29 gennaio, 2011

28 gennaio, 2011

26 gennaio, 2011

«Vertici Telecom verso la conferma di primavera»

Lo ha dichiarato ieri il presidente Galateri, ormai in scadenza. Calabrò:
«Il 3 febbraio ok dell’Authority all’offerta per la banda larga a 100 mega»

Il presidente di Telecom Italia, Gabriele Galateri di Genola, spera nella riconferma dei vertici al timone del gruppo in scadenza in primavera.
Il manager lo ha dichiarato ieri a Bruxelles a margine di una conferenza sulle tecnologie digitali in campo sanitario, pur specificando poi che, su simili temi, occorre ovviamente interpellare gli azionisti.
«Se Bernabè sarà riconfermato? Mi auguro di sì», ha risposto Galateri a chi gli chiedeva lumi sul futuro dell’amministratore delegato, ribadendo che «sulle nomine decidono gli azionisti».
Con l’approvazione del bilancio 2010 arriverà a termine il mandato dell’intero cda. Nei mesi scorsi erano circolate sul mercato indiscrezioni di una certa insoddisfazione di alcuni azionisti di riferimento, soprattutto finanziari, rispetto all’operato del top management.
Ma per l’appunto si è finora sempre trattato di rumor mai confermati. Galateri inoltre, interpellato sulla cessione della partecipazione (il 27%) nella cubana Etecsa, si è limitato a dire che «quando ci saranno novità, verranno communicate ». La partecipazione, secondo le indiscrezioni di stampa di un mese fa interesserebbe all’Avana e sarebbe stata valutata intorno ai 700 milioni di dollari (rispetto a un valore di bilancio di 367 mln di euro).
Con la vendita di Etecsa Telecom avrà concluso il suo piano di dismissioni (quella di di Sparkle è congelata). Tanto più che come ha ricordato Galateri «La7 fa parte del perimetro di Telecom Italia».
Intanto, sul fronte della banda larga, potrebbe arrivare il 3 febbraio il via libera del Consiglio dell’Authority per le Tlc all’offerta di Telecom per la banda larga a 100 mega.
Lo ha annunciato ieri il presidente dell’Autorità, Corrado Calabrò, a margine di un’audizione. «Io ci spero», ha risposto il presidente ai giornalisti, che gli chiedevano se in quella occasione potesse arrivare il disco verde del regulator, sottolineando poi che «gli uffici stanno lavorando fortemente per cercare di migliorare l’offerta perchè sia la più conveniente e la più accessibile».

Finanza e Mercati Mercoledi 26 gennaio 2011 pag .6

COMUNICATO

Vi informiamo che ieri pomeriggio, abbiamo incontrato il Presidente On.le Pasquale Giuliano ed alcuni membri della Commissione Lavoro del Senato, a cui, in analogia con quanto avvenuto alla Camera dei Deputati, abbiamo consegnato il memorandum contenuto nella nostra comunicazione del 12 gennaio e richiesto il ripristino della normativa ante l'entrata in vigore della legge 122/2010.

All'On.le Pasquale Giuliano abbiamo illustrato le ricadute che le modifiche introdotte dalla Legge 122/2010 potrebbero determinare anche nei confronti di recenti accordi sottoscritti con il Governo in materia di esuberi e la situazione di generale incertezza presente tra i lavoratori e lavoratrici di entrambi i settori.
Il Presidente ha mostrato interesse sulle motivazioni addotte dalle OO.SS. rendendosi disponibile a rappresentarle al Ministro Sacconi.

A fronte di tale impegno, come organizzazioni sindacali nazionali, abbiamo ribadito l'esigenza di un incontro in tempi rapidi con il Ministro, anche in considerazione dell'imminente discussione sul cosiddetto decreto "Mille Proroghe".

Come OO.SS. stiamo valutando di mettere in atto ulteriori iniziative utili a favorire la convocazione da parte del Ministro Sacconi.


Le Segreterie Nazionali
Filctem-Cgil Flaei-Cisl Uilcem-Uil
Slc-Cgil Fistel-Cisl Uilcom-Uil

Roma, 26 gennaio 2011

Federalismo: Cgil, è mistificazione, fermare i decreti

"Il discorso sul federalismo fiscale è una mistificazione" e bisogna "fermare i decreti e aprire una discussione che coinvolga anche le parti sociali". Così il segretario confederale della Cgil, Danilo Barbi, replica alle parole di oggi (26 gennaio) del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti.

Secondo il dirigente sindacale "ormai l’Italia è un paese in cui non ci si può più stupire di niente ma ciò nonostante alcune dichiarazioni del ministro lasciano allibiti. A parte la citazioni indecente del cosiddetto ‘controllo democratico’ dei cittadini sui comuni durante il fascismo, il discorso sul federalismo fiscale è una mistificazione".

Barbi punta il dito contro le dichiarazioni di Tremonti sulle addizionali Irpef: "Non vogliamo insistere sul fatto che quella che viene definita una facoltà rischia di diventare un obbligo alla luce dei tagli che lui ha realizzato alle istituzioni locali ma la domanda di fondo che vorremmo fare - prosegue il sindacalista - è questa: perché l’unica tassa che si potrebbe aumentare da parte dei comuni è solo l’Irpef, e cioè quella che per buona parte pesa sui lavoratori, sui pensionati e su chi non evade?"

Per il segretario, il federalismo fiscale così com’è "non aumenterà le tasse generalmente ma solo a chi oggi ne paga già troppe, e questo è inaccettabile. Si dimostra così che non si può fare il federalismo fiscale senza una riforma strutturale del fisco, senza tassare i grandi patrimoni, come in Francia, e senza aumentare il prelievo sui guadagni finanziari". La Cgil ribadisce che "questo federalismo non ci piace e rinnova la richiesta - conclude Barbi - di fermare i decreti per aprire una discussione che coinvolga anche le parti sociali ed economiche oltre a quelle istituzionali".

Camusso: "Questo federalismo aumenterà le tasse agli operai"

Il segretario generale Cgil a Genova punta l'indice contro le ipotesi prospettate dal governo.E ammonisce l'amministratore delegato Fincantieri ("Bono è un po' pirotecnico"): "Il sindacato non difende i fannulloni ma non accetta che si scarichino sui lavoratori i problemi dell'impresa". Nuovo segretario della Camera del Lavoro Ivano Bosco

"Siamo molto preoccupati delle soluzioni che stanno venendo avanti in termini di federalismo fiscale. Con questa politica si rischia di scaricare sui cittadini l'aumento delle imposte municipali e delle addizionali Irpef. Queste soluzioni finiranno per aumentare le contribuzioni fiscali sui dipendenti e pensionati ". Lo ha detto Susanna Camusso, segretario generale della Cgil a Genova per partecipare al direttivo della Camera del Lavoro che ha eletto segretario generale Ivano Bosco (62 voti a favore, 25 astenuti),
in sostituzione dell'uscente Walter Fabiocchi.

"Questo tipo di federalismo sarebbe particolarmente grave - ribadisce la Camusso - perché lavoratori dipendenti e pensionati finirebbero per pagare due volte sia con l'aumento delle detrazioni fiscali sia con quello delle tariffe". E al ministro Tremonti manda a dire : "Attenzione a citare come elemento di distinzione dell'Italia il risparmio della famiglie perché se deve essere usato per la sopravvivenza, finirà presto".

La Camusso ha anche parlato del caso Fincantieri, dopo che la società ha annunciato l'uscita dalla Confindustria a Genova e Gorizia. Il segretario della Cgil ha ricordato che "il modello ad escludendum nella firma dei contratti si può applicare solo se sei produttore unico".

E all'amministratore delegato Fincantieri Giuseppe Bono, "che è un po' pirotecnico", dice: "Il sindacato non difende i fannulloni ma non accetta che si scarichino sui lavoratori i problemi dell'impresa".

25 gennaio, 2011

TRAGICO INCIDENTE


Piazza Armerina. Ha perso la vita Roberto Fazi, 50 anni di Enna, dipendente Telecom che era a bordo di una Fiat “Panda” della società telefonica, scontrandosi frontalmente con una Fiat “Multipla” che viaggiava sulla corsia opposta, alle 9,30 di questa mattina, alle porte dello svincolo Nord della città dei mosaici. Il conducente Giuseppe Salvatore Nisi, 57 anni di Niscemi, è rimasto ferito in modo non grave ed è stato trasportato all’ospedale di Piazza Armerina, dove gli sono stati riscontrate escoriazioni al volto e trauma ad una gamba. Il tecnico Telecom è deceduto sul colpo.

Notizia tragica ripresa da: slc-cgil-catania.blogspot.com

24 gennaio, 2011

21 gennaio, 2011

19 gennaio, 2011

B, la controffensiva parte dalle Tv "Non mi devo vergognare di niente"


LEVATEGLI IL VETRO, ALTRIMENTI SPARISCE PURE QUELLO!!!!!!!

13 gennaio, 2011

11 gennaio, 2011

REFERENDUM A MIRAFIORI, NON RICORDA QUESTO?

Le elezioni del 24 marzo 1929, per il rinnovo della Camera dei Deputati, si risolvono in un plebiscito a favore di Mussolini(MARCHIONNE?). Gli elettori sono chiamati a votare "sì" o "no" per approvare un "listone" di deputati deciso dal Gran Consiglio del Fascismo(FIM, UILM,UGL, FISMIC?) . La consultazione si tiene in un clima intimidatorio; la scheda con il "sì" è tricolore, e quella con il "no" semplicemente bianca, rendendo così riconoscibile il voto espresso. La partecipazione al voto è del 90% e i voti favorevoli al "listone" sono pari al 98,4%.

10 gennaio, 2011

NEL PCI almeno gli stracci volavano solo in sezione


Il PD siciliano vieta il referendum sull’alleanza con l’Mpa di Raffaele Lombardo
Il circolo del Pd di Caltagirone è stato commissariato dopo che Gaetano Cardiel, il locale coordinatore, ha deciso di consultare tesserati e simpatizzanti. La domanda: "Può il Partito democratico continuare a sostenere il governo regionale?"
Non è piaciuta ai vertici del partito democratico siciliano l’idea di consultare gli iscritti sull’alleanza in Regione con l’Mpa di Raffaele Lombardo. Il circolo del Pd di Caltagirone, la cittadina in provincia di Catania, dove dal 1992 il centrosinistra vince sempre, è stato commissariato dopo che Gaetano Cardiel, il locale coordinatore, ha deciso di indire un referendum tra tesserati e simpatizzanti. A poche ore dalla consultazione, con una raccomandata, il Pd siciliano ha vietato il referendum. Ma Cardiel è andato avanti lo stesso e oggi ha fatto aprire i seggi.

“Saremmo colpevoli – ha detto Cardiel – di non aver subito l’intimazione giunta a poche ore dal voto per imporre lo stop a una consultazione perfettamente legittima (che fa seguito a tante altre svoltesi in diversi altri Comuni della Sicilia) di iscritti ed elettori del Pd su una questione politica cruciale e assai controversa, sulla quale è forte l’impressione che vi sia una notevole distanza tra la linea dettata dal vertice regionale e le valutazioni della base del PD e, più in generale, dei Siciliani: il rapporto tra i Democratici siciliani e il Governo presieduto dall’illuminato e trasparente Presidente Lombardo”. A dividere il Pd siciliano non è solo una questione di alleanze. Il problema è di opportunità: a creare imbarazzo tra gli iscritti è un’ indagine per concorso esterno in associazione mafiosa che coinvolge il governatore.

Il commissariamento “è un atto di riverenza nei confronti di Lombardo”, spiega il sindaco diCaltagirone Francesco Pignataro, che aggiunge: “le carte bollate e i comunicati stampa non ci fermeranno”.


Il deputato regionale Nino Di Guardo, democratico “pro Lombardo”, sostiene invece che la convocazione del referendum è un atto di insubordinazione. E la sua collega Concetta Raia, anche lei a favore del governatore, aggiunge che il principio “democratico” del dar voce agli elettori “è stato invocato impropriamente e strumentalmente da qualcuno, volendo rimettere agli elettori, delicatissime decisioni che afferiscono alle strategie politiche del partito, senza tenere conto di disattendere quello stesso principio democratico, in rispetto del quale si è già votato uno statuto che prevede la elezione democratica di organi rappresentanti”.

La risposta del senatore Enzo Bianco, sostenitore della linea “alternativa” a Lombardo, non si è fatta attendere: “Considero incomprensibile la decisione del segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo, di commissariare il Pd di Caltagirone. Ascoltare l’opinione degli elettori del partito è un obbligo politico e morale da parte dei suoi vertici, soprattutto quando si prendono decisioni che ne segnano una svolta nell’orientamento politico”. Stessa posizione per Rita Borsellino, europarlamentare democratica, sorella del giudice Paolo, ammazzato dalla mafia: “Il Partito democratico non abbia paura di consultare la base, tanto più su una questione così importante come quella dell’appoggio al governo Lombardo. Alle ultime primarie regionali – aggiunge – gli elettori e gli iscritti del Pd avevano votato in maggioranza per una proposta politica che bocciava qualsiasi alleanza con l’Mpa e l’Udc. Per questo, è importante chiedere al popolo delle primarie se condivide ancora tale proposta”. Infine Ignazio Marino: “Consultare i cittadini -ha detto il senatore del Pd – è una delle regole più antiche della democrazia. Stupisce che in Sicilia si faccia tanta difficoltà ad applicarla: l’appoggio al governo di Raffaele Lombardo da parte del nostro partito è stato criticato da molti, io stesso ho ribadito per mesi – e continuo a sostenere – che si sia trattato di una scelta sbagliata”.

di Antonio Condorelli

05 gennaio, 2011

La beffa delle tasse: Marchionne paga la metà dell'operaio


Gli operai, anche quelli in cassa integrazione, pagano il doppio delle tasse dell’ad del Lingotto, pur guadagnando infinitamente di meno, anche se considerati tutti insieme. «La modernità dischiusa da Fabbrica Italia è efficacemente rappresentata da due dati» denuncia il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina, «nel 2011 i capital gain di Marchionne sulle sue stock options Fiat sono attesi in circa 120 milioni di euro, una somma superiore ai salari e stipendi percepiti da tutti gli operai e quadri delle Carrozzerie Mirafiori se lavorassero a tempo pieno per tutto l’anno, ma purtroppo faranno tanti mesi di cassa integrazione».

E ci si mette pure il fisco: «Sui suoi stellari capital gain, Marchionne verserà, come gli altri azionisti Fiat, un’imposta sostitutiva del 12,5%. Gli operai sulla cassa integrazione e sui loro salari pagheranno in media un’Irpef del 25%, i quadri avranno un carico intorno al 33%. È il mondo post ideologico tanto caro e celebrato dal nostro modernissimo ministro Sacconi».

DA l'Unita' online

ARTICOLO SU FIAT DEL FATTOQUOTIDIANO

MODIFICHE AL FONDO TELEFONICI E FONDO ELETTRICI


Come sapete il governo con la manovra di luglio ha modificato il regime
previdenziale per tutti coloro che hanno fondi speciali, come il nostro
fondo dei telefonici.
Come noto tale fondo aveva regole diverse rispetto all'AGO
(Assicurazione Generale Obbligatoria) dell'INPS.

Nel tempo i fondi (non tutti) sono confluiti nell'AGO, pur mantenendo a chi vi aveva versato i contributi, i diritti alla prestazionepensionistica per gli anni di versamento.
Ovviamente questo "doppio regime" si caratterizzava per avere pensioni più alte a fronte di contributi dei lavoratori più alti (il fondo telefonici) o all'opposto valori più bassi per l'AGO dell'INPS.
Alla fine della carriera lavorativa era possibile scegliere se andare in pensione con la pensione calcolata secondo il fondo o secondo l'AGO, che in taluni casi particolari poteva risultare più vantaggiosa.
Con la modifica di luglio questa possibilità non esiste più e si danneggiano tutti coloro che sono entrati in telecom dopo il 1992 e che hanno periodi di lavoro precedenti da riscattare.
Infatti, la modifica apportata dal governo rende possibile la riunificazione in un unica posizione dei periodi precedenti all'assunzione in telecom solo con pagamento a carico del lavoratore, pagamento che può anche superare le decine di migliaia di euro,oppure tramite la totalizzazione, che pur essendo gratuita comporta una riduzione notevolele dell'importo della pansione.
Detto in altri termini, mentre con la riforma del 2007 (governo Prodi) si è permesso ai precari di poter cumulare i vari regimi previdenziali per poter dare continuità pensionistica a chi non ha continuità lavorativa in quanto precario, oggi il governo berlusconi va a togliere questa continuità a chi ce l'ha da sempre.
Una vergogna.
Un'ennesima vergogna.
Nel tempo abbiamo scritto al ministro del welfare (!!!) per denunciare questa norma.
Oggi abbiamo di nuovo scritto alle commissioni parlamentari per sollecitare una presa di posizione che garantisca la continuità previdenziale a tutti i lavoratori/trici, siano essi nostri colleghi o di altri fondi.
Inoltre, l'11 gennaio, in occasione della discussione in parlamento di questi temi, abbiamo organizzato un presidio per sensibilizzare i parlamentari nella giusta ed equa direzione di avere la garanzia della pensione commisurata al lavoro svolto e ai versamenti effettivi.

Vi mando il materiale della segreteria nazionale.

Vi terremo informati.