08 luglio, 2008

LO SCIOPERO VISTO DAL MANIFESTO

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LA PROTESTA Presidi in tutta Italia: «Risposte sul piano». E per settembre si pensa alla manifestazione nazionale
Stop della Telecom, i lavoratori dicono no ai 5 mila tagli
Mauro Ravarino

La sensazione è che i 5 mila esuberi siano solo un assaggio di un triste pasto. Ecco perché la lotta in Telecom continua. Ieri i lavoratori del gruppo telefonico si sono fermati per 8 ore, l'adesione allo sciopero è stata buona: una media nazionale del 50% con punte dell'80%. L'idea comune, tra i diretti interessati, è che non si possa andare avanti così: giorno per giorno senza uno straccio di piano industriale.
I licenziamenti, annunciati un mese fa, riguardano tutti i settori e colpiranno le varie sedi sparse per la penisola. A vederlo, pare un taglio indiscriminato senza una vera logica industriale, se non quella della riduzione dei costi. Ecco perché, al presidio di Roma (in corso d'Italia sotto la direzione generale), Doriano Locatelli, Rsu Slc Cgil, ci tiene a precisare che lo sciopero è «a difesa non solo dei 5 mila ma di tutti i 58 mila dipendenti Telecom, oltre che dei lavoratori dell'indotto e di quelli esternalizzati». In un quadro di stagnazione aziendale, con il rischio che i mercati chiedano segnali chiari di intervento sui costi di gestione, la paura è che la stretta si scarichi di nuovo sul costo dei lavoratori, con una riduzione in tre anni di altri 10 mila posti. «È sempre la solita storia - sbotta Marina Biggiero dei Cobas, presenti in forze al presidio romano - a rimetterci sono sempre gli stessi, invece di tagliare l'alto numero di dirigenti che pesano come un macigno sui bilanci di un'azienda, che dovrebbe rilanciare il ruolo di servizio pubblico».
Per ora, sulla crisi il governo Berlusconi tace. «Proprio dall'esecutivo - sottolinea Maurizio Francese, Rsu Slc Cgil - ci aspettiamo un impegno finanziario per la rete di nuova generazione, perché un'azienda che era dello stato non può essere abbandonata alle logiche dei predatori economici». I sindacati, incassando i buoni risultati dello sciopero, ora accelerano i tempi per un incontro con Telecom. «L'adesione è stata positiva - commenta il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani - ma bisogna anticipare il confronto sui contenuti del piano industriale e del piano strategico». Una strategia - sostengono unitariamente i sindacati - che non guardi solo al perimetro nazionale ma si muova in un'ottica di rapporti internazionali. Quali sono le richieste? «Prima di tutto - spiega Emilio Miceli, segretario generale Slc - è necessario sgomberare il campo dalla riduzione di personale, poi difendere gli assetti principali, in particolare la rete (la più colpita in termini di esuberi), e iniziare una lotta agli sprechi». Miceli parla anche di «mantenimento degli obiettivi occupazionali a cominciare dall'assunzione dei somministrati fino alla soluzione definitiva della vertenza Telecontact».
Per Armando Giacomassi (Fistel Cisl) il confronto dovrà essere «su strategia e organizzazione interna: si potrebbero internalizzare alcune attività ora affidate all'esterno». Bruno Di Cola (Uilcom) fissa il prossimo appuntamento: «Il 9 luglio all'Unione industriale del Lazio presenteremo le nostre richieste, se non ci sarà disponibilità non si andrà all'accordo». La lotta allora continua; ieri tra i lavoratori si vociferava l'ipotesi di una manifestazione nazionale a settembre.

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