23 luglio, 2009

22 luglio, 2009

Telecom: sindacati, bloccare appalti al massimo ribasso

Una delegazione dei sindacati dei metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm è stata ricevuta oggi, a Roma, presso il ministero dello Sviluppo Economico. E' quanto si apprende da una nota. Nel corso dell’incontro, la delegazione sindacale ha illustrato ai rappresentanti del governo i problemi del settore delle installazioni telefoniche. In particolare, si può leggere nel verbale ministeriale emesso al termine dell’incontro, i sindacati sottolineano “le gravi conseguenze che l’annunciata gara di Telecom Italia per l’assegnazione di attività di assurance, delivery e technology potrebbe determinare sul futuro delle imprese e sull’occupazione”.

Nei giorni scorsi, infatti, Fim, Fiom, Uilm avevano emesso un comunicato in cui affermavano che “la grave e improvvisa decisione di Telecom Italia di assegnare il 24 luglio 2009 con gara al massimo ribasso, in tutte le regioni d'Italia, attività attualmente contrattualizzate a primarie aziende delle installazioni telefoniche, aprendo ad imprese non del settore e/o di sub appalto, non è accettabile per gli effetti sociali e industriali che tali scelte produrrebbero”.

“Tale decisione - proseguiva il comunicato - è priva di ogni attenzione industriale e occupazionale, oltre che alle condizioni retributive e normative dei lavoratori, alla sicurezza di chi lavora (…). È chiaro che con tale atto Telecom anticipa sperimentalmente la strategia sui rinnovi di tutti i contratti d'appalto in scadenza a fine 2009. La decisione della Telecom colpisce tutte le primarie imprese del settore (Sirti, Sielte, Site, Ciet, Valtellina, Alpitel, Mazzoni, Ceit, Icot, ecc.) e apre ad una polverizzazione di imprese che andranno a gestire le attività. È necessario opporsi radicalmente a questa deriva priva di ogni progettualità industriale".

Oggi le categorie hanno ribadito al ministero dello Sviluppo economico quanto avevano già comunicato in mattinata a Telecom Italia, e cioè “la necessità che la gara al massimo ribasso del 24 luglio sia annullata”. Nel verbale emesso al termine dell’incontro, il ministero dello Sviluppo Economico afferma che “interverrà immediatamente” presso Telecom “al fine di verificare la situazione denunciata dai sindacati e di impedire le negative conseguenze sulle imprese e sui lavoratori”.

Il dicastero “si è impegnato a convocare un incontro con tutte le parti interessate (a partire da Telecom Italia) per esaminare la situazione attuale e le prospettive degli investimenti necessari a garantire un futuro alle imprese manifatturiere e di installazioni telefoniche italiane che operano nel settore delle Tlc”.

In mattinata - nell’ambito dello sciopero di 8 ore attuato oggi a Roma e nel Lazio dai lavoratori metalmeccanici del settore delle installazioni telefoniche - Fim, Fiom, Uilm avevano attuato un presidio davanti alla sede centrale di Telecom Italia. Una delegazione sindacale è stata ricevuta con esito negativo dalla direzione Telecom. A seguito di tale esito, i lavoratori partecipanti all’iniziativa hanno dato vita a un corteo che - lungo corso d’Italia, Porta Pinciana e via Veneto - ha raggiunto la sede del ministero dello Sviluppo economico.

A sostegno della posizione assunta nei confronti della Telecom, i sindacati dei metalmeccanici hanno indetto uno sciopero di 8 ore per venerdì 24 luglio che si terrà in tutte le regioni meno che nel Lazio dove, come detto, l’astensione dal lavoro è stata attuata nella giornata di oggi.

22/07/2009 19:17

21 luglio, 2009

VERBALE MIN LAVORO SU ACCORDO SOLIDARIETA' 1254 ADE

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DOCUMENTO SU CHIUSURA SALE STAFF TILS

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TELECOM ITALIA: SLC-CGIL “RITIRATI I LICENZIAMENTI. ACCORDO BUONA MEDIAZIONE

“Nella mattinata di oggi, dopo una lunga trattativa iniziata lunedì mattina, sono stati sottoscritti due importanti accordi sindacali tra SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL e l’azienda Telecom Italia. Con il primo accordo l’azienda ritira i licenziamenti riguardanti 470 lavoratori delle Directory Assistance. Al loro posto si farà ricorso a contratti di solidarietà che saranno accompagnati da un piano di rilancio dei servizi di informazioni telefoniche e da piani di nuovo impiego delle risorse, salvaguardando così il mantenimento del posto di lavoro e la possibilità di una riconversione dei lavoratori su altre attività”. Così dichiara in una nota la Segretaria Nazionale di SLC-CGIL, il principale sindacato in Telecom.
“Al centro della mobilitazione oltre al ritiro dei licenziamenti vi erano poi altre tre importanti richieste che l’azienda, nonostante i ripetuti tentativi, non ha potuto alla fine non prendere in considerazione. Innanzi tutto, di fronte alla ventilata ipotesi di chiusura di 15 sedi territoriali di Telecom e relativi trasferimenti territoriali presso altre città, l’azienda ha accettato il principio rivendicato dal sindacato per cui le mobilità territoriali potranno avvenire esclusivamente con il consenso dei lavoratori. Inoltre si accetta che la mobilità professionale (cioè la ricollocazione di parte dei lavoratori di staff su aree operative) sarà oggetto di monitoraggio tra le parti, nel tentativo di salvaguardare e valorizzare le professionalità acquisite: non più atti unilaterali aziendali, ma oggetto di confronto sindacale”.
“Infine – continua la nota – l’azienda ha accettato di continuare a discutere a settembre delle attività di formazione rivolte al personale Telecom, tema che tratta direttamente delle sorti di TILS e dei suoi dipendenti, oggi a rischio di licenziamento”.
“Gli accordi rappresentano ovviamente una mediazione e certamente lasciano aperti problemi e questioni insolute che rimandano alla politica industriale di Telecom, alla sua capacità o meno di sciogliere i nodi del debito e degli assetti proprietari. Sono una base di partenza però per tutelare di più i lavoratori dell’ex azienda di Stato, la parte più debole nei momenti di grave incertezza come quelli che oggi Telecom conosce. Soprattutto l’azienda ha dovuto accettare i punti posti con le mobilitazioni e gli scioperi, dovendo ricercare una mediazione con il Sindacato che, in diverse occasioni, è stato vissuto più come un problema che non come un interlocutore ed un soggetto importante nella vita dell’azienda”.



Roma, 21 luglio 2009