09 dicembre, 2007

Telecom verso l'intesa sulla rete

LINK ARTICOLO il Sole 24 ore.it

Quasi due ore di colloquio per quella che è stata molto più di una semplice visita di cortesia. Gabriele Galateri e Franco Bernabè, presidente e amministratore delegato di Telecom Italia, hanno lasciato gli uffici dell'Authority per le comunicazioni dopo aver toccato con Corrado Calabrò i principali punti del dossier-rete e, a quanto si apprende, dopo aver fornito rassicurazioni sull'intenzione di investire nel «next generation network» (Ngn).

Nel pomeriggio, poi, c'è stata la visita agli uffici del garante dell'Antitrust Antonio Catricalà, dove si è parlato soprattutto di tutela dei consumatori e si è fatto un passaggio sull'istruttoria aperta con l'ipotesi di abuso di posizione dominante.

Due incontri consecutivi che, in un'altra fase storica di Telecom, sarebbero rientrati nella pura routine istituzionale. Nelle prossime settimane però Bernabè, che seguirà il dossier in prima persona, dovrà dare risposte rapide sul tema della separazione tra gestione della rete e gestione dei servizi commerciali. Tenendo in debito conto che l'Authority per le comunicazioni si appresta a varare un procedimento formale e che l'Antitrust accetterà un impegno vincolante per chiudere l'istruttoria non oltre il mese di gennaio. Per il duo Galateri-Bernabè quella di oggi dovrebbe essere un'altra giornata romana: possibile che chiudano il tour istituzionale incontrando il ministro Paolo Gentiloni.

Lo scenario, dopo mesi di incertezze, si va definendo. Sulla separazione della rete si procederà tramite accordo, anche in considerazione dei rischi di insuccesso cui l'Authority andrebbe incontro cercando di imporre l'operazione. Ci sono ancora diversi punti di divergenza, ma il dialogo si va semplificando. Telecom dovrà garantire un'adeguata apertura dell'infrastruttura ma sarà libera di scegliere tra l'opzione funzionale e quella societaria, su cui cresce il consenso istituzionale e l'interesse degli ambienti finanziari in vista di un eventuale collocamento in Borsa di una quota di minoranza dell'asset.

In cambio l'ex monopolista riceverà una serie di contropartite, ancora da definire. Si va dall'abolizione del price cap alla liberalizzazione delle soluzioni a pacchetto (accesso più servizi); da un alleggerimento dei vincoli per le offerte rivolte ai grandi clienti a una differenziazione geografica degli obblighi regolamentari ( meno stringenti dove c'è maggiore concorrenza e viceversa).

A fronte di tutto questo, Telecom farà la sua parte nel grande progetto nazionale per la rete a banda "ultra-larga" su cui ormai convergono ministero dello Sviluppo economico, ministero delle Comunicazioni e Autorità. Significativa la nota ufficiale diffusa dall'Agcom dopo l'incontro: «I vertici di Telecom Italia hanno dichiarato l'intendimento della società di contribuire ad un'ulteriore fase di sviluppo del settore delle tlc, in coerenza con l'evoluzione tecnologica e con le tendenze della domanda».

Del piano «Ngn», fortemente sollecitato da tutta l'industria di apparecchiature e sistemi di tlc, si possono intravedere le principali linee. Il Governo metterebbe a disposizione fondi pubblici in alcune aree del Paese: Fondi strutturali per la semplice copertura dell'Adsl in funzione anti digital-divide; Fondi aree sottoutilizzate dove si prevede l'implementazione della fibra ottica per collegamenti super- veloci.

In determinate zone del Paese, saranno gli operatori con capacità di investimento a intervenire. Quanto a Telecom, porterebbe avanti, forse con delle modifiche, il piano abbozzato nei mesi scorsi sulla «Ngn» e in parallelo verrebbero introdotti nuovi meccanismi di remunerazione degli investimenti, cioè parametri che apprezzino adeguatamente il maggior rischio prospettico di una rete di nuova generazione.

La base di partenza, al momento, è il piano presentato dalla precedente gestione di Telecom. Cinquecento milioni di euro tra il 2007 e il 2009 per coprire con una nuova rete di accesso il 5% delle linee totali nelle principali città italiane, per poi portare gradualmente l'impegno a 6,5 miliardi di euro entro il 2016. Cifre che saranno passate al microscopio da Bernabè, in questi giorni intento anche a studiare modifiche nelle linee operative.

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