Caro Colombo, leggo che il potere d’acquisto degli italiani è molto diminuito. Anzi, veniamo a sapere, proprio dal settore del commercio, che le famiglie hanno drasticamente ridotto gli acquisti. Non parliamo più di ripresa, d’accordo. Ma è chiaro che il disastro si aggrava, e che è legato alla disoccupazione .
Vittorio
LA LETTERA è molto più lunga, ma ho scelto la parte che ci aiuta a una riflessione che si incontra di rado. Ecco la riflessione. Si è diffusa, anche fra coloro che si occupano di lavoro a sinistra, una persuasione che ha qualcosa di superstizioso. Ti dicono che una minoranza di lavoratori è superprotetta e che quella superprotezione priva i non protetti di minime garanzie. L’idea piace alla Confindustria perché spinge, allo stesso tempo, a una guerra tra poveri e a una guerra tra generazioni. I predoni sono gli operai protetti da un contratto.
E sono gli anziani ancora al lavoro, che godono, nei loro contratti, di benefici che i giovani non hanno e “non avranno mai più”, uno slogan che suggerisce che prima ti liberi dei cosiddetti super-protetti, e meglio è. Ho detto “superstizione” perché ricordo di avere sentito girare queste affermazioni nei vari meeting tipo Studio Ambrosetti, diciamo di venticinque anni fa, e poi in innumerevoli convegni della Confindustria.
Ma in quel periodo vivevo negli Usa, seguivo l’evolversi dei rapporti di lavoro americani e notavo questo: i famosi privilegi dei lavoratori super-protetti erano stati aboliti da oltre un decennio, ma i giovani, i precari, I flessibili, solo in una cosa erano cambiati. Non erano più giovani. Per il resto dalla fine dei sindacati e dalla fine dei “privilegi” (che erano le normali, civili conquiste del lavoro) molti avevano perduto. Ma nessuno aveva guadagnato nulla.
Il vasto paesaggio americano però mi consentiva di vedere meglio, anche attraverso il mare di pubblicità, l’operazione di trasformazione in corso.
Si trattava di separare il lavoratore dal consumatore. Il conflitto non era più fra vecchi e giovani o fra operai tutelati e precari allo sbando.
Il condotto era (è) nella stessa persona. Infatti se si comincia a vivere, come si vede nell'indimenticabile film “Truman Show” nel mondo del consumo, si accetta qualunque cosa pur di poter acquistare il prodotto buono e necessario, si attenua di molto la frontiera fra onesto e disonesto, e si sposta accento e desiderio sulla possibilità di comprare. In questo universo del comprare finisce ogni ingombrante solidarietà e tutto diventa competizione, ognuno contro tutti.
Ciò che adesso fanno sapere le associazioni di commercianti italiani ci racconta la condizione decaduta e disperata di molti lavoratori che avevano smesso da tempo di partecipare ai cortei, ma non possono più essere i consumatori solitari a cui la nuova civiltà li aveva avviati.
A mano a mano che i famosi ipergarantiti perdono le garanzie che avevano, nessuno guadagna di più e tutti di meno. Un solo sentimento si rafforza: quello che rende possibile l’estendersi di manodopera disponibile per mafia, ‘ndrangheta e camorra. I tre sistemi sono i soli, ormai, a garantire che il consumo non diminuisca.
Qualcuno avanzerà una moderna teoria in proposito ?
ABBIAMO DECISO DI APRIRE QUESTO SPAZIO PER POTER DISCUTERE DEI PROBLEMI E DELL'ORGANIZZAZIONE DEI TECNICI TELECOM CHE OPERANO IN OPEN ACCESS, QUESTO VUOLE ESSERE UN LUOGO DI DISCUSSIONE E CONDIVISIONE DELLA NOSTRA ATTIVITA'.
"Avere un problema e cercare di risolverlo da soli è avarizia, accorgersi che il mio problema è anche di altri e cercare di risolverlo insieme, questo è politica" DON MILANI
24 marzo, 2011
Interessante risposta di FURIO COLOMBO sul Fatto di ieri
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