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"Avere un problema e cercare di risolverlo da soli è avarizia, accorgersi che il mio problema è anche di altri e cercare di risolverlo insieme, questo è politica" DON MILANI
16 maggio, 2010
LACRIME E SANGUE PER I SOLITI NOTI, 30 MLD
Crescono gli evasori fiscali
+ 6,7 per cento nel 2010
I dati sono stati resi noti da "Contribuenti.it". Al primo posto dell'evasione c'è l'economia sommersa (soprattutto il lavoro in nero). L'81 % delle società di capitali dichiara redditi negativi. In testa, tra le regioni meno virtuose, la Lombardia, seguita da Veneto e Campania
ROMA - Nei primi quattro mesi del 2010 l'imponibile evaso in Italia è cresciuto del 6,7 per cento. Lo ha affermato Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it, l'Associazione Contribuenti Italiani. "In termini di imposte sottratte all'erario", si legge in una nota, "siamo nell'ordine dei 156 miliardi di euro l'anno. E' la stima calcolata da KRLS Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it.
Cinque sono le aree di evasione fiscale analizzate: economia sommersa, economia criminale, società di capitali, 'big company' e lavoratori autonomi e piccole imprese. "L'economia sommersa sottrae al fisco italiano un imponibile di circa 135 miliardi di euro l'anno". I lavoratori in nero sono circa 2,4 milioni, di cui 850.000 sono dipendenti che fanno il secondo o il terzo lavoro. Si stima un'evasione d'imposta pari a 34 miliardi di euro.
"Per l'economia criminale realizzata dalle grandi organizzazioni mafiose che, in almeno quattro regioni del Mezzogiorno, controllano buona parte del territorio, si stima che il giro di affari non "contabilizzato" si attesta sui 178 miliardi di euro l'anno, pari a un'imposta evasa di 63 miliardi di euro. Per le società di capitali, escluse le grandi imprese, è emerso che l'81% circa delle società di capitali italiane dichiara redditi negativi (53%) o meno di 10mila euro (28%). In pratica su un totale di circa 800.000 società di capitali operative, l'81% non versa le imposte dovute. Si stima un'evasione fiscale attorno ai 18 miliardi di euro l'anno. Per le big company, una su tre ha chiuso il bilancio in perdita e non pagando le tasse. Inoltre il 94% abusano del 'transfer pricing' per spostare costi e ricavi tra le società del gruppo trasferendo fittiziamente la tassazione nei paesi dove di fatto non vi sono controlli fiscali sottraendo al fisco italiano 31 miliardi di euro.
I lavoratori autonomi e le piccole imprese sottraggono all'erario circa 10 miliardi di euro l'anno. In testa ad aprile 2010 tra le regioni, dove sono aumentati numericamente gli evasori fiscali, risulta la Lombardia, con +10,1%. Secondo e terzo posto spettano rispettivamente al Veneto con + 9,2% e alla Campania +8,0%. A seguire la Valle d'Aosta con +7,3%, il Lazio con +7,1%, la Liguria con +6,3%, l'Emilia Romagna con +6,1%, la Toscana con +5,4%, il Piemonte con +5,2%, le Marche con +5,0%, la Puglia con +4,5%, la Sicilia con +4,5% e l'Umbria con +4,4%".
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