13 aprile, 2007

APERTURA TRATTATIVA BIENNIO ECONOMICO – ROMA – 12 APRILE 2007

Oggi si è aperta la trattativa nazionale sul rinnovo del biennio economico; come noto si parla dell’aumento salariale previsto dallo schema contrattuale del luglio 1993 che prevede la vigenza per 4 anni della parte normativa e di due anni per la parte salariale: pertanto questo rinnovo del biennio economico deve coprire il 2007 e il 2008, essendo scaduta il 31 dicembre 2006 il primo biennio (2005-2006). La nostra piattaforma, approvata dalle assemblee, prevede la richiesta di 111 euro al livello 5, 100 euro al livello 4; l’inizio della discussione per l’estensione dell’ASSILT al settore e la partenza dei vari osservatori di settore previsti nel ccnl e mai partiti; come noto, la nostra controparte è asstel, cioè l’associazione di categoria di confindustria che raggruppa tutte le aziende che applicano il contratto di settore delle telecomunicazioni, tra cui telecom, wind, 3, vodafone, che esprime anche il presidente di asstel, tal Guindani; il direttore generale di ASSTEL è Raffaele Nardicchione (nella delegazione di oggi, come ovvio, erano rappresentate tutte le aziende).
Guindani ha cominciato la discussione facendo il quadro della situazione del settore ad oggi, confrontando i vari dati nel periodo 2000-2006; i punti principali sono:
1) mercato in frenata,
2) continue pressioni competitive sui prezzi,
3) continuo sforzo in investimenti,
4) impatti rilevanti sui ricavi dell’industria.
Su questi 4 punti si è articolata la relazione di Guindani.
1) il mercato cresce del 2,5%, ma si tratta di una media tra la fonia che non cresce e i dati che invece, grazie alla banda larga, crescono visibilmente; tale crescita è però nominale, perché se rapportata all’inflazione, risulta essere molto più bassa.
2) I prezzi da tempo stanno calando sul mobile, mentre da poco stanno calando sul fisso; per il 2007 la riduzione sarà ancora maggiore, mentre il decreto Bersani ha ridotto del 20% i ricavi;
3) Gli investimenti sono stati di 34 miliardi di euro nel periodo 2001-2006, passando dal 21 al 14% del fatturato, rimanendo comunque il settore in cui il livello investitorio è maggiore di tutti gli altri settori;
4) Tutti questi elementi condizionano, per ASSTEL, l’andamento dei ricavi e l’intrecciarsi di questi elementi fanno dire a Guindani che il futuro non sarà roseo.
Sono state illustrate le innovazioni tecnologiche e la loro capacità di fare ricavi,risultandone una considerazione finale abbastanza interessante: mentre la fonia/voce (sia sul fisso che sul mobile) da un risultato certo e sostanzioso, per quanto riguarda i dati la situazione è molto meno rosea: WAP, UMTS, IPTV, MMS, sono servizi partiti da tempo con grosse aspettative da parte delle aziende, frutto di forti investimenti, che però non hanno sfondato nel mercato, risultando – ad oggi – servizi poco o per nulla remunerativi, se non di solo rimessa economica (UMTS su tutti).
Fatta l’analisi del mercato, Guindani è passato alle lamentele sul regolatorio (AGCOM) e agli altri “impedimenti” si natura legislativa: dalla riduzione delle tariffe di interconnessione, il settore ha avuto 1 miliardo di euro di minori guadagni; dalla riduzione delle tariffe sul roaming, 800 milioni di euro in meno all’anno; il decreto Bersani (ricariche su tutto) costa 2 miliardi di euro all’anno di minori entrate e se viene tolto lo scatto alla risposta, si aggiungono 3,5 miliardi di euro di ulteriori minori entrate; la sterilizzazione del canone telecom e la riduzione dell’1% del costo del canone all’anno, costa 55 milioni di euro all’anno.
Ovvio parlare anche delle retribuzioni nel settore che, a fronte di una crescita dei ricavi nel periodo 2000/2006 del 19%, sono cresciute del 19,9% (al livello 5; 19,2% al livello 4), precisando che in tale percentuale non si tiene conto degli aumenti legati alla contrattazione aziendale (PdR); la conclusione – letterale – è la seguente: “lo scenario negativo dell’industria delle TLC richiede a tutte le parti un impegno per fronteggiare con successo le sfide che lo attendono”.
Le segreterie nazionali hanno replicato su più fronti.
Innanzitutto non è vero che la situazione è preoccupante, dato che si parla di crescita anche in questi ultimi anni in cui l’economia nel suo complesso ha avuto andamento negativo e con forti pressioni al ribasso dei prezzi. Non va poi dimenticato che anche le singole aziende sono cresciute e laddove ci sono state situazioni di crisi, questa è stata creata da scelte manageriali o da acquisizioni sbagliate en non da problemi di mercato.
La critica principale, ovviamente, si è concentrata sulla natura dell’imprenditorialità nel settore, dove le imprese sono le prime a chiedere l’intervento del regolatorio se questo è contro un’azienda concorrente, ma poi quando la volontà è quella di creare un mercato concorrenziale, ecco che tutti sono a lamentarsi; il sindacato, invece, pensa che le varie autority debbano agire avendo al centro la qualità del servizio e la crescita del settore, spingendo le aziende a fare le aziende e non a giocare sulla riduzione dei costi (del lavoro) e sull’aumento dei ricavi mediante le tariffe e dei costi della collettività.
Con questi orizzonti, la nostra richiesta media di 111 euro al livello 5 (che comunque NON rappresenta la media del settore, che invece si colloca al livello 4) è una richiesta coerente rispetto al progetto complessivo, anche se si tratta di una richiesta bassa rispetto al recupero del potere di acquisto perso in questi anni.
Altro elemento evidenziato è quello relativo agli stravolgimenti organizzativi sempre più frequenti (ogni 3 mesi cambia qualcosa nelle aziende), oltre agli assetti proprietari, a nuove regole e all’evoluzione tecnologica costante: elementi che devono trovare sostanza anche in questo rinnovo economico.
Nardacchione ha concluso la giornata con la risposta di ASSTEL sull’aumento salariale: in applicazione dell’accordo di luglio 1993, l’inflazione del 2005-2006 è stata del 4,1%, a fronte di un aumento del biennio economico di riferimento del 3,3%; l’inflazione programmata per il 2007 è del 2% e per il 2008 dell’1,7%: quindi, il risultato finale è il seguente:
0,8% (differenziale tra inflazione programmata e inflazione reale 2005-2006) + 3,7% (Inflazione programmata 2007-2008) = 4,5%, che moltiplicato per il valore del punto (16,02) dà un aumento di 72,31 euro.
Va notato che questa volta, a differenza della volta scorsa, asstel non ha tirato fuori la baggianata dei 20 euro già dati in un precedente rinnovo, quindi i 72 euro sono rimasti quelli; Guindani non ha ocmunque evitato una battutaccia, relativa alla situazione in Francia e Germania, dove FT e DT hanno annunciato per il futuro diverse decine di migliaia di esuberi, mentre da noi esuberi non ce ne sono stati….. molti gli hanno fatto notare che da quando esisteva la SIP ad oggi, ci sono stati più di 40000 esuberi (veri!!!) e che invece quelli di FT e DT sono per ora solo dichiarati……
In conclusione una giornata di “annusamento”, dove ognuno ha illustrato la propria posizione, con le imprese che sposano sempre il solito neoliberismo fatto di libertà di guadagno e di intervento statale a danno dei concorrenti e con il mondo del lavoro nel mezzo a farne le spese; imprese che danno dividendi mostruosi a danno di investimenti e di sviluppo del settore; imprese che giocano con aziende che dovrebbero garantire un servizio, una volta definito “pubblico” e che oggi di pubblico ha solo i costi sociali.
Il prossimo incontro è previsto per il 10 maggio; nel frattempo, come di incanto, ASSTEL è intenzionata a far partire i vari osservatori previsti dal ccnl e che finora non ha voluto far partire; anche qui la sensazione è che si voglia impegnarsi su temi certamente utili, ma che non rappresentano i punti importanti della trattativa, per distogliere l’attenzione e allungare il brodo; per noi, viceversa, è fondamentale cercare di chiudere presto e bene la trattativa.
Vedremo
Ciao
Samuele

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