11 giugno, 2008

SINTESI COORD. NAZIONALE RSU - 5000 ESUBERI – ROMA – 10/06/08

Oggi c'è stata la convocazione del coordinamento nazionale a seguito della dichiarazione di 5000 esuberi in Telecom; si tratta di una dichiarazione che sui giornali (e casualmente sui comunicati snater ed ugl: chi ha fornito questi dati a questi pseudosindacati??) ha trovato diverse articolazioni (500 in open access; 1400 in network, ecc. ecc.: dati comunque poco credibili a questo stadio di conoscenza): si tratta di voci che hanno la validità delle voci, ma che non smentiscono che gli esuberi coinvolgeranno tutta l'azienda in tutte le sue divisioni/reparti.
A fronte di questa “novità” le segreterie nazionali ci hanno convocato con il chiaro intento di decidere le iniziative più opportune per rispondere all'azienda; Miceli ha fatto la relazione partendo da 3 dichiarazioni aziendali:
1) 5000 esuberi: non si parla di 5000 mobilità/prepensionamenti come siamo abituati da anni ad affrontare, ma di esuberi;
2) Costituzione di una operation “domestica”, cioè operativa su scala nazionale;
3) ulteriori efficienze alla fine dell'anno.
Sulla base di questi elementi si vede chiaramente che la volontà è quella di limitare l'azione della nostra azienda all'interno del mercato italiano (“domestic”) per lasciare libero spazio a telefonica nei mercati esteri (il riferimento immediato è il sud america); i 5000 esuberi nascono da lì, come frutto avvelenato delle politiche di tronchetti provera e dell'integrazione fisso mobile in corso (è noto che la divisione futura delle attività e l'organizzazione conseguente, seguirà la fascia della clientela: consumer, business, top client, mettendo insieme fisso e mobile). Ma non finisce qui: perché se questi primi 5000 esuberi sono frutto delle politiche (devastanti) di tronchetti provera, alla fine dell'anno – quando secondo l'azienda dovremo discutere del vero piano industriale – dovremo gestire le “razionalizzazioni” del periodo di “Bernabé”, per ulteriori 5000/10000 esuberi.
Detta in altri termini, si abbandona la vocazione internazionale per rimanere incumbent in Italia (e su questo, mi pare di poter evidenziare un'analogia con Alitalia che non è riuscita a trovare partners internazionali ed ora ne paga gli effetti.....) e questo determina 5000 esuberi ed ulteriori tagli nel futuro.
Il fatto che gli esuberi vengano dichiarati prima di una netta definizione delle politiche industriali – compresa la partita della creazione della NGN2 – dimostra che gli esuberi non seguono logiche industriali, ma altre priorità, cioè “l'equilibrio politico” tra telecom italia e telefonica e con le banche (ben contente per l'andamento del titolo e da subito corse a sostegno della scelta aziendale).
Su queste basi non è da escludere una nuova ondata di esternalizzazioni – tra tutte i call center – in modo da avere un'azienda leggera, (“nana”?) che contiene al suo interno la parte pensante e che gestisce il personale operativo nelle esternalizzate (anche il personale della rete?).
Sono chiari i motivi della nostra contrarietà: noi pensiamo che si debba parlare di piano industriale e di assunzioni, altro che esuberi....

Inoltre, non si può tacere il contenuto dell'intervista di Bernabé ai giornali, in cui si dice che è il momento di decidere il da farsi sulla rete, che telecom è disponibile a farsi carico dei costi e degli impegni per fare la rete di fibra nel paese (NGN2), ma che questo deve essere deciso velocemente perché altrimenti Telecom non investe; d'altra parte – è sempre Bernabé a parlare – non è escluso un intervento dello stato in materia (come accade in asia e australia) che si faccia carico degli investimenti necessari per dotare il paese di una rete all'altezza dei nuovi servizi; è chiaro che in questa seconda ipotesi, telecom si sfila con le conseguenze occupazionali e investitorie che ne potranno discendere.
Giustamente Miceli ha fatto notare che le dichiarazioni di Bernabé ai giornali rivendicano il ruolo di Telecom nella costruzione della nuova rete in fibra, ma con la copertura politica degli organismi di controllo e del governo, come a ricostruirsi un orticello garantito in cui gli operatori non possano entrare: detto in altri termini, si punta alla ricostituzione del monopolio (ovviamente Privato) per rispondere all'assalto in corso anche sul fisso (vodafone su tutti); e, aggiungo io, gli esuberi risultano una bel ricatto nei confronti della politica per alzare la posta in gioco e mantenere il ruolo primario che telecom ha su questa partita.
Come si vede l'analisi è abbastanza lineare, anche se da parte aziendale si punta alla conclusione della vicenda velocemente e senza ricadute negative.

In realtà le ricadute ci sono tutte: infatti, quando si parla di esuberi, non siamo solo ai licenziamenti collettivi, ma anche all'impossibilità di fare assunzioni, di confermare i precari/interinali (che nel frattempo continuano ad essere “assunti” in azienda) e di mandare a casa gli apprendisti (quelli assunti grazie agli accordi sindacali sui piani industriali di questi ultimi anni): cioè siamo alla riduzione dell'azienda da potenziale operatore/incumbent internazionale a semplice operatore domestico.
Se queste sono alcune considerazioni di merito, non va dimenticato che l'azienda ha comunicato gli esuberi al sindacato solo dopo aver diffuso la notizia alla stampa, creando un precedente molto brutto e pericoloso, che dimostra la volontà di non avere relazioni sindacali normali.

Al termine della riunione è stato definito uno sciopero di 8 ore – presumibilmente per il 4 di luglio – e manifestazioni regionali, oltre a tutte le iniziative del caso.
La situazione è difficile, ma è necessario un coinvolgimento vero delle strutture sindacali e delle RSU per riuscire a smuovere i lavoratori dal loro torpore; e per farlo dobbiamo darci molto da fare, possibilmente di più di quanto si è fatto finora.

Ciao
samuele

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