29 aprile, 2010

DICHIARAZIONE DI EMILIO MICELI SEGRETARIO GENERALE SLC/CGIL

Apprezziamo il gesto di Bernabè nel donare il suo bonus a figli di dipendenti, ma questo atto, encomiabile, non cambia i termini del problema: dividendi e bonus mal si conciliano con la situazione aziendale. Telecom distribuisce un miliardo di euro su un miliardo e cinquecento milioni di utili agli azionisti; i bonus non si capisce da quali performance positive siano giustificati.

Sulla base del piano, solo nel 2009, sono 500 milioni i tagli agli investimenti e la riduzione del debito è più che triplicata, a cinque miliardi, rispetto ai tre anni precedenti. Il piano, dunque, non è solo dannoso: è anche irrealizzabile, se non a costo della scomparsa della Telecom che conosciamo.

Così si spiegano la forte mobilitazione dei lavoratori a Rozzano, promossa unitariamente da Slc/Cgil, Fistel/Cisl e Uilcom/Uil, la lettera dei dipendenti dell'informatica pubblicata sul Corriere della Sera di oggi e la nostra ferma opposizione a 6800 esuberi in azienda. Così non va.



Roma, 29 Aprile 2010






Roma, 28 Aprile 2010



COMUNICATO SINDACALE


TELECOM: APERTE LE PROCEDURE CONTRO PIANO INDUSTRIALE



Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, a seguito della riunione dei rispettivi coordinamenti nazionali ribadiscono il giudizio negativo sul piano industriale presentato di Telecom, fatto di riduzione degli investimenti, tagli al personale, assenza di una strategia di rilancio e per tanto hanno deciso di aprire le procedure per la dichiarazione di sciopero nazionale a livello di gruppo.

Al fine di ottenere una visione più complessiva chiederemo inoltre all’azienda incontri informativi con lo scopo di avere visibilità su temi importanti ma ancora non chiari. In particolare sul tema delle dismissioni, sulle politiche di appalto, sul sistema della rete e relativi investimenti e sulle strategie internazionali. Questo al fine di completare un quadro e fornire ai lavoratori tutti i dettagli ancora mancanti.

Proseguiremo nella mobilitazione che ha visto già nella manifestazione del 23 marzo contro l’esternalizzazione dell’informatica un momento importante e chiederemo di ritirare i licenziamenti, garantire investimenti, dare una strategia di sviluppo industriale all’azienda.

Punti che dovranno vivere nel confronto con l’attuale management Telecom, partendo già dalla prossima verifica prevista per maggio sui colleghi dell’Ade.

Le Segreterie Nazionali invitano inoltre le strutture territoriali nel proseguire con le iniziative di sensibilizzazione verso i Lavoratori e l’opinione pubblica.

A termine della fase di integrazione dell’informativa sul piano industriale verrà effettuata una forte iniziativa di assemblee unitarie su tutti i luoghi di lavoro al fine di ampliare al massimo la partecipazione delle lavoratrici e lavoratori di Telecom Italia.



Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL

votazioni: tutto approvato

sulle azioni ai dipendenti c'e' stato un 19% dei presenti che ha votato contro. di sicuro non telco, che sarebbe stato piu' alto, di sicuro non Fossati che non c'e', di sicuro non asati che non ci arriva. rimane Brandes, mi pare.

anche su altre votazioni c'e' stato un 20% di voti contrari.

assemblea terminata. packing e a casa.

mozione di discussione su eventuale azione di responsabilita'

Galateri vuole far approvare il bilancio prima della discussione su azione di responsabilita', Lombardi battibecca, val al podio, si scalda un p' la conversazione. Lombardi vuole la proposta di discussione prima dell'approvazione di bilancio. Bernabe ammicca a Galateri come a dire "faglielo fare". segue discussione con toni alti. Lombardi va al podio e legge un articolo di legge o di statuto che dice che deve essere fatto prima dell'approvazione. Galateri dice OK. fai la tua mozione prima dell'approvazione del bilancio - Galateri dice hai 5 minuti - Lombardi "ma sono troppo pochi." alla fine si accordano per 10

GALATERI IN ASSEMBLEA


Galateri: ho sentito cosi' tanti interventi su crisi, l'azienda non e' in crisi. Lo rifiuto categoricamente. Il comitato drtribuzione lavora bene, forse i doc non sono adeguatamente esplicativi. tutti i dipendenti possono comprare azioni fino a 3000 euro con lo sconto del 10% e si da 1 azione ogni 3 se il dipendente tiene queste azioni per un anno. Molto diverso dal piano precedente: periodo di vesting piu lungo, nessuna condizione di ingresso. Il Long term: dopo 3 anni puo' comprare azioni scontate e dopo 2 anni gli viene riconosciuta un'altra azione gratuita.

Si sbattono fuori 6822 dipendenti e si vorrebbe che quelli che rimangono comprassero 3000 euro di carta con la promessa di ottenere azioni gratis, QUANDO SI PERDE IL SENSO DELLA REALTA' !!!!!

SALUTI DA ROZZANO

A QUESTO LINK IL LIVE BLOGGING DI QUINTARELLI DELL'ASSEMBLEA TI

28 aprile, 2010

Ecco la Casta: la maggioranza vota no ai soldi per i lavoratori

Eccola qui la Casta, nel senso più deteriore del termine. Martedì pomeriggio, Camera dei deputati. Aula piena, si votano «misure straordinarie per il sostegno del reddito e la tutela di determinate categorie di lavoratori». Il gruppo Omega, ad esempio, quello che comprende i dipendenti dell’ex Eutelia: migliaia di lavoratori da mesi senza stipendio, e senza neppure la cassa integrazione. E invece niente, il centrodestra ha detto no. Niente soldi per i lavoratori, che a gennaio avevano fatto un sit-in bloccando per ore via del Corso, davanti a palazzo Chigi, e ricevendo vaghe promesse.

Tavoli su tavoli, ma neanche una lira. Tutti rossi, ieri pomeriggio, i pulsanti sui banchi del centrodestra: 261 no, tra chi leggeva le pagine sportive dei giornali, chi stava al cellulare, chi rideva e chiacchierava in capannelli. No anche all’allungamento della cassa integrazione ordinaria da 12 a 18 mesi, per dare fiato alle aziende in crisi: altri 261 no, senza una crepa tra i banchi della maggioranza, niente finiani dissidenti stavolta. Erano i due emendamenti che il Pd aveva portato in aula (si è riusciti a votarli solo dopo che Fini ha accolto la richiesta di Franceschini, la maggioranza avrebbe voluto insabbiare la legge in Commissione) per salvare le due proposte, che fino alla settimana scorsa erano state pazientemente cucite riuscendo ad avere l’ok del centrodestra. Poi il dietrofront: «Non ci sono le coperture», hanno spiegato i berluscones, su mandato di Sacconi e Tremonti. «Falso», secondo i democratici, che hanno proposto di mettere mano «al fondo per gli straordinari, che è dormiente, visto che da quando è iniziata la crisi non se ne fanno più», come ha spiegato Cesare Damiano. «Si poteva anche tassare del 2% i redditi sopra i 200mila euro».

L'UNITA'

27 aprile, 2010

Prime analisi sul Piano industriale 2010-2012 (Nota SLC)


Sindacato Lavoratori Comunicazione

Bozza non corretta




Prime analisi sul Piano industriale 2010-2012 di Telecom Italia

Quelle che seguono sono alcune prime analisi e prime valutazioni alla luce tanto dei testi presentati alle OO.SS. il 19 Aprile u.s. che soprattutto dei documenti ufficiali presentati da Telecom Italia alla comunità industriale e finanziaria.



Il quadro del 2009 rispetto al 2008

Il cash flow è aumentato di 660 milioni (pesando però l’operazione di anticipo di quota della vendita Hansenet, più l’emissione di un nuovo bond per 4 miliardi circa che ha sterilizzato parte degli interessi).

L’Ebitda è diminuito del 2,1% (il consolidato è pari a 10,1 miliardi); sono stati fatti 0,9 miliardi di risparmi; l’Ebitda di Tim Brasil è cresciuto del 9,6% a 1,289 miliardi; la cessione di Hansenet ha prodotto entrate straordinarie per 0,9 miliardi.

L’utile netto è stato di 1,581 miliardi (681 milioni se scorporiamo la vendita dl Hansenet; 550 se scorporiamo l’utile di Tim Brasil).

Il debito si è ridotto di meno di 600 milioni.

Se si considera che la composizione azionaria di Telecom Italia è fatta per:

13.380.670.771 azioni ordinarie per un dividendo 2010 di circa 669 milioni;
6.026.120.661 azioni risparmio per un dividendo di 361 milioni;

e al netto delle azioni possedute da Telecom Italia Finance e Telecom Italia (124.544.373 detenute da T.I Finanze e 1.272.014 da T.I) il dividendo complessivo produrrà un’uscita di circa 850 milioni.

Ogni ulteriore dividendo – alle condizioni date – brucerà quindi cassa e farà aumentare il debito (da qui la totale impossibilità di garantire dividendi ulteriori e di ridurre il debito agendo sui ricavi!)


In relazione ad un sommario quadro relativo ai parametri di efficienza segnaliamo che:

la CSI è passata dal 2008 al 1° trimestre 2010 da 7,05 punti a 7,56;

la fornitura di servizio è migliorata con una riduzione nello stesso spazio di tempo da 17 a 10 giorni per la fornitura servizi voce, mentre si ha una riduzione da 9 a 6 giorni per quanto riguarda i servizi ADSL (anche se i 6 giorni si sono già raggiunti nel 2009, in coerenza con gli impegni presi con Agcom);

il piano organico (personale) registra una riduzione dal 1 Gennaio 2008 a Marzo 2010 da 64100 dipendenti (gruppo Italia) a 57400 a Marzo 2010.

Evoluzione del mercato italiano

In relazione alle proiezioni di crescita del settore si prevede un aumento del segmento “media” del 6% (13 miliardi di euro come giro di affari), mentre il segmento ICT dovrebbe rimanere stabile (intorno ai 9 miliardi). Nello specifico delle TLC si prevede una crescita del mobile del 2% (18 miliardi) e una diminuzione del 3% della telefonia fissa (13 miliardi), stabile il segmento prodotti (applicativi) intorno a 4 miliardi.

In relazione alla segmentazione clienti non sono previsti aumenti per il segmento consumer (si tratta quindi di una competizione a somma zero tra i diversi operatori) ne per il segmento business e top, con una lieve crescita sono nel segmento media.

In questo scenario Telecom rivendica la continuità della sua strategia sul cambio di modello, che però finora ha ridotto i ricavi da 23,3 miliardi a 21,7 (2008-2009) e che prevede un ritorno alla crescita solo a fine 2012.

Da notare come in termini di ricavi la riduzione complessiva nel 2009 è stata pari al 7% e le previsioni di “miglioramento” per il 2010 prevedono una riduzione più contenuta a – 4/5%.

Una minore perdita sembrerebbe giustificare l’ottimismo sul debito (riduzione di 5 miliardi in 3 anni; vedi punto successivo specifico) e una politica di dividendi crescenti già nel triennio.

Strategie di riposizionamento nei vari segmenti operativi

Le strategie di lavorazione del cliente prevedono un approccio basato sulla centralità della customer care con un unico modello. Questa strategia doveva essere operativa già nel 2009 eppure ancora oggi le integrazioni sull’assistenza (superamento 119, 187, funzione di assistenza per OLO) sono solo sulla carta. Ribadirle nel piano sembra pleonastico, essendo già in ritardo.

In più è da evidenziare come la proposta di ridefinizione dei canali di vendita prevede un ulteriore concentrazione sui clienti ad alto valore e sulla fornitura di servizi di banda larga (BB), trascurando il segmento consumer e quello a valore medio (sono note le nostre critiche sull’eccessiva concentrazione solo su questi segmenti). Le stesse previsioni indicano per quando riguarda la potenziale vendita di nuovi prodotti in 200 mila i clienti che saranno lavorati in house e in 1 milione e 900 mila da associati (esterni).

Del resto la capacità di maggiore penetrazione nei segmenti medi sembra più legata ad un assecondare le attuali tendenze che non di accelerarle: la stessa politica di aumento dell’ARPU in mobilità, legata esclusivamente ad offerte commerciali connesse a terminali PC più evoluti, la dice lunga. La BB in mobilità crescerebbe in termini di ricavi da 1,8 miliardi nel 2010 a 2,3 miliardi nel 2012 esclusivamente per una dinamica già consolidata di utilizzo di servizi web in mobilità ( la previsione è un incremento dell’Arpu da 18,3 euro a circa 20). L’unico aspetto di interesse potrebbe essere quello legato ad eventuali strategie comuni Telecom e Olivetti, oggi impegnata in progetti connessi ai mini-PC. Sarebbero necessari maggiori approfondimenti. La stessa dichiarazione di concentrarsi su la banda larga in mobilità contrasta con la riduzione degli investimenti sulle stazioni radio mobili (si vedano paragrafi successivi): l’unica scelta operativa sembrerebbe quella di concludere l’operazione di condivisione dei siti mobili con Vodafone.

Sui servizi ICT, pur ribadendone la strategicità, si prevede di concentrarsi di meno sull’integrazione servizi ICT- servizi telefonia per il segmento consumer.
Per quanto riguarda il segmento della telefonia fissa la strategia dichiarata è di “consolidare l’attuale segmento abbonati per ridurre ulteriori erosioni”: l’obiettivo è di passare da una perdita del 3,6% di quote di mercato nel periodo 2008-2010 ad una perdita inferiore al 2% delle quote di mercato.

L’incremento del valore dei clienti consumer per la Banda larga rimane confermato legandolo esclusivamente alla maggiore velocità nella tecnologia XDSL (quindi non fibra, ma ulteriore copertura in Ethernet).

Infine in relazione alle strategie sui c.d. “servizi adiacenti” (VAS, soluzioni di rete per clienti aziendali, impresa digitale, ecc.) Telecom prevede di raggiungere una quota di mercato del 17% con ricavi in crescita da 831 milioni a 1, 342 miliardi (e un rafforzamento del portale “Virgilio” con una crescita di 46 milioni di ricavi). Il tutto legato in maniera specifica a particolari campagne pubblicitarie e ad un ricorso maggiore alle soluzioni integrate via web. Rimane evidente la vaghezza sulle strategie di investimento sul personale per l’integrazione e per lanciare una politica efficace di basic ICT service (cioè per aggredire il mercato a medio consumo).

In generale sui servizi trasmessivi le scelte operative riguardano un tentativo di valorizzare i fenomeni comunitari (quindi sul piano delle offerte tariffarie) e una strategia per richiedere (come tutti gli anni) una modifica delle tariffe di passaggio e umbulding (scaricando le attuali asimmetrie sugli OLO).

L’intera strategia sembrerebbe cioè concentrata non nell’acquisizione di clienti a medio valore e consumer, ma esclusivamente sul segmento TOP e in parte Business (una scelta sui “piccoli numeri” per essere chiari).

Rispetto alle dinamiche di consumo più che accelerare una possibile domanda, Telecom si accontenta delle normali evoluzioni negli stili di consumo del Paese. Stesso discorso sulle capacità tecnologiche.

Evoluzione strategie investimenti rete

Si conferma una strategia di mera continuazione nella copertura della rete rame per evitare ridondanze, in contraddizione con le previsioni di riduzione del valore negli accessi alle vecchia rete (soprattutto oltre i 3 km dall’ultimo stadio). Lo sviluppo della fibra fino al palazzo rimane uno scenario su cui investire in maniera selettiva (anche alla luce dell’assenza di certezza – e su questo condividiamo – sulla remunerazione degli investimenti).

L’attenzione ai costi sembra far prediligere investimenti mirati sulla BB in mobilità anche qui in contraddizione però con la scelta di rinviare la copertura delle alte frequenze radio annunciata nel piano stesso. Unico dato interessante (ma insoddisfacente per quantità) è un aumento del backhauling nelle stazioni radio mobile dalle attuali 605 in fibra alle previste 2700 entro il 2012 (lasciando però oltre 5000 unità ancora con nxE1 – la vecchia tecnologia per intenderci).

Per quanto riguarda le strategie sulle piattaforme IT si conferma, in coerenza con una semplificazione delle piattaforme e delle architetture (dato in parte oggettivo), l’obiettivo di riduzione dei sistemi (da 800 a 180), con una trasformazione delle postazioni fisse da 80000 a 40000 presso il cliente e 24 mila in modalità portatile, la riduzione già nota dei server a 2000 unità con la riduzione degli 8 data center a 3 campus data center.

E’ da sottolineare la totale mancanza di visibilità sulla funzione industriale di SSC sia in relazione all’integrazione con il gruppo che in relazione a possibili presenze sul mercato esterno (unica cosa nota è che vi saranno poi ulteriori riduzioni del personale subito dopo il passaggio di ramo). Unico elemento di visibilità generale sono le previsioni sull’evoluzione delle applicazioni IT che vedono ridursi le applicazioni in ambito accesso e voce dall’80% attuale al 72%, mentre aumenteranno le quote relative a banda larga e a personalizzazioni di applicazioni su specifiche piattaforme dei clienti.

Scarsa visibilità si ha anche su T.I Sparkle, cui cambio del management non può però essere un alibi.

All’interno della riduzione complessiva degli investimenti, i tagli agli investimenti specifici sulla rete saranno di circa 500 milioni (su 700), con una diminuzione nel triennio del 20%.

Efficienze sul mercato

In relazioni alle diverse “strategie” sopra analizzate l’obiettivo è giungere nel periodo 2009-2012 a 2,7 miliardi di risparmi, di cui 900 milioni già fatti nel periodo 1trimeste 2009- 1 trimestre 2010.

I restanti 1,8 miliardi sarebbero da raggiungere intervenendo su Network Operations (0,2 miliardi), Market & Distribuzione (0,4), Organizzazione e Processi di supporto (0,2), Information Technology (0,5), Customer Operation (0,1), Delivery e Assurance (0,2), Stabili e spese energetiche (0,2).

Di questi 1,8 miliardi, 1 miliardo e 100 milioni saranno tagli operativi (per cui il taglio al costo del lavoro rappresenterebbe quasi il 40% di tutti i risparmi operativi) e 700 milioni sugli investimenti, tanto che, nonostante i tagli, il rapporto tra costi operativi e investimenti che è oggi così ripartito 53% (costi operativi) – 47% (investimenti) nel 2012 sarà rispettivamente del 58% e del 42%.

Il piano prevede un delta fatto di un aumento delle efficienze aggiuntive (per esempio vendita immobili, risparmi energetici) e risparmi operativi.
Da notare che mentre non tutte le direzioni e aree sono impattate da efficienze “positive”, tutte le aree sono impattate dalla voce “risparmio sul personale”.

I risparmi sul personale ammontano a 0,4 miliardi (su 1,1 complessivi).

Non vi è evidenza (qualora vi fossero) delle efficienze (risparmi) legate alle sinergie più volte dichiarate con Telefonica, in quanto non si ha visibilità di risparmi ne in campo tecnologico che di fornitori internazionali!

Obiettivi dichiarati

Il piano industriale finalizza le strategie ed i risparmi a

1)praticare una crescita della remunerazione degli azionisti (5 centesimi per il 2010, tendenzialmente 6 e 7 per gli anni 2011 e 2012, come da grafico);

2)ridurre il debito di 5 miliardi entro il 2012. Da notare che tra il 2008 e il 2009 il debito è passato da 34,526 miliardi a 33,949 (con una riduzione di meno di 600 milioni);

3)ridurre i livelli occupazionali di 6822 unità di cui 2300 entro dicembre 2010 ed i restanti entro il 2012.

Il tutto proseguendo nella strategia di dismissioni delle attività no core a livello internazionale (praticamente sono rimaste controllate o partecipate solo Telecom Argentina e Cuba, se escludiamo Tim Brasile); riducendo i volumi di attività di assurance & delivery (appalti rete) e di customer sul segmento consumer (i 100 milioni di risparmio non sono da ritenersi, se non in parte, connesse a possibili uscite di personale, soprattutto per il 119 e il 187 consumer, da cui se ne deduce un taglio
di costi operativi connessi a volumi dati in appalto e quindi ad un minor costo per l’area costumer).

Da segnalare che delle 6822 unità, l’azienda ha dichiarato che 2300 sono i restanti esuberi rispetto ai 4000 dichiarati nel Dicembre 2008, da cui si deduce (essendo 470 FTE dichiarati come esuberi stati ricondotti a Contratti di Solidarietà) che 1230 lavoratori circa si siano dimessi volontariamente oltre le procedure concordate di mobilità volontarie.

In più l’azienda ha comunicato che:

890 sono ancora le capienze del piano di mobilità sottoscritto a settembre (ma su cui diverse province hanno esaurito i tetti);
786 sono i lavoratori che potrebbero andare in mobilità per la pensione ma che hanno rifiutato;
559 i lavoratori che hanno già maturato i requisiti per la pensione;
288 i lavoratori che maturerebbero i requisiti con un ulteriore mobilità a dicembre 2010.


Per un totale di 1633 unità.

Rimane ovviamente aperta la questione dei lavoratori dell’ADE in contratto di solidarietà.
Così come rimane aperta la questione relativa ad HRS e alla sua evoluzione tanto in relazione ai lavoratori ex-Tils quanto alle c.d. “altre strutture”.


A cura di Alessandro Genovesi – Segreteria Nazionale



Esplode la crisi di Telecom Italia nel Lazio 2.500 dipendenti in meno Chiesto un incontro il 5 maggio al ministero del Lavoro. Coinvolte le sedi di Val Cannuta e Parco dei Medici
L'allarme dei sindacati: "È il frutto del nuovo piano industriale"

I 15 mila dipendenti Telecom di Roma e del Lazio si preparano ad affrontare una nuova stagione di corposi tagli nel personale, la quarta in un decennio. Una pesante sforbiciata tra i 2 mila e i 2.500 lavoratori tra staff, call center e rete, nei prossimi due anni, secondo le stime dei sindacati. Sono coinvolte le sedi di Parco dei Medici e Val Cannuta, con impatti anche su Pomezia. Gli esuberi sono il frutto avvelenato dell'aggiornato piano industriale presentato da Franco Bernabè il 13 aprile che prevede, a livello nazionale, 6.800 lavoratori in meno entro il 2012 e di questi 2.300 entro il 2011.

Sommati ai tagli degli ultimi due anni, oltre 13mila persone usciranno dal gruppo, il 20% del personale in Italia. La preoccupazione è percepibile nei corridoi di Parco dei Medici dove si rincorrono da giorni le voci ancora non confermate dal management sul numero totale delle fuoriuscite. Di sicuro 774 lavoratori del settore informatico, l'It operation, saranno esternalizzati, ceduti cioè a una società esterna ma del gruppo Telecom, la Ssc srl, che però ha già annunciato ulteriori "efficientamenti di personale". Gli informatici romani temono che questa cessione di ramo d'azienda si trasformi in disoccupazione vera e propria e da alcuni giorni espongono fuori dai cancelli striscioni di protesta visibili anche dalla Roma-Fiumicino. D'altronde la soluzione dei contratti di solidarietà, studiata un anno fa per oltre 100 colleghi del 1254 e del centralino, si sta rivelando un vicolo cieco.

Nessun percorso formativo è stato finora messo in campo e i sindacati hanno chiesto per il 5-6 maggio un incontro presso il ministero del Lavoro per discutere il futuro di questi lavoratori il cui contratto scadrà tra un anno. Nessuno tra loro e degli altri ha i requisiti per il prepensionamento, visto lo svecchiamento già compiuto dall'azienda negli ultimi dieci anni. Così migliaia di lavoratori Telecom, a breve, potrebbero entrare in cassa integrazione per uno o due anni e poi in mobilità per altri tre. "Siamo molto preoccupati e il 29 saremo tutti a Rozzano per protestare in occasione dell'assemblea della Telecom", dice Fabio Opimo della Rsu Telecom Italia Slc-Cgil. "La cosa più insopportabile è che l'obiettivo di Telecom è giungere ad un aumento del dividendo e alla riduzione del debito di 5 miliardi: nessun cliente in più, nessun piano di rilancio, nessun investimento per innovare", aggiunge Emilio Miceli, segretario Slc-Cgil.
la repubblica ROMA

24 aprile, 2010

DAL CORRIERE DI OGGI INTERVISTA A GALATERI

Giovedì, in assemblea,proporrete l’azionariato diffuso ai dipendenti e un nuovo sistema di incentivi al management: stock option bocciate definitivamente?

«Criticabili, quanto meno. Le stock option, in fondo, non responsabilizzano. Meglio, credo, quello che abbiamo scelto di fare noi: al raggiungimento di determinati parametri reddituali e finanziari triennali i manager che lo vorranno potranno acquistare azioni, ma investendoci parte dei loro bonus. E solo se terranno quelle azioni altri due anni scatterà il premio di titoli gratuiti».

l'azionariato diffuso ai dipendenti, dove l'abbiamo sentita questa? in qualche congresso sindacale? Ottimo sistema per pagare i dipendenti con la carta invece che con i soldi......

23 aprile, 2010

SINTESI SULLA SITUAZIONE ESUBERI




E' bene provare a fare un minimo di punto della situazione, con tutte le prudenze del caso...

I dati: l'azienda dichiara 6822 esuberi, articolati come da comunicato nazionale nostro.
Ma come riesce a mandar via tutta questa gente?
Gli strumenti sono molteplici. Innanzitutto ci sono quelli che possono andare in pensione e coloro che possono "attaccare" la mobilità alla pensione: per queste due figure l'azienda chiede da tempo la coattività, cioè chiede di togliere la volontarietà all'uscita... della serie: se puoi andare in pensione o in prepensionamento, non puoi rifiutarti e devi "accettare" (ovviamente con l'esodo incentivato dall'azienda). In tutto per l'azienda queste due figure non contano neanche 1000 lav.

Poi ci sono la cassa integrazione ordinaria (cigo) e straordinaria (cigs), per un totale di 4 anni (2 + 2), a cui attaccare la mobilità (3 anni e 4 anni per le aree depresse, cioè il sud) Questa soluzione gira molto in azienda, ma trattasi di soluzione praticabile secondo legge, cioè telecom, come ogni azienda, può chiedere questa articolazione di ammortizzatori sociali per gestire gli esuberi.
Ovviamente, per i 3/4 anni di mobilità vale quanto abbiamo detto sempre, cioè che in assenza di accordo vanno in mobilità i più giovani, contributivamente parlando, mentre con accordo possono andare quelli vicini alla pensione.

Esiste anche un'altra voce, che è la cosiddetta mobilità lunga (5 o 7 anni): da quello che sappiamo, ma tutto deve essere preso con le molle, pare che il ministero del lavoro (Sacconi) non abbia dato l'avallo alla possibilità di prevedere la mobilità lunga; sempre prendendo il dato con tutti i dubbi del caso, uno dei motivi potrebbe stare nella contemporanea crisi della FIAT e l'impossibilità - anche per un governo come questo - di gestire questa montagna di esuberi (telecom e fiat... per non parlare di altre grandi aziende) con un'applicazione molto distorta della mobilità.

Infine, c'è la solidarietà, che però aleggia, ma molto defilata, pur essendo tra gli ammortizzatori sociali quello più coerente con la gestione di una crisi.

A queste voci, però è necessario contrapporre il vero e unico problema che è la assoluta necessità di garantire non solo chi esce dall'azienda, ma soprattutto chi rimane; premesso che la stessa azienda dichiara di non avere 6822 lav che possono andare in prepensionamento con la mobilità, il vero problema è che anche se riducessimo il numero e riuscissimo a trovare lo strumento per garantire tutti coloro che escono dall'azienda, oggi, differentemente che nel passato, non c'è nessuna garanzia per coloro che rimangono... non a caso il nostro comunicato si conclude dicendo che :

Oggi è in discussione se debba o no avere un futuro la Telecom

Qui il discorso è molto ampio. Portiamo degli esempi. abbiamo perso 4 milioni di sim del mobile in un anno; marco mi raccontava di 34 aziende che hanno chiesto almeno 1000 chiavette e noi non le abbiamo consegnate per problemi vari; la rete molti la conoscono e tutti sappiamo la condizione in cui vive; lo sharing dei ponti radio del mobile con vodafone e wind ci è costato l'ira di dio con il risultato di equiparare la nostra qualità a quella di vodafone e wind (a costo zero per quest'ultime); se lavorate sul crma sapete che bachi ci sono; oggi ho parlato con i colleghi della telefonia pubblica, a cui nessuno crede (fino ad oggi neanche io...) ed ho scoperto che in Francia le cabine pubbliche non solo sono produttive, ma crescono di numero, grazie alla possibilità di collegarsi in internet; devo continuare?
Insomma, quando si parla di necessarie garanzie per chi rimane il discorso si sposta dagli ammortizzatori sociali alle politiche industriali.
E allora è necessario riprendere gli investimenti, come è necessario che telecom guardi ad investimenti all'estero.

insomma bisogna che lavoratori i lavoratori capiscano quale è la vera partita in gioco, che non è come gestire gli esuberi... e questo deve essere uno dei nostri principali compiti in questa fase, perché sennò il rischio è che una volta che le altre organizzazioni sindacali portano il numero da 6822 a 6500 con la cigo/cigs integrata in parte dall'azienda, il problema è risolto... quando invece è solo peggiorato...

Come noto il 26 siamo a Roma, ma solo come slc; infatti, tale data era inizialmente convenuta confederalmente, per un coord naz unitario, ma poi è uscito un comunicato di un organizzazione che tra le righe dichiara che bisogna trattare.
Ovviamente nessuno è contrario a trattare, ma se prima di un coord. Naz. unitario, prima di ulteriori approfondimenti da fare con l'azienda, prima di qualunque ipotesi sindacale, si esce con un comunicato di critica forte, contemporaneamente aprendo alla trattativa, tutto questo significa che il messaggio non è ai lavoratori, ma all'azienda; e il messaggio è chiaro: c'è qualcuno disponibile all'accordo a tutti i costi (un film già visto).

22 aprile, 2010

AUGURI SINCERI PROFESSORESSA



In un paese che ignora i propri GENI, nel quale gli IDIOTI sono assunti ai piu' alti livelli, accetti i piu sentiti AUGURI da un umile OPERAIO.

21 aprile, 2010

COMUNICATO DI SLC CGIL NAZIONALE







Sindacato Lavoratori Comunicazione


COMUNICATO

Nella giornata di lunedì 19/4/2010, si è tenuto un incontro tra Telecom Italia e le Segreterie Nazionali SLC-CGIL, FISTeL- CISL e UILCOM-UIL congiuntamente alle Segreterie Confederali di CGIL, CISL e UIL per un’illustrazione del piano industriale 2010/2012.
In premessa Telecom Italia ha spiegato che in coerenza con le prassi in essere già da qualche anno siamo in presenza di un aggiornamento annuale dei precedenti Piani Industriali del 2008/2010 e 2009/2011, ribadendo la persistenza di uno scenario macroeconomico che vede l’Italia con una crescita più bassa della media dell’Europa occidentale pari ad un P.I.L. al 1,4 nel triennio 2010/2012 (Italia 1,1), ed una riduzione dei ricavi sui servizi voce fissa.
In una fase congiunturale come quella che l’economia ha vissuto nell’ultimo anno, sempre secondo Telecom Italia, i gestori di telefonia mobile come TIM, che si caratterizzavano con un posizionamento delle tariffe medio alte, sono stati fortemente penalizzati dalla crisi del mercato.
L’eccesso di capacità produttiva, lo scenario competitivo che sta fortemente mutando con l’avvento di nuovi competitori (vedi google) che si avvalgono di piccole strutture di costo pur raggiungendo quote considerevoli di fatturato, sarebbero gli ulteriori elementi dello scenario attuale, di fronte ai quali la priorità del gruppo è rappresentato dal mantenimento dei margini.
In sostanza Telecom ha presentato un progetto che prevede nell’arco del triennio una serie di razionalizzazioni che ammontano a circa 1,8 MLD distribuito su tutte le aree dell’azienda, una riduzione del cash flow ed una posizione finanziaria netta che porterebbe il debito netto nel 2012 a circa 28 MLD con una riduzione di 5 MLD di euro rispetto all’attuale, ribadendo inoltre che il processo di efficentamento previsto per il personale ammonta a 0,4 MLD e si concretizza in un residuo di eccedenze dei precedenti piani pari a 2300 lavoratori ed un’ulteriore eccedenza di 4522 unità nel periodo 2010/2012 per un totale di 6822 lavoratori.

SLC-CGIL, unitamente alla confederazione, ha espresso un giudizio complessivo fortemente negativo nei confronti di un piano che:

*Sul piano occupazionale prevede ulteriori 6822 esuberi, senza considerare quelli già effettuati negli scorsi anni e quelli preannunciati per la parte informatica ed ancora non quantificati.

*Riduce fortemente gli investimenti.

*Prevede solo ulteriori dismissioni (tranne che per il Brasile), prefigurando il ruolo di Telecom Italia sempre più lontano da quello di un grande operatore internazionale, ruolo ormai sempre più necessario per competere con gli altri grandi concorrenti presenti sul mercato.

Inoltre la forte perplessità sul raggiungimento di un obbiettivo così ambizioso come quello della riduzione del debito, unitamente al mantenimento del dividendo per gli azionisti ed agli ulteriori tagli preannunciati prefigurano ancora una volta uno scenario nel quale i soli a pagare scelte industriali sbagliate, secondo Telecom Italia, dovranno essere ancora una volta i lavoratori.
Come SLC ricordiamo inoltre che sono ancora tutti aperti i temi riguardanti i contratti di solidarietà in ambito Directory Assistance, le delocalizzazioni di quote di lavoro sempre più consistenti in ambito 119, lo scenario confuso in cui sta avvenendo lo scorporo di IT Operation, la questione ormai vergognosa legata alla sorte dei lavoratori ex TILS oramai quasi da un anno senza lavoro e, non ultimo, il rapporto con gli outsourcers (vedi il rinnovo dei contratti con le aziende esternalizzate ex Telecom) che, in nome di principi esclusivamente ragionieristici, continua a produrre esuberi direttamente imputabili a Telecom Italia anche in quelle aziende.
Per tutti questi motivi SLC-CGIL conferma il suo giudizio nettamente negativo nel merito del piano industriale ed auspica il rafforzamento dell’iniziativa unitaria per contrastare un disegno assolutamente penalizzante per l’azienda e per i lavoratori.
Riteniamo che Telecom Italia sia ancora e debba rimanere un valore per tutto il paese ed una vertenza che ancora una volta preannuncia solo ulteriori riduzioni di personale, taglio degli investimenti e riduzione del perimetro debba vedere coinvolti tutti i soggetti responsabili: azienda, istituzioni, governo e parti sociali.
Oggi è in discussione se debba o no avere un futuro la Telecom.


Roma, 21 aprile 2010

LA SEGRETERIA NAZIONALE

20 aprile, 2010

DA UNA NOTA RISERVATA INTERNA DEL NAZIONALE

IL SEGUENTE PARAGRAFO FA TREMARE I POLSI, perche' quello che era stato temuto l'estate scorsa potrebbe realizzarsi adesso, nel frattempo è cambiato il contesto economico del governo (non ci sono i fondi per le casse in deroga................)

"non vi sono che alcune centinaia di lavoratori che potrebbero in mobilità volontaria raggiungere i requisiti per la pensione>"

19 aprile, 2010

Telecom: 6.822 esuberi nel triennio


Di cui 2.300 gia' previsti e 4.522 aggiuntivi

(ANSA) - MILANO, 19 APR - Telecom Italia prevede nel triennio 2010-2012 6.822 esuberi, 2.300 gia' previsti e 4.522 aggiuntivi rispetto ai precedenti piani. I contenuti dell'aggiornamento del piano strategico di Telecom Italia sono stati illustrati ai sindacati. L'azienda ha spiegato come 'si cumulino le necessita' di efficientamento residue gia' previste in piani precedenti ed ulteriori efficienze aggiuntive, quantificate in 4.522 risorse'' che se ne dovranno andare di qui al 2012.

19 aprile 2010 - 21:31
Italia: Telecom, in triennio 2010/12 6800 esuberi, 4500 aggiuntivi

MILANO - Telecom Italia prevede di realizzare nel triennio 2010-2012 6822 esuberi, 2300 dei quali già previsti e 4522 aggiuntivi rispetto ai precedenti piani di riduzione dei costi. È quanto comunica la società in una nota al termine dell'incontro di oggi con i sindacati.

I contenuti dell'aggiornamento del piano strategico di Telecom Italia, si legge nel comunicato, sono stati illustrati alle organizzazioni sindacali confederali e di categoria Cgil, Cisl e Uil dalla delegazione aziendale con riferimento agli impatti sugli organici nel periodo 2010-2012.

Telecom Italia ha spiegato come "in tale periodo si cumulino, in Telecom Italia S.p.A., le necessità di efficientamento residue già previste in piani precedenti (2300 risorse, al netto delle riduzioni già operate nella fase iniziale del 2010) ed ulteriori efficienze aggiuntive, quantificate in 4522 risorse" che se ne dovranno andare di qui al 2012.

Per quanto riguarda la società SSC, Telecom ha "confermato il diretto interesse del gruppo al mantenimento delle relative attività entro il proprio perimetro in condizioni di ripristino della competitività delle lavorazioni ed in tale quadro il proprio diretto coinvolgimento nella gestione di tale percorso".

Le parti hanno convenuto per la necessità di ulteriori approfondimenti.

13 aprile, 2010

Emilio Miceli Segretario Generale Slc Cgil su piano industriale Telecom

“Bernabè non può promettere maggiori dividendi agli azionisti e dare schiaffi ai lavoratori”. E’ la reazione al Piano Industriale presentato oggi dall’Amministratore Delegato di Telecom, Franco Bernabè da parte del Segretario generale di Slc-Cgil, Emilio Miceli.

“Dalle dichiarazioni dell’A.D. di Telecom –afferma Miceli - dividendi ed esuberi sembrano essere le due coordinate del piano di un gruppo che, è bene ricordarlo, si ritira progressivamente dalla platea sovranazionale delle Tlc, e diminuisce la sua capacità competitiva nel mercato italiano”. Per Miceli, “tante aziende, in una fase come l’attuale, proprio per far fronte alla crisi, hanno deciso di non distribuire dividendi e di attendere tempi migliori. Telecom, che è un’azienda in forte difficoltà innanzitutto industriale e poi anche finanziaria, sceglie la strada di rassicurare solo gli azionisti con la promessa di maggiori dividendi nei prossimi anni, senza indicare obiettivi di politica industriale in grado di rilanciare l’insieme del gruppo”.

“E’ ormai diventata una vera e propria ossessione quella di annunciare continui esuberi anche quando questi oramai non determinano nemmeno il rimbalzo di qualche minuto in borsa” prosegue il leader di Slc-Cgil assicurando che “andremo all’incontro del 19 sul piano industriale con la determinazione di chi sa che Telecom deve trovare forza e capacità per rilanciare gli investimenti e dare anche stabilità al lavoro”.

09 aprile, 2010

Arbitrato: Angeletti, della Cgil "non mi può fregare di meno"

”Il meccanismo arbitrale è ottimo a prescindere da quello che pensa la Cgil”. E’ questa la posizione del segretario generale della Uil Luigi Angeletti espressa a conclusione di un dibattito sull'argomento organizzato a Milano, con la partecipazione di Giuliano Cazzola, relatore alla Camera per il Collegato Lavoro. “Se un accordo è buono - ha proseguito il sindacalista - lo firmo a prescindere da quello che pensa la Cgil, di cui non me ne può fregare di meno”. Lo riferisce l'Ansa.RASSEGNA:IT

DELLA SERIE ANCHE LE PULCI HANNO LA TOSSE................
MA CHETATI RAPPRESENTI ALTRO CHE TE STESSO