Come in ogni primo incontro, la forma la fa da padrona.
ASSTEL, con il suo presidente Guindani, il suo prossimo sostituto Stefano Parisi e il Direttore generale Raffaele Nardicchione, ha presentato la situazione del settore.
Se volessimo sintetizzare il messaggio che ci hanno voluto trasmettere, si può dire che siamo in piena crisi, quasi sull'orlo di un precipizio e che solo abbassando il costo del lavoro si può uscire dalla crisi.... un ritornello abbastanza usuale di questi tempi...Se volessimo polemizzare potremmo dire che la Cgil l’aveva detto da tempo....
Essendo la realtà più articolata, vediamo nel dettaglio: Il settore cresce, sia in termini di ricavi che in valore, seppur in misura minore del passato; gli investimenti sono al palo sia sul fisso che sul mobile, i prezzi per il consumatore sono calati, risultando inferiori ai prezzi del 2000, il mercato del mobile è saturo; il regolatorio (AGCOM) svolge un'azione incisiva tutta a difesa dei consumatori e questo fatto viene visto positivamente da ASSTEL (ma mi piacerebbe sentire che ne pensano i rappresentanti delle singole grandi aziende); le attività di customer care (call center), di cui la stragrande maggioranza date in outsourcing, producono fatturati per 1 miliardo di euro; sul futuro della rete poche parole, forse perché si tratta di un tema dalla forte valenza aziendale (telecom) e su cui le opinioni sono troppo distanti.
In questo quadro, ASSTEL non è in grado di analisi di prospettiva, ma il messaggio di una grave situazione economica ed industriale è stato lanciato.
Sul tema contrattuale Guindani ha “solo” ribadito che verrà applicato l'accordo interconfederale del 15 aprile 2009 (in applicazione dell'accordo quadro del 22 gennaio 2009 non firmato dalla CGIL).
I 3 segretari hanno risposto all'analisi di ASSTEL con sfumature parzialmente diverse, ma mi pare che tutti abbiano rimesso al centro il lavoro come leva per far crescere tutto il settore; ovviamente non sono mancati cenni sugli investimenti e sulla ricerca di nuovi spazi e nuovi servizi commerciali.
In particolare mi ha colpito la dichiarazione di Giacomassi (CISL) che ha sollecitato tutti ad una riflessione seria sulla validità del concetto di crescita, intesa da tempo e solo come crescita dei ricavi e/o del PIL: è stato cioè riproposto il tema dello sviluppo qualitativo e non solo quantitativo, se vogliamo banalizzare, dello sviluppo sostenibile anche all'interno del settore delle TLC; ragionamento non solo valido in termini puramente economici, ma anche in prospettiva di nuovi paradigmi vertenziali.
Tema in parte legato alla riflessione di Genovesi (SLC/CGIL) che ha impostato il suo ragionamento di critica all'analisi di confindustria/ASSTEL, cercando di far capire che l'importanza in questa fase di enorme possibilità di crescita e sviluppo (basti pensare al fatto che solo il 50% delle famiglie hanno il computer, mentre la media europea è del 74%... ed è evidente lo stretto legame tra computer e settore TLC. Peraltro il settore si caratterizza per la continua perdita di investimenti in ambito internazionale e dal fatto che, eccetto telecom, i grandi gestori sono in mano a società straniere....!!!) non è solo quanti adsl o voip si vendono, ma dove restano le “intelligenze”, criticando la mancanza di ricerca e le strategie portate avanti nel settore, in particolare da Telecom (vendita di TILS, abbandono dell'IT e delocalizzazione di alcune attività di customer care).
La nostra posizione di fondo – da tutti ripresa seppur con sfumature diverse – è chiaramente opposta a quella di confindustria: come ridare fiato al settore? Come ci possiamo dimenticare di esercire un servizio essenziale e strategico per il paese? E quindi come non parlare di “sistema paese”? E ancora come non dare risalto al ruolo dei lavoratori di tutto il settore?
Non ci siamo dimenticati delle decine di migliaia di lavoratori che operano nei call center, esempio concreto di politiche industriali virtuose e che non sopravvivono se si rincorre la semplice riduzione dei costi (dumping contrattuale), come dimostra la forte e clamorosa presa di posizione di ASSOCONTACT (associazione di categoria di confindustria che raccoglie le grandi aziende di call center in outsourcing) nel momento in cui poste italiane (azienda pubblica !!!!) fa una gara di appalto al massimo ribasso con una proposta complessiva più bassa anche del solo costo del lavoro della commessa.... e questo proprio perché se la rincorsa è sui costi e quindi senza regole che valgono per tutti, alla fine tutti sono spacciati.... nel mondo c'è sempre qualcuno disposto a lavorare per un euro in meno....
In sintesi: alla foglia di fico della crisi che giustifica la cassa integrazione e i licenziamenti e ora anche la riduzione dei salari e dei diritti, abbiamo contrapposto un ragionamento a 360° sul settore e sul sistema paese come unica chiave di lettura delle nostre scelte.
Scelte che si trovano nelle piattaforme che sono state illustrate, con delle stonature sinceramente fuori luogo quanto inutili, in particolare sulla bilateralità e su un velato “giustificazionismo della crisi” che in alcuni interventi è venuto fuori.
Nel complesso un incontro in cui “industrialmente” esiste molta più unità di quella contrattuale, vista la nota presenza di piattaforme separate tra noi e la cisl. Cisl che continua a non dire nulla sull'aumento salariale richiesto. Ci siamo aggiornati al 16 luglio pv.
ABBIAMO DECISO DI APRIRE QUESTO SPAZIO PER POTER DISCUTERE DEI PROBLEMI E DELL'ORGANIZZAZIONE DEI TECNICI TELECOM CHE OPERANO IN OPEN ACCESS, QUESTO VUOLE ESSERE UN LUOGO DI DISCUSSIONE E CONDIVISIONE DELLA NOSTRA ATTIVITA'.
"Avere un problema e cercare di risolverlo da soli è avarizia, accorgersi che il mio problema è anche di altri e cercare di risolverlo insieme, questo è politica" DON MILANI
27 giugno, 2009
SINTESI 1° INCONTRO X RINNOVO CCNL – 25 GIUGNO 2009 – ROMA
24 giugno, 2009
CONTRATTI
BLOG DI BRUNO UGOLINI
I contratti e il salario che divide
L’allarme economico reiterato dall’Ocse è connesso a un drammatico allarme sociale. L’occupazione cede e le retribuzioni sono bloccate (uno spostamento dello 0,1% nell’ultimo trimestre). I giornali danno risalto a “esempi” come quelli della British Air dove si chiede ai lavoratori la rinuncia a un mese di salario. E’ la linea della sospensione della paga. Non si invoca tanto in Italia: semmai si punta sulla moderazione salariale, come se da qui passasse una spinta all’economia e ai consumi. E sembra che proprio su questo aspetto si possa fondare l’imminente scontro sui rinnovi dei contratti.
Qui tutto parte dal nuovo sistema concordato dalla Confindustria solo con Cisl e Uil. Uno dei primi appuntamenti interessa i metalmeccanici. Sembrava che si potesse raggiungere una specie di compromesso sindacale unitario teso a risolvere la sola partita salariale, per rinviare il resto al futuro. Non è andata così. Forse anche sotto l’influsso di un documento riservato della Confindustria teso a rivendicare una stretta osservanza agli accordi presi, negando ogni autonomia alle categorie. Fatto sta che ci saranno due piattaforme: una Fiom e una Fim-Uilm. Queste ultime rivendicheranno un aumento di 113 euro in tre anni (nonché un fondo di solidarietà per i lavoratori vittime della crisi).
Susanna Camusso (Cgil) ha ricordato che l’ultimo contratto aveva ottenuto 127 Euro in trenta mesi. E sembra difficile immaginare aumenti integrativi azienda per azienda.
La questione salariale del resto sembra coinvolgere anche categorie dove permangono solidi i legami unitari. E’ il caso dei lavoratori elettrici. Alberto Morselli e Carlo De Masi, dirigenti dei sindacati di categoria, hanno spiegato i dissensi in interviste al “Diario del lavoro” (quotidiano on line).
Esce da questi testi la fiducia della Cisl – già affermata al Congresso – in una prioritaria richiesta riferita agli organismi di “partecipazione”. Il salario verrà dopo. Ed è probabile che simili scenari possano attecchire in altri comparti (vedi alimentaristi, tessili, chimici, edili) dove sembrava possibile una piattaforma unitaria. Mentre rimane diversa la situazione tra i sindacati dell’industria alimentare che procedono per ora senza intoppi verso lo sbocco contrattuale, reso più facile anche dalle condizioni del settore. Del resto anche nel settore pubblico è stato appena siglato il contratto per i lavoratori degli enti locali. Altrettanto nella sanità dove invece un incredibile Renato Brunetta si oppone vigorosamente alla firma unitaria. Esempi che dimostrano come la Cgil ricerchi le intese mentre altri puntano sulla spaccatura.
La scelta di porre in qualche modo un freno alle spinte salariali è spiegata, specie in casa Cisl, con l’esigenza di soddisfare (oltre alle voglie di partecipazione), le richieste dei non garantiti, i precari, i circa due milioni che non hanno protezione e non sono riconosciuti da Silvio Berlusconi. Ha detto un segretario della Fim-Cisl, Marco Bentivogli, che costoro hanno il problema della prima e non della quarta settimana. Verissimo. Ma come mutare questo stato di cose? Sarebbe necessaria, come in altri tempi, una mobilitazione straordinaria dell’intero Paese. Non il sacrificio temporaneo dei salariati fissi.
Pubblicato da Bruno Ugolini a giovedì, giugno 18, 2009
19 giugno, 2009
18 giugno, 2009
16 giugno, 2009
ARTICOLO 21 della carta costituzionale.
RICEVIAMO E PUBLICHIAMO CI AUGURIAMO UN SOSTEGNO ANCHE DALLE SEGRETERIE NAZIONALI A QUESTO ENNESIMO SOPRUSO
Cari Compagni ed Amici,
di "Discutiamo", vi seguo sempre con interesse,
grazie per le belle foto della manifestazione di venerdì scorso.
Volevo dirvi, anche, che, oggi, al rientro al Centralino dove sono sicuramente
un esubero(2 5 livelli su 2) ho trovato una bella sorpresa. Una lettera
di conestazione disciplinare: attraverso l'articolo pubblicato su Zeus
News "Quattro domande ad Antonio Migliardi" avrei seminato la sfiducia
tra i lavoratori e il pubblico, denigrando il capo del personale.
Ve loscrivo perchè, aldilà di tutte le differenze, a voi come a me, stanno a
cuore soprattutto la libertà di espressione e i diritti dei lavoratori.
Un abbraccio, vostro
Pier Luigi Tolardo
QUATTRO DOMANDE AD ANTONIO MIGLIARDI
13 giugno, 2009
Se qualcuno volesse condividere le foto che ha fatto, ce le invii in mail e provvederemo ad inserirle.
TELECOM: RIUSCITA SCIOPERO E MANIFESTAZIONE E’ SUCCESSO DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI
Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL ringraziano le lavoratrici e i lavoratori di Telecom Italia, delle aziende esternalizzate, di Sparkle, per l’adesione allo sciopero del 12 giugno e per la riuscita manifestazione nazionale a Roma.
L’adesione allo sciopero è stata a livello nazionale tra il 65 e il 70% confermando i livelli di partecipazione della passata mobilitazione di marzo. In particolare le adesioni sono state intorno al 75-80% nelle aree operative di customer e di Open Access. Buona la partecipazione anche delle aree di vendita e supporto.
L’azienda deve ora dimostrare il proprio senso di responsabilità, richiamata all’ordine non solo dai lavoratori, ma anche da numerosi esponenti parlamentari e di Governo.
Telecom si è assunta la responsabilità di una grave rottura nel merito e nel metodo. Deve ritirare i licenziamenti, rispettare gli accordi sottoscritti, garantire che la mobilità territoriale potrà essere solo volontaria, che verranno assicurati percorsi per valorizzare le professionalità delle aree di staff e dei venditori, che saranno mantenuti i livelli occupazionali nelle aziende esternalizzate, che vi saranno garanzie per i lavoratori di Sparkle.
La giornata del 12 giugno ha dimostrato che senza un cambio di strategia, l’attuale management non potrà mai recuperare coesione sociale e consenso tra i lavoratori.
Come sindacato andremo fino in fondo, forti di aver sempre dimostrato senso di responsabilità e affidabilità. E’ ora che anche il management Telecom faccio lo stesso.
Per continuare la mobilitazione in atto il Coordinamento Nazionale delle RSU è convocato per il giorno 18 Giugno presso l’Unione Industriale di Roma, subito a seguire dell’incontro di procedura già in programma.
Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL
Telecom: Miceli (Cgil), unica grande azienda a licenziare
'Telecom e' l'unica grande azienda italiana a licenziare: una scelta moralmente discutibile mentre il Paese e' in una situazione di forte sofferenza sociale': cosi' il segretario di Slc Cgil, Emilio Miceli, critica in un comunicato l'impresa nel giorno dello sciopero nazionale dei dipendenti. 'L'azienda - continua il segretario - non ha una proprieta' solida ne' una strategia industriale e quindi l'unica cosa che il management riesce a fare e' licenziare'. Il sindacalista poi passa all'attacco e annuncia il proseguimento della mobilitazione: 'Lo sciopero di oggi e' soltanto il primo passo, andremo fino in fondo per tutelare i lavoratori'.
Telecom Italia. Sindacati: sciopero contro tagli riuscito; Sacconi: si evitino soluzioni traumatiche
13 Giugno 2009
Circa 8 mila lavoratori di Telecom, di Sparkle e delle aziende esternalizzate hanno sfilato per le vie di Roma e allo sciopero nazionale di ieri, venerdi' 12, hanno aderito oltre il 70% dei dipendenti: "Dopo gia' un primo sciopero nazionale, aver confermato un alto livello di mobilitazione dovrebbe far capire all'azienda che o torna indietro o rischia di andare a sbattere contro un muro", dichiara Alessandro Genovesi, Segretario Nazionale di Slc Cgil.
"L'alta adesione allo sciopero - spiega - con punte dell'80% e del 90% in molte aree operative ci conferma la bonta' delle richieste sindacali: ritiro dei licenziamenti, rispetto dell'accordo del 19 settembre sulle mobilita' territoriali solo volontarie, tutela delle professionalita', garanzie per il mantenimento dei livelli occupazionali nelle aziende esternalizzate a partire da TILS". "L'azienda - continua Genovesi - ha fatto carta straccia dell'accordo del 19 settembre con cui il sindacato aveva condiviso un percorso, fatto di ben 5000 mobilita' volontarie. Ora l'azienda deve tornare sui propri passi. Glielo chiedono i lavoratori, le istituzioni locali, il Ministero del Lavoro che ha rilanciato la proposta sindacale di moratoria, glielo chiede il Parlamento. I veri problemi di Telecom si chiamano assetti proprietari, debito, rilancio di una strategia industriale, partecipazione al Piano Romani per garantire 2 Giga a tutti i cittadini, ecc..". "Se l'idea dell'attuale management e' quella di rinviare le scelte ed intanto, per accontentare qualche azionista, far vedere che qualcosa si muove (cioe' solo i tagli all'occupazione) lo diciamo subito: e' una strada che non porta lontano l'azienda. E la responsabilita' sara' tutta di questo management che rischia di compiere un capolavoro: non rilanciare l'azienda e al contempo colpire migliaia di famiglie". "Telecom dovrebbe contribuire a far uscire il Paese dalla crisi in cui si trova, non approfittarne. Ora l'azienda dimostri quel senso di responsabilita' che finora non ha avuto: ritiri i licenziamenti, confermi che le uniche mobilita' territoriali saranno volontarie, dia garanzie su aree di staff ed esternalizzate e noi ci risiederemo al tavolo. Altrimenti si assuma di fronte a tutti la responsabilita' di un vero e proprio atto di cinismo immotivato che con le esigenze di rilancio dell'azienda nulla hanno a che fare".
"Una protesta che certo non si fermera' se questo non dovesse accadere". Cosi' Armando Giacomassi, segretario generale della Fistel Cisl ha ricordato che "l'azienda ha fatto carta straccia dell'accordo del 19 settembre scorso sottoscritto al ministero del Lavoro che prevede 5 mila uscite volontarie fino a dicembre 2013. Sulla base di questo diciamo 'no' a ulteriori 4.500 esuberi e al trasferimento forzato dei lavoratori".
L'invito del ministro del Lavoro. 'Il nostro invito a Telecom e' fermo: si evitino soluzioni traumatiche'. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, a proposito dei probabili esuberi annunciati dai vertici del gruppo di Tlc.
'Convochero' presto le parti - ha aggiunto Sacconi al suo arrivo al Forum dei giovani industriali di Santa Margherita - per raggiungere un'intesa tale da evitare i licenziamenti.
Telecom - ha concluso il ministro - e' una di quelle aziende in condizione di utilizzare gli ammortizzatori sociali, a cominciare da quelli ordinari, e i contratti di solidarieta''.
link ADUC
11 giugno, 2009
09 giugno, 2009
Telecom, venerdì manifestazione nazionale a Roma
Le lavoratrici ed i lavoratori sono da mesi mobilitati contro il progetto aziendale di riorganizzazone, che fa carta straccia dell’accordo del 19 settembre (accordo che prevedeva tra l’altro 5000 mobilità volontarie coprendo il periodo 2008-2010) e che comporterà, se non modificato, altre 4500 uscite, 700 trasferimenti territoriali coatti, lo svilimento professionale di almeno un migliaio di altri lavoratori
"Come sindacato - prosegue la nota - siamo invece contrari a ogni forma di mobilità territoriale che non sia volontaria e siamo contrari ad una politica che svilisce le professionalità dei tanti dipendenti delle aree amministrative e di vendita. Soprattutto siamo contrari a licenziamenti pretestuosi (come quelli messi in campo dall’azienda sulla Directory Assistance), con Telecom che approfitta della crisi per ridurre i livelli occupazionali quando potrebbe tranquillamente riconvertire i lavoratori o metterli nelle condizioni di tele-lavorare”.
“Inoltre – continua Genovesi – l’azienda deve farsi garante dei livelli occupazionali delle aziende esternalizzate a partire da TILS e dalle tante realtà che stanno pagando le incertezze del management Telecom. Così come occorrono certezze sul futuro di Sparkle”.
“L’azienda con il suo comportamento ha scelto la strada dello scontro, rinnegando un modello relazionale basato sul confronto e la mediazione che pure tanti frutti aveva dato. Il management di Telecom si assumerà completamente la responsabilità di quanto va succedendo e deve ora decidere se continuare sulla strada del “muro contro muro” o fare un passo indietro, ritirare i licenziamenti, rispettare l’accordo del 19 settembre e cominciare ad investire sulle tante professionalità presenti in azienda”.
09/06/2009 16:04
RASSEGNA ONLINE
08 giugno, 2009
MAREMMA CHE ARIA
scusate ma quando ci vo' ci vo'
AUGURI AL NEO SINDACO DI GRADOLI (VT), IL COLLEGA LUIGI BUZI, IN MOBILITA' DAL 30/12/2008
03 giugno, 2009
Crisi: Berlusconi, in Italia nessuno muore di fame
RASSEGNA.it
FINALMENTE SI E' RIVELATO PER QUELLO CHE E'
02 giugno, 2009
I RENDIMENTI DEI FONDI PENSIONE NEGOZIALI
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