23 luglio, 2006

A PROPOSITO DI WI-MAX


DAL SOLE 24 ORE

COME SI PUO' VEDERE IL SISTEMA WI-MAX NON E' PER NULLA DIMENTICATO, ANZI............

20 luglio 2006
Venturi (Cisco): «Ecco come cambiano le tlc»
di Mario Cianflone




La convergenza sulla rete Ip di voce, dati e video sta affermandosi sempre di più e così pure il voice Over Ip, la fonia su protocollo internet.

Le reti locali senza filo ad velocità sono una realtà consolidata e si sta aprendo la sfida dei network wireless geografici. Ecco le sfide del mondo delle tlc. In un'intervista al Sole24Ore.Com, Stefano Venturi, amministratore di Cisco Italy illustra come la multinazionale le sta affrontando.

Qual è la visione di Cisco su come si sta delineando lo scenario futuro in merito alla convergenza e al VoIp in particolare, e qual è la posizione di Cisco in queste aree?
Cisco è stata una delle prime aziende a prevedere il fenomeno della convergenza di voce, dati video sulla rete e sin dal 1999 ha realizzato soluzioni convergenti basate su VoIp. In Italia abbiamo trovato un mercato molto ricettivo, possiamo dire addirittura all'avanguardia: la prima dorsale telefonica europea su VoIp è stata realizzata proprio nel nostro paese alla fine del 2002 da Cisco in collaborazione con Italtel nel tratto Roma - Milano. Da allora il VoIp è entrato nelle aziende, nella pubblica amministrazione e nel mercato privato. Per dare un'idea della velocità con cui il fenomeno sta prendendo piede basta osservare i nostri risultati negli ultimi anni: abbiamo impiegato circa tre anni prima per raggiungere il traguardo di un milione di telefoni Ip, per il secondo milione è invece bastato un solo anno. Oggi, con oltre sette milioni di telefoni Ip installati nel mondo, ne vendiamo circa un milione ogni tre mesi. Gli investimenti che Cisco ha effettuato sia in termini di ricerca e sviluppo che sotto forma di acquisizioni nel campo delle soluzioni di comunicazione su Ip sono stati ingenti, ed hanno contribuito in maniera decisiva al cambiamento del mercato della telefonia.
Sullo sviluppo della convergenza e del VoIp anche gli analisti supportano la nostra visione; per esempio secondo un recente studio condotto da Idc, entro il 2008 circa tre quarti delle aziende di tutto il mondo prevede di migrare verso una rete convergente: il 28% delle grandi aziende europee e americane ha già implementato tecnologie convergenti e questo dato crescerà fino al 74% nei prossimi tre anni. Sempre Idc, in un'altra indagine sulla telefonia VoIp in Italia, rileva che dal 2004 al 2007 il mercato dei servizi VoIp crescerà del 44% e prevede che nel nostro Paese nel 2008 quasi il 90% dei sistemi telefonici venduti sarà in questa tecnologia..
A suo avviso qual è l'impatto della rivoluzione Ip nelle reti aziendali?
L'Ip è la tecnologia che per la prima volta ha consentito di standardizzare qualunque forma di comunicazione e di collegare tutti gli apparati aziendali ad un'unica infrastruttura, non soltanto i computer, ma anche i telefoni, i sistemi di videocontrollo, quelli di memorizzazione dei dati (dischi, nastri, San) e infine quelli di gestione intelligente degli edifici. Avere tutte le risorse in rete significa poterne disporre sempre e indipendentemente da dove ci si trova, nonchè poter usufruire di economie di scala, ad esempio diventa irrilevante la dislocazione fisica dei dati e questo consente di ottimizzare l'uso dello spazio sui dischi. È questo il concetto della virtualizzazione delle risorse, che sta avendo ripercussioni importanti sulle architetture dei sistemi It.
Con l'affermazione dell'Ip come standard per le comunicazioni cambierà anche il modo di lavorare in azienda. Il telefono oggi è uno strumento per interazioni occasionali fra impiegati, clienti e fornitori, grazie all'Ip avremo invece una infrastruttura unificata di comunicazione, che nasce dal matrimonio tra telefono e computer. Con le Unified Communications si potrà collaborare a distanza usando lo strumento più idoneo (telefono fisso, mobile, Pda, chat, e-mail, voice mail, agenda, video, application sharing) a seconda di dove ci si trova, con il vantaggio che tutti questi strumenti saranno integrati in un unico sistema di comunicazione, coerente nei servizi e nelle informazioni, evitando così duplicazioni e sprechi di tempo. In tutto questo la Rete Intelligente, che Cisco chiama Intelligent Information Network, gioca un ruolo fondamentale.

La connessione alle informazioni oggi sta diventando sempre di più "ubiqua" e di importanza fondamentale per il mondo business e consumer per migliorare la produttività. In questo quadro quale ruolo gioca il wireless per Cisco?
L'imperativo dell'ambiente aziendale moderno è la connettività, ovunque e in qualsiasi momento. La mobilità modifica profondamente il sistema con cui le aziende svolgono le proprie attività. L'interazione in tempo reale, la messaggistica istantanea, il text paging, i servizi vocali, l'accesso alla rete mentre si è in viaggio e in tempo reale in ufficio sono esigenze che contribuiscono a rendere più efficiente il modo di lavorare.
In questo quadro le reti wireless sono quindi un fattore indispensabile per le imprese. Cisco ha supportato da anni il ruolo strategico del wireless, per il quale investe annualmente in ricerca e sviluppo 150 milioni di dollari, e oggi detiene una quota di mercato superiore al 60% (secondo i dati di diversi analisti tra cui: Infonetics, Gartner, Idc e Dell'Oro). Per quanto riguarda gli access point, per dare un'idea del ritmo con cui è cresciuta la domanda di mercato, a partire dal 1999 Cisco ha venduto il primo milione di access point in 51 mesi, dal 2004 ha venduto il secondo milione in 24 mesi e nel solo 2006 ha raggiunto il terzo milione di access point venduti.
La richiesta di connettività ubiqua e permanente rappresenta una nuova sfida per chi si occupa di infrastrutture di rete e richiede una grande attenzione all'aspetto della sicurezza perché, in assenza di una rete wireless aziendale certificata, i dipendenti spesso utilizzano punti di accesso non autorizzati con reali pericoli per la sicurezza. Per questo l'infrastruttura wireless deve includere le caratteristiche peculiari della tecnologia Rf (Radio frequency) e supportare in modo efficace le applicazioni aziendali di ultima generazione. La soluzione Cisco Unified Wireless Network ha tenuto conto di tutte queste esigenze.

Secondo l'Anfov, il Wi-Max arriverà nel 2007. Quali sono le prospettive di mercato per questa tecnologia wireless?

Wi-Max è una delle svariate tecnologie a larga banda wireless Wan (Wide area network) che godranno di larga diffusione, insieme ad altre quali Hsdpa, Ev-Do, 802.20 e una molteplicità di soluzioni proprietarie.
Secondo la visione di Cisco, oggi il Wi-Max è una tecnologia complementare al Wi-Fi. Le applicazioni attuali di Wi-Max prevedono postazioni (antenne) fisse e si collocano quindi come tecnologia di accesso alternativa per l'ultimo miglio a collegamenti in rame (Adsl) o fibra, comparabile al Wll (Wireless local loop), di cui si parlava qualche anno fa.
Le caratteristiche tecnico-economiche di Wi-Max lo rendono interessante per coprire alcune aree remote, attualmente non raggiunte dalla larga banda ed indirizzare quindi il problema del digital divide. Non rintengo tuttavia che Wi-Max possa oggi essere una alternativa economicamente competitiva all'accesso in rame o fibra nelle zone densamente popolate. Bisogna poi considerare che Wi-Max è uno standard ancora acerbo (gran parte delle soluzioni attuali sono proprietarie), mentre Wi-Fi è uno standard maturo, che garantisce l'interoperabilità. Un ultimo aspetto da considerare è la disponibilità di terminali: oggi esistono moltissimi dispositivi con interfaccia Wi-Fi, non esiste invece (e per qualche anno non esisterà) alcun dispositivo portatile (laptop, Pda, telefonino) con interfaccia Wi-Max. Questi sono i motivi che rendono Wi-Fi e Wi-Max oggi complementari: si può ad esempio immaginare che per portare la larga banda in un'area rurale si utilizzi un collegamento Wi-Max per coprire una tratta di qualche decina di chilometri e lo si abbini poi ad una copertura Wi-Fi locale, per consentire il reale accesso al broadband in mobilità da parte degli utenti locali.

Quale è la strategia di Cisco nei confronti del Wi-Max?

Cisco non ha attualmente programmi di sviluppo di Base Station Wi-Max ma parteciperà ai futuri sviluppi di questa tecnologia in partnership con i costruttori di sistemi Ran (Radio Access Network), fornendo la tecnologia Ip per le base-station di nuova generazione, mentre i nostri Partner per le reti Ran svilupperanno la componente in radio frequenza.
Cisco continuerà a sviluppare tecnologie wireless Lan basate sullo standard 802.11 e fornirà anche l'infrastruttura IP per interconnettere le base-station di nuova generazione, nonché il layer di servizi Ip che su questa si poggeranno. Cisco infatti ritiene che - indipendentemente dal tipo di radio utilizzata (Wi-Max, Wi-Fi ecc.) - le reti radio a pacchetto di nuova generazione debbano basarsi su una infrastruttura Ip End-to-End, ed è entrata a far parte del Wi-Max Forum per dare il proprio contributo alla realizzazione di questa visione.
Secondo lei il Wi-Max è una distruptive technology nei confronti degli operatori?
A mio avviso siamo di fronte a una duplice situazione: da un lato gli standard del Wi-Fi stanno evolvendo verso una maggiore velocità e distanza, dall'altra il Wi-Max sarà disponibile anche in apparati mobili. Ci potranno essere quindi essere aree di sovrapposizione, non solo tra queste tecnologie, ma anche con quelle del mondo telefonia mobile (Umts e sistemi 3.5G e 4G). Cisco mantiene come al solito una posizione agnostica nei confronti della tecnologia: Wi-Fi è oggi l'unica tecnologia disponibile sui terminali (inclusi nuovi telefonini dual-mode) e matura per una diffusione capillare nelle aziende e nelle aree pubbliche, per la quale Cisco ha l'offerta più completa.
Wi-Max è invece una tecnologia di accesso di nicchia complementare alle nostre soluzioni, Cisco sta seguendo da vicino gli sviluppi tecnologici del Wi-Max e ha partecipato direttamente ai lavori di standardizzazione, ma per il momento non ha investito nella realizzazione di apparati. Aggiungerei che gli stessi elementi che hanno favorito la rapida diffusione e adozione del wireless in ambito residenziale e business stanno ora stimolando la nuova richiesta di fornire connettività ubiqua outdoor grazie a tecnologie mesh wireless. Il sistema mesh wireless intelligente di Cisco Systems permette di creare per esempio delle community digitali in aree dove il Wi-Fi non potrebbe coprire il territorio, come per esempio nelle comunità montane.

22 luglio, 2006

C'E' DEL MARCIO IN DANIMARCA?

DA REPUBBLICA aggiornamenti del 23/07

DALLA REPUBBLICA
Napoli, si è gettato da un cavalcavia. 42 anni, guidava
la sezione della sicurezza del gruppo. Aveva lavorato nella Digos
Si suicida Bove, dirigente Telecom
Era indagato per spionaggio
La procura indaga per "istigazione al suicidio"


NAPOLI - Si è suicidato Adamo Bove, 42 anni, ex poliziotto e responsabile della security governance di Telecom Italia. Intorno alle ore 12, il dirigente ha parcheggiato l'auto a lato della strada e si è gettato dal cavalcavia di via Cilea, nel quartiere del Vomero, a Napoli. Dopo un volo di una ventina di metri, si è schiantando su una carreggiata della tangenziale ed è morto sul colpo.

Da quanto si è appreso, il dirigente era indagato per violazione della privacy per aver "spiato" alcune persone attraverso una rete informatica e, secondo alcune indiscrezioni, il suo nome sarebbe anche emerso nel corso degli accertamenti legati all'inchiesta romana sul "Laziogate".

Secondo i familiari, Bove non avrebbe mai manifestato intenti suicidi. Non sono nemmeno stati trovati messaggi scritti lasciati ai parenti o agli amici. Gli investigatori hanno tuttavia rivelato che, per alcuni membri della famiglia, ultimamente appariva preoccupato di essere coinvolto in delicate vicende giudiziarie.

Gli inquirenti hanno aperto un fascicolo per istigazione al suicidio. "E' una prassi in questi casi" ha spiegato una fonte interna alla procura. In ambienti giudiziari si sottolinea però che questa iniziativa sarebbe stata presa anche perché il nome di Bove sarebbe spuntato nel corso di accertamenti collegati ad inchieste giudiziarie relative allo spionaggio.

Quarantadue anni, laureato in Giurisprudenza all'universita La Sapienza di Roma, Adamo Bove svolgeva la funzione di responsabile della Funzione Security governance, nell'ambito dell'Unità di servizio security del gruppo Telecom.

Dal 1995 al 1998 aveva svolto la sua carriera nelle forze dell'ordine, ricoprendo il ruolo di commissario capo nella polizia. Dal novembre del 1998 fino a febbraio del 2000 aveva lavorato nella direzione generale di Telecom Italia, con incarichi di Security management a livello nazionale. Dopo la fusione Tim-Telecom, nell'autunno del 2005, era diventato responsabile della Security governance, nell'ambito dell'Unità di servizio security, occupandosi principalmente degli aspetti legati alla protezione civile e dell'antifrode.

Bove lavorava nello stesso settore dell'azienda del quale è stato a lungo responsabile Giuliano Tavaroli, il cui nome è emerso più volte negli accertamenti della procura di Milano nell'inchiesta sulle intercettazioni telefoniche non autorizzate. Tali accertamenti, tra l'altro, si sono spesso incrociati con quelli relativi al caso Abu Omar. Tavaroli è stato legato da lunga amicizia con Marco Mancini, uno degli 007 del Sismi indagati per il sequestro dell'ex imam di Milano rapito dalla Cia.

DAL CORRIERE DELLA SERA



Il caso dei dossier, paura di essere indagato
MILANO — A tutti gli amici, in azienda e nella polizia, confidava che aveva paura di finire sotto accusa, di ritrovarsi ingiustamente indagato per il solo fatto di rivestire quella carica. Ma i pm milanesi titolari dell'inchiesta sul caso Tavaroli ieri lo hanno negato ufficialmente: «Adamo Bove non era un nostro indagato - ha dichiarato, smentendo tutte le voci contrarie, uno dei magistrati che guidano l'istruttoria e ne conoscono ogni dettaglio —. Per quanto ne sappiamo, il suicidio non dovrebbe avere nulla a che vedere con i risultati oggettivi della nostra indagine. Mi pare che non abbia mai ricevuto neppure un invito a presentarsi come semplice testimone». Adamo Bove, 43 anni, il manager dei telefonini che si è ucciso ieri a Napoli gettandosi da un ponte, secondo gli inquirenti era in realtà dall'altra parte della barricata giudiziaria rispetto a Giuliano Tavaroli, l'ex capo della sicurezza di Pirelli e Telecom, che dal 2005 è indagato dalla procura di Milano per associazione a delinquere finalizzata alla violazione del segreto istruttorio.
Lui, l'ex carabiniere Tavaroli, è sospettato di aver stretto un'alleanza con Emanuele Cipriani, un investigatore privato suo vecchio amico, con il presunto obiettivo di fare soldi spiando illecitamente ignari cittadini. Un troncone della stessa inchiesta, in marzo, portò al cosiddetto «Laziogate»: l'arresto di altri investigatori (legati a Cipriani) che nel 2005 spiarono, per conto dello staff di Francesco Storace, i suoi rivali politici Piero Marrazzo e Alessandra Mussolini. Bove invece non era indagato: la Procura, al contrario, aveva raccolto proprio dal suo ufficio le prime conferme sulle falle nei sistemi di sicurezza del gruppo Telecom, dove il manager era entrato nel 1998, dopo una brillante carriera nella polizia. Promosso nel 2003 capo della security di Tim, dopo la fusione del 2005 è diventato uno dei dirigenti della sicurezza di tutto il gruppo: «responsabile della funzione security governance» di Telecom. Nella polizia, che ha lasciato dopo essersi conquistato la promozione a commissario capo, Adamo Bove si era costruito una fama di «mago delle nuove tecnologie». Anche in Telecom ha saputo guadagnarsi la stima di colleghi e superiori, tanto che fino al settembre 2005 lavorava alle dirette dipendenze del top manager, Marco De Benedetti.
Anche il fratello di Adamo Bove è dirigente Telecom: è il responsabile dell'ufficio legale, che appunto dopo l'inchiesta su Tavaroli è tornato ad essere l'unico centro di gestione delle intercettazioni (legali) richieste dalla magistratura. Proprio questo ruolo lo aveva investito del delicatissimo problema dei controlli anti-abusi. Dopo un'ispezione ordinata dal Garante della privacy, il gruppo Telecom aveva affidato proprio all'ufficio di Bove le verifiche interne che hanno portato a scoprire, secondo un'inchiesta giornalistica dell'Espresso, «l'esistenza di sistemi ad hoc per scaricare tabulati di traffico telefonico senza lasciare tracce». Proprio l'identificazione di questa «falla» nei sistemi di sicurezza, che poteva permettere a un ristretto gruppo di dipendenti di controllare i numeri chiamati dall'utente senza farsi identificare, ha convinto il gruppo a ordinare un più approfondito «auditing», dopo il quale la stessa Telecom ha presentato un esposto alla Procura. Cipriani e gli altri investigatori indagati, secondo l'accusa, spiavano abusivamente le loro vittime corrompendo le forze dell'ordine.
L'inchiesta sul sequestro di Abu Omar, che ha coinvolto il Sismi, ha però portato i pm ad acquisire anche testimonianze indirette su un presunto traffico di tabulati telefonici: Tavaroli, stando a queste deposizioni, li avrebbe passati al suo grande amico nel Sismi, Marco Mancini, arrestato il 5 luglio per aver aiutato la Cia a rapire a Milano l'imam Abu Omar. Intervistato da Repubblica, lo stesso Cipriani (terzo lato del triangolo di carriere con Mancini e Tavaroli) aveva inserito Adamo Bove tra i «nemici» dei presunti spioni telefonici. Pur confermando di sapere che in Italia è esistito «un florido mercato dei tabulati telefonici», Cipriani ha negato che Tavaroli gliene avesse «mai forniti». «Anzi, nel 2003 mi chiese di fare da esca per stroncare quel mercato - ha affermato l'investigatore — di chiedere in giro e comprare tabulati, per smascherare i dipendenti infedeli che ne facevano commercio. E il progetto era appoggiato anche da Adamo Bove, allora uomo della sicurezza Tim». Ora sono proprio i suoi ex colleghi della Digos a continuare la caccia agli 007 «spioni nemici».
P.B.
22 luglio 2006

21 luglio, 2006

SUICIDI ECCELLENTI

Si è suicidato Adamo Bove
responsabile sicurezza Telecom

NAPOLI - Si è suicidato Adamo Bove, ex poliziotto e responsabile della security governance di Telecom Italia. Secondo le prime ricostruzioni, il dirigente si sarebbe gettato da un cavalcavia a Napoli.

19 luglio, 2006

ECCO I NUOVI PROFILI PROF.LI


SONO NELL'AREA COMUNICATI, SI TRATTA DI DUE FILE PDF.

UNO SI CHIAMA Accordo Profili Professionali

L'ALTRO Verbale di incontro inquadramento

un consiglio "NON DIMENTICATE I NOMI" perche' al di la' del nome averli chiamati cosi' ha un "significato di non poco conto.....................

Ci scusiamo ma i file in oggetto erano stati caricati "male" e si visualizzavano scorrettamente, adesso il problema è stato risolto

18 luglio, 2006

Accordo inquadramento, prime tabelle aspettando quelle ufficiali



CLICCARE SULL'IMMAGINE PER INGRANDIRLA

13 luglio, 2006

PIO POMPA............



SCOPRIAMO OGGI DA LA REPUBBLICA CHE UN ALTRO DIPENDENTE DI QUESTA AZIENDA ERA A LIBRO PAGA DEL SISMI, SI TRATTA DI TAL PIO POMPA COME SCRIVE IL GIORNALE LAVORAVA PER TELECOM IN QUALITA' DI TECNICO DELLE GIUNTURE (giuntista) POI PROMOSSO A RESPONSABILE DELLA SICUREZZA.................

NATURALMENTE L'AZIENDA NEGA CHE QUESTA PERSONA ABBIA LAVORATO PER LEI, MA DOPO I CASI GIA' PUBBLICATI (ANCHE SU QUESTO BLOG) DI DIPENDENTI CHE A VARIO TITOLO HANNO PERCEPITO DENARO PER SPIFFERARE SEGRETI DI UFFICIO O AIUTARE AMICI DEGLI AMICI PER CONTO PROPRIO OD AZIENDALE E' CREDIBILE?

IN QUESTI ULTIMI GIORNI APRENDO IL FAS SI LEGGE CHE I DATI CHE VERRANNO UTILIZZATI SONO SOGGETTI AL CODICE DI COMPORTAMENTO.......................DELLA SERIE CHIUDERE LA STALLA QUANDO I BUOI SONO SCAPPATI.

A POMPA VA UNA SORTA DI SIMPATIA (E DI BIASIMO PER QUELLO CHE HA FATTO AL SISMI) DA PARTE DI QUELLA CATEGORIA DI LAVORATORI DA CUI PROVIENE, SI TRATTA DELLA CASTA DEGLI INTOCCABILI DI TELECOM ITALIA, E LUI LA RAPPRESENTA APPIENO, SI TRATTA DI PERSONE CON GRANDE SPIRITO DI ADATTAMENTO ED INIZIATIVA CHE VENGONO INTERPELLATE QUANDO LE GRANDI MENTI FALLISCONO E NON RIESCONO A RISOLVERE I PROBLEMI.

10 luglio, 2006



Sindacato Lavoratori Telecomunicazioni
Comprensorio di GROSSETO
COORDINAMENTO TELECOM



Grosseto, 8 luglio 2006


Comunicato

I lavoratori del NOM di Grosseto ci hanno inviato la seguente nota:


In riferimento all’intervento del 30/6-1/7-2/7 operato dal personale NSL di Grosseto sull’impianto DWDM PLT40 a Grosseto Stadio ,si fa presente che il personale NSL non avendo piu’ la possibilta’ di effettuare lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria su tali apparati (quindi anche su DWDM ALCATEL a GROSSETO CENTRO e IPTV) che sono a carico degli specialisti e non avendo neanche in certi casi gli strumenti necessari per operare (TAL) sta valutando di astenersi dall’intervenire sui suddetti apparati qualora non abbia ricevuto un buon grado di preparazione che permetta di far fronte all’intervento.

Inoltre si richiede una piu’ attenta valutazione e diagnosi del guasto da parte del centro di sorveglianza in modo da evitare inutili e dispendiosi viaggi per reperire le scorte anche in ore impossibili.

E’auspicabile inoltre che gli interventi vengano dispacciati quando e’ presente un effettivo disservizio.

Non entreremo nel merito della nota, ma vorremmo porre alcuni problemi “politici” che una lettura attenta suggerisce, sappiamo tutti che la mission di quella struttura è contenere i costi fino al 25%, sappiamo anche che in questa ottica c’è un continuo monitoraggio degli straordinari in reperibilità , e una riduzione dei costi per investimenti ( vedi allacci rete nuove costruzioni).

E’ chiaro che in un azienda come Telecom, gravata da un debito enorme questo tipo di risparmio è obbligato, ma la cosa che più risalta è la completa disomogeneità delle varie strutture rispetto ad un problema, e queste alla fine invece di ottenere i risultati sperati, ottengono l’esatto contrario.

In un’ organizzazione di questo tipo gli unici a rimmetterci sono i lavoratori che devono farsi carico delle inefficienze organizzative della struttura e di responsabilità per le quali altri sono retribuiti.




Per la Segreteria Provinciale

08 luglio, 2006

S'E' SPOSATA LA FIGLIA DEL PARON


Un chiliometro di spiaggia chiusa e attrezzata per il pranzo, litoranea bloccata a Capalbio, e soprattutto sulla torre Aldobrandesca che domina il paese maremmano, un ripetitore GSM, per assicurare la ricezione del segnale Telecom ai 1500 invitati al matrimonio di Ilaria Tronchetti Provera con il marchese Anselmo Guerrieri Gonzaga che sarà celebrato dopodomani. L’edizione locale de Il Tirreno racconta che i tecnici sono già al lavoro per scongiurare il pericolo che mentre la dotata rampolla dirà "sì", uno solo dei 1500 riveriti invitati (selezionati tra i nomi più importanti di imprenditoria, politica, cinema, sport e tv) possa trovarsi nell'angosciosa condizione di "non raggiungibile". Al momento ci sono 30 operai al lavoro per montare le tettoie che facciano ombra al parcheggio riservato e le pedane su cui si svolgerà il banchetto, preparato da 50 cuochi e servito da 120 camerieri. Gli ospiti saranno difesi da 180 guardie del corpo, affiancate da polizia e carabinieri per impedire che i curiosi si avvicinino al prestigioso consesso. Poi ti stupisci se la bolletta Telecom rincara.

I ripetitori tim dovevano essere due uno sulla spiaggia a ricezione satellitare, visto che praticamente era impossibile dotarlo di flussi in cavo, dovevano affittare dei canali dal satellite a quali costi.............l'altro posizionato in un posto vicino alla rete ne è stata proibita l'installazione dai VERDI, quando a quanto si dice i flussi erano gia' attivi...........
ULTIMA PERLA
PARE CHE RAUL PIERONI E PARIGI OGGI DI GRAN CARRIERA SIANO SCESI FINO A CAPALBIO PER RISOLVERE UN PROBLEMINO LEGATO AL PONTE INSTALLATO SOPRA LA TORRE DELL'EDIFICIO COMUNALE.................IMMAGINIAMO CHE SE SI FOSSE TRATTATO DI UN "DWDM PLT40" NON SI SAREBBERO ALLARMATI A TAL PUNTO, PER I NON ADETTI AI LAVORI SI TRATTA DI UN APPARATO CHE GESTISCE I FLUSSI FINO AD 80 GIGA.............

La servitù, in molti casi, non è una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi.
Indro Montanelli

07 luglio, 2006

ACCORDO TELELAVORO TIM


NELLA PAGINA DEDICATA AI COMUNICATI REGIONALI IL TESTO COMPLETO

06 luglio, 2006

MORIRE A 15 ANNI

VI SEMBRA GIUSTO MORIRE SUL LAVORO SENZA AVERE ALCUNA TUTELA, E SE UNA DELLE VITTIME POI HA 15 ANNI, E LAVORA PER DUE EURO ALL'ORA? DOVE SONO GLI ISPETTORI DEL LAVORO, DOVE SONO LE ASL CON I LORO ADDETTI ALLA SICUREZZA. SONO POCHI? SALVARE DELLE VITE UMANE CHE HANNO DAVANTI A LORO UNA VITA INTERA SI PUO' PARAGANORE IN TERMINI DI COSTI? RIUSCIAMO ANCORA AD INDIGNARCI PER QUESTE COSE?