cassa e per l’elevato contenuto professionale dei lavoratori, che ne hanno fatto un leader nazionale e internazionale. Le Segreterie Nazionali ritengono che alla base di tale decisione esiste principalmente una motivazione di carattere finanziario che tende al ripianamento del debito contratto con l’OPA del 2000 ed il successivo ingresso del Gruppo Pirelli nel 2001. La possibile vendita di TIM giungerebbe al termine di alcune operazioni finanziarie che hanno caratterizzato le scelte strategiche del Gruppo Telecom negli ultimi anni (vendita di Telespazio, Seat, TILS, dismissioni internazionali in Europa e Sudamerica ….) che hanno impoverito il Gruppo e non risolto il problema finanziario che potrebbe essere affrontato con strumenti diversi sia di carattere industriale che finanziario. Il quadro di riferimento risulta aggravato dall’annunciato scorporo della Rete che risulterebbe penalizzata per la mancanza delle risorse necessarie ad ammodernare la infrastruttura di TLC indispensabile per tutto il Paese. Con tali premesse risulta difficile comprendere la nuova strategia del Gruppo centrata sullo sviluppo dei media venendo meno l’intreccio tra contenuti e infrastruttura e rinunciando nel contempo a tutta la filiera del mobile e dei servizi a valore aggiunto che altri operatori stanno perseguendo con successo.
Il cambio di strategia sarebbe troppo repentino per essere credibile e soprattutto motivabile con logiche industriali. Si rinuncerebbe improvvisamente alla strategia di integrazione fisso mobile che gli stessi vertici aziendali hanno presentato come un modello unico e competitivo nel panorama internazionale. Le Segreterie Nazionali paventano anche un rischio per la tenuta occupazionale fino ad oggi comunque garantita dal sistema delle relazioni industriali. Da quanto descritto le Segreterie Nazionali ritengono che esista abbastanza materiale per richiedere un intervento del Governo, già formalmente sollecitato. Inoltre Le Segreterie nazionali, pur ritenendo importante realizzare un immediato incontro come già richiesto e previsto per Mercoledì 13.9.06, hanno comunque deciso al termine della giornata ed in presenza della formalizzazione delle decisioni del C.d.A., una giornata di sciopero e di mobilitazione da effettuare entro fine mese, a conclusione dei percorsi tecnici previsti dalla legge di regolamentazione.

Le Segreterie Nazionali

SLC-CGIL FISTel-CISL UILCOM-UIL


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SLC - CGIL Sindacato Lavoratori Comunicazione
FISTel - CISL Federazione Informazione Spettacolo e Telecomunicazioni
UILCOM - UIL Unione Italiana Lavoratori della Comunicazione

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Roma, 11 Settembre 2006




COMUNICATO


Su sollecitazione di alcuni territori e in merito alle annunciate voci di riorganizzazione che il C.d.A. di Telecom potrebbe decidere nelle prossime ore, le Segreterie Nazionali consigliano alle strutture territoriali di sospendere gli incontri con l’azienda su tematiche organizzative discusse nei mesi scorsi in ambito nazionale e che prevedono un esame territoriale.
Vi informeremo tempestivamente sugli sviluppi che si determineranno anche in merito all’incontro con il vertice di Telecom che si svolgerà il giorno 13 p.v..

Le Segreterie Nazionali

SLC-CGIL FISTel-CISL UILCOM-UIL