156. CGIL, CISL, UIL e SLC, FIStel, UILCOM (di seguito complessivamente, per
brevità, il “Sindacato”) rilevano che, negli ultimi anni, il settore delle telecomunicazioni in Italia, nonostante la presenza di un alto numero di imprese ed i prezzi in forte discesa,presenta alcune criticità: investimenti inadeguati sulla rete, scarsa qualità dei servizi, forte litigiosità fra gli operatori, forte precarizzazione del lavoro. A ciò si aggiunge l’indebolimento sul piano industriale e finanziario del gruppo Telecom Italia a seguito della privatizzazione, oltre all’acquisizione da parte di società straniere di tutti i competitors dell’incumbent.
157. Il Sindacato rileva che le questioni da affrontare sono sia di carattere
regolamentare sia di politica industriale. In relazione a questo secondo punto, il
Sindacato reputa necessario il reperimento di risorse aggiuntive da destinare alle infrastrutture nelle zone che non attraggono investimenti infrastrutturali, nonché una maggiore chiarezza sulle politiche volte a favorire la convergenza di tecnologie e l’eliminazione del digital-divide.
158. Il Sindacato ritiene necessario, in attesa dello sviluppo di reti di nuova
generazione, che l’Autorità preveda forti investimenti da parte dell’incumbent e degli operatori alternativi per la manutenzione dell’attuale rete in rame al fine di assicurare la qualità del servizio per lo sviluppo dei servizi a valore aggiunto (c.d. “VAS”).
159. Per quanto riguarda le regole, il Sindacato ritiene che, ai fini della separazione funzionale, il perimetro della rete coinvolto debba riguardare la sola rete d’accesso e i servizi correlati. L’eccessivo ampliamento del perimetro coinvolto nella separazione funzionale potrebbe avere riflessi negativi sull’occupazione.
160. Per quanto riguarda l’assetto di Telecom Italia, il Sindacato non condivide l’ipotesi della separazione strutturale e proprietaria della rete di accesso, ma è favorevole al rafforzamento delle misure di separazione contabile e amministrativa previste dalla delibera 152/02/CONS ed alla separazione funzionale attraverso la costituzione di una Divisione/Unità di Business, unitamente a nuove e meno vincolanti norme sulla vendita retail per il gruppo Telecom. Il Sindacato auspica in tal senso un accordo tra Telecom Italia e l’Autorità a seguito della consultazione pubblica.
161. In relazione alla remunerazione degli investimenti nelle nuove infrastrutture, il Sindacato ritiene che la domanda vada incentivata dalla Pubblica Amministrazione e dal sistema delle imprese. Occorrerebbe, a parere del Sindacato, ricercare risorse aggiuntive per investire nei territori più disagiati e difficili da raggiungere e coordinare i piani delle imprese private con quelli di derivazione pubblica. Inoltre, le risorse necessarie allo sviluppo delle infrastrutture andrebbero ricercate anche attraverso adeguate politiche tariffarie (tariffe di terminazione). Sempre in tema di investimenti, il Sindacato ritiene che l’Italia possa fare riferimento all’esperienza francese dei c.d. “investimenti in pool”,anche per la condivisione di reti su cui vi è già stato un forte investimento da parte degli
operatori (UMTS e sue evoluzioni).
162. Il Sindacato, inoltre, rileva che la nuova rete, al fine di garantire il servizio universale, deve comprendere i nuovi servizi in banda larga che garantiscano a tutti una velocità minima di connessione, che in una prima fase (i prossimi quattro-cinque anni) non potrà essere inferiore ai 25/50 Mbps sia in down che in upstream. Inoltre, il Sindacato si manifesta contrario alla differenziazione delle tariffe e della qualità del servizio tra utenti retail e clienti business.
163. Il Sindacato, infine, sostiene che l’assegnazione delle frequenze WiMax deve
tenere conto e possibilmente sanare il digital divide nelle aree depresse ed essere
strumento per garantire il servizio universale.
E' la prima volta che chi scrive lascia su queste pagine un giudizio prettamente personale, chi scrive è una persona che ebbe il coraggio di dare del BISCHERO a Veltroni allora segretario dei DS in merito al regalo a Colaninno, e si interessa di WI-MAX da due anni, quando ancora il termine sembrava una bestemmia. Ebbene non sono daccordo con l'impostazione al punto 160è dimostrato che la "separazione funzionale" è un palliativo che non permette a Telecom Italia di risolvere i suoi problemi di debito e di investimenti, la separazione strutturale tipo TERNA, aiuterebbe sia TI che noi dipendenti, garantendoci un futuro anche professionale su una utility al riparo dai giochi finanziari. Purtroppo non sara' questa la strada, perche' la maggior parte di noi vuole contunuare a chiamarsi Telecom Italia, anzichè Telecom Network o altro.
"Non capisco ma mi adeguo"
Walter Scopetoni
ABBIAMO DECISO DI APRIRE QUESTO SPAZIO PER POTER DISCUTERE DEI PROBLEMI E DELL'ORGANIZZAZIONE DEI TECNICI TELECOM CHE OPERANO IN OPEN ACCESS, QUESTO VUOLE ESSERE UN LUOGO DI DISCUSSIONE E CONDIVISIONE DELLA NOSTRA ATTIVITA'.
"Avere un problema e cercare di risolverlo da soli è avarizia, accorgersi che il mio problema è anche di altri e cercare di risolverlo insieme, questo è politica" DON MILANI
17 gennaio, 2008
Estratto dalla consultazione pubblica dell'AGCOM
La Posizione dei Sindacati confederali
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