Prima di partire con la prima ondata di licenziamenti, Bernabè si è assicurato il nullaosta del governo Berlusconi.
Franco Bernabè, amministratore delegato di Telecom Italia, è stato uno dei Reviglio Boys: un ragazzo cresciuto come Giulio Tremonti, Renato Brunetta, Maurizio Sacconi, tutti i ministri economici dell'attuale governo Berlusconi, all'ombra del socialismo craxiano.
E' ovvio che quando, dopo aver rassicurato solo un mese prima i sindacati sul fatto di non voler procedere a tagli dell'occupazione, ha deciso di chiudere il 2008 con 5.000 licenziamenti, si sia preoccupato di interpellare i suoi vecchi amici e compagni, appena insediatisi nelle nuove prestigiose cariche, per assicurarsi il via libera: un nullaosta completo sui tagli occupazionali per cui il governo Berlusconi non interferirà né ora, come sta facendo, né dopo.
Si tratta di un "patto tra gentiluomini craxiani" che dovrebbe tenere il punto anche rispetto alla controffensiva sindacale che vede impegnati Epifani e Bonanni, leader nazionali di Cgil e Cisl in prima persona.
A completare la copertura ci ha pensato lo spagnolo Eduardo Zaplana, ex ministro di Aznar, in ottimi rapporti con Berlusconi stesso, che è stato arruolato da qualche settimana come responsabile dei rapporti internazionali di Telefonica e che ha incontrato i principali esponenti governativi italiani come primo atto del suo incarico, che prevede un compenso annuale di due milioni di euro. Al centro dei colloqui, il via libera alla ristrutturazione selvaggia di Telecom.
ABBIAMO DECISO DI APRIRE QUESTO SPAZIO PER POTER DISCUTERE DEI PROBLEMI E DELL'ORGANIZZAZIONE DEI TECNICI TELECOM CHE OPERANO IN OPEN ACCESS, QUESTO VUOLE ESSERE UN LUOGO DI DISCUSSIONE E CONDIVISIONE DELLA NOSTRA ATTIVITA'.
"Avere un problema e cercare di risolverlo da soli è avarizia, accorgersi che il mio problema è anche di altri e cercare di risolverlo insieme, questo è politica" DON MILANI
07 luglio, 2008
Tremonti dà via libera ai tagli di Bernabè
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