03 ottobre, 2006

Telecom Italia, con sciopero ribadito 'no' a cessione Tim

MILANO (Reuters) - Il sindacato ribadisce con lo sciopero dei dipendenti di Telecom Italia il suo no alla cessione di Tim e chiede al governo di dare un indirizzo alla gestione del gruppo telefonico.

E' quanto emerge dalle dichiarazioni dei rappresentanti sindacali nel giorno della protesta contro il piano di riorganizzazione, che prevede la divisione delle attività del mobile e della linea fissa.

Secondo Emilio Miceli, segretario di categoria della Cgil, "dai primi dati rileviamo una partecipazione allo sciopero, piuttosto alta, intorno all'80%. Per la prima volta la società ha avuto difficoltà a gestire i servizi".

Per quanto riguarda la partecipazione alla manifestazione "i dati della questura parlano di 5.000 persone", dice Miceli.

I rappresentanti confederali hanno parlato, al termine della manifestazione, davanti alla sede di Telecom Italia.

"Chiediamo al governo di occuparsi di Telecom Italia, anche senza rimettere la società in mano pubblica", ha detto il segretario della Cisl Raffaele Bonanni ai lavoratori. "La società deve avere un indirizzo, non può fare quello che vuole".

L'azienda deve rimanere "unica e saldamente in mani italiane", ha aggiunto.

"Questa azienda appartiene al Paese", ha detto Miceli. "Questa cda ha perso di vista la politica industriale".concludendo la manifestazione, ha annunciato l'intenzione di voler proseguire nell'agitazione in attesa di chiarimenti. ''Quello di oggi è solo il primo sciopero. Chiedermo nei prossimi giorni il blocco degli straordinari e delle prestazioni aggiuntive. Vogliamo andare al prossimo cda compatti e fortemente mobilitati per avere risposte concrete'', ha spiegato Miceli. ''Se non arriveranno - ha aggiunto - torneremo in piazza e bloccheremo ancora Telecom''

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