24 settembre, 2007

Modello Bt. Ma senza ammetterlo.

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Che l´idea della separazione funzionale della rete di Telecom Italia non piaccia all´attuale presidente Pasquale Pistorio non è un mistero, visto che lui stesso non ha mai esitato a dirlo chiaro e tondo. Ma un conto sono le preferenze espresse in questa fase da Pistorio, un altro la realtà con cui l´azienda dovrà fare i conti da qui a qualche mese. Non per niente in Telecom si lavora su tutte e tre le soluzioni contemplate nella consultazione pubblica dell´Authority per le Comunicazioni: conservazione, ma con sostanziali modifiche, dell´attuale separazione contabile della rete; separazione funzionale alla maniera britannica; separazione societaria. Le tre ipotesi, a quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni, sono contenute in un documento riservato di oltre venti cartelle preparato dalle strutture interne della compagnia sugli "scenari regolamentari e organizzativi" della separazione, che presenta più di una sorpresa. Lo spazio maggiore nell´analisi degli uffici di Telecom è riservato alla prima ipotesi, ossia al rafforzamento dell´attuale separazione contabile (definita nel testo "separazione operativa") che appare sempre più come la mediazione su cui punta il colosso telefonico. E questo si può considerare abbastanza prevedibile, dal momento che la compagnia appare sempre più decisa a evitare la tanto celebrata separazione funzionale. Ad andare largamente oltre le previsioni è invece il contenuto di questo rafforzamento, che sarebbe così consistente da rendere il punto di arrivo delle trattative più vicino alla separazione funzionale di British Telecom che non alla situazione italiana attuale. Fra le novità proposte da Telecom in questo documento (che, vale la pena di ricordarlo, ha per ora solo una finalità interna) spicca infatti la creazione di un board indipendente per assicurare il rispetto della effettiva parità di accesso alla rete fra la stessa Telecom e i suoi concorrenti. Altre concessioni ipotizzate sono il rafforzamento della separazione del personale (con tanto di piani di incentivazione distinti per la dirigenza impegnata nella gestione della rete) e l´assunzione di obblighi e impegni per quanto riguarda la next generation network, la rete di nuova generazione che finora Telecom Italia ha sempre dichiarato di considerare fuori dal perimetro della vecchia regolamentazione. "L´introduzione di un organo indipendente, responsabile del rispetto della separazione operativa - si legge nel documento - potrebbe aumentare significativamente la credibilità dell´azienda rispetto alla parità di trattamento internoesterno". Ma è nella composizione di questo organismo di garanzia che è contenuto il nodo più importante. "L´organo di supervisione potrebbe essere formato - si legge ancora nel primo dei tre scenari disegnati dagli uffici di Telecom Italia - da 5 membri, di cui 3 nominati di concerto con l´Authority per le Comunicazioni e 2 direttamente da Telecom Italia". In altre parole l´ex monopolista accetterebbe di non averne il controllo, cosa tutt´altro che irrilevante in considerazione del ruolo previsto per questo board: non solo quello di supervisore delle regole introdotte per garantire il rafforzamento della separazione, ma anche di "giudice" di prima istanza nelle dispute non ancora giunte sul tavolo dell´Authority relativamente alla parità di trattamento. Non per niente, a quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni, proprio su questo si sarebbero appuntate le critiche e le perplessità di Pistorio, a cui la disponibilità manifestata al riguardo in questi mesi dall´amministratore delegato Riccardo Ruggiero non è mai piaciuta. Per maggior garanzia, il personale delle 3 divisioni (ingrosso, dettaglio e rete) dovrebbe essere collocato fisicamente in luoghi diversi, con divieto di accesso per i dipendenti alle sedi diverse dalla propria. Per quanto riguarda le reti di nuova generazione, invece, l´idea fondamentale è di costituire un forum di discussione a cui parteciperebbero sia Telecom Italia che gli operatori alternativi, oltre all´Authority per le Comunicazioni e al nuovo board di controllo, da cui dovrebbero scaturire le linee di azione per facilitare la realizzazione delle nuove reti. Non sarebbe esclusa, infine, la possibilità di assumere impegni per quanto riguarda l´offerta di accesso alle nuove reti. Tutto questo potrebbe in teoria anche rappresentare una sorta di uovo di Colombo per Telecom Italia: spingere così avanti la separazione operativa attuale da disinnescare la richiesta di separazione funzionale "all´inglese" caldeggiata dall´Authority. Tuttavia vien da chiedersi se la differenza sarebbe poi così grande. In entrambi i casi ci sarebbe un board indipendente in grado di controllare l´effettiva parità di accesso fra la stessa Telecom e i suoi concorrenti e di prendere decisioni rilevanti in materia. Il personale sarebbe rigidamente separato e così pure la dirigenza. La questione è senza dubbio delicata e dev´essere valutata con la massima attenzione per non giungere a conclusioni affrettate. Tuttavia sarebbe buffo se alla fine, per poter accettare la separazione funzionale della rete, T.I. avesse bisogno soprattutto di chiamarla in un´altra maniera.

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