24 aprile, 2008

C'E' UN PATRIMONIO IMMOBILIARE DA SACCHEGGIARE ?

Alitalia, dopo Tronchetti si fa avanti anche Ligresti. Berlusconi, tagli inevitabili.

Si fanno più consistenti le ipotesi di cordata italiana per Alitalia. Dopo Marco Tronchetti Provera, si fa avanti anche Salvatore Ligresti. Il presidente onorario di Fondiaria-Sai e di Premafin, parlando con i giornalisti a margine dell'assemblea di Fondiaria-Sai a Firenze ha affermato che «una mano bisogna darla» rispondendo ai giornalisti che lo interpellano sull'eventuale cordata italiana per Alitalia. «Penso che ci sarà modo di essere coinvolti», ha affermato. «Penso che sia giusto e doveroso per il Paese, per la compagnia, per i lavoratori, per il turismo» ha aggiunto. Ai cronisti che gli chiedevano tempi e modi della formazione della cordata, Ligresti ha risposto che «le cose si fanno in silenzio», precisando poi «penso che si faranno».

22 aprile, 2008

OGGI ALTRE 5 VITTIME DEL LAVORO


Vorremmo segnalare un iniziativa in favore dei lavoratori della thyssen

LINK INIZIATIVA

LINK DONAZIONE

17 aprile, 2008

15 aprile, 2008

UNA PARTE DI TESTO RIPRESO DA UNA CANZONE DI FRANCESCO

io dico addio a tutte le vostre cazzate infinite,
riflettori e paillettes delle televisioni,
alle urla scomposte di politicanti professionisti,
a quelle vostre glorie vuote da coglioni...

E dico addio al mondo inventato del villaggio globale,
alle diete per mantenersi in forma smagliante
a chi parla sempre di un futuro trionfale
e ad ogni impresa di questo secolo trionfante,
alle magie di moda delle religioni orientali
che da noi nascondono soltanto vuoti di pensiero,
ai personaggi cicaleggianti dei talk-show
che squittiscono ad ogni ora un nuovo "vero"
alle futilità pettegole sui calciatori miliardari,
alle loro modelle senza umanità
alle sempiterne belle in gara sui calendari,
a chi dimentica o ignora l'umiltà...

[..]

Io dico addio a chi si nasconde con protervia dietro a un dito,
a chi non sceglie, non prende parte, non si sbilancia
o sceglie a caso per i tiramenti del momento
curando però sempre di riempirsi la pancia
e dico addio alle commedie tragiche dei sepolcri imbiancati,
ai ceroni ed ai parrucchini per signore,
alle lampade e tinture degli eterni non invecchiati,
al mondo fatto di ruffiani e di puttane a ore,
a chi si dichiara di sinistra e democratico
però è amico di tutti perché non si sa mai,
e poi anche chi è di destra ha i suoi pregi e gli è simpatico
ed è anche fondamentalista per evitare guai
a questo orizzonte di affaristi e d'imbroglioni
fatto di nebbia, pieno di sembrare,
ricolmo di nani, ballerine e canzoni,
di lotterie, l'unica fede il cui sperare...

UNO SPACCATO DI QUESTA NOSTRA IPOCRITA SOCETA'

13 aprile, 2008

Strategie aziendali di gestione del personale


La morte di Antonio Carlino ci deve far fare una riflessione possibilmente non demagogica sulla gestione quotidiana del personale di Telecom Italia.

Stando alla cronaca dell’incidente ( la magistratura accerterà i fatti) il collega è caduto da circa tre metri di altezza, piu’ probabilmente da due metri, la quota che si raggiunge con il pedone della scala. Non è di questo che dobbiamo parlare, ma delle molteplici cause che possono aver influito sull’incidente.

Ogni giorno veniamo gestiti con l’obbiettivo di ridurre al massimo i tempi morti per raggiungere gli obbiettivi, le politiche che sono attuate in azienda per questo sono di diversi tipi. Queste riguardano le malattie, i “canvas”, la produttività individuale.

Recentemente le strutture di RU hanno incontrato alcuni colleghi scelti ad hoc nei territori per fargli un colloquio relativo alle malattie da questi fatte, e parlare della loro produttività. Il fine dell’incontro non era solo quello di “avvertire” i colleghi bensì di insinuare in tutti i lavoratori “ se non ti comporti come vogliamo potrebbe succedere anche a te”.
E’ evidente che questo “avvertimento” può provocare in alcuni un senso di ansia e di inadeguatezza, e di conseguenza un allentamento della “percezione del rischio” durante lo svolgimento delle attività”.

Aggiungiamo a questo l’ansia per ottenere l’agognato livello, oppure rinunciare alla malattia quando si sta male, altrimenti si rischia di non percepire il “CANVAS” che in questo periodo di crisi è se non indispensabile, quantomeno utile.

Solito discorso per il ricorso allo straordinario, in alcune realtà sotto organico, questo strumento è utilizzato per sopperirne, e poter raggiungere gli obbiettivi prefissati.

La nascita di Open Access aveva in alcuni di noi creato delle attese di un miglioramento delle condizioni di lavoro, intese queste, come una migliore distribuzione dei carichi di lavoro e una minore pressione che ne avrebbe avvantaggiato la qualità. Ma allo stato dei fatti non è cambiato assolutamente niente.

11 aprile, 2008

CON LA MORTE NEL CUORE


UN TRAGICO VOLO DALLA SCALA: IL RICOVERO, POI LA MORTE

Un incidente sul lavoro, l’ennesimo, fatale; un’agonia crescente, che si è protratta diverse ore. Poi è arrivato il silenzio, ed ha iscritto un nuovo nome sull’immensa lapide delle “morti bianche” d’Italia. I controlli a tappeto nei cantieri e sui luoghi di lavoro in genere sembrano allora solo numeri per rimpolpare le statistiche, se non si riesce a mettere un ideale cartello, un “Alt, basta così”, se non passa giorno senza notizie come quella che ha visto, Antonio Carlino, 53enne di Strudà (frazione di Vernole), operaio della Telecom, fare un volo di tre metri da una scala, mentre stava lavorando in via Toma, nel cuore del rione San Pio, periferia di Lecce, e rovinare per terra. E’ successo alle 10 di questa mattina, e forse l’episodio sembrava in un primo momento meno grave del previsto. A sirene spiegate l’ambulanza del 118 ha preso la via del “Vito Fazzi”, dove l’uomo è stato ricoverato per accertamenti. Poi, però, devono essere subentrate delle complicazioni. Prima il trasferimento nel reparto di Rianimazione, poi il decesso, intorno alle 18. Sposato, tre figli, Carlino viveva a Pisignano, un’altra frazione di Vernole, a pochi chilometri dal capoluogo; e proprio presso il Comune di Vernole è impiegata sua moglie, originaria di Acaya. Carlino, secondo i primi accertamenti degli ispettori del lavoro dello Spesal, stava lavorando all’allaccio di una linea telefonica presso uno stabile, quando improvvisamente, per cause ancora poco chiare, ha perso l’equilibrio, cadendo per terra da circa tre metri d’altezza. I prossimi accertamenti dello Spesal dovranno chiarire ancora diversi aspetti, per esempio se l’uomo indossasse il casco di protezione. Quello che purtroppo è certo, è che per Carlino c’è stato poco da fare: sei ore dopo il ricovero ha smesso di respirare.

08 aprile, 2008

TELECOM: PRIMI DATI INDICANO CHE SCIOPERO E’ RIUSCITO

“I primi dati che ci provengono dai principali centri di lavoro indicano una partecipazione intorno al 70% , con punte nella rete e nei customer intorno all’80%. Lo sciopero è abbondantemente riuscito”. Così dichiarano in una nota le segreterie nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL.

I sindacati avevano invitato i lavoratori a scioperare 4 ore in Telecom e 2 in Telecontact a sostegno delle rivendicazioni economiche e occupazionali avanzate nel secondo livello di contrattazione.

“L’azienda– continuano i sindacati – deve ora dimostrare di avere senso di responsabilità: la proposta di aumentare solo del 10% in 4 anni il PDR va accantonata. In piattaforma abbiamo chiesto un aumento del 30% sul Premio e di 2 euro sul ticket : da lì per noi si deve partire per rispondere concretamente alla grave situazione salariale . L’azienda deve inoltre dimostrare di voler risolvere una volta per tutte la questione occupazionale in Telecontact: un part-time di 4 ore al giorno non basta più. Occorre dare dignità al lavoro di tanti giovani, spesso laureati, che lavorano per Telecom”.

“Vi sono molte vie per rilanciare un’azienda, ma senza valorizzare i lavoratori, senza investimenti sul personale, non si va molto distanti ”.


Roma, 8 aprile 2008

07 aprile, 2008

INTERVISTA A STEFANO PILERI

LINK:INTERVISTA PILERI AFFARI & FINANZA

"Dimezzato il divario digitale, adesso bisogna puntare a un’Italia a 20 mega"

Ma il ritardo resta. Anche se Telecom Italia garantisce di aver portato l’Adsl al 94% della popolazione, come ha spiegato ad Affari & Finanza Stefano Pileri, capo della rete del gruppo italiano, gli accessi restano pochi. Pochi italiani usano la banda larga.
« Dobbiamo chiarire le cause e individuare delle soluzioni. Ma anche sottolineare un dato di fatto: il nostro storico ritardo nei collegamenti in banda larga da rete fissa comincia ad essere compensato, almeno in parte, da quelli da rete mobile. Non dimentichiamo che l’Italia è il Paese dei record per la telefonia cellulare. Ai dieci milioni di collegamenti broadband da fisso, se ne aggiungono alcuni milioni da rete mobile con offerte fino a 7 mega. Tra l’altro, ora avremo anche le reti WiMax, la cui gara abbiamo sbloccato, avviato e concluso anche con ottimi risultati in termini di valorizzazione delle risorse».[****]

«Torniamo all’obiettivo ‘Italia a 20 mega’. A questo servono gli accordi con le Regioni. Accordi in base ai quali abbiamo stilato piani di cablaggio in fibra ottica per collegare le centrali scoperte. Stato e Regioni stanno realizzando alcune migliaia di chilometri di cavi in fibra. La generalizzazione di questi accordi rende possibile l’obiettivo ‘Italia a 20 mega’. Gli investimenti sono per un terzo in capo allo Stato, per un terzo alle Regioni e per l’ultimo terzo alle imprese, in primis Telecom Italia. Abbiamo un ammontare di risorse già in campo per 500 milioni circa nel 2007 e 2008. Ne serviranno 700 milioni per 2009 e 2010. Così la banda larga può diventare un ‘servizio universale’. Resta poi la sfida delle NGN, le reti di prossima generazione. Lì servono investimenti dieci volte più grandi e in Italia, come in tutta Europa, serve un quadro regolatorio e un trend di consumi che li renda convenienti».

05 aprile, 2008

IL MANIFESTO E LA NGN NETWORK 3 ARTICOLI


LINK: COSA E'NGN NETWORK IMPATTI SOCIALI

La fibra ottica direttamente dentro casa. È così che dovrebbe essere la rete del futuro, le autostrade digitali o più semplicemente la Next generation network (Ngn). Sui media se ne parla poco e in modo non troppo chiaro. In campagna elettorale, invece, vige il silenzio più assoluto. Eppure si tratta di un'infrastruttura cruciale per il futuro del Paese: una rete ad alta velocità che garantisca a tutti (ma proprio a tutti) i cittadini una connessione a internet che abiliti servizi evoluti. Video ad alta definizione bidirezionali in tempo reale, come la telepresenza, che consente realmente il lavoro da remoto, permettendo la riduzione degli spostamenti, ma anche la telemedicina o il controllo capillare dei dispositivi domestici di qualunque tipo. In poche parole, una piattaforma per lo sviluppo e l'erogazione di servizi da parte di imprese e pubblica amministrazione paragonabile a quello che sono state le autostrade nell'Italia del dopoguerra. Tutto questo può essere ottenuto solo a una condizione: fare in modo che la fibra ottica, il più potente materiale di trasmissione a disposizione, arrivi dentro ad ogni abitazione. A differenza di quanto accade oggi che si ferma, in media, a circa un chilometri e mezzo dalle case degli utenti raggiunte invece dal buon vecchio doppino in rame.
SEGUE AL LINK

LINK NGN NEL MONDO

Per tutte le reti Dal primato asiatico alla rincorsa degli Stati uniti, dall'esempio di Singapore alle curiosità in salsa svedese
Di Carola Frediani

LINK INTERVISTA A QUINTARELLI

Quale ruolo dovrebbe avere Telecom Italia?
Innanzitutto deve separare la rete dai servizi commerciali, e la separazione è tale solo se la nuova società avrà un board indipendente. Perché questo avvenga deve poi esserci una contabilità regolatoria, che attribuisca un costo ai vari prodotti tale che investire nell'impresa sia conveniente. Si dovrebbe dare la garanzia a chi spende i soldi che per i prossimi dieci anni potrà affittare la rete a un prezzo stabilito e tale da rassicurare chi mette mano al portafogli.
Cosa può fare lo Stato e cosa i privati?
Lo Stato dovrebbe innanzitutto centralizzare la gestione della cosa, sottraendola al potere decisionale delle autonomie locali. Poi la politica deve creare le condizioni perché un consorzio di privati - gli operatori telefonici, con in testa l'ex monopolista, venture capital e qualsiasi azienda creda nel progetto - possa investire soldi senza troppi rischi di non rientrare.
Visti i vantaggi per il Paese perché non si fa un'infrastruttura simile?
C'è poca sensibilità politica, e poi gli operatori telefonici che hanno speso molto per affittare da Telecom l'ultimo miglio in rame verrebbero scavalcati da una Ngn in fibra e vedrebbero svanire i loro investimenti.
Cioè ad avversare la Ngn in fibra sarebbero Fastweb, Vodafone, Bt, Wind e gli altri?
Sono loro che hanno da perderci più di tutti. E le azioni di lobby esercitate sono sufficienti a impedire che un progetto di ampio respiro e allo stesso tempo di vitale importanza venga realizzato. D'altronde viviamo in un Paese in cui le imprese che sbagliano a investire non pagano mai i propri errori.

BOIA DE' CHE MOTIVATORE ACCOLTURATO


LE SCUOLE ESCLUSIVE NN SONO PIU' QUELLE DI UNA VOLTA...........
CAPORETTO FU IL PIU' GRANDE MOMENTO DEL REGIO ESERCITO?