11 dicembre, 2008



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Nota di Emilio Miceli, Segretario generale SLC-CGIL,
dopo l’incontro sugli esuberi in Telecom


Non abbiamo ovviamente gradito l’assenza dell’A.D. di Telecom, dr. Bernabè, all’incontro di questa mattina. Non è un buon metodo quello di lanciare diktat da Londra sugli esuberi e marcare visita a Roma.
Il piano, lo abbiamo detto con grande chiarezza, è non solo sbagliato, ma dannoso per lo sviluppo dell’azienda: si tagliano lavoro ed investimenti, si dismette in Germania un asset importante e si mette sul mercato un gioiello come Sparkle; aumenteranno outsourcing ed appalti a danno della qualità del servizio che solo le professionalità interne possono assicurare. E infatti il mercato ha reagito negativamente.
Questo piano dimostra la confusione e l’incertezza che regnano nell’attuale proprietà e nel management.

Abbiamo chiarito che per noi i tagli sono inaccettabili e gravi e che il rilancio di Telecom debba passare per: la riduzione dei dividendi che in questi anni hanno azzerato gli utili; la ricapitalizzazione, indispensabile per abbattere il debito; la valorizzazione dell’unitarietà e della integrazione degli asset (rete, customer, IT, ricerca) quale valore aggiunto per il rilancio; la riconsiderazione della presenza in Europa per mantenere un profilo sovranazionale.
Il sindacato non accetterà passivamente processi di esuberi che, com’è noto in questa situazione, significheranno licenziamenti nel senso più classico del termine.
All’azienda chiediamo un passo indietro dal momento in cui gli esuberi rappresentano un costo assolutamente irrisorio della manovra (meno del 5% della manovra).


Roma, 10 dicembre 2008

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