Perché una piattaforma come SLC-CGIL
Sin dalla disdetta del CCNL, avvenuta a fine settembre 2008, come SLC-CGIL abbiamo lavorato per una piattaforma unitaria con gli amici di Uilcom-Uil e Fistel-Cisl, mettendo davanti a tutto le esigenze dei lavoratori del settore.
Esigenze salariali: negli ultimi anni il potere di acquisto si è molto ridotto e, nel nostro settore, sono entrati migliaia di giovani, soprattutto nei call center, privi di una contrattazione di 2° livello, di assistenza sanitaria integrativa, di tutele occupazionali in caso di cambio di commesse.
Ma anche esigenze professionali e normative che necessitano di essere riconosciute, alla luce dei grandi cambiamenti che il nostro settore conosce, spesso con notevole velocità. Da qui le proposte su il miglioramento del contratto part-time, per scrivere definizioni nuove e chiare in relazione alle declaratorie professionali facilitando i passaggi di livello, ecc.
Come SLC-CGIL abbiamo ovviamente proposto di riconoscere l’inflazione reale del 2007 e 2008, che ha eroso il potere di acquisto e la capacità di spesa per casa, vitto, benzina, riscaldamento, ecc. dei lavoratori.
E abbiamo proposto di prendere a riferimento per l’inflazione degli anni futuri, quanto indicato da istituti seri e super partes come Eurostat, la Banca Centrale Europea, ecc.
Abbiamo deciso di ancorare la piattaforma del CCNL alla piattaforma unitaria che CGIL, CISL e UIL avevano varato insieme nella primavera del 2008. Proprio perché già condivisa: insomma abbiamo lavorato fino all’ultimo per incontrarci tutti a metà strada, in nome dell’unità sindacale e del buon senso. Per non dare alle aziende argomenti contro i lavoratori.
Nei mesi successivi, da ottobre fino all’ultimo giorno utile, abbiamo discusso, lavorato insieme, provato a definire punti comuni.
Oggi non possiamo che prendere atto della buona volontà e dello sforzo che alcuni hanno fatto e della scelta politica di altri di sacrificare ad una posizione tutta politica, la lunga tradizione di unità e di lavoro comune che nel passato ha dato i suoi frutti.
Che fare ora?
Come insegnava un padre nobile del sindacato, Bruno Trentin, è ora il momento come dirigenti, militanti e simpatizzanti della CGIL di “impegnarci tutti per portare avanti con serenità e sobrietà le nostre ragioni tra le nostre colleghe e colleghi, senza rinunciare mai a ricostruire quell’unità dal basso tra lavoratori che è la vera forza del sindacato”, oltre le beghe politiche, oltre le mille strumentalizzazioni.
Questo fa un sindacato. Questo fa la CGIL, sempre dalla parte di chi lavora.
La Segreteria Nazionale di SLC-CGIL
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