22 novembre, 2008

Passa al Senato emendamento delle destre, cioè dei padroni, per azzerare le tutele della contrattazione

«In caso di trasferimento d'azienda, il rapporto di lavoro continua con il cessionario ed il lavoratore conserva tutti i diritti che ne derivano», articolo 2112 del Codice Civile sul mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimento d'azienda

Un articolo che sancisce un concetto molto chiaro e quasi scontato: sono un lavoratore, l'azienda nella quale sono impiegato si trasferisce, oppure un ramo o parte aziendale viene ceduto, ed io mantengo i miei diritti, le mie garanzie, ovvero livello salariale e inquadramento contrattuale. Un concetto quindi semplice, ai limiti della banalità? Sbagliato, perché io, lavoratore, ora mi trovo in un'altra situazione, ovviamente peggiore.
Il Senato, infatti, ha dato il via libera ad un emendamento al decreto legge infrastrutture, secondo il quale il governo generalizza a tutte le aziende in amministrazione controllata la legge ad hoc varata per Alitalia. Si tratta di una modifica all’articolo 2112 del codice civile che annulla le tutele per i lavoratori di grandi imprese in crisi, in caso di cessione di rami o parti di aziendali

Quindi se ho la sfortuna di lavorare per una grande azienda in crisi -parola ricorrente da qualche tempo- e quindi in procedura straordinaria di insolvenza, mi posso scordare l'articolo 2112 così come lo conoscevo. Questo è l'ultimo affondo, in termini temporali, di questo governo nei confronti dei lavoratori nell'ambito della contrattazione collettiva, un ulteriore tassello nel mosaico di progressivo smantellamento del sistema di diritti e garanzie che da più di trent'anni hanno costituito l'ossatura del mondo del lavoro e della vita materiale dei lavoratori.

E così la gestione dell'affaire Alitalia assume ancora di più i connotati di una piattaforma dalla quale accingere per stravolgere le regole, a partire dalla logica per cui, con la creazione di Cai e della Bad company, si sarebbero collettivizzate le perdite e privatizzato i profitti, con buona pace di tutti quei lavoratori per cui è stato annunciato l'invio, in questi giorni, di 17.500 lettere per la messa in cassintegrazione. Questi moderni “padroni del vapore”, governo e Confindustria, raggiunto il primo obiettivo ora vanno oltre e anziché estendere gli ammortizzatori sociali per le aziende in crisi tendono ad annullarli, in una realtà dove il ricorso alla cassa integrazione aumenta del 20% rispetto allo scorso anno, dove la Penisola è attraversata da ondate di licenziamenti, dove esistono circa 4 milioni di lavoratori a tempo determinato, per i quali a scadenza di contratto non esistono paracadute. Così come tendono a smantellare la contrattazione collettiva e Alitalia è un bel trampolino di lancio.

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