23 gennaio, 2009

CONFRONTO TRA LE PIATTAFORME DI SLC-CGIL E FISTEL-CISL


Ecco a voi un rapido confronto sulle principali differenze tra le piattaforme di SLC-CGIL e di FISTEL-CISL.

Per SLC-CGIL viene prima di tutto la giustizia e la solidarietà.
Non tutti i processi delle aziende vanno assecondati (la riduzione dei salari, l’aumento della precarietà, la deregolamentazione, ecc.). Vi sono infatti processi che le aziende avviano per scaricare sui lavoratori gli errori del management, i loro stipendi d’oro, le plusvalenze degli azionisti.

Relazioni sindacali, rapporto tra i diversi livelli di contrattazione

Per SLC-CGIL gli accordi di 2° livello servono per aumentare le tutele ed i diritti del CCNL, intervenendo solo su materie espressamente delegate. Definire semplici criteri ed orientamenti e poi permettere a livello aziendale che ci possano essere accordi che deregolamentano, vuol dire peggiorare l’esistente: avere norme diverse sugli orari di lavoro, peggiorare le norme sulla flessibilità tempestiva (magari dentro le stesse aziende se vi saranno accordi territoriali), sui riposi, sulla reperibilità. Vuol dire autorizzare le imprese di call center ad assumere al 1° o al 2° livello, mettendo a rischio l’occupazione di chi è al 3° e al 4° livello. Vuol dire alimentare così ulteriore dumping contrattuale e discriminazioni. Il tutto in un settore che ha già quasi tutte le aziende con accordi di secondo livello sottoscritti che migliorano le condizioni di lavoro e che – se dovesse passare il principio delle deroghe al CCNL – potranno essere rinnovati solo con maggiori difficoltà, cercando di evitare scambi impropri e peggiorativi delle parti normative.

Bilateralità

Cosa prevede il decreto anticrisi varato dal Governo nei giorni passati in attuazione della delega di cui alla legge 247/07? Una cosa semplice - che per noi della CGIL è ingiusta e anticostituzionale - e cioè che un lavoratore, per poter accedere all’indennità di disoccupazione o alla cassa integrazione, deve prima ricevere un’integrazione salariale da parte di Enti bilaterali a cui versare tutti i mesi una quota. Oggi se vai in cassa integrazione o se perdi il lavoro e percepisci l’indennità di disoccupazione, l’INPS ti riconosce una somma di denaro, indipendentemente se sei iscritto o no ad un ente bilaterale costituito dai sindacati. Si tratta di una vera e propria mutazione genetica del sindacato e del rapporto tra lavoratori e organizzazioni sindacali: da controparte delle aziende a gestore (insieme alle aziende) di risorse salariali. Per SLC-CGIL gli enti bilaterali devono essere a supporto dell’azione sindacale, mantenendo sempre ben distinte le funzioni. Soprattutto non possono essere “obbligatori” per i lavoratori, quando si tratta di diritti universali (un conto sono strumenti aggiunti, come può essere la sanità integrativa, i fondi pensione, ecc. un conto è subordinare i diritti ad “una tessera”).

Incrementi salariali

Per SLC-CGIL i lavoratori non possono essere presi in giro. Innanzi tutto occorre sempre dire la cifra degli incrementi salariali che si chiedono (altrimenti di che cosa parliamo) e dire come si è costruita e perché si chiede una cifra e non un’altra.

Noi abbiamo utilizzato indicatori previsionali super partes (come quelli forniti dalla Banca Centrale Europea) e, considerando gli scostamenti tra l’inflazione reale negli anni 2007-2008 e le previsione 2009-2011, la cifra si aggira intorno ai 175 euro. Una cifra a cui si arriva senza depurare l’inflazione futura dall’inflazione importata legata all’energia. Per un motivo semplice: i lavoratori la benzina per la macchina, il gas per il riscaldamento, gli aumenti delle materie plastiche, li pagano. Perché le imprese non devono pagarli? Perché devono scaricare questa parte di inflazione alleggerendo le buste paga?

La Fistel non lo dice, ma ci sono alcune cose che non tornano:

1) anche prendendo le previsioni più alte per l’inflazione (2,7% nel 2009; 2,9% nel 2010; 3% nel 2011) e le previsioni più basse (dati Opec – Organizzazione dei paesi produttori di petrolio) sull’inflazione importata legata a beni energetici (0,3% nel 2009, 0,4% nel 2010, 0,5% nel 2011) la loro richiesta per il prossimo triennio dovrebbe essere pari a 126 euro. Perché non scrivere la cifra, visto che si esplicita che, per il futuro, i salari non devono recuperare l’inflazione legata alla dinamica dei prezzi dei beni energetici?

2) prendendo – come ha fatto SLC-CGIL – gli scostamenti tra inflazione prevista e quella reale registrata nel 2007/2008 la richiesta va maggiorata al massimo di 22 euro.


Insomma Fistel-Cisl sta chiedendo 148 euro. Cioè 27 euro in meno al mese, rispetto a quanto chiede SLC-CGIL.
Poiché i lavoratori non sono stupidi (e neanche le imprese), la trattativa inizierà con chi chiede 175 euro e chi ne chiede 148. Le aziende, sentitamente, ringraziano…


Inoltre va osservato che, come SLC-CGIL, noi chiediamo non solo che eventuali scarti tra l’inflazione prevista e inflazione reale per il triennio 2009-2011 siano recuperati nella vigenza dei tre anni, ma anche che tali verifiche (ed eventuali recuperi) avvengano su base annua. Questo per ovvi motivi: per evitare che riconoscendo gli eventuali recuperi alla fine del triennio, i lavoratori paghino ancora una volta, regalando mesi (o anni) di aumenti non presi alle aziende.

SE NON FIRMARE QUESTA ROBA E' FARE POLITICA ( DEL LAVORO) VIVA LA POLITICA !!!!!!

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