25 aprile, 2012

il Contratto a Voucher:

Il contratto in sé non esiste realmente in quanto, per legge, un lavoratore assunto a voucher può tranquillamente non andare a lavorare in quanto si tratta di lavoro “saltuario”. Per questo motivo viene pagato unicamente SE lavora e PER QUANTE ore lavora. Di solito un voucher costa 10€ lordi, il cui corrispettivo al netto delle tasse è di 7,50€.

 - Per il motivo sopra spiegato, con il suddetto contratto non esistono:

 - Ferie - Straordinari

 - Festività

 - TFR

 - 13ma e 14ma

 - Indennità di Disoccupazione (avete capito bene)

 - In pratica, il contratto non è vincolato da un determinato numero di ore settimanali e perciò al lavoratore viene richiesta un particolare “flessibilità” daterminata da fattori quali: il tempo atmosferico o le ire dei propri capi che, volendo, possono non chiamarti giornalmente e non farti andare al lavoro.

12 aprile, 2012

Esodati: Cgil, da governo dati sballati

ll governo scherza con il fuoco. Si confermano infatti i dati che erano contenuti in manovra che come sa bene lo stesso governo si riferiscono ad una sola delle tipologie di lavoratori senza stipendio e senza pensione. La Cgil conferma la sua posizione: va trovata una soluzione per tutti coloro che sono senza pensione e senza reddito e la lotta continuerà fino a questo risultato. La manifestazione di domani sarà una prima grande risposta”. Lo afferma Vera Lamonica che commenta i dati forniti dal Ministero del lavoro sugli esodati:

“Se fossero veri questi dati di oggi – continua Lamonica – non si capirebbe perché si è voluto tenere per mesi l'intero paese in ansia, non si capirebbe il lungo lavoro del parlamento sul milleproroghe, e non si capirebbero le esternazioni continue dello stesso governo su questo tema. Ma se fossero vere queste cifre, dovremmo anche dire che le migliaia di lavoratori e lavoratrici che si sono rivolti al sindacato non sono reali. Sono solo dei fantasmi”.

A questo punto, dice ancora la dirigente della Cgil, che cosa dice l'Inps. “E' anche ben strano infatti che proprio ieri l'Inps, in sede di commissione parlamentare, abbia dato una cifra molto diversa (130 mila) di quella fornita oggi dal ministero”. “Il dubbio – dunque – è che con queste cifre si voglia nascondere la vera entità del fenomeno e in sostanza non si voglia risolvere il problema. E forse non si vuole risolvere il problema perché si dovrebbe ammettere di aver fatto una riforma delle pensioni sbagliata e superficiale”.

Per il governo gli esodati sono 65mila

Gli esodati sono 65mila secondo il ministero del Lavoro. E' quanto si apprende dalla nota diffusa stasera (11 aprile) dal dicastero. Questa a - loro giudizio - sarebbe la platea delle persone che, dopo la riforma delle pensioni, si trova senza reddito né pensioni. E le risorse già contenute nella riforma sarebbero "adeguate a corrispondere a tutte le esigenze".

"Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero - si legge nella nota - ha ricevuto oggi i risultati dell’analisi compiuta dal tavolo tecnico istituito per le problematiche relative ai cosiddetti 'salvaguardati' (ovvero gli esodati, ndr). Il lavoro dei tecnici è stato guidato dall’obiettivo di evitare che lavoratori in prossimità del pensionamento si trovino senza reddito e senza pensione, nonché ispirato dai criteri della trasparenza e dell’equità, al fine di evitare disparità di trattamento fra situazioni analoghe".

Poi il comunicato prosegue: "Il tavolo ha consentito di accertare che il numero di persone complessivamente interessate è di circa 65mila e pertanto l’importo finanziario individuato dalla riforma delle pensioni, attuata col decreto Salva Italia, è adeguato a corrispondere a tutte le esigenze senza dover ricorrere a risorse aggiuntive. Tale importo era il frutto di stime prudenziali che hanno reso possibile includere anche quanti, successivamente introdotti da emendamenti parlamentari al decreto Milleproroghe, non erano compresi nella platea originariamente prevista".

Il ministro Fornero, specifica, "ha voluto che il controllo dei dati fosse scrupoloso e preciso, una stima che ha quindi richiesto un’analisi di dettaglio molto puntuale e un tempo relativamente lungo che può aver alimentato preoccupazione. Si è data così risposta a una situazione di comprensibile ansia per migliaia di persone, fugando un ingiustificato allarmismo".

Nelle prossime settimane è previsto un decreto ministeriale. Il ministro, conclude la nota, "sta altresì valutando, per specifiche situazioni e con criteri analoghi, l’ipotesi di un intervento normativo per trovare soluzioni che consentano a lavoratori interessati da accordi collettivi stipulati in sede governativa entro il 2011, comunque beneficiari di ammortizzatori sociali finalizzati all’accompagnamento verso la pensione, di accedervi secondo le previgenti regole".

05 aprile, 2012

Dossier Telecom sullo scorporo della rete

Telecom Italia torna a "ragionare" su un possibile spinoff della rete di accesso, il suo asset più importante valutato fino 15 miliardi di euro. Coinvolgendo, eventualmente, anche partner pubblici come la Cassa Depositi e Prestiti. Un nuovo "Piano Rovati", sussurra qualcuno. Gli obiettivi: raccogliere almeno 4 miliardi di euro per dare un'ulteriore sforbiciata al debito ma anche per costruire l'internet superveloce, portando la fibra dagli armadi telefonici fino alle case, un vero switch off dal rame.
A confermare questa ipotesi di lavoro c'è un documento riservato che il Sole 24 Ore ha potuto visionare (intitolato, appunto, «Ipotesi di costituzione di un operatore di accesso wholesale su rete fissa», abbreviato Opac). Carte che entrano nel dettaglio. Come a pagina 16, dove si descrive il «possibile percorso societario» che il nuovo veicolo potrebbe avere. Tre gli scenari prospettati. Il primo: «Scorporo e conferimento del ramo d'azienda» attraverso la creazione di una società interamente controllata da Telecom. Il secondo scenario: «Scissione proporzionale», che prevederebbe un percorso più lento e la costituzione di un veicolo con lo stesso identico azionariato del gruppo. Terza ipotesi, la più impegnativa: «Cessione (e non solo conferimento, ndr) del ramo d'azienda «ad altra società, newco o esistente, di cui Telecom Italia può eventualmente acquisire una quota post-cessione». Una quota, stando a queste carte, non la maggioranza. Con quale convenienza? L'operazione «(...) comporterebbe l'opportunità/necessità di attribuire quota parte del debito di Telecom Italia alla newco».
A quanto si apprende il socio forte sul quale Telecom starebbe puntando è la Cdp di Franco Bassanini, quindi il Tesoro. Che tradotto significherebbe, nell'eventualità di realizzazione di questo piano, una sorta di parziale ri-nazionalizzazione del network. E così la Cdp diventerebbe socio della newco con un aumento di capitale, come si diceva, di almeno 4 miliardi euro. La remunerazione non sarebbe immediata, ma si parla di una delle infrastrutture più importanti per il futuro del Paese, "imposte" tra l'altro dall'Agenda digitale europea. Una rete capace di garantire un'ottima generazione di cassa, soprattutto nell'ottica di convergenza tra i broadcaster televisivi e gli operatori telefonici.

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Oppure scarica il documento Riservato (?) dal blog di Daniele Lepido

Esodati: Fornero, vecchie regole per chi ha mobilità

"Sugli esodati io penso che per le persone che avevano un lavoro e hanno accettato di fare accordi collettivi di mobilità, lo strumento principale sarà il pensionamento con le vecchie regole'. A dirlo è il ministro del Lavoro, Elsa Fornero. Per gli altri casi, come gli accordi individuali e le contribuzioni volontarie, 'vedremo i numeri", ha aggiunto il ministro.

Da Rassegna.it