L’ incontro tra i vertici Mediaset, l’a m m i n i s t ra t o re delegato di Telecom Franco Bernabè e il viceministro
con delega alle comunicazioni Paolo Romani, che sarebbe avvenuto a inizio settimana inizia a suscitare polemiche.
Si è parlato di banda larga, dopo che il governo ha bloccato lo stanziamento di 800 milioni di euro destinati
a finanziare l’infrastr uttura. A beneficiare di quel denaro sarebbe stata almeno in parte Telecom, che possiede materialmente la rete telefonica attraverso cui viaggiano i contenuti. E a cui i soldi avrebbero fatto comodo
per placare azionisti non troppo soddisfatti della gestione di Franco Bernabé (i Benetton sono dati in uscita
dalla holding che controlla la compagnia). Si può comprendere dunque l’incontro tra Telecom e governo.
Ma che c’entra Mediaset, che offre contenuti e non si occupa di infrastruttura? Secondo il capogruppo in
Commissione Telecomunicazioni alla Camera, Michele Meta, Pd, questa è “l’ennesima dannosa conseguenza
del conflitto d’interessi del presidente del Consiglio”.
Come nel caso del digitale terrestre, Mediaset ha anche qui un doppio ruolo: da una parte fornisce contenuti,
dall’altra cerca di attrezzarsi per essere in una posizione ottimale per trasmetterli. Come ha fatto sviluppando
il sistema di carte prepagate Mediaset Premium. In questi giorni circola anche il rumor che Mediaset sia interessata a rilevare Eutelia, società in grave crisi finanziaria e attenzionata dalla Consob perchè possiede 13mila
chilometri di rete di fibra ottica.
Il Partito democratico con Meta attacca: “Il viceministro Romani chiarisca le motivazioni di un suo possibile
coinvolgimento per discutere del futuro di Telecom e dell’impatto sul sistema radiotelevisivo nazionale”. Aggiunge
Meta: “Se la notizia dell’incontro per discutere di possibili scenari e del controllo dello sviluppo della banda larga è vera, ci preoccupa e rischia di pregiudicare i principi del libero mercato e del pluralismo dell’offerta di contenuti”. Altro aspetto: ieri un’indagine della Commissione Europea ha svelato che l’Italia non è poi tanto indietro, rispetto
al resto d’Europa, per quanto riguarda la banda larga.
Per ora. La Francia di Sarkozy infatti ha appena stanziato quattro miliardi di euro da investire sulla banda larga,
mentre in Spagna (come già in Svezia) diventerà un diritto civile.
iL FATTO QUOTIDIANO 20/11/09
ABBIAMO DECISO DI APRIRE QUESTO SPAZIO PER POTER DISCUTERE DEI PROBLEMI E DELL'ORGANIZZAZIONE DEI TECNICI TELECOM CHE OPERANO IN OPEN ACCESS, QUESTO VUOLE ESSERE UN LUOGO DI DISCUSSIONE E CONDIVISIONE DELLA NOSTRA ATTIVITA'.
"Avere un problema e cercare di risolverlo da soli è avarizia, accorgersi che il mio problema è anche di altri e cercare di risolverlo insieme, questo è politica" DON MILANI
20 novembre, 2009
Lo strano incontro a tre: governo,Mediast e Telecom
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