19 agosto, 2006

La strana "convergenza" di Telecom e Murdoch


ORMAI E' IL TORMENTONE DI QUESTA ESTATE, ABBIAMO TROVATO IL COMMENTO ALLA VICENDA DI TAL Davide Giacalone CHE A LEGGERNE LA BIOGRAFIA NON POSSIAMO ANNOVERARLO NELL'AMBITO DELLE VERGINELLE (PARTECIPO' ALLA STESURA DELLA MAMMI').DAL SITO DELLA "MARGHERITA"

Roma, 17-08-2006

Torniamo a guardare dentro il torbido che s’agita attorno a Telecom Italia. I fronti aperti sono due, giudiziario e finanziario. In quanto al primo, civiltà e diritto vorrebbero che a parlare siano le sentenze, imponendosi agli altri, nel frattempo, di tacere. Ma quelle arriveranno fra anni. Per ora c’è chi specula su questi problemi, cercando il ko estivo che è già riuscito nei confronti di Fazio e di chi s’era messo a scalare il Corriere della Sera.

Erano, però, evidenti anche le numerose irregolarità di cui ho spesso scritto, e di cui nessuna autorità ha voluto occuparsi in tempo utile. Che ci sia o no il “botto”, dunque, stiamo parlando di una battaglia condotta con armi che di diritto non hanno neanche la punta.

Poi c’è la partita finanziaria (da non confondersi con quella industriale, abbandonata). Delicata e vitale perché il controllo di Telecom è debolissimo, indebitatissimo, e con i partecipanti al gruppo di comando tutti desiderosi di scappare, anche se lo negano. Vorrei sbagliarmi, ma a naso direi che sta prendendo corpo un’idea di questo tipo: raccontando le solite balle sulla convergenza, il bisogno di contenuti, la multimedialità e così via vaneggiando, Telecom Italia acquista Sky Italia, pagando a Murdoch uno sproposito; il venditore, soddisfatto, dopo avere intascato il risarcimento per l’avventura italiana, investe il di più in Olimpia, soccorrendo il non irragionevolmente generoso Tronchetti Provera e sostituendosi ai soci in fuga. Quindi, con i soldi dei risparmiatori e con la cassa di Telecom si finanzia il puntellamento dell’infima minoranza con cui un gruppo controlla la stessa Telecom. Ma non è finita, perché la vera partita è di potere puro e ruota attorno a quel che Tronchetti Provera non intende mollare, considerandolo anche un’assicurazione per la salute: la Rcs.

Segnalo una stranezza: per diverse volte il Sole 24 Ore ha sostenuto che Rcs, come il gruppo L’Espresso, non potrebbero comperare le televisioni di Telecom essendo questo proibito dalla legge Gasparri. Ma la proibizione non c’è, ed è largamente probabile che quelle tv vadano a finire in Rcs, da dove è stato allontanato chi voleva spendere altrimenti i soldi. Il potere di pochi con i soldi degli altri. Vorrei sbagliarmi, ma se a qualcuno non sta bene, sarà bene si svegli.

Commento di Davide Giacalone per "Libero"

Davide Giacalone (24 maggio 1959, Livorno)

Pubblicista. Dirige i periodici "La Ragione" e "Smoking", e collabora con L'Opinione .

Dal 1979 in poi, mentre continuava a crescere il numero dei tossicodipendenti, si è trovato al fianco di Vincenzo Muccioli, con il quale ha collaborato, nella battaglia contro la droga.

Dal 1980 al 1986 è stato segretario nazionale della Federazione Giovanile Repubblicana.

Dal luglio 1981 al novembre 1982 è stato Capo della Segreteria del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Dal 1987 all'aprile 1991 è stato consigliere del Ministro delle Poste e delle Telecomunicazioni, che ha assistito nell'elaborazione dei disegni di legge per la regolamentazione del sistema radio-televisivo, per il riassetto delle telecomunicazioni e per la riforma del ministero PT, oltre che nei rapporti internazionali e nel corso delle riunioni del Consiglio dei Ministri della CEE.

E' stato consigliere d'amministrazione e membro del comitato esecutivo delle società Sip, Italcable e Telespazio.
non preoccuoatevi la foto e' del permutatore degli aereoporti di ROMA, TROPPO ORDINATO..................

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