ABBIAMO DECISO DI APRIRE QUESTO SPAZIO PER POTER DISCUTERE DEI PROBLEMI E DELL'ORGANIZZAZIONE DEI TECNICI TELECOM CHE OPERANO IN OPEN ACCESS, QUESTO VUOLE ESSERE UN LUOGO DI DISCUSSIONE E CONDIVISIONE DELLA NOSTRA ATTIVITA'.
"Avere un problema e cercare di risolverlo da soli è avarizia, accorgersi che il mio problema è anche di altri e cercare di risolverlo insieme, questo è politica" DON MILANI
30 giugno, 2008
LICENZIAMENTI ANNUNCIATI IN TOSCANA
FIRENZE 158
PRATO 5
PISA 26
SIENA 15
AREZZO 9
GROSSETO 8
MASSA CARRARA 5
LUCCA 8
PISTOIA 5
LIVORNO 8
TLC: SLC-CGIL “Attenti a crociate Commissione UE su terminazione mobile”
“Occorre evitare che si apra una crociata su costi di terminazione mobile . Spesso scelte affrettate, dal sapore ideologico, rischiano di produrre effetti distorsivi a danno tanto dei consumatori che delle imprese e dei lavoratori delle telecomunicazioni”. Così in una nota dichiara la Segreteria Nazionale di SLC-CGIL, il principale sindacato delle telecomunicazioni.
“Il settore delle telecomunicazioni è il settore che più ha risposto positivamente alle esigenze di risparmio e trasparenza avanzate dai consumatori , a differenza di altri comparti che hanno non poco contribuito a ridurre il potere reale di acquisto di salari e pensioni. Sicuramente molto si può ancora fare, ma le recenti linee guida proposte dalla Commissione Ue sui possibili tagli sulle terminazioni finali nel mobile rischiano di generale comportamenti distorsivi sul mercato, con possibili effetti negativi anche sulla capacità di crescita e di investimento delle imprese di TLC ”.
“In un momento di transizione come quello che il settore delle TLC sta attraversando occorre agire con cautela, facendo ognuno la propria parte e rispettosi dei diversi contesti nazionali e dei diversi mercati , molto differenti tra loro per numero e caratteristiche degli operatori. Ogni situazione di mercato nazionale va gestita tenendo conto delle specificità e questo vale anche e soprattutto per il nostro Paese che vede più operatori, nazionali e regionali, con storie e condizioni assai diverse”.
Roma, 30 giugno 2008
27 giugno, 2008
____________________________ T O S C A N A ________________________________
C o n t r o:
i 5000 esuberi di oggi e ad altri prospettati per il futuro;
C o n t r o:
compensi milionari ai manager, sprechi e diseconomie;
C o n t r o:
linee strategiche e riorganizzative senza certezze industriali;
P e r:
Un vero piano industriale che preveda investimenti sulla Rete di nuova generazione (NGN2), sull’informatica e sulla ricerca per sviluppare servizi e prodotti innovativi e di qualità per i clienti;
P e r:
sviluppare l’occupazione e le professionalità con scelte strategiche chiare e visibili per tutti lavoratori
PER QUESTO e CONTRO IL PIANO DI ESUBERI:
SCIOPERO GENERALE
V E N E R D ì 4 L U G L I O 2 0 0 8
MANIFESTAZIONE A GUIDONI DI TUTTI I LAVORATORI DELLA TOSCANA
IL PRESIDIO AVRA' INIZIO ALLE 9,00 ALLA PRESENZA DELLA STAMPA E DELLA TELEVISIONE
CONTRO GLI ESUBERI
PER IL PIANO INDUSTRIALE
SCIOPERO INTERO TURNO DI LAVORO 4 LUGLIO 2008
BLOCCO DEGLI STRAORDINARI
MANIFESTAZIONE REGIONALE DAVANTI ALLA SEDE DI VIALE GUIDONI A FIRENZE PER DARE VISIBILITÀ DELLA GRAVE SITUAZIONE CHE SI È CREATA NELLA NOSTRA AZIENDA
STIAMO ANCHE RACCOGLIENDO FONDI PER L'ACQUISTO DI UNA PAGINA DI UN GIORNALE:
i delegati sono a disposizione per ogni vostra offerta
LA MANIFESTAZIONE PREVEDE LA PRESENZA DEI LAVORATORI DI FIRENZE DALLE 7,30 E L'ARRIVO DI QUELLI DAL RESTO DELLA TOSCANA ALLE 9,00
NON BASTA SCIOPERARE: BISOGNA PARTECIPARE
COMUNICATO STAMPA
TELECOM: SLC-CGIL “SU ESUBERI NESSUNA TRATTATIVA IN CORSO”
“Da più parti si afferma essere in corso una trattativa sotterranea tra i vertici sindacali e l’azienda Telecom, in relazione alla vertenza legata alla ristrutturazione annunciata dal management della principale azienda di TLC. Invitiamo tutti, giornalisti e non solo, a fare i nomi e cognomi di chi sta trattando. Come SLC-CGIL siamo i primi a voler sapere se qualcuno sta avvallando una scelta ritenuta dal Coordinamento Nazionale delle RSU di Telecom sbagliata e ingiusta”. Così dichiara in una nota Alessandro Genovesi, Segretario Nazionale di SLC-CGIL.
“Ribadiamo la nostra posizione che, ovviamente, in assenza di fatti nuovi non è cambiata e non può cambiare: non condividiamo la scelta aziendale, priva di una strategia di sviluppo dell’azienda entro cui inserire ogni possibile discussione sui modelli organizzativi. Tutte le nostre delegate e delegati sono impegnati per la riuscita dello sciopero nazionale in programma il prossimo 4 Luglio”.
“Invitiamo per tanto – conclude Genovesi – i lavoratori di Telecom alla massima mobilitazione e a non cadere nelle provocazioni vecchio stile che, con complicità, qualcuno sta alimentando ad arte. Un confronto con l’azienda vi sarà solo dopo e se l’azienda metterà tutte le carte sul tavolo, senza trucchi. Il futuro dei 56 mila dipendenti Telecom è qualcosa su cui non si può scherzare”.
Roma 27 giugno 2008
NON STIAMO LAVORANDO PER LA RISUSCITA, QUESTO SCIOPERO NON E' ATTO DI CONVINZIONE, E'
UNO SCIOPERO PER LA SALVAGUARDIA DEL POSTO DI LAVORO E LA CONTINUITA' AZIENDALE
CHI NON L'AVESSE CAPITO SE NE FACCIA UNA RAGIONE.
23 giugno, 2008
TLC, DOMANI CONVEGNO FIOM A ROMA
“Telecomunicazioni. Innovazione tecnologica e lavoro nella città di Roma: quale politica? Le idee della Fiom Cgil”. Questo è il titolo del convegno, organizzato dalla Fiom Cgil di Roma Sud e dall’Università degli studi Roma Tre. L’appuntamento è per domani (martedì 24 giugno) a aprtire dalle ore 9 presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’ateneo Roma Tre (aula 18), al numero 234 di via Ostiense. All’incontro, che sarà introdotto da Roberta Turi, segretaria della Fiom di Roma Sud, parteciperanno delegati sindacali delle aziende del settore dell’Information and communication tecnology - tra cui Ericsson Marconi, Nokia-Siemens, Eutelia e Sielte -, oltre a docenti di materie tecniche delle tre Università statali di Roma e amministratori delle Istituzioni locali (Comune di Roma e Regione Lazio). I lavori, cui parteciperanno Walter Schiavella, segretario generale della Cgil di Roma e Lazio, e Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma, saranno conclusi da Laura Spezia, segretaria nazionale Fiom e responsabile per il settore Ict.
23/06/2008 12.05
E BRAVA FIOM .......TRA GLI INVITATI ANCHE SLC ????
LA MANO DX NON SA QUELLO CHE FA LA SX
21 giugno, 2008
Accordo da 1,7 miliardi fra Telecom e Fastweb, dice Sole 24 Ore
MILANO (Reuters) - Secondo un articolo pubblicato oggi dal Sole 24 Ore, Telecom Italia e Fastweb hanno firmato un accordo che mette la parola fine a tutte le partite regolamentari e i contenziosi giudiziari, del valore di circa 1,7 miliardi di euro.
Il quotidiano non cita fonti sull'avvenuta intesa, mentre Telecom e Fastweb, contattate da Reuters, non hanno voluto fare commenti.
"Si parla di circa 1,7 miliardi di euro - scrive il Sole - Fastweb si impegna a ritirare le proprie richieste di risarcimento danni (644 milioni in seguito alla condanna di Telecom da parte dell'Antitrust, 970 milioni per strategie di recupero illecito di clienti; 79 milioni per un contratto di interconnessione che risale al 2000)".
"A sua volta Telecom - prosegue il quotidiano economico - dovrebbe ritirare progressivamente le proprie contestazioni e riconoscerà a Fastweb una tariffa di terminazione oggetto per lunghissimo tempo di un tentativo di mediazione da parte dell'Autorità".
"C'è poi il capitolo tecnologico - precisa il Sole - Telecom e Fastweb hanno firmato anche un'intesa per la condivisione, a condizioni di prezzo non onerose per entrambi, dei rispettivi cavidotti che ospitano la fibra ottica".
Il Sole 24 Ore conclude quindi che, per quest'accordo appena concluso, "perfino le prossime audizioni dell'Autorità tlc con i competitor sulla separazione della rete potrebbero diventare una formalità".
se avessi dei soldi li metterei in fastweb..............
hanno fatto un 6+1.......con l'utilizzo dei cavidotti telecom
calcolando le dorsali, e le ramificazioni territoriali.
tempo addietro un collega che si occupa di queste cose mi disse che in TI non sanno
quanta fibra non terminata hanno posata nelle polifere.
20 giugno, 2008
Pirelli Re: Fondo Tecla cede immobili ed incassa 21,3 mln euro
(Teleborsa) - Roma, 18 giu - Tecla Fondo Uffici, fondo comune di investimento immobiliare ad apporto quotato in Borsa sul segmento MTF e gestito da Pirelli RE SGR, ha venduto 3 immobili per un importo complessivo di 21.350.000 euro, realizzando una plusvalenza lorda pari a 7.592.988 euro rispetto al Book Value (+55%) e pari a 2.280.000 euro rispetto all'Open Market Value (+12%). Lo si legge in una nota. L'O.M.V. è stato determinato dall'esperto indipendente CB Richard Ellis al 31 dicembre 2007.
Gli immobili ad uso terziario situati a Milano, Vicolo Belfiore 13/2 (superficie lorda complessiva ca. 3.933 mq), a Milano, Via Magolfa 10 (superficie lorda complessiva ca. 3.255 mq) e a Roma, Via Bartolomeo Marliano 27 (superficie lorda complessiva ca. 3.622), sono stati ceduti ad un investitore istituzionale italiano. Gli immobili sono attualmente locati, con un reddito annuo di 1.243.193 euro (yield del 6,5% sull'O.M.V.).
CHI INDOVINA CHI E' IL LOCATARIO AVRA' IN OMAGGIO UNA CENA CON IL MITICO "MARCO"
COMUNICATO
TELECOM: 4 LUGLIO, SCIOPERO 8 ORE A DIFESA OCCUPAZIONE E PER CERTEZZE SU FUTURO AZIENDA
Durante l’incontro svoltosi il 19 Giugno a Roma, alla presenza dei Segretari Generali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, l’azienda Telecom rappresentata dal Dott. Migliardi ha illustrato gli assetti organizzativi che portano a confermare i 5.000 esuberi annunciati.
L’azienda ha sottolineato che i 5 mila tagli sono maturati in relazione a scelte già decise nel passato e ha preannunciato che, anche il nuovo modello incentrato sulla differenziazione per clienti, porterà ulteriori interventi sul personale.
In particolare Telecom ha confermato la possibilità di ridurre l’occupazione sia nelle aree customer che di rete, in termini di ulteriori e possibili tagli, a seguito anche di scenari tecnologici e di mercato oggi non prevedibili, ma coerenti con le drastiche riduzioni che altre grandi aziende incumbent hanno avviato o hanno in programma nei loro rispettivi paesi (dimenticando che le altre Telecom hanno mantenuto alti sia la qualità che gli investimenti sulle rispettive infrastrutture).
Le Segreterie Nazionali hanno ribadito le proprie valutazioni negative sulle linee strategiche e riorganizzative dell’Azienda in assenza di certezze industriali.
Telecom ha necessità di significativi investimenti sulla Rete, sull’informatica e sulla ricerca per sviluppare servizi e prodotti innovativi ed offrire servizi di qualità.
Si è quindi ribadita la disponibilità da parte del Sindacato ad aprire un tavolo di confronto sui modelli organizzativi, ma solo quando saranno chiare e visibili le strategie e le scelte complessive che si intendono prendere a tutela dell’attuale perimetro aziendale (customer, rete, IT, ricerca), dell’occupazione e delle professionalità di tutti i 56 mila lavoratori di Telecom.
Il Sindacato ha denunciato inoltre le notevoli diseconomie e gli sprechi che caratterizzano numerose aree dell’azienda e ha invitato Telecom, in alternativa ad ogni possibile intervento sull’occupazione, ad affrontare nel merito possibili interventi di risparmio.
A partire da un confronto specifico su possibili internalizzazioni, sul sistema degli appalti (sia customer che in ambito rete), sulle potenzialità delle aree informatiche interne.
Le Segreterie Nazionali, per queste ragioni, confermano quindi lo sciopero di 8 ore per il prossimo 4 luglio, con manifestazioni territoriali in tutta Italia, invitando i lavoratori alla massima mobilitazione per rendere più forti le ragioni del sindacato anche in vista di un possibile confronto con l’azienda sui punti di merito indicati.
LE SEGRETERIE NAZIONALI
SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL
19 giugno, 2008
SMS RICEVUTO DOPO INCONTRO CON MIGLIARDI
E RICONFERMA DEI PRIMI 5000 ESUBERI
Evidente la chiusura aziendale su una discussione ampia.
A la guerre comme a la guerre.
TELECOM: OK CDA A PROPOSTA DA PRESENTARE AD AGCOM PER MIGLIORARE SERVIZI
(ASCA) - Roma, 19 giu - Il Cda di Telecom ha approvato la proposta di impegni, da presentare all'Autorita' per le Garanzie nelle Comunicazioni, che hanno come obiettivo lo sviluppo del mercato dell'accesso attraverso concreti interventi per una piu' efficace parita' di trattamento interna-esterna e per una completa trasparenza nei confronti del mercato wholesale sulla qualita' e sull'evoluzione della rete di accesso di Telecom Italia.
Tali impegni in particolare prevedono: l'istituzione di un nuovo processo di attivazione dei servizi e gestione del cliente wholesale tale da assicurare una completa e verificabile parita' di trattamento; interventi formativi verso il personale di Open Access sui nuovi processi ed introduzione, nel relativo sistema di incentivazione, di obiettivi correlati alla qualita' della rete e dei servizi ed alla soddisfazione della clientela finale; il monitoraggio costante dei processi produttivi di fornitura dei servizi; la trasparenza delle informazioni riguardanti la qualita' e lo sviluppo della rete di accesso; la creazione di un apposito Organo con il compito di verificare il rispetto degli impegni.
Telecom Italia ha, inoltre, proposto ulteriori impegni volti a rimuovere le conseguenze di talune condotte contestate dall'Autorita' nell'ambito di alcuni procedimenti sanzionatori.
RIFORMA DEL MODELLO CONTRATTUALE
Roma, 19 giu (Velino) - Il primo vertice sulla riforma del modello contrattuale di mercoledì è servito a sindacati e imprese per definire contorni e obiettivi della trattativa e fissare il calendario dei prossimi incontri. Ma da martedì 24 giugno, la data fissata per il nuovo meeting (previsto alle 17), il tavolo si farà bollente. Perché si passerà dalle linee di principio alle questioni di merito, a partire dal parametro dell’inflazione da prendere come riferimento per l’aumento della contrattazione nazionale. Cgil, Cisl e Uil vorrebbero il ricorso al tasso prevedibile invece di quello programmato, per agganciarlo al reale andamento del costo della vita, mentre Confindustria ha sempre sostenuto la necessità di un parametro certo. E non è l’unico possibile terreno di scontro: ancora ieri la Cgil di Guglielmo Epifani ha ribadito il suo ‘no’ a deroghe al contratto nazionale, ribadendo che “c’è la disponibilità del sindacato a fare un accordo, ma non a qualsiasi condizione”. Più concilianti le posizioni delle altre parti. Per il vicepresidente di Confindustria Alberto Bombassei l’atmosfera al tavolo è stata “molto costruttiva” e sui principi e sulle priorità da seguire “siamo d’accordo” anche se “non saranno rose e fiori”. Anche il leader della Cisl Raffaele Bonanni ha parlato di un “buon inizio”, mentre il segretario confederale della Uil Paolo Pirani ha sottolineato come “al raggiungimento di un accordo non c’è alternativa, chi pensasse di sottrarsi alla trattativa e all’intesa credo commetterebbe un abbaglio che i lavoratori e il paese non ci perdonerebbero”.
Stamattina poi è tornata sul tema direttamente la numero uno di Confindustria Emma Marcegaglia che, a margine dell’assemblea annuale di Confcommercio, ha spiegato: “L’incontro di ieri tra imprenditori e confederali è andato abbastanza bene. Ognuno di noi ha presentato il proprio punto di partenza. La trattativa partirà martedì prossimo sui tavoli ridotti. Cominceremo a trattare sulle parti di contenuto”. Quanto alla diversa posizione della Cgil sulla questione contrattuale, oggi il segretario generale della Uil Luigi Angeletti ha voluto smorzare i toni, dichiarando che “in Italia ci sono tre sindacati non per uno scherzo della storia, ma perché ognuno ha tre opinioni diverse: dobbiamo solo lavorare insieme”. Intanto, il punto di convergenza da cui partire è stato trovato sui tempi. Sindacati e imprese sono d’accordo sulla necessità di andare avanti il più rapidamente possibile, anche con due incontri alla settimana, per cercare di chiudere entro settembre. Inoltre, è stata fatta la scelta di proseguire con un tavolo unico e non per sessioni parallele sui diversi argomenti. Andando avanti per incontri ristretti: solo i vertici di Confindustria e i tre segretari generali di Cgil Cisl e Uil, accompagnati dai responsabili del settore nella segreteria confederale.
(sis) 19 giu 2008 14:18
18 giugno, 2008
12 giugno, 2008
Telecom,Romani:separazione funzionale solo "rimedio eccezionale"
LUSSEMBURGO (Reuters) - Il governo guidato da Silvio Berlusconi ritiene la separazione funzionale della rete di accesso fissa di Telecom un "rimedio eccezionale" e punta invece sui vantaggi derivanti dalle reti di nuova generazione.
Lo ha detto a Reuters il sottosegretario allo Sviluppo economico, Paolo Romani, interpellato a margine del Consiglio europeo sulle telecomunicazioni.
"Noi intendiamo la separazione funzionale come un rimedio eccezionale. Per noi la priorità è che si facciano in tempi brevi le reti di nuova generazione per le quali si stima un costo tra i 10 e i 15 miliardi", ha detto Romani.
Secondo il sottosegretario, la separazione funzionale e le nuove reti "sono cose che non possono essere separate" ed "è inutile andare avanti su un percorso che rispetti solo la regolamentazione a carattere generale senza prevedere se questo abbia influenze su investimenti".
La preoccupazione del governo italiano è che gli investimenti per le reti di nuova generazione possano essere rallentati dalla separazione funzionale, che indebolirebbe Telecom Italia, cioè l'operatore che dovrebbe sostenere i costi principali per le nuove reti.
L'Autorità per le Comunicazioni sta portando avanti da mesi una trattativa con Telecom Italia per individuare le soluzioni più adatte a garantire agli altri operatori un accesso più trasparente alla rete fissa.
La stessa Telecom ha costituito una divisione a parte per la gestione della rete fissa, Open access, nell'ambito di un piano di riorganizzazione societaria presentato nel marzo scorso.
CAPITO ? Il governo non ci mette una lira in NGN, Telecom deve trovare i soldi
da sola ( e sappiamo come........), l'AUTORITY deve ammorbidirsi nella trattativa !!!!
La separazione funzionale non è gradita al governo.............
pagherei per sapere il motivo vero !!!!
LO SNATER COL CAPPELLO IN MANO
http://www.snatertlc.it/comunicati/com08/esuberi.htm
11 giugno, 2008
SINTESI COORD. NAZIONALE RSU - 5000 ESUBERI – ROMA – 10/06/08
Oggi c'è stata la convocazione del coordinamento nazionale a seguito della dichiarazione di 5000 esuberi in Telecom; si tratta di una dichiarazione che sui giornali (e casualmente sui comunicati snater ed ugl: chi ha fornito questi dati a questi pseudosindacati??) ha trovato diverse articolazioni (500 in open access; 1400 in network, ecc. ecc.: dati comunque poco credibili a questo stadio di conoscenza): si tratta di voci che hanno la validità delle voci, ma che non smentiscono che gli esuberi coinvolgeranno tutta l'azienda in tutte le sue divisioni/reparti.
A fronte di questa “novità” le segreterie nazionali ci hanno convocato con il chiaro intento di decidere le iniziative più opportune per rispondere all'azienda; Miceli ha fatto la relazione partendo da 3 dichiarazioni aziendali:
1) 5000 esuberi: non si parla di 5000 mobilità/prepensionamenti come siamo abituati da anni ad affrontare, ma di esuberi;
2) Costituzione di una operation “domestica”, cioè operativa su scala nazionale;
3) ulteriori efficienze alla fine dell'anno.
Sulla base di questi elementi si vede chiaramente che la volontà è quella di limitare l'azione della nostra azienda all'interno del mercato italiano (“domestic”) per lasciare libero spazio a telefonica nei mercati esteri (il riferimento immediato è il sud america); i 5000 esuberi nascono da lì, come frutto avvelenato delle politiche di tronchetti provera e dell'integrazione fisso mobile in corso (è noto che la divisione futura delle attività e l'organizzazione conseguente, seguirà la fascia della clientela: consumer, business, top client, mettendo insieme fisso e mobile). Ma non finisce qui: perché se questi primi 5000 esuberi sono frutto delle politiche (devastanti) di tronchetti provera, alla fine dell'anno – quando secondo l'azienda dovremo discutere del vero piano industriale – dovremo gestire le “razionalizzazioni” del periodo di “Bernabé”, per ulteriori 5000/10000 esuberi.
Detta in altri termini, si abbandona la vocazione internazionale per rimanere incumbent in Italia (e su questo, mi pare di poter evidenziare un'analogia con Alitalia che non è riuscita a trovare partners internazionali ed ora ne paga gli effetti.....) e questo determina 5000 esuberi ed ulteriori tagli nel futuro.
Il fatto che gli esuberi vengano dichiarati prima di una netta definizione delle politiche industriali – compresa la partita della creazione della NGN2 – dimostra che gli esuberi non seguono logiche industriali, ma altre priorità, cioè “l'equilibrio politico” tra telecom italia e telefonica e con le banche (ben contente per l'andamento del titolo e da subito corse a sostegno della scelta aziendale).
Su queste basi non è da escludere una nuova ondata di esternalizzazioni – tra tutte i call center – in modo da avere un'azienda leggera, (“nana”?) che contiene al suo interno la parte pensante e che gestisce il personale operativo nelle esternalizzate (anche il personale della rete?).
Sono chiari i motivi della nostra contrarietà: noi pensiamo che si debba parlare di piano industriale e di assunzioni, altro che esuberi....
Inoltre, non si può tacere il contenuto dell'intervista di Bernabé ai giornali, in cui si dice che è il momento di decidere il da farsi sulla rete, che telecom è disponibile a farsi carico dei costi e degli impegni per fare la rete di fibra nel paese (NGN2), ma che questo deve essere deciso velocemente perché altrimenti Telecom non investe; d'altra parte – è sempre Bernabé a parlare – non è escluso un intervento dello stato in materia (come accade in asia e australia) che si faccia carico degli investimenti necessari per dotare il paese di una rete all'altezza dei nuovi servizi; è chiaro che in questa seconda ipotesi, telecom si sfila con le conseguenze occupazionali e investitorie che ne potranno discendere.
Giustamente Miceli ha fatto notare che le dichiarazioni di Bernabé ai giornali rivendicano il ruolo di Telecom nella costruzione della nuova rete in fibra, ma con la copertura politica degli organismi di controllo e del governo, come a ricostruirsi un orticello garantito in cui gli operatori non possano entrare: detto in altri termini, si punta alla ricostituzione del monopolio (ovviamente Privato) per rispondere all'assalto in corso anche sul fisso (vodafone su tutti); e, aggiungo io, gli esuberi risultano una bel ricatto nei confronti della politica per alzare la posta in gioco e mantenere il ruolo primario che telecom ha su questa partita.
Come si vede l'analisi è abbastanza lineare, anche se da parte aziendale si punta alla conclusione della vicenda velocemente e senza ricadute negative.
In realtà le ricadute ci sono tutte: infatti, quando si parla di esuberi, non siamo solo ai licenziamenti collettivi, ma anche all'impossibilità di fare assunzioni, di confermare i precari/interinali (che nel frattempo continuano ad essere “assunti” in azienda) e di mandare a casa gli apprendisti (quelli assunti grazie agli accordi sindacali sui piani industriali di questi ultimi anni): cioè siamo alla riduzione dell'azienda da potenziale operatore/incumbent internazionale a semplice operatore domestico.
Se queste sono alcune considerazioni di merito, non va dimenticato che l'azienda ha comunicato gli esuberi al sindacato solo dopo aver diffuso la notizia alla stampa, creando un precedente molto brutto e pericoloso, che dimostra la volontà di non avere relazioni sindacali normali.
Al termine della riunione è stato definito uno sciopero di 8 ore – presumibilmente per il 4 di luglio – e manifestazioni regionali, oltre a tutte le iniziative del caso.
La situazione è difficile, ma è necessario un coinvolgimento vero delle strutture sindacali e delle RSU per riuscire a smuovere i lavoratori dal loro torpore; e per farlo dobbiamo darci molto da fare, possibilmente di più di quanto si è fatto finora.
Ciao
samuele
TELECOM: GALATERI, PIANO INDUSTRIALE C’E’ ED E’ MOLTO CHIARO
(AGI) - Bari, 11 giu. - “Sul tema del piano industriale si continua a fare molta confusione, non e’ che si faccia un piano industriale ogni settimana”, risponde cosi’ il Presidente di Telecom Italia, Giuseppe Galateri Di Genola, alle domande dei giornalisti sulle sollecitazioni venute da parte sindacale in merito alla presentazione di un nuovo piano industriale da parte di Telecom. “Il piano industriale c’e’ ed e’ molto chiaro - ha ribadito Galateri - ha bisogno evidentemente di essere rafforzato su alcuni elementi come quello dei costi e in questo si e’ agito in termini di maggior efficientamento ma - ha insistito - i discorsi degli efficientamenti avverranno in maniera abbastanza morbida come avvenuto gia’ in passato. Io credo che faccia parte di un progetto che e’ interesse di tutti, della societa’ e credo anche dei nostri dipendenti”. “Non siamo in una situazione per cui decidiamo per valutazione generale - ha concluso Galateri - siamo in un mercato molto competitivo, abbiamo bisogno di margini che rimangano tali per poter consentire investimenti e quindi che procedano in un equilibrio prezzi-costi che sia adeguato”. (AGI)
IL PIANO INDUSTRIALE CI SARA' ANCHE, MA QUESTO NON HA IN SE ESUBERI DI PERSONALE,
SE PER MANTENERE I MARGINI SI VOGLIONO ESTROMETTERE I LAVORATORI DAL CICLO PRODUTTIVO
VUOL DIRE CHE IL MANAGEMENT NON E' MIGLIORE DEL PRECEDENTE.
ALITALIA STIAMO ARRIVANDO !!!!!!!!!!!!!!!
10 giugno, 2008
TELECOM: SINDACATI PROCLAMANO SCIOPERO NAZIONALE IL 4 LUGLIO
(ASCA) - Roma, 10 giugno - I sindacati proclamano per il 4 luglio prossimo uno sciopero nazionale di tutti i dipendenti Telecom per protestare contro i tagli decisi dall'azienda.
Lo annuncia in una nota il segretario generale Slc/Cgil, Emilio Miceli, al termine del coordinamento nazionale unitario di Telecom.
''L'azienda Telecom e' preda di scelte sbagliate - dichiara Miceli - se Tronchetti Provera ha svuotato le casse dell'azienda con azzardate scelte finanziarie e ne ha fatto uno strumento sostanzialmente finanziario, Bernabe' la sta rinchiudendo nel solo mercato domestico e pensa di cambiarne il modello organizzativo attraverso una fortissima frammentazione''.
''La verita' e' che pensano di attestarsi tra i 15.000 e i 20.000 esuberi. Non esiste un tavolo sugli esuberi senza discutere prima il piano industriale e in ogni caso rigettiamo la politica dei tagli al personale - aggiunge il sindacalista -. Telecom oggi si sente forte perche' abbandona il mercato internazionale a favore di Telefonica e concede alle banche la rivalutazione del titolo. Quindi o anticipa il piano industriale o non si discute di niente''.
''Come sindacati abbiamo pertanto concordato lo sciopero nazionale unitario di tutti i lavoratori Telecom il 4 luglio prossimo, per l'intera giornata - conclude Miceli - a difesa non soltanto dell'occupazione gia' drasticamente ridotta ma anche a difesa di una delle aziende piu' strategiche del nostro paese''.
09 giugno, 2008
TELECOM: SLC-CGIL “SE C’E’ NUOVO PIANO INDUSTRIALE, BERNABE’ LO DICA”
“A Marzo, durante l’incontro tra sindacati e l’A.D. di Telecom, ci fu annunciato un piano di risparmi e sinergie basato, tra le altre cose, sulla riduzione dei servizi informatici dati in esterno, la valorizzazione delle risorse interne e maggiori economie di scala grazie alla partnership con Telefonica. Il tutto sarebbe avvenuto senza tagli sul personale. Il giudizio dato come sindacato su un piano industriale conservativo fu influenzato anche da quanto dichiarò l’azienda, consapevoli delle difficoltà del gruppo ma anche della volontà di non intervenire sul costo del lavoro”. Così dichiara Alessandro Genovesi, Segretario Nazionale di SLC-CGIL.
“Ora se lo scenario è cambiato e, se vi è un nuovo piano industriale, chiediamo di conoscerlo e di discuterlo alla luce del sole, anche per capire cosa ha spinto in pochi mesi la dirigenza Telecom a mutare strategia. Quello che non è possibile – continua Genovesi – è aprire una discussione su tagli e riorganizzazione senza sapere quale futuro ha in testa la direzione dell’azienda e come intende affrontare i nodi di fondo di un mercato in forte trasformazione”.
“Non siamo più negli anni della privatizzazione e l’occupazione è già stata drasticamente ridotta, con tutto ciò che questo ha comportato anche in termini di abbattimento della qualità della rete e dei servizi. Se la strada scelta è quella di una tattica di “contenimento”, dove a pagare sono solo i lavoratori, ritengo che come sindacato, unitariamente e anche in base a quanto si deciderà domani con le RSU del gruppo, non potremmo che prenderne atto e invitare i lavoratori alla mobilitazione”.
Roma, 9 giugno 2008
Prime riflessioni sull’annunciata ristrutturazione di Telecom Italia
La decisione assunta da Telecom di un taglio occupazionale di 5 mila unità (quasi il 10% della forza lavoro in Italia) è una decisione sbagliata, confusa, contraddittoria che comporterebbe un impoverimento, per di più traumatico, di professionalità in tutte le aree dall’azienda: dalla rete, al costumer, dal commerciale ai servizi di supporto, in contraddizione con la necessità di migliorare la qualità delle infrastrutture esistenti. Soprattutto le scelte annunciate lascerebbero incerto e indefinito il futuro di un’azienda strategica per il paese.
E’ una scelta sbagliata industrialmente perché - in assenza di un piano di sviluppo in grado di aggredire i nodi di fondo di un mercato in trasformazione (dai ricavi voce ai nuovi servizi) - rappresenta una mera operazione “di contenimento” (forse la prima di una lunga serie), esclusivamente centrata sul costo del lavoro.
Altri i nodi che andrebbero invece sciolti e che si chiamano:
• investimenti sui nuovi servizi (dalla trasmissione dati all’audiovideo);
• possibili convergenze tecnologiche in relazione al mercato domestico;
• aumento della qualità dell’attuale rete in rame (precondizione pe un
graduale passaggio alla fibra) e della sua “permeabilità” con reti mobili;
• partecipazione ad un piano di sviluppo sinergico (in relazione alle decisioni dell’ AGCOM, degli altri operatori e di nuovi possibili protagonisti) per l’aumento delle capacità trasmissive da qui ai prossimi anni;
• evoluzione delle competenze professionali e nuovi innesti di tecnici specializzati;
• strategie internazionali sui mercati emergenti (e in funzione di queste, si dovrebbe calibrare, allora, la ricerca di nuovi partners industriali e di investitori di medio periodo, altrimenti tutte le diverse operazioni possibili - come la recente emanazione di obbligazioni per 2 miliardi di dollari - non sarebbero altro che ulteriore sostegno alle rendite finanziarie degli azionisti).
In sintesi: solo se sarà chiaro lo scenario e credibili le scelte nel medio periodo sarà possibile una discussione vera sul modello organizzativo. Solo chiarito “dove si va”, si potrebbe sviluppare poi un confronto sul “come” (confronto a cui il sindacato confederale non si è mai sottratto, quando chiare sono le strategie e le finalità).
E’ una scelta confusa, inoltre, perché poco credibili sono le motivazioni finora dichiarate: la convergenza Telecom-Tim non nasce oggi e le nuove integrazioni non portano ad una duplicazione di funzioni quanto ad una loro evoluzione (e anche di questo vorremo discutere), soprattutto in un modello che passa da una divisione fisso/mobile ad una divisione per tipologia di clienti.
Se poi un confronto va aperto, più generale, sui possibili risparmi altri sono gli sprechi e le diseconomie (dall’alta percentuale di dirigenti e quadri che non conosce paragoni con nessuna azienda, anche pubblica, di TLC e che non sono interessati da alcun taglio, ai circa 800 milioni di euro che l’azienda spende in più per servizi informatici che potrebbero essere assicurati internamente, fino alla qualità dei lavori dati in appalto e ai costi dei servizi esternalizzati che sono cresciuti, a parità di volumi, rispetto a quando erano interni).
Rivendicare una continuità con la precedente gestione di Telecom, da questo punto di vista, non aiuta a capire, viste le “antiche” tentazioni di svilire la vocazione industriale dell’azienda a favore di un modello più leggero, concentrato sulla finanza. E del resto - se stessimo alle parole dell’Amministratore Delegato - ovvero sia che i tagli sono coerenti con il piano industriale di Marzo, come sindacato non potremmo non obiettare che durante l’incontro tenutosi in primavera, alla presenza delle Segreterie di CGIL, CISL e UIL, il dott. Bernabè assicurò che (cito testualmente dagli appunti presi) “risparmi e sinergie in campo tecnologico, informatico e relativamente alla rete non comporteranno tagli al personale”. O vi è stata qualche svista o ci sono ancora “carte coperte”.
Se, infine, per liberarsi da un possibile abbraccio di Telefonica, qualcuno pensa che la via da seguire sia quella di ridurre l’azienda ad operatore senza ambizioni o ad un’impresa con una “pessima rete” e poco più, si chiamino le cose con il loro nome. Così come si chiamino “valorizzazione del titolo in borsa” o “aumento del grado di apprezzamento da parte di possibili fondi di investimento” i metodi dell’annuncio dato a sorpresa, che rompono una tradizione di relazioni industriali consolidatasi nel tempo.
E’ poi una scelta contradditoria, quella annunciata da Telecom, rispetto alla volontà di rilanciare i servizi e la qualità della rete, a fronte di uno scenario possibile fatto ora di: uscita di diverse migliaia di operatori dalle aree operative (Open Access, Network, customer, ecc.; con tutto ciò che questo vuol dire in termini di aumento dei carichi per chi rimane), migliaia di mobilità professionali (dalle aree di staff alle aree di intervento diretto, a partire proprio dalle attività di supporto alla rete) con un’ulteriore fase di assestamento (riqualificazione professionale, tensioni all’interno dei reparti e dei siti, ecc.) e successivo dimagrimento delle aree collaterali alla gestione del cliente. Un terremoto di deprofessionalizzazione e riorganizzazione che coinvolgerebbe tutti i dipendenti e che si innesterebbe in un conteso fatto di scarsi interventi sulle centrali, di una qualità trasmissiva del rame sempre più scadente (con intere zone connesse con cavi datati 1960) e che, certo, non potrà resistere fino alla (possibile) sostituzione della vecchia rete con quella di nuova generazione (2015; cioè tra almeno 7 anni).
Non vorremo che allora – tutto ciò – sia la conseguenza di un’incapacità (del management Telecom e di quello degli altri principali operatori) ad affrontare la questione centrale che pesa sul futuro del settore: come lanciare veramente la rete di nuova generazione e quale equilibrio vi dovrebbe essere tra remunerazione degli investimenti, libera concorrenza, garanzia di pari opportunità, azzeramento del digital divide.
Le scelte dell’operatore “incombente” non si possono infatti leggere slegate da questo contesto. E i tatticismi della Telecom di oggi e degli altri operatori non servono a nulla, se non a rimandare il momento della verità.
Occorre affrontare il rapporto tra i diversi operatori (tutti) e l’Agcom (e la Commissione Europea), in relazione al possibile modello della rete di nuova generazione. Perché occorrono almeno 15 miliardi di euro per “fare sul serio” e non è detto che, così come è strutturato e regolamentato il mercato, tali risorse vi siano veramente (o vi sia qualcuno disposto a rischiare senza un minimo di certezze). Per questo è giunto il momento di costringere tutti a discutere del vero tema industriale in questo settore (e nel paese): senza la nuova rete si rischia di rimanere indietro e di gestire solo il declino.
La posizione del sindacato, al riguardo, è nota: è necessaria una politica regolatoria che intervenga per rimuovere i numerosi ostacoli burocratici; per incentivare la convergenza tra più segmenti tecnologici (la rete di nuova generazione non è detto sia solo via cavo); per agevolare la predisposizione di piani (e relative risorse anche comunitarie) per garantire il diritto all’accesso anche in aree economicamente non remunerative; per mettere a bando gli interventi di posa (e quindi in capo a più operatori); per stimolare altri soggetti pubblici e privati (dalle autonomie locali alle aziende multiutility, sul modello Usa); per contribuire alla nascita di una nuova domanda di servizi (dalla pubblica amministrazione on line all’ e-commerce).
E ben venga Open Access (cioè la divisione funzionale della rete, all’interno del perimetro T.I.) se – al di là di garantire livelli occupazionali e crescita delle competenze professionali – per Telecom vuol dire mantenere un’integrazione verticale per personalizzare servizi e assistenza e se, per gli altri operatori vuol dire accettare la sfida (su questo Vodafone, Fastweb, Wind, ecc. hanno forse meno alibi della stessa Telecom ed è ora che vengono allo scoperto) e predisporre piani di investimenti su un modello cooperativo (per cui tutti mettono a disposizione le proprie reti e concentrano insieme gli investimenti).
Quello che sicuramente non è pensabile è che il futuro del settore avvenga in un’ottica di scelte che non siano di sistema, in un confronto che deve essere a molte voci e non a due e che non può lasciare alla dinamica della “trattativa privata” il diritto a fissare prezzi e tariffe.
Si strozzerebbe il paese, si aprirebbero nuove contraddizioni anche sul piano occupazionale e la stessa Telecom rischierebbe di chiudersi ulteriormente nel recinto di casa, senza ricercare nuove
strade. Su questo va sfidata la capacità dei manager Telecom.
La strada possibile potrebbe essere quella di una politica regolatoria che, favorendo quel modello cooperativo di cui sopra, garantisca un periodo di “prezzi guidati”, tenendo conto degli investimenti di tutti, della qualità e tipologia di servizi offerti (sociali o di mercato), della funzione anti digital divide che alcuni operatori potrebbero svolgere. Di certo non si può più rimandare questo tipo di discussione “complessa”.
Per tutte queste ragioni – sommariamente descritte – il sindacato tutto non dovrebbe essere disponibile ad affrontare una discussione sulla riorganizzazione Telecom fatta solo di gestione dell’ennesimo taglio occupazionale. Non siamo più agli anni della privatizzazione e lo scenario (ed il mercato) è cambiato per tutti. Serve una discussione sulla strategia che il principale operatore si deve dare.
Serve una discussione sul futuro del settore e delle reti, perché ogni discussione che prescindesse da ciò non aiuterebbe i lavoratori di Telecom, l’azienda, il sistema paese.
Per questo la vertenza non potrà che vedere il coinvolgimento delle Confederazioni e dovrà chiamare tutti – per nella differenza dei ruoli – ad assumersi le proprie responsabilità (imprenditoriali, regolamentari, sociali).
Perché questo confronto si apra il sindacato dovrà essere in grado di mobilitarsi al massimo, sin dalle prossime ore, per pretendere certezze e le necessarie visibilità. Per difendere l’occupazione che c’è ed il futuro di una delle più grandi aziende private del paese.
Roma 6 Giugno 2008
Alessandro Genovesi – Segretario Nazionale SLC-CGIL
BRAVO ALESSANDRO E' ALMENO UN DECENNIO CHE SOSTENGO QUESTE COSE !!
06 giugno, 2008
COMUNICATO REGIONALE
SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL
RSU TELECOM TOSCANA
COMUNICATO
5000 ESUBERI SENZA UN PERCHE'
Si chiede spesso ai sindacati senso di responsabilità e prese d’atto di mutamenti aziendali che a volte hanno penalizzato i lavoratori.
Oggi, a fronte di belle promesse e forti smentite dei vertici aziendali, siamo ad una ristrutturazione che porterebbe una riduzione di organico di 5000 unità.
Ancora non presentata, se non nei massimi sistemi, la ristrutturazione ed il piano industriale, e già si afferma la presenza di 5000 esuberi in due anni, usando un nuovo termine: LICENZIAMENTO.
Siamo in presenza della solita teoria, minori costi senza un piano industriale di sviluppo credibile.
Cosa dobbiamo pensare di una azienda, dove è avvenuto di tutto, dove gli alti, ed anche i medi dirigenti, si spartiscono laute mance? Dobbiamo davvero fidarci di lor signori?
Abbiamo salutato positivamente l’inizio della nuova avventura di questa dirigenza, ma non pensino che a pagare il “nuovo“ che avanza siano i lavoratori.
Martedì 10 giugno saremo in riunione nazionale unitaria e forte sarà e dovrà essere la richiesta di mobilitazione della categoria (ricordiamoci della manifestazione a Milano dopo il settembre di Tronchetti).
A pagare non devono e non possono essere i lavoratori!!!
Firenze, 6/6/2008
05 giugno, 2008
COMUNICATO STAMPA CGIL-CISL-UIL
TELECOM ITALIA: SCELTE RIORGANIZZATIVE E OCCUPAZIONALI
La decisione approvata nel Comitato Esecutivo di Telecom Italia di una riduzione dei costi operativi del 40% in tre anni,con un conseguente esubero di personale pari a 5000 dipendenti, è negativa,confusa,contraddittoria.Sbagliata nel merito e nel metodo, quindi da respingere.
La cosa più sorprendente è che essa viene annunciata in assenza di novità sul piano delle scelte industriali in quanto restano ferme quelle individuate a marzo e non suscettibili di aggiornamenti prima del mese di dicembre.
Non ci sembra un buon metodo quello di annunciare nel mese di marzo efficienze per 1,3 miliardi prevalentemente affidate alle sinergie con Telefonica,dichiarare oggi che il lavoro sta continuando e allo stesso tempo “sparare” un obiettivo di esuberi,il maggiore come consistenza dal 2000, rimandando le scelte industriali a fine anno.
Le motivazioni pubbliche di questi obiettivi, fornite dall’Amministratore Delegato, appaiono come una serie di luoghi comuni e di grande debolezza.
Risultano altresì strumentali quando alludono alla necessità di contrapporre riduzione dei costi e rilancio degli investimenti sempre in assenza di scelte industriali che vengono rimandate a dopo. Tali motivazioni sono strumentali anche quando ripropongono l’alternativa tra investimenti affidati all’impresa privata e ruolo dello stato in presenza di una infrastruttura decisiva per lo sviluppo di tutto il paese.
CGIL CISL UIL ritengono che le scelte annunciate contraddicono quanto espresso nel mese di marzo, il che dimostra anche poca consapevolezza del cammino realizzato da Telecom Italia in questi dieci anni sul piano delle efficienze e della innovazione.
CGIL CISL UIL non negano difficoltà e problemi oggettivi quali la riduzione dei prezzi,lo spostamento da vecchi servizi ad alto guadagno a nuovi più ricchi di contenuti ma meno remunerativi. Il sindacato confederale per la cultura di interessi generali di cui è portatore è consapevole che per questo settore si pongono inediti e complessi problemi di mercato,tecnologia,di modelli organizzativi,di assetti azionari, scenari e alleanze internazionali.
Dinanzi a una discussione seria sul piano industriale come sempre non ci tireremo indietro e faremo la nostra parte.
L’approccio espresso nella giornata di ieri non è pertanto condivisibile e dunque,nel condividere i giudizi e le iniziative già decise dalle organizzazioni sindacali confederali di categoria,si fa appello alla piena e vigilante attenzione dei lavoratori e delle lavoratrici di Telecom Italia e di tutto il settore delle telecomunicazioni.
Roma, 5 giugno 2008
Segreterie Nazionali CGIL CISL UIL.
COMUNICATO UNITARIO
COMUNICATO
TELECOM: MOBILITAZIONE A DIFESA OCCUPAZIONE E PER RILANCIO AZIENDA
I cinquemila tagli al personale annunciati ieri da Telecom senza un piano industriale degno di questo nome rappresentano una scelta di mera riduzione del costo del lavoro e non di rilancio dell’azienda all’interno dei nuovi scenari di mercato. Per tanto – a nostro giudizio – la scelta aziendale è sbagliata e non condivisibile.
Di fatto gli annunciati risparmi del 40% saranno pagati esclusivamente dai lavoratori e dalle loro famiglie, con una drastica riduzione dei livelli occupazionali (pari al 10% della forza lavoro complessiva in Italia) e con un ulteriore depauperamento delle professionalità e delle risorse presenti in azienda.
Invitiamo le Strutture sindacali e le RSU, in attesa della riunione del Coordinamento nazionale convocato per il prossimo 10 giugno, a predisporre ordini del giorno, volantini e comunicati per la massima mobilitazione dei lavoratori contro le scelte aziendali, a difesa dell’occupazione, a tutela delle professionalità e della loro crescita, per il rilancio industriale di Telecom.
Le Segreterie Nazionali
SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL
AGGIORNAMENTI ESUBERI
Il presidente del Consiglio di sorveglianza di Mediobanca plaude all'annuncio dei 5mila tagli: «Fatto importante»
FIRENZE - Per Telecom è il tempo del «riordino organizzativo e anche dei costi». L'annuncio dell'uscita di 5mila persone entro il 2010 dato mercoledì dai vertici di Telecom (che oggi in Borsa ha aperto con un rialzo dell'1,44%, a 1,413 euro), «è un primo segnale dell'orientamento al contenimento dei costi» secondo il presidente del Consiglio di sorveglianza di Mediobanca, Cesare Geronzi, intervenuto a un incontro con gli studenti organizzato dall'Osservatorio Giovani-Editori.
«METTERE MANO AI PROBLEMI» - «Si tratta forse di piccole cose, ma immaginare l'uscita di 5mila persone da una struttura come quella della Telecom in un Paese come il nostro sia pure con un risparmio a regime entro il 2010 è già un fatto molto importante. Ora è il tempo di mettere mano ai problemi, nessuno meglio di Bernabè può farlo» ha proseguito Geronzi per poi concludere con un'esortazione: «Dai, Franco!». Al direttore della Stampa Giulio Anselmi che gli chiedeva se ci fosse ancora speranza per la società telefonica, Geronzi ha risposto: «Sono una persona che pensa positivo e quindi non ho che aspettative positive da coltivare. Certo la situazione è complessa perché effettivamente ci sono state situazioni anomale che non sono state incidentali ma che hanno in qualche modo creato problemi che non hanno nessun riferimento all'economia aziendale». Geronzi ha quindi aggiunto: «Ho un grande apprezzamento per il manager Tronchetti, oltre che per l'uomo. Vero è che nell'ultimo periodo dall'uscita di Tronchetti c'e stata molta confusione e la confusione non aiuta a capire i problemi. Se si pensa alla crescita della Telecom, per adesso il problema non è quello degli investimenti, perché la struttura finanziaria non lo consente. Questo è il momento del riordino organizzativo e anche dei costi. Di questo credo che il management sia consapevole e su questo è impegnato fortissimamente».
ANSA BERNABE'ANSA) - MILANO, 5 GIU - Nello sviluppo della rete di nuova generazione l'amministratore delegato di Telecom Italia, Franco Bernabé, ritiene che "nel lungo periodo" solo il proprio gruppo possa essere "in grado di coprire l'intero territorio, assolvendo anche agli obblighi di servizio pubblico". "Occorre avviare un percorso con le parti sociali, le Autorità e il Governo - spiega in un'intervista al Sole 24 Ore - perché l'Italia non può permettersi di rinunciare allo sviluppo di un'infrastruttura essenziale". "O lo Stato ritiene di sviluppare direttamente la banda larga come in Asia - spiega poi Bernabé interpellato sul possibile intervento dello Stato nello sviluppo della rete -, oppure deve usare gli strumenti che ha con condizioni regolatorie e di redditività che consentano agli operatori di svilupparla. Si deve solo decidere su che strada muoversi. Noi siamo disponibili. Ci sono condizioni da discutere con le Autorità e il Governo, ma il Paese non può mancare l'opportunità di disporre di queste infrastrutture. Entro il 2015 dovremo avere una copertura adeguata". L'intervista del numero uno di Telecom Italia giunge all'indomani dell'annuncio di 5mila esuberi. "Derivano ancora - spiega Bernabé - dalla fusione Telecom-Tim, dal processo di integrazione che si era interrotto dopo l'uscita di Marco Tronchetti Provera e che ora è stato riavviato. Per gli esuberi ci sarà un mix di interventi da concordare con gli organismi sindacali. L'obiettivo è quello di arrivare a una completa integrazione tra fisso e mobile".(ANSA).
04 giugno, 2008
TELECOM: SLC CGIL; NO A ESUBERI, AZIENDA SOTTO TUTELA
Telecom, 5000 in meno entro il 2010 "Risparmio di 300 milioni l'anno"
Il piano, si legge nella nota diffusa dalla società, comporterà oneri di ristrutturazione aggiuntivi per circa 250 milioni di euro rispetto ai 100 già previsti nel piano 2008,
Allora, open access fornisce alle tre strutture nuove servizi, è plausibile che questi esuberi siano localizzati ai servizi e vendita alla clientela?
Questa volta 5000 esuberi anche se accompagnati con la mobilita', non consentiranno
a tutti i lavoratori di accedere al pensionamento, visto che l'eta' media attualmente si è ridotta intorno ai 50 anni.
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perchè non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me.
Berthold Brecht
TELECOM, 5.000 ESUBERI ENTRO 2010
04/06/2008 18.44
E DAGLI APETTAVAMO CON TREPIDAZIONE ANCHE QUESTA, SALUTI A BUORA E RUGGERO MA
CHE MANAGEMENT C'è IN QUESTA AZIENDA? CHI SONO NIPOTINI DI HIMMLER ?
BERNABE', TAGLIEREMO COSTI OPERATIVI DEL 40%
TANTO I SALARI SONO BLINDATI.....................