01 febbraio, 2011

Telecom Italia lascia anche Cuba Bernabé chiude la fase dismissioni


Cedutala quota in Etecsa per706mln$. Intotale
incassi sotto le previsioni. Ora consolidamento
in Brasile e Argentina. In aprile si vota il board

CINZIA MEONI

Per Telecom Italia è ora di guardare avanti. Con la cessione del 27% della cubana Etecsa si chiude per Telecom Italia l’era delle cessioni varata dall’ad Franco Bernabè nel piano industriale del 2008.
L’obiettivo iniziale, quello di raccogliere complessivamente 2-3 miliardi circa, non è stato centrato (ma la vendita di Sparkle è rimasta in stand by a causa delle note vicende giudiziarie). Etesca, infatti, è stata valutata 706 milioni di dollari riconosciuti dalla finanziaria cubana Rafin (500 già versati, gli altri verranno pagati in 36 rate), quasi il doppio rispetto al valore di libro (289 milioni di euro), ma una cifra comunque non sufficiente per agguantare l’obiettivo.
Le diverse cessioni effettuate da Bernabè infatti hanno complessivamente raggiunto all’incirca quota 1,5 miliardi. «Si conclude la fase di dismissioni e di razionalizzazione del portafoglio e si apre oggi una fase diversa che vede le partecipazioni in Brasile e Argentina,di cui abbiamo il controllo diversamente dalle altre partecipazioni che erano finanziarie, con una forte potenzialità di espansione. Questo ci restituisce una prospettiva internazionale».
In Piazza Affari la notizia ha lasciato gli investitori tutto sommato indifferenti. Il titolo tlc ha infatti perso 1,5% e ha chiuso a 1,038 euro (da inizio anno tuttavia il bilancio è positivo: +5,8%). L’annuncio in effetti era atteso da tempo ed era nell’aria anche la valutazione della partecipazione caraibica. Ma a penalizzare il titolo ha concorso ieri un report di JP Morgan che ha inserito il gruppo tlc nella sua short conviction list con una raccomandazione a underweight e un target price a 1,15 euro. «Non mi preoccupano i rapporti», ha tuttavia commentato Bernabè. Gli analisti temono il rallentamento sul fronte domestico e soprattutto l’erosione costante della redditività del mobile.Ma ilmanager, il cui mandato scade con l’approvazione del bilancio 2010, risponde e ricorda come in tre anni il gruppo abbia raggiunto un significativo miglioramento e dell’efficienza, il taglio dei costi di 4 miliardi di euro trasferito integralmente ai consumatori in termini di diminuzione dei prezzi e la riduzione dell’indebitamento vicino, in tre anni, ai 5 miliardi di euro. «Oggi possiamo pensare al futuro su una base solida», ha ribadito al manager. Appuntamento quindi al 24 marzo con il bilancio 2010 e, successivamente, con l’assemblea del 12 aprile per il rinnovo
del cda.

AFFARI E FINANZA 01-02-2011 pag. 6

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