In data 31 gennaio è iniziata la trattativa per il rinnovo del ccnl delle tlc.
Tale incontro è stato preceduto da alcune dichiarazioni del nuovo presidente (Cesare Avenia, di Ericcson), che ha dichiarato che “La proposta economica del sindacato è sconcertante considerato il momento critico, la sofferenza di molte aziende, il rischio di perdita di ulteriori posti di lavoro”.
Come ogni primo incontro, Asstel si è presentata con delle slides sulla situazione economica e industriale.
Avenia ha dichiarato la completa applicazione della parte relazionale del contratto del 2009, a cominciare dalla sanità integrativa (come istituto e come commissione) per poi passare ai temi industriali.
Il nostro settore pesava nel 2009 per l'1,7% sul totale del PIL, mentre nel 2010 pesa l'1,6%; un PIL che sta calando nel paese e che si riflette in tutto l'ambito di applicazione del ccnl (software, TLC, call center); pertanto il rischio è che si arrivi ad una crisi strutturale del settore.
I ricavi sono calati del 2,6% tra 2010 e 2009, nonostante gli investimenti siano superiori ai 6 miliardi di €.
Nello specifico, è accaduto che il fisso aumenta un po' (da 18 milioni a 19 milioni di linee nel 2011) mentre il mobile cala (da 93 milioni a 90 milioni di sim): nonostante abbiamo una copertura della larga banda sul fisso ridicola e tra le più basse d'Europa (53%) che dovrebbe favorire gli investimenti, la crescita della larga banda sul fisso del 2011 non ha compensato il calo complessivo del fisso/mobile. Viceversa sul mobile la larga banda è diffusissima e tra le più ampie di Europa.
A fronte di questa situazione, gli investimenti sono calati, pur essendo i più alti rispetto agli altri paesi europei, senza considerare gli investimenti per LTE, asta delle frequenze compresa: la copertura della rete aumenta (da 132000 a 140000 Km), così come i siti radiomobile e i DSLAM.
Nel mondo dei call center in outsourcer il fatturato è stabile e i ricavi (MOL) calano dal 6,3 al 4,3%; La durata degli appalti si riduce e cala il livello investitorio dei committenti (frutto della concorrenza al ribasso sui costi del lavoro favorita dalla precarizzazione dei rapporti di lavoro portata avanti dal duo berlusconi-sacconi?)
Nel settore degli apparati, i ricavi calano per la “forbice” tra la sostituzione degli apparati/terminali (I'phone e palmari su tutti) e la costante riduzione dei costi dei terminali stessi.
In questa situazione l'occupazione cala dai 139000 del 2011 ai 129000 nel 2011 (si tratta degli occupati nelle aziende che aderiscono ad asstel); il calo occupazionale ha coinvolto in particolare gli over 40, nonostante l'incremento dei somministrati (nulla hanno detto sull'aumento della precarietà: o per pudore oppure perché coinvolge in minor misura chi aderisce ad asstel); ciò nonostante il costo del personale è aumentato.
Sulle cause della scarsa penetrazione della larga banda sul fisso (53%) asstel individua nella scarsa alfabetizzazione (almeno il 40% dei cittadini non ha mai acceso un computer) la causa principale; infatti tutti gli altri parametri sono nella media europea (prezzi, copertura e velocità).
A questo quadro si sommano altre considerazioni oggettivamente importanti.
La prima considerazione da fare riguarda la forbice tra investimenti su fisso e ricavi previsti: infatti l'evoluzione del mobile (ad esempio LTE) garantisce banda e qualità che permettono alla clientela di sostituire facilmente il fisso; per rendere appetibile il fisso sul mobile è necessario rendere fruibili servizi innovativi per i quali è fondamentale una banda sufficientemente ampia: ne nasce un circolo che partendo dagli investimenti sul fisso particolarmente consistenti deve arrivare a ricavi che saranno tanto differiti nel tempo quanto maggiore sarà la banda/qualità sul mobile e quanto minori saranno i servizi; a ciò si aggiunge un altro elemento, che asstel considera un grosso problema, relativo ai cosiddetti Over The Top (OTT), cioè quelle aziende che guadagnano utilizzando la rete che non hanno contribuito a costruire e che non pagano: l'esempio tipico sono i social network (facebook, twitter, ecc.) e la fonia voip (Skype).
Per Asstel il quadro è caratterizzato quindi dalla crisi che colpisce il settore nel suo complesso e nelle singole branche (TLC, Software, call center, ecc.), ma anche da tendenze che obbligano a forti investimenti dai ricavi poco certi e comunque differiti nel tempo.
Quest'anno, Asstel ha mandato anche una sintesi delle sue posizioni in merito al rinnovo del ccnl, dove si ripetono gli aspetti qui riportati; poi, alla fine, si ricercano delle soluzioni che sinceramente fanno cascare le braccia: forum tematici, rafforzamento delle relazioni industriali, momenti di confronto sull'andamento del mercato e del settore e politica di lobby nei confronti del governo sulle varie partite in gioco, dall'agenda digitale allo sviluppo dell'NGN. Insomma niente di contenuto e molto di formalizzato.
Ad Avenia ha risposto Miceli che ha ribadito che il settore è maturo, nel senso che ha tutto ciò che serve al paese, che però deve essere sviluppato su linee di progetto per il paese (quindi una visione che vada oltre alle singole aziende), visto che ci sono ambiti come il fisso che devono essere sviluppati e dove i margini di crescita sono alti data l'arretratezza nei confronti di altri paesi europei (vedi digital divide).
Va da sé che il Contratto nazionale ha la funzione di tenere insieme tutta la filiera produttiva contro la deregulation che in questi anni ha fatto male al nostro settore (come ad altri).
Miceli ha portato l'esempio dei call center che applicano il nostro contratto (contrapposti a quelli che hanno solo lavoro precario) che hanno una qualità tra la più alta d'Europa.
Quindi per noi il CCNL ha la funzione di tenuta di tutta la filiera e non a caso si richiedono le clausole sociali e la moratoria sulle delocalizzazioni, proprio per evitare elementi di deregulation che distruggerebbero il settore per come lo abbiamo costruito finora..
Sull'aumento salariale, viste le premesse di Avenia (proposta economica sindacale sconcertante), Miceli ha dichiarato che la cifra indicata nella piattaforma è da discutere sulla base dell'andamento dell'economia del paese, con ciò indicando il fatto che i 140 euro di aumento di 8 mesi fa oggi sono inadeguati.
Sull'aumento salariale della nostra richiesta, anche il segretario nazionale della fistel ha ribadito che tale aumento è insufficiente, visto l'aumento dei prezzi, “compresi quelli della benzina”, così smentendo implicitamente il punto della depurazione dei beni energetici importati (la benzina è importata) dalla richiesta salariale sindacale (accettata da cisl e uil – non dalla cgil – nel 2009).
L'incontro si è concluso con la calendarizzazione di un nuovo incontro a data da destinarsi.
ciao
samuele
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