23 febbraio, 2009

Il reddito delle famiglie fa un balzo all'indietro di 10 anni

DAL GIORNALE DI CONFINDUSTRIA....NON DALL'UNITA'


«Non torniamo al Medioevo, al massimo torniamo al 2005 -2006», ha detto il ministro dell'Economia Giulio Tremonti a proposito della marcia indietro del Pil prevista per quest'anno. Il che è tecnicamente vero, anche se forse, con la continua revisione al ribasso delle stime (c'è chi vede il -3%, ma si tratta di congetture), stiamo più verso il 2004-2005 che il 2005-2006.

Tuttavia, quello che conta per la "sensazione" di ricchezza o di povertà delle famiglie italiane è il Pil pro-capite, e qui il confronto si fa più pesante. Il livello del 2009 torna a quello di dieci anni fa. L'italiano medio, insomma, fa un indesiderato "bagno di gioventù": si ritrova con i livelli di reddito del 1999, i quali, anche se superiori (grazie al cielo!) a quelli del Medioevo, non sono quelli che si aspettava quando, due lustri or sono, guardava al futuro.

Aspettative deluse
In effetti, quel che ha caratterizzato l'economia del dopoguerra - un "pianeta diverso" rispetto al passato - è quella che è stata chiamata la "rivoluzione delle aspettative crescenti". Ci siamo talmente abituati a questa rivoluzione che non la consideriamo nemmeno più tale.

Ma non era così nel passato. Traguardando l'andamento dell'economia e del benessere dei popoli nella tela dei secoli, vediamo una linea essenzialmente piatta per millenni, che comincia a innalzarsi con la rivoluzione industriale del tardo Settecento, va avanti a scatti, strappi e ritirate fino alla Seconda guerra mondiale, e finalmente s'invola, dritta e sicura, a partire dalla seconda metà del Novecento, un periodo felicemente unico nella storia dell'umanità. Ed è in quest'ultimo periodo che è iniziata quella rivoluzione, per cui consideriamo normale e quasi dovuto il fatto che ogni anno dobbiamo star meglio dell'anno prima, e se non stiamo meglio stiamo male, protestiamo, cambiamo Governo ed esigiamo che la crescita riprenda.

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