COMUNICATO
In data odierna Telecom Italia e TecnoSIS hanno avviato le procedure previste dalla legge per la cessione d’azienda da TecnoSIS a Telecom Italia: tale operazione stabilisce il rientro in Telecom Italia (previsto non prima del 30 settembre) dei lavoratori di Torino, Milano, Trieste, Genova, Ancona, Roma, Catanzaro, Bari e Cagliari all’epoca esternalizzati con motivazioni opposte a quelle addotte oggi per il loro rientro in Telecom.
Infatti, nella lettera oggi inviata alle OO.SS. si legge che tale operazione risponde “………all’esigenza di ricostruire, in termini di efficacia strategica ed operativa, i rapporti fra le strutture di core business e quelle relative alle attività – ad esse strettamente connesse – specificamente orientate alla tutela e salvaguardia degli asset tecnologici aziendali……..”.
Riteniamo che queste parole rappresentino l’ammissione del fallimento della strategia aziendale degli scorsi anni sul tema delle esternalizzazioni che tanti disagi e sofferenze, in termini sindacali e personali, hanno causato alle lavoratrici ed ai lavoratori che in questi anni hanno subito tali processi.
Nel ricordare che sulle aziende esternalizzate è recentemente partita un’iniziativa sindacale che vuole riportare al centro della discussione la situazione di tutti questi lavoratori, SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL ritengono che le ragioni per le quali Telecom Italia sta procedendo alla re-internalizzazione di TecnoSIS siano le stesse per le quali, oramai da anni, stiamo denunciando il fallimento delle “mission” del resto delle aziende esternalizzate.
Pertanto, insieme ai delegati SLC FISTEL UILCOM del neonato coordinamento nazionale delle aziende esternalizzate, questo sarà per noi il punto centrale dell’ormai necessario ed inderogabile confronto con Telecom Italia auspicando che la nuova proprietà aziendale posa essere più sensibile alle denunce del sindacato e possa marcare una netta discontinuità con le politiche fallimentari del passato.
LE SEGRETERIE NAZIONALI
SLC-CGIL FISTel-CISL UILCOM
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