Si materializza quello che gli utenti internet e gli operatori telefonici temevano: nella nuova bozza della legge di Stabilità 1, il governo toglie 770 milioni di euro alla banda larga. Secondo la precedente versione del testo, infatti, doveva andare alle telecomunicazioni il 50 per cento del surplus dell'asta frequenze 4G (finita a 3,9 milioni di euro, contro una base di 2,4 miliardi). La nuova bozza invece destina questi soldi al fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato e all'istruzione.
In particolare, nella bozza si legge che "eventuali maggiori entrate accertate rispetto alla stima di cui al presente comma sono riassegnate per il 50% al fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato e per il 50% ad incremento della dotazione del fondo di cui all'articolo 7-quinquies, comma 1, del decreto-legge 10 febbraio 2009, n.5, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 aprile 2009, n.33''.
Il ministero dello Sviluppo economico avrebbe avuto il compito di gestire quei 770 milioni e aveva già alcune idee a riguardo, ma contrastanti rispetto ai desideri di alcuni operatori e dell'Autorità garante delle comunicazioni (Agcom). Il ministro Paolo Romani continuava ad accarezzare l'idea, infatti, di destinare quei soldi al proprio piano nazionale a banda larghissima (fibra ottica nelle case), il quale però aveva già ricevuto la bocciatura di Telecom Italia e Fastweb. Senza il loro supporto (di Telecom, in particolare, proprietaria dell'attuale rete) era impensabile realizzare il progetto Romani, che appunto doveva basarsi su una nascitura società pubblico-privata ("Fiberco") frutto della collaborazione di tutti i principali operatori.
Un altro colpo al piano Romani è venuto nei giorni scorsi: la milanese Metroweb 2 intende esportare in altre città l'esperienza di Milano, portando fibra nelle case. A cominciare da Bergamo, Brescia, Genova e Piacenza, facendo accordi con le utilities locali. L'idea è di creare una società per la fibra per ogni città (due all'anno), ottenendo i soldi dalle banche e da Cassa depositi e prestiti (fondi pubblici), il cui presidente Franco Bassanini già si è detto interessato all'iniziativa. Bassanini aveva dato l'ok in precedenza al piano Romani: anche per questo motivo il progetto Metroweb sembra adesso eclissarlo. Telecom Italia non parteciperebbe all'investimento ma collaborerebbe alla sperimentazione in quelle città.
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